Questo doveva essere il capitolo iniziale della fanfiction su Rhaegar e
Lyanna.
Ho deciso di pubblicarlo comunque qui perchè mi sembrava un
peccato lasciarlo a marcire in una cartella.
1. |
Silenzio |
2. |
Falso |
3. |
Dono |
4. |
Mani |
5. |
Trasparente |
6. |
Ferro |
7. |
Corsa |
8. |
Funerale |
9. |
Balbettio |
10. |
Vittima |
11. |
Vita |
12. |
Ripetizione |
13. |
Tempesta |
14. |
Vivace |
15. |
Imbroglio |
16. |
Sincero |
17. |
Segreto |
18. |
Disprezzo |
19. |
Pianto |
20. |
Sguardo |
21. |
Ribelle |
22. |
Energia |
23. |
Inutile |
24. |
Pulito |
25. |
Sconosciuto |
26. |
Avanti |
27. |
Onda |
28. |
Prezioso |
29. |
Perso/a |
30 |
Amaro |
31. |
Primo bacio |
32. |
Impulso |
33. |
Pesante |
34. |
Sottile |
35. |
Sollievo |
36. |
Freddo |
37. |
Superstizione |
38. |
Alba |
39. |
Minaccia |
40. |
Ossessione |
41. |
Matrimonio |
42. |
Veleno |
43. |
Innocenza |
44. |
Magia |
45. |
Errori |
46. |
Forza |
47. |
Taglio |
48. |
Conoscenza |
49. |
Rispettabile |
50. |
Voce |
51. |
Esperienza |
52. |
Scontro |
53. |
Congedo |
54. |
Morso |
55. |
Nostalgia |
56. |
Tormento |
57. |
Regole |
58. |
Grato |
59. |
Lite |
60. |
Affronto |
61. |
Immortale |
62. |
Vergogna |
63. |
Onore |
64. |
Vetro |
65. |
Impegno |
66. |
Melodia |
67. |
Abbandono |
68. |
Sforzo |
69. |
Suadente |
70. |
Arma |
71. |
Confusione |
72. |
Scelta |
73. |
Infranto |
74. |
Battito |
75. |
Guanti |
76. |
Essenziale |
77. |
Dolore |
78. |
Amato/a |
79. |
Complimento |
80. |
Entusiasmo |
81. |
Compromesso |
82. |
Rimorso |
83. |
Dimenticare |
84. |
Vino |
85. |
Velocità |
86. |
Gelosia |
87. |
Spirito |
88. |
Fuoco |
89. |
Polvere |
90. |
Morbido |
91. |
Spettrale |
92. |
Combattimento |
93. |
Attesa |
94. |
Pausa |
95. |
Luna |
96. |
Problema |
97. |
Stelle |
98. |
Incostante |
99. |
Obiettivo |
100. |
Insensibile |
{Fuoco (088); Verde;
Rhaella Targaryen}
Le
fiamme avvolgevano interamente Summerhall, alzandosi verso il cielo e
coprendo col loro crepitio le grida di chi non era ancora riuscito a
fuggire dalla struttura.
Ser Gaunt
lasciò andare il suo fianco e
lei quasi cadde in ginocchio, rimanendo aggrappata al braccio del
cavaliere.
Rhaella Targaryen
teneva disperatamente tra le sue
braccia il piccolo Rhaegar, che si contorceva urlando e
piangendo.
Non riusciva a
respirare regolarmente, ma non sapeva se
fosse per il fumo che aveva aspirato o per il terrore che aveva
provato.
Voleva solo
risvegliarsi nel proprio letto e scoprire che
era un incubo; invece Summerhall era lì, davanti a lei, e le
fiamme
minacciavano di non andarsene mai più dalla sua
mente.
-Principessa-esclamò
ser Gaunt, cercando di ottenere la
sua attenzione senza scuoterla ulteriormente-Principessa!-.
Chiuse
gli occhi, ma le fiamme erano ancora lì, e le urla non
potevano
essere fermate.
-Ser Gaunt,-rispose
lei, lasciando andare il suo
braccio per avvolgere completamente il figlio-mio nonno...-.
Riaprì
gli occhi, e vide il cavaliere abbassare lo sguardo sulla spada per
non guardarla negli occhi.
Poteva leggere
comunque i suoi
pensieri: non sono riuscito a salvarlo, avevo giurato che con
questa spada l'avrei protetto, ma non ce l'ho fatta.
La
spada non può combattere le fiamme, voleva dirgli
per
consolarlo, ma questo avrebbe voluto dire ammettere che suo nonno
poteva essere stato bruciato.
E il fuoco non
può uccidere un
drago.
Ma a quanto pare il
solo fuoco non poteva farlo nemmeno
nascere.
Nemmeno una
profezia era bastata.
Avrebbe voluto che
non fosse stato tutto vano, che da un momento all'altro un drago
sarebbe spuntato dalle fiamme, richiamato dal rituale, ma rimaneva
solo il fumo a coprire il cielo.
-Vai a salvare mio
nonno...-concluse lei, tossendo; ma nello stesso momento in cui
pronunciava la frase, ripercorse con la mente le immagini di poco
prima, rivedendo suo nonno coperto dalle fiamme urlare mentre il
soffitto della sala cedeva.
Ser Gaunt
annuì, anche se senza
speranza, e corse verso il castello per recuperare il resto della
famiglia reale.
Le
gambe di Rhaella cedettero, e lei cadde in ginocchio, ma
riuscì a
non svenire cercando di respirare con più calma.
-Rhaella!-
sentì gridare, ma lo stordimento non le permise di capire
chi fosse
a farlo fino a quanto non se lo ritrovò davanti.
-Rhaella!-ripeté
suo fratello e marito, piegandosi su di lei e appoggiandole sul viso
una mano sporca di fuliggine-Devi allontanarti da qui, o tu e il
bambino continuerete a respirare fumo-.
Con
riluttanza lasciò che Aerys prendesse in braccio il piccolo
Rhaegar
e che l'aiutasse ad alzarsi, e con passo indeciso iniziarono ad
allontanarsi dalla tragedia.
Rhaella
si risvegliò in un letto dalle coperte di seta rossa, in una
stanza
ornata del simbolo della sua casata.
Per
un attimo, chiudendo gli occhi, vide le palpebre riempirsi di fiamme
e fumo, e le parve di risentire le grida delle vittime, ma quando li
riaprì, sperò che fosse stato tutto un sogno.
Scostò
una mano dal proprio fianco e la posò sul suo ventre,
trovandolo
gonfio, ma non come quando era incinta.
Aveva
partorito.
E
non potendo aver dimenticato un evento del genere o essersi
addormentata durante, era chiaro che i suoi non erano stati sogni, ma
ricordi.
Summerhall
era bruciata.
E
con lei la sua famiglia.
Non
seppe mai se fosse svenuta o se si fosse semplicemente
riaddormentata, ma venne svegliata dal pianto di un bambino.
Istintivamente
aprì gli occhi e mimò con le labbra il nome Rhaegar.
Si
alzò a sedere, sentendo immediatamente la testa che girava e
contemporaneamente minacciava di scoppiarle.
Nonostante
ciò, il suo istinto materno la portò a scostare
le lenzuola per
appoggiare i piedi nudi al freddo pavimento di pietra.
Immediatamente,
quasi fosse stato chiamato, entrò maestro Pycelle.
Non
aveva mai apprezzato particolarmente l'uomo, essendole sempre
sembrato un po' viscido, ma non poteva dire di non essere contenta di
vederlo, in modo da poter avere notizie.
-Ritorna
a letto, principessa-le disse, e improvvisamente Rhaella vide la
coppa nelle mani di Pycelle.
-No,
maestro,-rispose, coprendo le gambe nude con le coperte di seta-non
voglio dormire. Prima voglio sapere cosa è successo-.
Pycelle
la guardò negli occhi lilla, e lei lo vide cedere e
sospirare.
-Ma
prima devi ritornare a letto, o potresti svenire-.
Avrebbe
potuto farlo anche solo con questa frase che annunciava sventure, ma
si limitò ad eseguire gli ordini.
Il
maestro prese una sedia di mogano dal fondo della stanza e con
estrema lentezza si sedette.
Rhaella
osservò le occhiaie sotto i suoi occhi e l'aria stanca con
cui
sembrava muoversi, e capì che non doveva aver dormito quella
notte.
-Hai
dormito due giorni e due notti, esclusa la notte della tragedia di
Summerhall-cominciò Pycelle.
Rhaella
non poteva sapere che quelle fatidiche ore sarebbero passate alla
storia con quel nome, ma a lei non serviva sentirle chiamare in alcun
modo per ricordare le fiamme, il fumo, e le grida.
-Rhaegar
è nella stanza accanto, è stato allattato da una
balia dei
Dondarrion-.
Blackhaven,
pensò Rhaella, siamo a Blackhaven.
La
stanza doveva essere stata sistemata in quel modo da suo padre mentre
lei dormiva.
Sempre
che suo padre fosse ancora vivo.
Pycelle
dovette leggerle negli occhi, perchè iniziò
subito la rassegna dei
morti.
-Suo
nonno non ce l'ha fatta. Ser Harlan ha provato ad entrare nella sala,
ma ha visto una trave che gli cadeva addosso e...-si interruppe,
deglutì, poi riprese:-Anche tuo zio Duncan e sua moglie
Jenny sono
morti-.
Chiuse
gli occhi, e ricordò suo zio il giorno del suo matrimonio,
quando
aveva rinunciato alla corona per amore, eppure non le era mai
sembrato così felice e bello.
Ricordò
anche Jenny di Oldstones, una donna dalla bellezza comune quanto le
sue origini, ma che agli occhi di Duncan, il suo Principe delle
Libellule, doveva parere come la donna più bella del mondo,
dagli
sguardi che le lanciava.
L'aveva
odiata, quella Jenny, quando la sua strega dei boschi, quella nana
dall'aria inquietante, aveva decretato che da lei e da suo fratello
sarebbe disceso il Principe che Fu Promesso.
Rhaegar
doveva essere quel Principe, eppure nessun drago era nato dall'uovo
che aveva posseduto suo nonno.
Ora
la odiava di più, perchè quella profezia aveva
rovinato tutto, ma a
che scopo odiarla ancora? Era morta, e con lei metà della
sua
famiglia.
Quando
vide che lei si era ripresa, Pycelle continuò:-Anche il lord
comandante della Guardia reale è morto-.
Ser
Duncan l'Alto era stato come un nonno per lei.
Durante
un inverno quando lei era una bambina, ogni volta che la vedeva le
appoggiava il mantello bianco come la neve sulle spalle per
proteggerla dal freddo.
Ma
non era il mantello in sé a scaldarla, ma il pensiero di
quella
gentilezza.
Erano
morti, tutti morti.
Si
sentiva confusa, con la mente e la vista annebbiate; per cui si
sdraiò nuovamente nel letto, e Pycelle la aiutò a
sistemare le
coperte.
Anche
suo nonno lo faceva, quando era bambina.
Cullata
dal ricordo, chiuse gli occhi e si lasciò andare verso il
mondo dei
sogni.
Poco
prima di addormentarsi, sussurrò, talmente a bassa voce da
credere
che il maestro non la potesse sentire:-E la strega dei boschi-.
Da
lontano, la voce di Pycelle la raggiunse:-E' morta-.
Morta.
“Dalla
stirpe di Aerys e Rhaella discenderà il Principe Che Fu
Promesso.”
|