Nota
Ci sono riferimenti più o meno velati a: uso di droga,
suicidio, guerra e violenza; ed anche alcune parolacce.
Lettori avvisati mezzi salvati, ho fatto il mio dovere. =)
Buona lettura.
A step in between.
In comes the rest of my life
The road was hot
We were so high
We gave NASA a fright
The road snakes 'round my aching shoulders, it's over
The road snakes 'round my shoulder one more time and it's over
The Verve ~ Grey skies
~ Alcuni anni dopo
Gli ultimi giorni di un Agosto bollente si trascinavano l’uno in
fila all’altro.
L’erba era secca, resa argentea e friabile dal sole.
L’uomo sull’auto osservava il paesaggio da dietro il finestrino,
comodamente seduto e rinfrescato dall’aria condizionata.
Un piccolo schermo che proiettava le immagini della CNN, sugli
ultimi sviluppi politici, ma il volume era solo un brusio
soffocato.
Il colonnello Arthur Wieder non era uomo da potersi confondere
facilmente.
Avrebbe compiuto settantadue anni nella prossima primavera e si
trascinava dietro anni d’esperienza sul campo in termini di guerra.
Non missioni di pace ma di sangue.
Il Vietnam non si era combattuto infilando petali nelle bombe al
napalm.
Sul campo non c’era coscienza e vedere i tuoi compagni lacerati
dall’inguine alla testa a causa di una bomba a frammentazione
sepolta sotto la terra umida metteva tutto nella giusta
prospettiva.
Nel corso degli anni aveva acquistato gradi e la patria aveva
riconosciuto il suo impegno: da dieci anni faceva parte del
consiglio di sicurezza degli Stati Uniti.
Un posto di tutto rispetto, che richiedeva il meglio.
L’autista accostò l’auto blindata davanti ad una delle entrate
principali dell’enorme edificio governativo.
Ad attenderlo c’era una delegazione di colletti bianchi, uno di loro
gli aprì la portiera.
“Benvenuto signore.”
Il colonnello fece un cenno d’approvazione, salendo le scale ed
entrando nel Pentagono seguito dalle sue tre guardie del corpo.
“Avete la certezza che questa volta sia lui l’uomo che stiamo
cercando?”
“Sì, signore.”
“Dove l’avete scovato quel figlio di puttana?” la sua espressione
era impassibile, quella caccia all’uomo era durata sei mesi facendo
sembrare lui ed gli uomini sotto il suo comando dei pivelli di primo
stampo.
“In un night-club nei bassifondi di Chicago. Non ci ha opposto
alcuna resistenza. Nel sangue aveva livelli altissimi di alcool,
tossine psicotrope ed alcaloidi che stiamo ancora analizzando. Non è
stato in grado di fornirci il suo nome ma l’ID presente nei suoi
effetti personali conferma i dati che abbiamo raccolto.”
Gli occhi di un grigio gelido del Colonnello scorsero la relazione
che gli era stata appena passata, completa di fototessera.
Un uomo che non è capace di vivere la propria vita non vale nulla
a meno che…
“È in grado di intrattenere una conversazione?”
“La nostra equipe medica lo ha subito soccorso ma appena ha ripreso
conoscenza si è rifiutato di sottoporsi ad ulteriori trattamenti.”
il portavoce del gruppo vacillò sotto lo sguardo duro del superiore
ed abbassò gli occhi, continuando “L’abbiamo posto sotto stretta
sorveglianza in una stanza della terza sezione, piano underground
4.”
Così dicendo svoltarono l’angolo, arrivando al blocco ascensori ed
accedendo in uno.
Uno dei collaboratori si affrettò ad inserire un codice numerico ed
il mezzo partì con un cigolio.
La discesa fu taciturna e le porte si riaprirono mezzo minuto dopo
in un ampio corridoio in tutto e per tutto uguale a quello del piano
terra, ma semi-deserto.
Le lampade ronzavano pigramente, diffondendo una luce fredda sui
nudi muri di cemento armato.
Era solo grazie al sistema di aereazione unificato che quel piano
così lontano dalla luce del giorno manteneva una temperatura simile,
seppur più bassa, a quella dei piani alti.
“Da questa parte, signore.”
Wieder si lasciò guidare per il dedalo di corridoi fino ad entrare
in una stanza scarsamente illuminata. Nel muro opposto alla porta
era installato un grosso vetro che permetteva di osservare senza
essere visti l’interno di un’altra stanza dall’aspetto più piccolo:
l’unico mobilio visibile era un tavolo quadrato e due sedie, una già
impegnata.
L’occupante era un uomo dai lineamenti squadrati, troppo magro per
il suo fisico smunto, dai capelli di un biondo quasi bianco che gli
cadevano incolti dietro le spalle. I cerchi scuri intorno ai suoi
occhi facevano pensare che stesse subendo i postumi di una sbronza
colossale.
Il suo profilo netto era ben visibile grazie alla posizione
piuttosto sciatta che aveva preso.
Minacciava di scivolare dalla seggiola e teneva gli occhi ben fissi
sulla ventola di areazione del soffitto che girava direttamente
sopra alla sua testa.
Oltre il respiro per il resto era completamente immobile, da cosa
aveva letto del rapporto non aveva manifestato impazienza, ansia o
violenza di alcun tipo.
La maglietta non permetteva di nascondere nulla ed i segni di
punture sulla pelle pallida delle sue braccia erano piuttosto
evidenti. Non sono pochi, non passa molto tempo fra una dose e
l’altra.
Il colonnello lo fissò ancora per qualche attimo poi recuperò una
pratica da uno dei suoi bodyguard e fece per entrare nella stanza
“Gli affari che devo discutere sono della massima segretezza,
signori. Vi ringrazio per la vostra collaborazione e vi chiedo di
lasciare questa stanza e di attendere ulteriori istruzioni.”
“Signore-”
“Non accetterò un no, come risposta. Entrato disattiverò i microfoni
e le telecamere, di questo incontro non deve rimanere traccia. Ora
abbiate la gentilezza di allontanarvi od i miei uomini saranno ben
felici di mostrarvi la strada.” detto questo aprì la porta e fece
proprio quello che aveva minacciato di fare: il giro della stanza,
disinserendo l’alimentazione delle tre telecamere poi strappò i fili
del microfono principale. Infilò una mano sotto il piano del tavolo,
estraendo la cimice incollata lì sotto e disattivandola, poggiandola
in bella vista sul piano.
Tutto ciò era stato osservato con malcelato divertimento dall’uomo
biondo, gli occhi di un nero inchiostro si spostarono dalla
ricetrasmittente al volto segnato dalla vecchiaia dell’uomo ben
vestito davanti a lui.
La ventola, sopra le loro teste, girava con un rumore
fastidioso.
“È divertente vedere come non ci siano uomini onesti nemmeno nel
cuore di un dipartimento centrale come quello della sicurezza.”
commentò.
“Strana asserzione, Mister Lagden. Soprattutto dopo aver passato gli
ultimi sei mesi a sfuggirci…qualche scheletro nell’armadio,
suppongo?”
“Me lo dica lei…nonno.” la provocazione venne buttata lì,
seguita da uno sguardo gelido quanto quello di rimando del
colonnello.
Quest’uomo…non è un normale tossicomane.
“Fra i suoi effetti abbiamo recuperato varie sostanze di dubbia
provenienza…composti non rintracciabili da un cittadino medio
americano. Potrei farla chiudere a Guantanamo, Mister Lagden, se per
caso mi venisse il desiderio.”
“Si accomodi…adoro il clima tropicale.” il biondo piegò le labbra
sottili in un ghigno dall’aria cupa “Mi dispiace ma non saranno
queste minacce infondate a farmi arretrare con la coda fra le gambe.
La quantità di sostanze in mio possesso non giustifica un’
incriminazione per contrabbando e – inoltre - fanno parte della mia
collezione personale in quanto studioso. Per quanto riguarda la mia
fuga potrebbe essere molto dannoso se ingiungessi ad una qualsiasi
corte una denuncia nei vostri confronti per aperta violazione della
libertà di un cittadino. Non ho consentito a questo appuntamento con
lei ne ai prelievi che sono stati effettuati durante la mia
incoscienza. Con le somme a quattro zeri che verso regolarmente
nelle casse federali per pagarvi lo stipendio, mi creda, ho tutti i
diritti per ritenermi insolente ed un tantino ostile alla presente
situazione.”
Il Colonnello dovette combattere per trattenere un sorriso. Ha
del fegato.
“Grandi parole per qualcuno che ha cercato di suicidarsi, Mister
Lagden.”
“Incorretto, Mister Innominato. Non ho mai tentato il suicidio
perché se quello era il caso nessun trattamento di base dei suoi
scagnozzi sarebbe riuscito a tirarmi fuori.” arrivò subito la
risposta del biondo. Si era alzato dalla sua posizione scomposta e
appoggiò il capo sulle mani incrociate, i gomiti puntati al tavolo
“Da cosa ne deduco mi avete braccato per un motivo ben preciso e
disperato quindi non posso che essere molto curioso di saperlo.”
“La sua presenza qui è di assoluta segretezza ed importanza. Siete
stato estratto in una rosa di candidati per portare a termine una
missione dal quale dipende la sicurezza degli Stati Uniti.” Wieder
aprì la pratica davanti a lui, estraendone alcuni fogli tenuti
assieme con una clip e posandoli sul tavolo.
“…” gli occhi neri scorsero il testo, puntandosi sulla piccola
stampa di un ingrandimento al microscopio “Questo non è il mio
campo, avete sbagliato persona.”
“Sono certo che non è un ostacolo, non con i suoi precedenti,
Mister Lagden. Le sue facoltà d’apprendimento sono di molto
superiori alla media ed per ogni suo dubbio possiamo metterle a
disposizione i migliori esperti del settore.”
“Da come la sta mettendo sembra che un mio rifiuto sia
inottenibile.” il biondo sospirò brevemente, lasciando cadere i
fogli dopo avergli dato una scorsa “Questa missione all’estero ha
l’aria di essere spionaggio, puro e semplice. James Bond è sempre
stato un personaggio di fantasia è forse è meglio che rimanga in
questi termini. Sarò franco con lei, non mi ha dato presupposti per
cui la sua offerta potrebbe interessarmi.”
“Non le sto chiedendo di fare niente per niente.” replicò il
colonnello con un sorrisetto.
A questo mondo tutto ha un prezzo, e lui questo lo sa meglio di
chiunque altro: Lagden inizia a piacermi, ha l’aria del mercenario e
dello stronzo.
“Il Governo le offre una protezione totale congiunta con le forze di
sicurezza estere. Alla fine della missione saremo pronti a
ricompensarla con una somma più che adeguata, pattuita con lei.”
“Spero che la somma adeguata abbia cinque zeri invece di quattro.”
gli occhi neri brillavano dietro gli occhiali.
“Il suo ammontare preciso verrà quantificato dopo la fine della
missione.” ripeté Wieder con un sopracciglio alzato.
Lagden sospirò, inclinando leggermente il capo da un lato.
Passarono alcuni momenti di silenzio poi il biondo riprese a
parlare, con gli occhi calcolatori e fissi sui fogli davanti a
se.
“Non ci sono clausole ulteriori se accettassi questo lavoro?”
Wieder strinse gli occhi, valutando la propria risposta “La
disintossicazione completa ed un addestramento seppur basilare sulle
armi da fuoco, senza contare la sua preparazione in materia per
infiltrarsi senza sospetti.”
L’uomo annuì “Comprensibile…anch’io ho delle clausole relative alla
mia affiliazione.”
“Sarebbero?”
“Un cospicuo anticipo ed la restituzione di tutti i miei
effetti personali, compresa anche la libertà di istruirmi sull’
argomento come meglio credo. Sono un’autodidatta di norma e dovrò
apportare alcune modifiche al mio aspetto se non voglio rovinarmi la
piazza in futuro, naturalmente inserirò nel CV un’esperienza
lavorativa ‘ad interesse della patria’.” il sorrisetto delle sue
labbra sottili era un pallido riflesso.
“Informerò i miei colleghi delle sue richieste, nel frattempo le
procureremo un alloggio più confortevole in libertà vigilata,
Mister Lagden.”
“Mi chiami Linds, le formalità a questo punto sono solo uno spreco
di fiato.” gli occhiali ammiccarono “Stiamo parlando da dieci minuti
ma non mi ha ancora spiegato chi è lei…non mi piace fare affari con
gli sconosciuti.”
“Artur Wieder, colonnello e capo della sezione di ricerca e
controspionaggio del dipartimento di difesa degli Stati Uniti d’
America.
“Un pezzo grosso…immagino veterano di guerra. Vietnam?”
“Esatto.”
“Plotone di terra.” quella dell’uomo biondo non era una domanda ma
un’affermazione e Wieder annuì, con una certa cautela.
“Mille? Duemila? Quanti ne ha di bastardi gialli sulla coscienza?”
“Tutti quelli che mi servono.”
Lagden fischiò ammirato, una luce cattiva negli occhi scuri
“Interessante.”
Il colonnello attese che continuasse ma l’uomo non proferì altre
parole, quindi riordinò i documenti e chiuse la pratica.
“Sono sicuro che non ci deluderà, Mister Lagden. Ci rivedremo
presto.”
Il suo interlocutore sorrise, un semplice stiramento di labbra. Le
pupille al centro dell'occhio una a punta di spillo e l'altra
dilatata.
Wieder si alzò, la pratica in mano e fece per uscire da quella
stanza ma attese con la mano appoggiata sulla porta.
Si voltò, incontrando lo sguardo dell’uomo, ancora seduto
comodamente.
È l’ora della domanda di rito, prima di mandare della carne al
macello.
“Non ha paura di lasciare qualcuno indietro?”
“Vuole scherzare?” l’espressione di Linds era fredda e malevola “Da
quando in qua un militare del suo calibro si lascia andare a dei
sentimentalismi?”
Ha la faccia di chi non ha più niente da perdere, giusto per
questo tipo di lavoretto.
Era triste però vedere quel tipo di sguardo in un uomo così
giovane.
Wieder lo sapeva, l’aveva imparato in guerra.
Dietro la solitudine in parvenza perfetta di quel Lagden non c’era
niente e – prima o poi – nel silenzio si affoga.
Linds, spalleggiato da tre uomini era stato spostato ai piani
superiori.
Strizzò gli occhi alla luce del sole, dando uno sguardo al suo
piccolo alloggio temporaneo.
Niente di spaventosamente kitsch, ma mobili funzionali, da
caserma.
Fantastico…
Si lasciò cadere sul duro materasso, appoggiando i gomiti sulle
ginocchia.
La testa gli si stava spaccando a metà, come se fosse stato reduce
da una sbornia colossale.
Quei deficienti…si capisce che non si sono mai infilati un ago
nelle vene.
Interrompere uno dei suoi ‘momenti di consolazione’ non era una
buona idea.
Perché iniziava a pensare, la sua testa non era mai un bel
posto.
C’erano ombre, fiamme, volti da dimenticare e…
“Ouch!”
Si era lasciato andare sul suo borsone ma nell’impatto che avrebbe
dovuto essere morbido qualcosa di spigoloso dentro era entrato in
collisione con il suo capo.
Linds aprì la zip pronto a vedersela con qualsiasi fosse e
trovandosi davanti il rubik.
Ecco mi mancava…riesce a farmi ramanzine pur non essendo
qui.
Linds prese la mira chiudendo l’occhio cattivo e centrando con un
lancio ben calibrato il cestino della carta straccia.
Il portachiavi cozzò contro il fondo con un soddisfacente thunk!
Intanto prima o poi l’avrebbe buttato, era solo questione di
tempo.
Una delle sue mani si infilò nei meandri del borsone ancora aperto,
estraendo l’ipod poi lo buttò per terra e si riaccomodò, spingendo
gli auricolari nelle orecchie e cercando qualcosa di rilassante per
alleviare l’emicrania pulsante.
…
So, so you think you can tell Heaven from Hell, blue skies from
pain.
…
Pink Floyd a random…io questo aggeggio l’adoro.
Non aveva più avuto notizie di Raph ma poteva immaginare che il
biondo cucciolone si era tolto più di un paio di sfizi con l’ultima
parcella…chissà magari in quel momento lui e Mel si erano comprati
quella casa sul mare di cui il cagnone gli aveva tanto parlato, una
bella Volvo station wagon e magari avevano aperto la produzione di
marmocchi.
Raph è sempre stato uno da happy ending, non c’è niente che gli
si possa invidiare.
Posò il lettore sullo stomaco, incrociando le braccia dietro la
testa e godendosi il sound.
Ad occhi chiusi non era poi così difficile immaginarsi sdraiato
tranquillo in mezzo all’erba, con un bel cielo pulito sopra la testa
e due o tre nuvolette bianche dalle forme più disparate.
Questa stanzetta non esiste, e solo un altro di quei sogni.
…
And did they get you to trade your heroes for ghosts?
[…]
And did you exchange a walk on part in the war for a lead role in a
cage?
…
Era da un po’ che non si buttava più nel lavoro, ed i risultati si
erano visti.
Linds, tesorino, alza la testa e ripigliati.
Perché avrebbe dovuto?
Era una domanda che si poneva spesso negli ultimi mesi.
Aveva abbastanza soldi da non doversi preoccupare del prossimo pasto
per anni.
Abbastanza da assicurarsi un tetto sopra la testa.
Abbastanza da acquistare una precisa quantità in grammi della droga
più buona e farsi fuori, liberando il globo dalla sua presenza.
Iniziava ad avere il coraggio di pensarci, quindi passare all’azione
sarebbe stata cosa breve.
Nessuno piangerebbe la mia scomparsa, in fondo.
…
How I wish, how I wish you were here.
We're just two lost souls swimming in a fish bowl, year after
year.
…
Se l’era dimenticata quella parte della canzone.
Il mio cervello semifritto sta divagando…meraviglioso, ci
mancava.
Gli occhi neri si aprirono e Linds si alzò, incespicando/camminando
fino verso all’angolo dove stava il cestino di metallo.
È già la millesima volta che ripeto quest’azione…sono peggio che
un sentimentale.
Linds Lagden: il cretino di nuova generazione.
Aveva fatto un po’ di scena con ‘il Nonno’ ma questo non significava
credere a tutto quello che aveva detto.
In fondo il Colonnello non era stato del tutto sincero, gli si
leggevano in faccia i suoi pensieri.
Nei suoi occhi grigi si vedeva già morto, che novità.
…
Running over the same old ground. What have we found? The same old
fears.
Wish you were here.
…
Il cubo era lì, sul fondo del cestino.
Con le sue facce monocolori. Risolto.
Linds l’agganciò per l’anello, sollevandolo con sguardo
rassegnato.
Se il mondo fosse un rubik…
Era per questo che non voleva pensare…perché tutte le volte
recuperava quel dannatissimo aggeggio dal cestino.
Non riusciva a disfarsene.
Sarebbe stato capacissimo di mandare tutto all’inceneritore:
notebook , blackberry, ipod, vestiti, agenda, documenti…ma non il
rubik.
Con uno scatto il biondo iniziò a girare le facce, lo sguardo
assente, le labbra piegate in una smorfia.
Okay, Linduccio bello, adesso la smetti con questa lagna, alzi
quel tuo culo smilzo, mandi a cagare le ballate psichedeliche e ci
facciamo una bella doccia, eh?
Il biondo posò i due oggetti sul comodino e si stirò tutto,
guardandosi intorno con uno sguardo deciso.
Nuovo lavoretto, nuovo studio, nuova vita.
Niente di strano, niente di nuovo.
Speriamo che abbiano del caffè decente…magari anche uno spuntino,
ho un buco nello stomaco!
Cold winds, blew my sails back 'round the bend
Grey skies, no rain in my eyes
Cold wind blew me back here again
Grey skies, no rain, goodbye my pain
Cold wind, blew me straight back in the bin
The Verve ~ Grey skies
~~~
Canzone del capitolo: The Verve ~ Grey skies.
Le note di questo capitolo sono:
- CNN Televisione via cavo con sede ad Atlanta, in Georgia.
Fondata nel 1980 da Ted Turner, la CNN (Cable News Network) è stata
la prima rete televisiva a trasmettere 24 ore su 24 notizie, con
servizi da ogni parte del mondo. Oggi di proprietà della Time
Warner, la CNN ha una programmazione regolare dedicata alle notizie
internazionali, alla politica interna statunitense, alla salute, al
mondo dello spettacolo e alle riprese di procedimenti giudiziari. I
suoi programmi possono essere ricevuti in quasi tutti i paesi del
mondo;
- La Guerra del Vietnam è un conflitto combattuto tra
il 1960 e il 1975, l'intervento degli Stati Uniti dapprima fu debole
poi si intensificò con bombardamenti a tappeto nell'agosto
del 1964 in conseguenza di un attacco nordvietnamita ad alcune
unità navali americane ancorate nel golfo del Tonchino.
Questo conflitto viene ricordato come una guerra di popolo, l'uso
estensivo del napalm decimò la popolazione, e la Guerra
Fredda venne pesantemente condizionata dal suo esito;
- Il Napalm è una gelatina incendiaria (benzina
gelificata) a base di naftenati e palmitati di alluminio, in grado
di aderire alle superfici e continuare a bruciare provocando gravi
ustioni e consumando tutto l'ossigeno presente;
- Una bomba a frammentazione viene generalmente sganciata a grappolo
da aerei. Vengono impiegate contro concentrazioni di truppe. Alcune
di esse esplodono all'impatto, mentre altre si attivano solo più
tardi, quando vengono urtate da persone o veicoli esplodendo e
scagliando numerosi frammenti metallici in tutte le direzioni a
velocita elevatissima;
- Il Pentagono è la sede del Ministero della Difesa
degli Stati Uniti, ubicato ad Arlington in Virginia. È il
più grande centro amministrativo del mondo: occupa un'area
coperta di 12000 ettari. Naturalmente la mia descrizione
dell'edificio non corrisponde al vero, ma credo che abbia molti
piani sottoterra...xD
- In questo caso con Guantanamo mi riferisco alla base
militare USA, dove oltre varie operazioni di rifornimento ed
addestramento personale esiste anche un piccolo carcere di massima
sicurezza;
- Le frasi centrate in corsivo sono citazioni estratte da Wish
you were here canzone dei Pink Floyd tratta dall'album omonimo
del 1975, la potete ascoltare qui nella versione live
di Pulse del 1994.
Lettori: Che cos'è questa roba?! o.O
Hermes: Ehhh...xD
Questa è una sorpresina made in Lagden, perché il topo
non ha alcuna intenzione di smontare le tende che ha piantato nella
mia testa. LoL
Chiamatelo interludio se volete. =)
Ovviamente non prometto niente, ho idee ma non il tempo materiale
per scrivere, al solito quindi non aspettatevi aggiornamenti
spesso.
Come sempre Arthur Wieder è un personaggio inventato, tanto
quando Linds.
Ah...naturalmente non continuerò ad aggiungere capitoli a
questa storia ma ne creerò un'altra quando verrà la
sua ora.
Già che ci sono vorrei lasciare un ringraziamento a chi ha
recensito il capitolo precedente ovvero ilarya,
Cassandra_01, Petitecherie e ParoleDiGhiaccio
(Ci hai azzeccato, visto? xD).
Ed anche un saluto a tutta la gente che ha aggiunto la storia nelle
proprie liste!!! Ragazzi/e siete raddoppiati?! I finali quindi fanno
miracoli...xD
Io e Linds vi salutiamo...alla prossima storia!
Hermes |