My Life is a Farce7
Crying
“seppellisco i miei ricordi,
per impedire che essi seppelliscano
me.”
Due braccia calde mi cullano dolcemente, il battito del suo cuore è la melodia più pura che
esista. E' come la nota più preziosa scritta su uno spartito
vecchio e rovinato dal tempo, uno spartito aperto da una chiave, la
stessa che in quel momento mi permette di amarlo con tutto il mio cuore.
Il suo respiro mi sfiora la pelle procurandomi brividi indescrivibili.
Apro gli occhi per poi immergerli nei suoi.
Irresistibili.
Li consideravo la mia salvezza, mi
bastava guardarli per capire che non mi sarebbe accaduto niente,
che con lui al mio fianco sarei stata completa.
Le mie labbra si di schiusero in un sorriso e le sue, così morbide e sottili, le imitarono alla perfezione..
"Buongiorno Liz" la sua voce ancora impastata dal sonno mi invase. Era così soffice, così dolce.
Mugugnai qualcosa accoccolandomi di più
contro il suo petto, immersa tra le sue braccia e con il suo profumo
che mi riempiva i polmoni. Prese ad accarezzarmi la schiena, dandomi di
tanto in tanto dei piccoli baci sui capelli.
"Che ne dici se rimaniamo qui tutt' oggi?"
"Be' ti direi che mi andrebbe molto, anche se so già che Ed verrà a romperci pensando male"
"Lascialo perdere. L'importante siamo noi due piccola. Solo noi due"
"Ti ho mai detto che odio quando fai lo sdolcinato?"
"Fammici pensare un po'..." si portò una mano sotto il mento "mmm... direi di no, ami quando lo faccio"
"Forse..." risposi scherzando.
"Forse? Sei sicura di ciò che la tua bellissima bocca ha appena pronunciato?"
"Si." risi contro le sue labbra che piano piano si erano avvicinate.
"Quindi se adesso ti baciassi, ti tireresti indietro perchè è una cosa piena d' amore?"
"Chi lo sa. Provaci e vedrai" lo sfidai, ma lui non se lo fece ripetere due volte e poggio le suo calde labbra contro le mie.
Combaciavano alla perfezione, quasi fossero nate per questo. Ci
baciammo per un tempo che mi parve infinito. Poi si stacco lentamente
da me fissandomi negli occhi.
"Ti amerò per sempre." sussurrò "Non ti abbandonerò mai, Liz"
"Ti amerò anche io David, niente ci separerà. Solo tu e io"
"Lo prometto"
Già, peccato che quella promessa non siete riuscita a mantenerla vero?
Mi svegliai di colpo mettendomi a sedere sul letto. Alzai lo sguardo e
notai che le coperte erano tutte ai piedi del letto, la finestra era
aperta e le tende si muovevano per colpa del vento proveniente da fuori.
Il
mio pesante respiro riempiva la stanza e tutto attorno a me mi sembrava
troppo fuori luogo, tutto tranne lui. Era colpa sua se da due notte non
riuscivo a chiudere occhio, mi portava alle mente troppi ricordi che
avrei preferito lasciar marcire in un cassetto.
Era
lui che mi aveva ridotta così, perchè la vera Elizabeth
non si sarebbe mai trovata in una situazione del genere durante il suo
lavoro. Mai e poi mai un ragazzo era riuscito a distrarmi o a farmi
rivivere quelle esperienze.
Era
lui che con quel suo dannato modo di comportarsi e con quel maledetto
sorriso sulle labbra che mi portava con la memoria ad anni passati.
Quegli anni che non avrei mai più potuto ritrovare.
Mi
portai le mani alle tempie e solo allora mi accorsi delle lacrime che
attraversavano le mie guance, fredde e bagnate. Continuai a
piangere sporcando il leggero lenzuolo color panna.
Perchè dovevo lavorare proprio lì?
Perchè dovevo continuare a comportarmi in quel modo?
Perchè non potevo essere la vera me e non quella con mille maschere?
Perchè non potevo smettere di piangere?
Perchè da quando ero entrata in quella casa tutte le mie
convinzioni di aver rotto con il passato non erano più
così solide?
Non volevo ammetterlo, ma sapevo già di mio la risposta.
Piano piano stavo facendo uscire la vera me e non mi piaceva per niente.
Insomma, non mi sentivo neanche più me stessa, da quando lo avevo conosciuto ero strana.
"Buooongiorno Elizabeth" la porta si aprì di scatto e fui
costretta ad alzare lo sguardo per incontrare il dolce sorriso di Louis
e i suoi occhi cristallini... Dolce? L' ho detto davvero?
Appena mi vide, la felicità che spruzzava da tutti i pori
cessò e si fece più serio, portando via anche quel
magnifico sorriso e inconsciamente qualcosa dentro di me
diventò ancora più triste.
"Ehi Lizzie.. che hai?" appoggiò la porta e mi si avvicinò sedendosi sul letto.
"Sei preoccupato per me? Carino da parte tua, ma non sforzarti."
risposi asciugandomi le lacrime. "Hai già fatto abbastanza.".
Daltronde era in parte colpa sua se mi trovavo in quelle condizioni.
Sbuffò girando la testa verso la finestra, evitando così di guardarmi.
"Vorrei solo aiutarti, ma a quanto pare la tua vita è
così complicata da non permettermi di farne parte" sorrise, ma
non uno di quelli che mi rendono felice, no, uno di quelli spenti che
mi inceneriscono.
"Ti sbagli. Nessuno al mondo vorrebbe aiutarmi e fidati che nemmeno tu
in realtà lo faresti. Dici così ma alla fine cosa
accadrà?" Ribattei subito.
"Sai, non pensavo fossi così veramente" abbassò lo testa sconsolato.
"Evidentemente pensavi male. Ma cosa ci si può aspettare da uno come te?"
"Che intendi dire?" si voltò verso di me.
"Sai, una macchina da soldi di solito non ha un cervello e non pensavo
che tu fossi un caso particolare." Il mio tono era tagliente e speravo
di averlo ferito almeno un po'. Se lui mi stava lontano era meglio per
entrambi, lo sapevo, ma sinceramente non volevo proprio.
Ero costretta a farlo per lui.
"Grazie mille Elizabeth... Non sai quanto piacere provi sentendo
questo" mi fissò deluso. "Non bastano gli insulti che ricevo
ogni singolo giorno della mia vita, non bastano le prese per il culo
per il mio sogno, non bastano le prediche per il mio lavoro." stetti in
silenzio ascoltandolo. "Buffo come anche qualcuno che mi è
vicino mi dica che servo solo per fare soldi" rise amaramente
alzandosi in piedi.
"Senti Louis... io..." provai a ribattere ma fui subito interrotta.
"Non mi devi nessuna scusa o spiegazione Lizzie. Devo farmi i cazzi
miei, ho afferrato il concetto. Ma cosa puoi aspettarti da un burattino
usato solo per fare spettacolo?" e detto questo uscì dalla mia
stanza.
Lo guardai andare via e un senso di vuoto si impossessò di me.
Avevo raggiunto in parte il mio obbiettivo, quello di tagliare un
po' i miei rapporti con lui ma allora perchè no nero
felice? Perchè mi sentivo in colpa per come l' avevo trattato?
Ma soprattutto, perchè volevo andare da lui e comunicargli che
nulla di ciò che ho detto lo penso davvero?
Mi buttati a peso morto sul materasso respingendo quella voglia malsana
di rimettermi a piangere capendo che era ora di svegliarsi e
incominciare ciò per cui ero lì.
***
"Lizzie, Lizzie!" urlarono le gemellale correndo verso una me intenta a cucinare qualcosa di commestibile per pranzo.
"Ditemi
bellissime" sorrisi, anche se non ero per niente in vena dopo l'
incontro di quella mattina con Louis. Mi sentivo pervadere dai sensi di
colpa, cosa che non mi era mai successa in vita mia tranne quando
David morì, perchè in un certo senso era come se fossi
stata io ad ucciderlo.
"Lizzie!
Ci sei?" mi risvegliai da quel momento e guardai la piccola Phobe che
mi aveva appena chiamato. Annuii e lei continuò.
"Io e Daisy volevamo andare al parco oggi... ed ecco...no... vorremmo.."
"Certo piccole, ma prima chiedetelo a Lou, per me non ci sono problemi"
"Puoi chiederglielo tu? non vogliamo perderci la fine del cartone" mi supplicò Daisy.
"Ok, ma andate lavarmi le mani che è pronta la pappa" le sorpassai scompigliandoli i capelli color grano.
Mi
avviai su per le scale verso la sua camera. Mi avrebbe mandata via
appena avrei aperto la porta? Cosa mi avrebbe detto? Come si sarebbe
comportato vedendomi?
Mi
avvicinai con un groppo alla gola e bussai. Aspettai qualche secondo,
ma nessuno mi rispose così riprovai, ma niente. Allora abbassai
la maniglia e piano piano aprii la porta cercando di non fare
rumore e poi lo vidi.
Era
steso sul letto che dormiva. L' aria serena e quasi da bambino faceva
contrasto con la dura espressione di prima. I capelli castani gli
ricadevano leggeri sulla fronte e la bocca era leggermente aperta. Era
così perfetto, così dolce e innocente. Sentii
qualcosa all' altezza dello stomaco, uno strano calore che si
stava impossessando di me. Mi accorsi di essermi avvicinata a lui solo
quando ero a pochi centimetri dal suo viso.
Mi abbassai e mi misi in ginocchio di fronte ai suoi occhi e solo allora notai che le guance erano bagnate.
Aveva pianto.
Una fitta vicino allo stomaco proprio come prima, solo che questa era di dolore.
Allungai
una mano spostandogli i ciuffetti che gli erano caduti davanti alle
palpebre con estrema delicatezza. Sembrava quai che avessi paura di
romperlo, di ridurre in mille pezzi quel dolce viso fatto di porcellana.
"Lou...
svegliati" sussurrai vicinissima alla sua faccia continuando ad
accarezzarlo. Lui si mosse leggermente ma non aprì occhio.
"Louis, muoviti dai" continua sempre dolcemente. Mugugnò qualcosa contrariato.
"Tomli-" cacciai un urlo appena mi sentii trascinare da lui sul letto, presa alla sprovvista.
"Ora,
fai silenzio e mi lasci riposare ok?" disse a meno di due
centimetri dal mio naso, tappandomi la bocca con una mano. Lo guardai
negli occhi e quell' azzurro cristallino mi fece battere il cuore. Dio,
dovevo calmarmi.Respirai a fondo e poi mi tolsi la sua mano di dosso.
"Louis...
le ragazze ci aspettano per il pranzo e in più le gemelle voglio
uscire, quindi.."gli feci gesto di scansarsi anche se contro voglia.
"Va bene piccola" rispose lui. Un momento, piccola? e questa da dove gli era uscita?
Si tirò su per poi allungarmi la mano che io afferrai prontamente per alzarmi. Sorrise.
"Senti Lou... per prima.. ecco... io "provai a scusarmi, ma non ce la feci.
"No,
ora ascoltami tu" si fece serio tutto d'un tratto "Non saprò
niente della tua vita, non saprò un cazzo su questo David e non
saprò nulla su che tu sia, ma sappi che quello che mi hai detto
non mi ha reso per niente la persona più felice del mondo. Ti
conosco da poco, è vero, ma per me sei già parte della
famiglia e ci tengo. Voglio solo esseri d' aiuto tutto qui." concluse
fissandomi attentamente. Mi sentii uno schifo per ciò che aveva
appena detto.Davvero si sentiva così? Davvero mi considerava
parte della famiglia? Anche se quel 'parte della famiglia' non mi
bastava, mi sentivo troppo poco.
"Permettimelo Lizzie, voglio solo questo." sussurrò.
Mi
girai allontanandomi da lui a testa basta, sussurrando un "ok" troppo
rotto dalle lacrime che stavo per versare di nuovo. Ma prima che
fosse troppo tardi mi afferrò il polso e mi ritrovai immersa tra
le sue braccia, con il suo profumo nelle narici e la sua felpa stretta
tra le mie mani. Strinse di più la presa, accarezzandomi i
capelli.
"Ehi, tranquilla, non è successo niente piccola" soffiò dolcemente contro la mia fronte.
Mi alzò il viso in modo da potermi fissare per bene.
"Allora...
L' ultimo che arriva in cucina laverà i piatti!" esclamò
di colpo iniziando a correre al piano di sotto. Risi.
" Questa me la paghi Louis Tomlinson!" esclamai correndogli dietro.
Incredibile come riuscisse a farmi cambiare d'umore così velocemente.
Quel ragazzo aveva un qualcosa di strano, di particolare, di... fantastico.
Lizzie, vale ancora il non provo niente per lui?
***
SCIARBUM :))
Allora, incomincio con lo scusarmi per il ritardo, perchè non me lo posso perdonare.
Diciamo pure che ho pubblicato con largo anticipo lol
Comunque, ci ho messo tre o quattro giorni per buttare giù
questa schifezza, anche se alla fine sono abbastanza soddisfatta di
questo capitolo.
Riassumendo:
-Lizzie sta male perchè non riesca smettere di pensare a Davide tutto per colpa di Tommo
-Tommo cerca di aiutarla, ma riceve solo offese che lo fanno stare male.
-Tommo molto
triste per come lei si è comportata, dato che per lui lei
è parte della famiglia (se certo, ma a chi la vuole dare a
bere?).
-Lui le promette che cercherà di esserle d'aiuto se lei glielo permetterà.
Che dite?
Riusciranno a mantenerle queste promesse?
Pensate che Lizzie sia davvero arrabbiata con lui?
Perchè, secondo voi, lei gli dice quelle brutte cose?
Vabbè, aspetto delle vostre risposte ♥
Questa volta niente gif, ma in cambio vi lascio questo link che vi permetterà di vedere il 'trailer' della ff fatto proprio con le mie mani.
ditemi che ne pensate.
Un bacio
ELi ♥
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