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Autore: HoranVoice_    24/05/2013    3 recensioni
"Chi è il prossimo pollo da spennare?”
“Sono i Tomlinson. Hanno cinque figli. Due gemelle di sei anni, Daisy e Phobe, Felicity, detta Fizzy di dieci, Charlotte o Lottie di tredici e infine il famoso Louis, di ventidue. Dovrai fare da tutrice alle figlie. Penso tu possa farcela, insomma, adori quelle piccole pesti e a scuola andavi bene.”
“No no, io non lavorerò per uno stupido viziatello del cazzo che va in giro canticchiando canzonicine smielate.”
“Luce dei miei occhi, vai a preparare le valige che domani mattina alle nove devi essere lavata e profumata per intrapendere un nuovo viaggio. Baci stellina”
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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My Life is a Farce7
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Crying



“seppellisco i miei ricordi,
per impedire che essi seppelliscano
me.





Due braccia calde mi cullano dolcemente, il battito del suo cuore è la melodia più pura che esista. E' come la nota più preziosa scritta su uno spartito vecchio e rovinato dal tempo, uno spartito aperto da una chiave, la stessa che in quel momento mi permette di amarlo con tutto il mio cuore.
Il suo respiro mi sfiora la pelle procurandomi brividi indescrivibili.
Apro gli occhi per poi immergerli nei suoi.

Irresistibili.
Li consideravo la mia salvezza, mi bastava guardarli per capire che non mi sarebbe accaduto niente, che con lui al mio fianco sarei stata completa.
Le mie labbra si di schiusero in un sorriso e le sue, così morbide e sottili, le imitarono alla perfezione..

"Buongiorno Liz" la sua voce ancora impastata dal sonno mi invase. Era così soffice, così dolce.
Mugugnai qualcosa accoccolandomi di più contro il suo petto, immersa tra le sue braccia e con il suo profumo che mi riempiva i polmoni. Prese ad accarezzarmi la schiena, dandomi di tanto in tanto dei piccoli baci sui capelli.
"Che ne dici se rimaniamo qui tutt' oggi?"
"Be' ti direi che mi andrebbe molto, anche se so già che Ed verrà a romperci pensando male"
"Lascialo perdere. L'importante siamo noi due piccola. Solo noi due"
"Ti ho mai detto che odio quando fai lo sdolcinato?"
"Fammici pensare un po'..." si portò una mano sotto il mento "mmm... direi di no, ami quando lo faccio"
"Forse..." risposi scherzando.
"Forse? Sei sicura di ciò che la tua bellissima bocca ha appena pronunciato?"
"Si." risi contro le sue labbra che piano piano si erano avvicinate.
"Quindi se adesso ti baciassi, ti tireresti indietro perchè è una cosa piena d' amore?"
"Chi lo sa. Provaci e vedrai" lo sfidai, ma lui non se lo fece ripetere due volte e poggio le suo calde labbra contro le mie.
Combaciavano alla perfezione, quasi fossero nate per questo. Ci baciammo per un tempo che mi parve infinito. Poi si stacco lentamente da me fissandomi negli occhi.
"Ti amerò per sempre." sussurrò "Non ti abbandonerò mai, Liz"
"Ti amerò anche io David, niente ci separerà. Solo tu e io"
"Lo prometto"



Già, peccato che quella promessa non siete riuscita a mantenerla vero?



Mi svegliai di colpo mettendomi a sedere sul letto. Alzai lo sguardo e notai che le coperte erano tutte ai piedi del letto, la finestra era aperta e le tende si muovevano per colpa del vento proveniente da fuori.

Il mio pesante respiro riempiva la stanza e tutto attorno a me mi sembrava troppo fuori luogo, tutto tranne lui. Era colpa sua se da due notte non riuscivo a chiudere occhio, mi portava alle mente troppi ricordi che avrei preferito lasciar marcire in un cassetto.
Era lui che mi aveva ridotta così, perchè la vera Elizabeth non si sarebbe mai trovata in una situazione del genere durante il suo lavoro. Mai e poi mai un ragazzo era riuscito a distrarmi o a farmi rivivere quelle esperienze.
Era lui che con quel suo dannato modo di comportarsi e con quel maledetto sorriso sulle labbra che mi portava con la memoria ad anni passati.
Quegli anni che non avrei mai più potuto ritrovare.
Mi portai le mani alle tempie e solo allora mi accorsi delle lacrime che attraversavano le mie guance, fredde e bagnate. Continuai a piangere sporcando il leggero lenzuolo color panna.
Perchè dovevo lavorare proprio lì?
Perchè dovevo continuare a comportarmi in quel modo?
Perchè non potevo essere la vera me e non quella con mille maschere?
Perchè non potevo smettere di piangere?
Perchè da quando ero entrata in quella casa tutte le mie convinzioni di aver rotto con il passato non erano più così solide?
Non volevo ammetterlo, ma sapevo già di mio la risposta.
Piano piano stavo facendo uscire la vera me e non mi piaceva per niente.
Insomma, non mi sentivo neanche più me stessa, da quando lo avevo conosciuto ero strana.
"Buooongiorno Elizabeth" la porta si aprì di scatto e fui costretta ad alzare lo sguardo per incontrare il dolce sorriso di Louis e i suoi occhi cristallini... Dolce? L' ho detto davvero?
Appena mi vide, la felicità che spruzzava da tutti i pori cessò e si fece più serio, portando via anche quel magnifico sorriso e inconsciamente qualcosa dentro di me diventò ancora più triste.
"Ehi Lizzie.. che hai?" appoggiò la porta e mi si avvicinò sedendosi sul letto.
"Sei preoccupato per me? Carino da parte tua, ma non sforzarti." risposi asciugandomi le lacrime. "Hai già fatto abbastanza.". Daltronde era in parte colpa sua se mi trovavo in quelle condizioni.
Sbuffò girando la testa verso la finestra, evitando così di guardarmi.
"Vorrei solo aiutarti, ma a quanto pare la tua vita è così complicata da non permettermi di farne parte" sorrise, ma non uno di quelli che mi rendono felice, no, uno di quelli spenti che mi inceneriscono.
"Ti sbagli. Nessuno al mondo vorrebbe aiutarmi e fidati che nemmeno tu in realtà lo faresti. Dici così ma alla fine cosa accadrà?" Ribattei subito.
"Sai, non pensavo fossi così veramente" abbassò lo testa sconsolato.
"Evidentemente pensavi male. Ma cosa ci si può aspettare da uno come te?"
"Che intendi dire?" si voltò verso di me.
"Sai, una macchina da soldi di solito non ha un cervello e non pensavo che tu fossi un caso particolare." Il mio tono era tagliente e speravo di averlo ferito almeno un po'. Se lui mi stava lontano era meglio per entrambi, lo sapevo, ma sinceramente non volevo proprio.
Ero costretta a farlo per lui.
"Grazie mille Elizabeth... Non sai quanto piacere provi sentendo questo" mi fissò deluso. "Non bastano gli insulti che ricevo ogni singolo giorno della mia vita, non bastano le prese per il culo per il mio sogno, non bastano le prediche per il mio lavoro." stetti in silenzio ascoltandolo. "Buffo come anche qualcuno che mi è vicino mi dica che servo solo per fare soldi" rise amaramente alzandosi in piedi.
"Senti Louis... io..." provai a ribattere ma fui subito interrotta.
"Non mi devi nessuna scusa o spiegazione Lizzie. Devo farmi i cazzi miei, ho afferrato il concetto. Ma cosa puoi aspettarti da un burattino usato solo per fare spettacolo?" e detto questo uscì dalla mia stanza.
Lo guardai andare via e un senso di vuoto si impossessò di me. Avevo raggiunto in parte il mio obbiettivo, quello di tagliare un po' i miei rapporti con lui ma allora perchè no nero felice? Perchè mi sentivo in colpa per come l' avevo trattato? Ma soprattutto, perchè volevo andare da lui e comunicargli che nulla di ciò che ho detto lo penso davvero?
Mi buttati a peso morto sul materasso respingendo quella voglia malsana di rimettermi a piangere capendo che era ora di svegliarsi e incominciare ciò per cui ero lì.


***



"Lizzie, Lizzie!" urlarono le gemellale correndo verso una me intenta a cucinare qualcosa di commestibile per pranzo.
"Ditemi bellissime" sorrisi, anche se non ero per niente in vena dopo l' incontro di quella mattina con Louis. Mi sentivo pervadere dai sensi di colpa, cosa che non mi era mai successa in vita mia tranne quando David morì, perchè in un certo senso era come se fossi stata io ad ucciderlo.
"Lizzie! Ci sei?" mi risvegliai da quel momento e guardai la piccola Phobe che mi aveva appena chiamato. Annuii e lei continuò.
"Io e Daisy volevamo andare al parco oggi... ed ecco...no... vorremmo.."
"Certo piccole, ma prima chiedetelo a Lou, per me non ci sono problemi"
"Puoi chiederglielo tu? non vogliamo perderci la fine del cartone" mi supplicò Daisy.
"Ok, ma andate lavarmi le mani che è pronta la pappa" le sorpassai scompigliandoli i capelli color grano.
Mi avviai su per le scale verso la sua camera. Mi avrebbe mandata via appena avrei aperto la porta? Cosa mi avrebbe detto? Come si sarebbe comportato vedendomi?
Mi avvicinai con un groppo alla gola e bussai. Aspettai qualche secondo, ma nessuno mi rispose così riprovai, ma niente. Allora abbassai la maniglia e piano piano aprii la porta cercando di non fare rumore e poi lo vidi.
Era steso sul letto che dormiva. L' aria serena e quasi da bambino faceva contrasto con la dura espressione di prima. I capelli castani gli ricadevano leggeri sulla fronte e la bocca era leggermente aperta. Era così perfetto, così dolce e innocente. Sentii qualcosa all' altezza dello stomaco, uno strano calore che si stava impossessando di me. Mi accorsi di essermi avvicinata a lui solo quando ero a pochi centimetri dal suo viso.
Mi abbassai e mi misi in ginocchio di fronte ai suoi occhi e solo allora notai che le guance erano bagnate.
Aveva pianto.
Una fitta vicino allo stomaco proprio come prima, solo che questa era di dolore.
Allungai una mano spostandogli i ciuffetti che gli erano caduti davanti alle palpebre con estrema delicatezza. Sembrava quai che avessi paura di romperlo, di ridurre in mille pezzi quel dolce viso fatto di porcellana.
"Lou... svegliati" sussurrai vicinissima alla sua faccia continuando ad accarezzarlo. Lui si mosse leggermente ma non aprì occhio.
"Louis, muoviti dai" continua sempre dolcemente. Mugugnò qualcosa contrariato.
"Tomli-" cacciai un urlo appena mi sentii trascinare da lui sul letto, presa alla sprovvista.
"Ora, fai silenzio e mi lasci riposare ok?" disse a meno di due centimetri dal mio naso, tappandomi la bocca con una mano. Lo guardai negli occhi e quell' azzurro cristallino mi fece battere il cuore. Dio, dovevo calmarmi.Respirai a fondo e poi mi tolsi la sua mano di dosso.
"Louis... le ragazze ci aspettano per il pranzo e in più le gemelle voglio uscire, quindi.."gli feci gesto di scansarsi anche se contro voglia.
"Va bene piccola" rispose lui. Un momento, piccola? e questa da dove gli era uscita?
Si tirò su per poi allungarmi la mano che io afferrai prontamente per alzarmi. Sorrise.
"Senti Lou... per prima.. ecco... io "provai a scusarmi, ma non ce la feci.
"No, ora ascoltami tu" si fece serio tutto d'un tratto "Non saprò niente della tua vita, non saprò un cazzo su questo David e non saprò nulla su che tu sia, ma sappi che quello che mi hai detto non mi ha reso per niente la persona più felice del mondo. Ti conosco da poco, è vero, ma per me sei già parte della famiglia e ci tengo. Voglio solo esseri d' aiuto tutto qui." concluse fissandomi attentamente. Mi sentii uno schifo per ciò che aveva appena detto.Davvero si sentiva così? Davvero mi considerava parte della famiglia? Anche se quel 'parte della famiglia' non mi bastava, mi sentivo troppo poco.
"Permettimelo Lizzie, voglio solo questo." sussurrò.
Mi girai allontanandomi da lui a testa basta, sussurrando un "ok" troppo rotto dalle lacrime che stavo per versare di nuovo. Ma prima che fosse troppo tardi mi afferrò il polso e mi ritrovai immersa tra le sue braccia, con il suo profumo nelle narici e la sua felpa stretta tra le mie mani. Strinse di più la presa, accarezzandomi i capelli.
"Ehi, tranquilla, non è successo niente piccola" soffiò dolcemente contro la mia fronte.
Mi alzò il viso in modo da potermi fissare per bene.
"Allora... L' ultimo che arriva in cucina laverà i piatti!" esclamò di colpo iniziando a correre al piano di sotto. Risi.
" Questa me la paghi Louis Tomlinson!" esclamai correndogli dietro.
Incredibile come riuscisse a farmi cambiare d'umore così velocemente.
Quel ragazzo aveva un qualcosa di strano, di particolare, di... fantastico.


Lizzie, vale ancora il non provo niente per lui?






***


SCIARBUM :))

Allora, incomincio con lo scusarmi per il ritardo, perchè non me lo posso perdonare.
Diciamo pure che ho pubblicato con largo anticipo lol
Comunque, ci ho messo tre o quattro giorni per buttare giù questa schifezza, anche se alla fine sono abbastanza soddisfatta di questo capitolo.
Riassumendo:
-Lizzie sta male perchè non riesca smettere di pensare a Davide tutto per colpa di Tommo
-Tommo cerca di aiutarla, ma riceve solo offese che lo fanno stare male.
-Tommo molto triste per come lei si è comportata, dato che per lui lei è parte della famiglia (se certo, ma a chi la vuole dare a bere?).
-Lui le promette che cercherà di esserle d'aiuto se lei glielo permetterà.
Che dite?
Riusciranno a mantenerle queste promesse?
Pensate che Lizzie sia davvero arrabbiata con lui?
Perchè, secondo voi, lei gli dice quelle brutte cose?
Vabbè, aspetto delle vostre risposte
Questa volta niente gif, ma in cambio vi lascio questo link che vi permetterà di vedere il 'trailer' della ff fatto proprio con le mie mani.
ditemi che ne pensate.

Un bacio
ELi ♥
   
 
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