Guilty

di Duffy
(/viewuser.php?uid=17846)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


CHAPTER II

.: Guilty :.

 

 

Chapter 02.

.: Crawly. Baby Bookman :.

 

Knockin’ [die]

Knockin’ [life]

 

 

 

 

 

Il rumore sordo e vuoto delle proprie ossa che si ruppero gli fece gelare il sangue nelle vene. Ci mise qualche attimo a capire cosa fosse successo, perché non aveva sentito dolore. Poi vide uno scarpone sopra la propria mano e istintivamente volle alzarsi in piedi. Con uno strattone ritirò il braccio e si allontanò di qualche passo.

Non capiva cosa fosse successo. Poteva quasi sentire il cervello elaborare e analizzare i fatti, ma non riusciva  trovare risposta. Sapeva solo che prima era in un castello, con Rabi, e adesso era da qualche altra parte con qualcuno che gli aveva appena rotto la mano.

In più c’era qualcosa che non gli tornava…

“Oh, tranquillo.” L’altro sembrò intuire i suoi pensieri. “Non ho intenzione di farti altro.”

Allen si irrigidì ancora di più. E non perché dubitasse delle parole dello sconosciuto – cosa che in effetti era vera – ma per via della sua voce.

Che era sottile. Impercettibile, quasi, ma che rimbombava nella testa come se stesse urlando.

Lo sconosciuto fece un passo avanti, sorridendo. Cercando di non richiamare l’attenzione dell’Esorcista su qualcosa che non fossero i suoi movimenti.

“Dico sul serio.”

“A-ah.” Allen annuì distrattamente, senza staccargli gli occhi di dosso. Aveva centinaia di domande gli passavano per la testa in quel momento. Chi era? Che voleva? Dove si trovavano?

Ma Dio, in quel momento voleva solo una risposta.

“Dov’è Rabi?”

“…” l’altro arricciò le labbra, contrariato. “Dovresti rivedere le tue priorità, sai? Dove si trova in questo momento quell’altro Esorcista è l’ultimo dei tuoi problemi.”

C’era qualcosa di sbagliato in quella persona…

“Dimmi dov’è.” Il ragazzo strinse i pugni, ignorando lo scricchiolio sinistro delle ossa rotte. Quel senso di inquietudine non voleva sapere di andarsene.

“E’ un’altra la domanda che ti devi porre.”

C’era qualcosa…

E poi Allen capì cosa non quadrava. Semplicemente non riusciva a vederlo. Non riusciva a vedere quella persona. Non ne vedeva i dettagli. Il viso, gli occhi, la bocca…per lui era tutto bianco. Era come un sogno ad occhi aperti: sapeva che era lì, che gli stava parlando e che poteva toccarlo. Ma non ne vedeva i particolari.

In qualche modo seppe che l’altro stava sorridendo.

“Non sei molto sveglio, a quanto pare…”

“…che cosa…sei…tu?”

“Bene.” Un sordo suono di battito di mani si sentì per tutta la pianura. “Hai trovato la domanda.” Clap clap clap. “Ora ti serve solo una risposta.”

 

 

 

† † †

 

 

 

Un lento e basso picchiettare dietro di se lo distrasse per un attimo dai mille pensieri che gli ovattavano il cervello, costringendolo a voltarsi.

Clap Clap Clap.

“…cosa…?”

Vuoto.

Bianco.  

“…dove diavolo..?”

 

     Ragazzo, una frase, su. Non è difficile.

 

Fece un’altra risata nervosa, bloccandola a metà. Un attimo prima si trovava davanti ad un portone di legno. Si, certo, antiestetico, ma niente di eccessivamente orribile da fargli preferire quella specie di foglio bianco in cui si trovava in quel momento.

“Ehi…” Fece un passo avanti, su quella piattaforma di nulla. “Allen…?”

 

     Come siete noiosi voi due...

 

Si portò una mano alla testa, come ad accertarsi che fosse ancora lì.

 

 Ma se vuoi te la stacco io, Esorcista.

 

“Allen!” Alzò la voce, ma niente risuonò attorno a lui. Lasciò perdere la testa e si nascose il viso dietro la mancina, respirando a fondo. Sembrava un incubo. Fece un altro sospiro, chiudendo gli occhi. Doveva pensare a qualcosa.

 

     Think think think…

 

Si sentì sciocco solo a pensarlo, ma un attimo dopo impugnò la propria Innocente. C’era una sola cosa che gli veniva in mente in quel momento.

 

     Ehi, aspetta. Non fare stronzate.

 

Colpì forte sotto i propri piedi.

Bum.

 

     Sta’ fermo!  Se no lui…

 

Ancora una volta. Bum. Di nuovo, di nuovo, ancora, avrebbe potuto sbattere quel fottuto martello per l’eternità.

 

     Ti ho detto di smetterla!

                    “Smettila dannatissimo Esorcista!”

“Cos-“

Le ginocchia gli cedettero di colpo, tradendolo improvvisamente. Quasi non se ne accorse, che una mano fredda e pallida l’aveva afferrato per i capelli e glieli stava tirando, piegandogli la testa all’indietro.

“Ah! Ah, cazzo smettila Da-…”

“…”

Smise di agitarsi, consapevole dell’assurdità che stava per dire. Non ci mise molto a liberarsi dalla presa, allontanandosi con un salto. Si passò più volte le mani fra i capelli, nervosamente, come a voler constatare di ci fossero tutti e che fossero ancora intatti. Intanto fissò con astio e diffidenza il chiunque che aveva davanti, che intanto si stava rigirando tra le mani la sua fascia nera, scrutandola distrattamente.

“Non è carino confondere le persone. Potrei offendermi, sai?” bofonchiò.

Il chiunque era un ragazzo. In quanto ad età era probabilmente più piccolo di Allen.

“Analisi in corso?”

Dai corti capelli neri, gli occhi del medesimo colore e dalla presenza molto, molto irritante.

Rabi stava per aprire bocca e chiedere spiegazioni, quando l’altro gli fece segno di tacere, portandosi un dito sulle labbra. Un sorriso appena accennato si intravedeva dietro quel gesto.

“...” l’Esorcista, suo malgrado, non parlò. Quel tizio non gli sembrava eccessivamente pericoloso, e comunque, anche facendo il contrario, non sapeva cosa dire. Dov’è Allen? Che succede? Dubitava di riceva una risposta.

Il moro guardò verso l’alto, cercando qualcosa. “…sei molto rumoroso, sai Sir? Ancora una botta e quello ci sentiva.”

“…sei un Akuma?” il rosso cercò con una mano la propria arma, di cui non sentiva più la consistenza fra le dita.

“Si e no. Cerchi questa?” dopo un ultimo sguardo al cielo bianco, l’Akuma tornò a scrutare l’Esorcista. E gli mostrò gentilmente un martelletto nero e rosso.

“…tch.”

Il ragazzino sorrise candidamente, incrociando le mani dietro la schiena e piegandola in avanti, in tono cospiratore. “Allora, baby Bookman, ti va di parlare un po’?”

 

“Non mi piace la tua voce.”

 

 

† † †

 

 

 

Bum.

Quel suono gli risuonò fin nelle ossa. Bum. Un senso di vuoto, d’angoscia Bum Bum si fece strada in lui. Allen Walker si portò una mano al petto, aspettandosi quasi di sentire il cuore premere contro la carne per poter uscire. Poi sollevò lo sguardo verso l’essere che gli stava parlando, sorpreso.

“Cos’è stato?”

Ma l’altro non lo ascoltava. Anche lui avete teso tutti i muscoli, in attesa di qualcosa.

Bum.

L’essere imprecò, e per Allen divenne tutto nero.

 

 

 

† † †

 

 

 

“…oh. Ecco vedi?” il moro si passò una mano sul viso, rassegnato. “Ti ha sentito.”

“…ma cosa…chi ha sentito cosa?” Rabi indietreggiò istintivamente, guardandosi intorno con la coda dell’occhio.

“Il tuo spettacolino di prima, hai presente? L’ha sentito.”

“Ma chi!”

Il ragazzo sorrise seccato ”Il mio No.”

 

“Non mi piace la tua voce.”

Bum Bum.

 

 

 

.: End Chapter :.

 

 

 

 

 

Note dell’autrice:

Aw…

Crawly significa “raccapricciante”. Allora, mi sa proprio che alzerò il rating °_° Perché del primo pezzo, quello di Allen...beh, ne avevo scritta un’altra versione, ma cami_war mi ha detto che stavo torturando troppo Are-chan °_° quindi l’ho levata. Cercherò di limitarmi…sono in vena di splatter (ma per me non è splatter! E’ roba leggerissima, giuro!) Voi preferite con splatter o senza splatter? (domanda inutile °_° metterò lo splatter)

See ya ^w^

 





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=187159