Capitolo
2
Goku
si ritrovò presto a chiedersi come cavolo
ci fosse finito in quell'arena, dove fosse e- soprattutto- in quale
stramba
epoca storica fosse stato catapultato. Il nome del suo anfitrione,
Cesare, non
smuoveva affatto le sue parecchio discutibili conoscenze.
In alto le platee scendevano fino all'altezza del circuito, che era
molto
lungo, in cui dovevano gareggiare i partecipanti.
L'imperatore gli aveva spiegato che normalmente lì vi si
tenevano le corse
sportive, ma in mancanza di altri posti vi si potevano anche ospitare
spettacoli teatrali e intrattenimenti vari.
Ecco, per qualche motivo lui si era ritrovato ad essere uno dei
partecipanti di
una corsa.
Era
uno spettacolo che accadeva di rado quindi,
presumibilmente, molte persone sarebbero andate a vederlo: da quel che
aveva
capito lui doveva completare venticinque giri di quella pista, che
misurava
almeno tre chilometri in tutta la sua lunghezza secondo il ragionamento
molto
poco attendibile di Goku, nel minor tempo possibile.
Per lui non c’erano problemi, ma si chiese se un essere umano
normale avrebbe
retto tutto quello sforzo. Inoltre aveva un solo avversario: uno dei
più grandi
corridori dell’epoca, un colosso tutto muscoli che avrebbe
anche potuto
decidere di mettergli i bastoni tra le ruote in qualsiasi modo
possibile e
immaginabile. Ovviamente valeva anche il contrario, ma per
l’ennesima volta il
sayan si ritrovò a domandarsi se oltre a somigliargli
fisicamente, l’imperatore
non avesse anche qualcos’altro di suo. Tipo il suo cervello
da mezzo pollo, per
esempio.
Eppure per conquistare e mantenere un impero di quelle dimensioni un
po’ di
sale in zucca doveva avercelo secondo lui.
E invece no, aveva ascoltato alcune delle sue prodezze, sicuramente
più grandi
di quelle che aveva compiuto lui con il tale e proclamato impero
romano, ma
anche così aveva deciso di metterlo contro un essere umano e
sperare di vederlo
sconfitto.
Goku
sospirò. Certamente non si trovava lì di
sua spontanea volontà: Cesare lo aveva obbligato a
partecipare. A sua insaputa
aveva organizzato un gioco olimpico a sorpresa che aveva come unici
protagonisti lui e quella montagna di muscoli di cui adesso gli
sfuggiva il
nome.
Va
bene, dire che l’aveva obbligato era
esagerato, però lui era stato praticamente costretto a
partecipare per sfuggire
all’orgia di cibo che gli avevano scagliato nuovamente contro!
Goku
sospirò di nuovo.
-Flashback-
Cesare
sogghignò –Avrei un patto da proporti-
annunciò.
Goku
lo guardò con occhi colmi di speranza,
praticamente scongiurando Marse, Doma, Bacco e qualsiasi altra
divinità di cui
avesse sentito parlare quel giorno di lasciarlo ritornare a casa. E,
soprattutto,
di impedire ai cuochi in cucina di trovare nuovi ingredienti per
continuare a
preparare piatti con cui poi lo avrebbero attaccato.
Sinceramente:
non avrebbe mai neanche
lontanamente immaginato che prima o poi sarebbe arrivato a odiare il
cibo così tanto.
Si era dovuto ricredere.
Purtroppo
per lui, quasi come se tutti loro
volessero fargli un dispetto, Cesare ordinò ai suoi servi di
riprendere a
cucinare e le portate non si fecero aspettare, arrivando numerose,
tanto che
alla fine Goku credette quasi di scoppiare.
-Come
ti stavo dicendo, avrei un patto da
proporti- disse e, vedendo che Goku era ormai al limite,
gongolò –Avrei
bisogno che tu prenda il mio posto per un po’ di tempo, ma
non mi sembra giusto
nei tuoi confronti che tu mi faccia questo favore senza
un’adeguata ricompensa.
Però allo stesso tempo io non ho voglia di darti una
ricompensa, così ho
pensato a un accordo: potremmo fare una specie di gara. Se vinci tu, ti
aiuterò
a trovare un modo per ritornare nel tuo mondo. Se invece perdi resterai
qui per
sempre e mi sostituirai tutte le volte che vorrò-
terminò con un sorriso
malizioso.
Goku
aveva ascoltato sì e no la metà di quello
che aveva detto l’imperatore, ma era comunque riuscito a
capire il senso
generale del discorso. Sicuramente Cesare si aspettava una
risposta
immediata, ma il corvino voleva prendersi un po’ di tempo per
prendere una
decisione: non era nei suoi piani gareggiare con degli umani, di
un’altra epoca
poi.
Tuttavia
l’altro non sembrava del suo stesso
parere. Non appena Goku vide che le riserve di cibo si stavano
esaurendo
nuovamente, con suo immenso sollievo, alcuni servi arrivarono con altri
carichi
di approvvigionamenti e Cesare diede l’ordine di preparare
più pietanze affinché
il loro ospite potesse mangiare a sufficienza prima di prendere una
decisione
così importante.
Maledetto…
La
sua passione si era appena trasformata nel
suo tallone d’Achille.
Quella
fu la prima volta in tutta la sua vita
che Goku sentì la necessità di trasformarsi in
Super Sayan per polverizzare un
essere umano con un’Onda Energetica. E molto probabilmente fu
anche l’ultima.
Ovviamente
si trattenne e, forse in un gesto
dettato dalla disperazione, acconsentì alla proposta
dell’altro uomo, che
finalmente fece un cenno perché ogni trambusto in cucina
cessasse. Così il
ragazzo si ritrovò con il volto gongolante
dell’altro a due centimetri dal viso
felice, perché aveva ragionato e accettato
la sua proposta, e fu
finalmente libero di ritirarsi nella sua stanza.
Quella
notte fece un sogno infame: sognò che
l’enorme quantità di cibo che aveva ingurgitato
riemergeva dalle profondità del
suo essere e si agglomerava attorno a lui per vendicarsi di quello
spreco
immane. Quando si svegliò aveva ancora i brividi.
Poi,
durante la colazione, Cesare gli spiegò in
cosa consisteva la gara.
-Fine
Flashback-
Era
ovvio che Goku gli aveva raccontato la sua
vita solo in parte, omettendo completamente le sue origini aliene e le
varie
battaglie intergalattiche che aveva avuto nel corso degli ultimi anni.
Per questo l'Imperatore non si aspettava minimamente che lui potesse
davvero
vincere.
-
Quantomeno
però gli era stato dato per la
competizione un costume più confortevole e decisamente
migliore dello smoking e
della tunica che era stato costretto ad indossare il giorno
prima. Non era
qualcosa con cui avrebbe potuto presentarsi nella sua epoca dato che
comunque
si trovava lo stesso seminudo e avrebbe suscitato scalpore, ma si
ritenne
abbastanza soddisfatto con il livello di comodità di cui
godeva ora.
E
anche se alla fine fosse dovuto tornare
indietro conciato a quel modo se ne sarebbe fatto una ragione,
così come anche
su moglie avrebbe dovuto farsela. Aveva dovuto affrontare cose ben
peggiori,
lui.
Ma
ora che ci pensava… durante il massacro
del giorno prima a causa della frenesia provocata dai suoi bocconcini
il tanto
adorato smoking di Chichi si era macchiato di salsa e altre robe strane.
Oh
Re Kaio. In quel momento Goku si rese conto
che se Chichi non l’avesse ucciso per essere sparito
così all’improvviso, sicuramente
lo smoking macchiato sarebbe stato la prova del nove. Lei ci teneva
molto.
E ad ogni modo aveva motivi a prescindere per voler saltargli al collo.
Si
ritrovò quasi a desiderare di non vincere
quella gara, ma fu solo la debolezza di un minuto. Ritornando lucido
come al
solito, si guardò un po’ intorno e vide che la
gente stava già iniziando a
contendersi i posti disponibili. La gara si sarebbe svolta solo di
pomeriggio,
ma alcune persone erano venute molto prima per assicurarsi di avere un
buon
posto. Non capitava mica tutti i giorni che uno straniero venuto da un
altro
mondo, che tra l’altro era anche identico
all’Imperatore, gareggiasse in una
corsa riservata ai migliori atleti!
A
una seconda occhiata Goku notò anche che la
maggior parte delle persone che si trovavano lì erano nobili
o, comunque, sembravano
esserlo. Non che lui ne sapesse molto, ma era abbastanza sicuro di aver
visto individui
vestiti in modo simile al palazzo dell’imperatore.
Certo, tanto la plebe sarebbe dovuta stare in piedi negli spalti
più in alto a
prescindere dall’ora in cui fosse arrivata.
Il
tempo alla fine passò rapidamente e l’area si
ghermì di gente. In un angolo alcuni uomini avevano pure
deciso di fare una
piramide umana pur di riuscire a vedere qualcosa. Goku sorrise e si
atteggiò un
po’: era diventato popolare anche in quel mondo, eh?
Il
suo avversario si presentò con un bel po’ di
ritardo e mancò poco che fosse squalificato. Proprio come
gli era stato già
avvertito era un ammasso di muscoli di tipo tre o quattro volte la
stazza del
sayan.
-Yoh,
salve gente. Moscerino, io ti batterò e in
un grande corridore mi convertirò-
Goku rabbrividì, disgustato. Chichi si lamentava sempre del
fatto che i suoi
figli si abbracciassero a mode strane, tipo il rap o i capelli
tinti,
come li definiva lei, e ormai era sicuro che gli avesse contagiato la
sua
avversione per alcune questioni.
I generi di musica erano tra questi, anche se comunque lui non ne
ascoltava
molta.
Ma si sorprese lo stesso ad ascoltare qualcuno cantare una
roba moderna di
così infimo livello, come direbbe una certa
persona, in quell’epoca. Forse
certe abitudini sono più vecchie di quanto si possa credere.
Goku
in ogni caso non poté rispondere a quella provocazione
perché il fischio dell’arbitro, o almeno
ciò che nel suo mondo si sarebbe
definito tale, diede inizio alla gara. Il pubblico esplose in un grido
di gioia
e da alcuni spalti si levarono addirittura delle canzoni di buon
augurio, tutte
che incoraggiavano rigorosamente Goku. Nessuno si sarebbe mai messo
contro la
controfigura dell’imperatore e questo l’altro
partecipante lo sapeva, così non
se la prese a male.
La
gara procedeva velocemente e i due
concorrenti erano già arrivati tutti e due a undici giri in
meno di otto minuti;
la folla esplose in un altro grido di esaltazione. Poi però
l’ammasso di
muscoli decise che voleva finire la gara nel minor tempo possibile e
aumentò,
anzi triplicò, il passo. Goku, che credeva di stare seguendo
il ritmo
dell’avversario solamente perché non voleva
arrecargli una batosta troppo
grande fin dall’inizio, provò a fare lo stesso. Ma
il cibo del giorno prima gli
era rimasto sullo stomaco e ciò gli procurò un
grande svantaggio, lasciandolo
indietro di qualche buon centinaio di metri.
Era
buffo come proprio lui poco prima avesse
disdegnato il fatto di competere con un essere umano e adesso stava
proprio per
essere battuto da uno di loro, no?
Intanto
l’energumeno stava aumentando ancora la
velocità mentre invece Goku si sentiva sempre più
male e, di conseguenza,
rallentava. Ma non poteva lasciarsi vincere, non in quel momento.
C’era in
ballo il futuro della sua vita.
Anzi,
a dir la verità era meglio se non si
lasciava vincere proprio in nessuno scontro, dato che dalla maggior
parte di
loro dipendeva spesso il futuro della Terra.
E per di più questa era una gara in cui avrebbe potuto
prevalere facilmente se
avesse tirato fuori anche solo una modesta scorta dei suoi poteri, ma
non gli
sembrava corretto e cercava quindi di farcela con le sole forze di un
corpo
umano un po’ indebolito.
Si
concentrò sempre di più, cercando di
accumulare più energia possibile per cercare di vincere il
suo avversario senza
aver bisogno di ricorrere a “capacità
paranormali”, come le chiamava Chichi.
Ma
si fece prendere un po’ troppo la mano e,
senza accorgersene, si trasformò in Super Sayan. Eh,
l’abitudine.
-Yoh,
quel tizio è diventato biondo, non è
naturale. Ma io vincerò e stenderò
quell’animale- provò a rappare l’ammasso
di
muscoli, ormai pure lui ansimante, ma in questo modo perse ossigeno
prezioso
che avrebbe potuto impiegare per vincere la gara. Erano quasi arrivati
alla
fine, mancavano pochi giri.
In
ogni caso non avrebbe potuto vincere comunque
perché Goku, ormai stufo e pensando che comunque la folla
avesse già notato che
c’era qualcosa che non andava in lui, si alzò in
volo. Tanto, che lui sapesse,
nessuna regola glielo avrebbe potuto impedire.
-Yoh,
quel tizio vola: è roba da mettersi sotto
le lenzuola! -
Il
corvino superò facilmente il suo avversario
e, con i capelli biondi che fluttuavano giocosamente per aria,
finì gli ultimi giri
che gli rimanevano in pochi secondi. Una volta arrivato al traguardo si
sedette
ad aspettare pazientemente l’arrivo del suo avversario per
potersi congratulare
adeguatamente con lui per l’impegno messo nello scontro,
conscio che comunque
se fosse stato un normale essere umano non avrebbe mai vinto.
Il pubblico rimase in silenzio, troppo sorpreso, fino
all’arrivo dell’altro partecipante.
Quando
anche l’energumeno giunse sfinito al
traguardo, Goku gli si avvicinò e gli fece i suoi
più sinceri complimenti per
come si era battuto.
Il
pubblico continuava a non dire o fare nulla
nel frattempo, tanto era rimasto ammaliato dall’ esibizione
del ragazzo. E così
lo erano anche l’Imperatore Cesare e i suoi servi, che
osservavano tutto a
bocca aperta dall’alto del loro podio. Poi quando i due
contendenti si
strinsero la mano tutti, imperatore compreso, scoppiarono in grida di
esultanza
molto più vivaci di quelli precedenti.
-Yoh.
Questa volta mi hai battuto, ma io non
dimenticherò e la prossima volta ti vedrò caduto!
-
-Spiacente
amico, ma non credo che ci sarà una
prossima volta- gli rispose Goku scherzoso, battendo un altro pugno con
lui.
-Che
cosa intendi? - gli chiese Cesare, che era
sceso dal suo podio per porgergli le proprie congratulazioni di
persona. Un
vero onore.
Goku
si voltò sorridente verso di lui –Intendo
che questa è l’occasione perfetta per tornare a
casa. Riesco a sentire l’aura
di tutti i miei amici, mi basterà seguirla-
Cesare
non capì a cosa si riferisse, ma annuì lo
stesso, solenne. Goku posizionò due dita sulla propria
fronte e alcuni dei
rappresentanti della plebe scoppiarono a piangere: tutto sommato, a
modo loro,
si erano affezionati a quella controfigura dell’imperatore.
Poco
prima di andarsene la molto avariata
memoria di Goku collegò finalmente il nome di Cesare a
quello di un avvenimento
visto su un libro di scuola. Così il ragazzo fece una
raccomandazione
importante, che poi il generale dimenticò –Mi
raccomando, stai attento se vedi
uno dei tuoi figli con un coltello in mano! - e detto questo scomparve.
Nessuno
capì mai il significato di quelle parole
fino al giorno della morte del grande Gaio Giulio Cesare.
-
Goku
si ricordò troppo tardi di aver dimenticato
lo smoking nell’altra epoca e purtroppo non aveva
più la possibilità di
tornarci. Fortunatamente aveva mangiato molto a palazzo, altrimenti
avrebbe
rischiato una lenta e dolorosa morte di fame al suo ritorno!
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