SALVE A TUTTI,
SONO TORNAAAATA! ^_____^
Mi scuso vivamente per l’enorme ritardo ma chi come me è, o è stato, maturando
sa cosa significhino gli ultimi mesi! D: Non vedo l’ora di finire questa
dannata scuola così da dedicarmi interamente alle mie passioni: la scrittura ed
il cosplay! *W* Oltre che a tanta sana palestra, ahaha!
Prima di tutto
voglio ringraziare coloro che, al di là di seguire la storia, si sono
soffermati pure a recensire: vi ringrazio di cuore!! A chi non ha recensito
invece… Beh, spero di leggervi prima o poi!! X°D
pinkjude: Buashuahahah SesshKag è diventata tipo un’ossessione
negli ultimi tempi!! *______* Però essendo sempre stata una InuKag mi è tanto
difficile scegliere, tant’è che di questa storia il finale è ancora molto
incerto!! Seguimi sempre e ne leggerai delle belle!! ^.-
VapaastiUnelma: Che cariina, grazie!! ** Mi fa tanto piacere che
ti piaccia la mia storia, è sempre una grande soddisfazione, specialmente se ti
piace il modo di scrivere che altro non è che il riflesso della mia anima!! (‘:
Sei gentilissima, è un piacere immenso averti fra i miei followers di questa
storia, prometto non deludere! <3
XerxesCheza: MONSSSS! <3 Lo sai che sei la mia seguitrice
preferita, BUAHUSHUAHAAH! *W*
fires: Heilà! ^^ Waah, mi fa piacere che trovi la mia storia
interessante, spero continuerai a seguirmi e a commentarla! *-* AHAHAHAHAH vai
shalla con Inu, anzi, vai shalla in generale che per ora morti non se ne
prevedono.. Per ora. *,..,* MUAHAHAHAA!
Ora vi lascio con la storia, immagino non vedrete l’ora! X°D
See you next time! ^.-
xoxo,
Prinny*
Just a little girl
Inganno
Cosa provò
in quel momento, Kagome non lo seppe spiegare: non era il demone cane dinnanzi
a se che temeva in realtà, bensì cosa sarebbe potuto accadere ad Inuyasha. Il
suo Inuyasha. La giovane non era stupida: sapeva bene che il sorriso di
Sesshomaru non poteva presagire che il male in tutte le sue forme. Era forse
venuto per finire il suo lavoro? O il suo piano era ancora più perverso? Per
molto tempo aveva considerato Naraku il loro nemico in comune e scioccamente
aveva creduto che, alla fine della guerra, i fratelli avrebbero potuto mettere
da parte le ostilità e, quanto meno, ignorarsi a vicenda. La risolutezza del
Signore dell’Ovest però lasciava intendere tutt’altro: per tutto quel tempo
aveva in realtà solo messo da parte il desiderio di uccidere il fratello, ma
l’aveva solo ingabbiato, mai represso. Lei invece aveva voltato completamente
pagina; aveva sostituito il momento in cui cercò di ucciderla con quello in cui
le salvò la vita; non solo aveva salvato lei e Rin, addirittura aveva
risparmiato la vita di Kohaku dopo che questo, sotto il controllo di Naraku,
aveva tentato di uccidere la piccola Rin.
Come
poteva quindi, quello stesso Sesshomaru, stare in piedi dinnanzi a lei, gli
occhi intrisi di assassinio, desiderare così ardentemente la fine dello
sventurato fratello minore?
- Che cosa
sei venuto a fare? Vuoi forse finire quello che hai iniziato? - La ragazza si
dimenò piano, portandosi la mano destra sul petto, stringendo il fiocchetto
rosso della divisa. Il demone ignorò la domanda e avanzò verso la giovane
sacerdotessa che rispose puntandogli contro l’arco. - Dovrai passare sul mio
cadavere! - Urlò, digrignando i denti e mirando vicino al cuore: non sarebbe
mai stata capace di ucciderlo, l’omicidio non faceva parte della sua indole
pacifica; ma certamente ferirlo gravemente non sarebbe stato un problema e non le
avrebbe causato rimorsi di coscienza alcuni.
- Il mio
sfortunato fratello sopravvivrà. - La moretta sobbalzò, rimanendo però ben
attenta al suo obiettivo. - E diverrà ciò che ha sempre agognato di essere: un
demone completo. - Fu allora che Kagome sentì l’anima abbondonarle il corpo
mente i suoi bellissimi occhi marroni venivano circondati da una nube nera di
confusione e timore. Sesshomaru non stava mentendo, lo sentiva, le sue parole
erano vere; eppure il suo cuore non voleva crederci. Se Inuyasha si fosse
trasformato in un demone completo, avrebbe perso ogni frammento di lucidità:
troppe volte aveva presenziato a quello scenario sanguinario e neppure la sua
voce era stata abbastanza per risvegliarlo.
Amava
Inuyasha. Amava il suo mezzo demone e sarebbe morta per lui, mai lo aveva messo
in dubbio: ma non avrebbe mai lasciato che facesse del male a dei poveri
innocenti.
- Avevi
programmato tutto. - Quello della giovane fu un flebile sussurro ma alle
orecchie acute del demone cane fu in realtà una frase forte e chiara. - Tu
avevi già previsto tutto… Non aspettavi altro che questo momento per poter
combattere contro Inuyasha! Ma certo! Era l’unico modo in cui potevi
sconfiggerlo, altrimenti ti avrebbe battuto nuovamente e questa volta ti
avrebbe amputato tutte e due le braccia! Sei solo un… - Kagome sentì una forte
stretta alla gola e un dolore improvviso le pervase la schiena mentre cercava
la terra sotto i piedi; aprì gli occhi incontrando quelli rosso sangue di
Sesshomaru.
- Tu,
stupida ragazzina umana! Come osi insinuare che io, il grande e potente
Principe dei demoni, possa abbassarmi a tanto?! - Conficcò le punte dei suoi
artigli nel collo della ragazza che, non potendo urlare, cercò disperatamente
di liberarsi dimenando braccia e gambe, colpendo talvolta Sesshomaru che
tuttavia rimaneva impassibile. Il demone tuttavia non rilasciò neanche una singola
goccia di veleno, altresì il suo piano sarebbe andato in fumo. Incontrò gli
occhi della ragazza e si stupì: anche essendo in bilico fra la vita e la morte,
continuava a combattere e nel suo sguardo poté vedere riflessa la sua tenacia,
la sua forza e… L’amore per quel lurido mezzo demone.
Allentò la
stretta, lasciando scivolare la ragazza fra le mani così che potesse cadere a
terra senza farsi ulteriore male, ma certamente quello del Principe dei demoni
non fu un atto compassionevole: le serviva in forma, ferita e debole sarebbe
stata solo un peso. La sentì tossire e la vide rialzarsi, aiutandosi con corteccia
del Goshinboku, la mano destra sulle ferite lasciate dagli artigli del demone.
- Che cosa
vuoi allora? Non credo tu sia venuto ad aiutare.
- Non ho
intenzione di battermi con un essere privo di razionalità, elemento di cui
Inuyasha è già carente nella sua normalità. - Kagome, sorpresa, non poté che
ridere, mascherando l’atto tossendo, reazione che non passò inosservata al
demone che preferì ignorarla, non comprendendo cosa trovasse divertente; -
Esiste un antidoto.
- Cosa?! -
La giovane venne fulminata da Sesshomaru: non sopportava ripetere le cose due
volte.
- Aldilà
delle terre dell’ovest, a pochi passi dalla costa, vivono delle potenti shamane
che possiedono la cura di ogni cosa. - Spiegò. - Il mezzo demone sta
combattendo contro se stesso, normalmente dovrebbe essere già a metà della
trasformazione, ma non potrà continuare a lungo. Il suo sangue demoniaco
prevarrà.
- Non lo
permetterò! - Kagome, dimenticato il dolore non appena udì la parola “cura”,
avanzò verso Sesshomaru di qualche passo, abbastanza da poter intravedere nelle
sue iridi dorate la verità delle sue parole. - Come posso raggiungere questo
luogo? - Il demone cane si congratulò con se stesso e si chiese se poteva
davvero essere così facile. “Stupidi sentimenti umani.”
- Ti
aspetto domani nelle mie terre.
- Eh? E-ehi!
Aspetta! - Indifferente alle sue domande, Sesshomaru le diede le spalle e si
congedò, sparendo nel cuore della foresta, lasciando la ragazza del futuro
attonita ma risollevata: non era ancora detta l’ultima parola. Col cuore pieno
di speranza, Kagome corse velocemente verso la capanna, ignorando del tutto i
graffi che si procurava passando fra i cespugli; quando finalmente arrivò il
villaggio, vide in lontananza Miroku giocare con le gemelle a pochi metri da
dove il suo amato riposava. Si precipitò verso di loro, il suo sorriso
smagliante, la sua personalità pimpante, il cuore in subbuglio, la speranza
riflessa nei suoi occhi: era tornata la Kagome di sempre.
- Miroku!
Sango! Vecchia Kaede!
- Divina
Kagome!
- Kagome!
- Sango uscì dalla capanna con il piccolo Miyatsu; la giovane non poté che
sorridere: era così felice per la sua amica, finalmente aveva potuto realizzare
il suo sogno e ora aveva tre splendidi bambini e sicuramente un quarto non si
sarebbe fatto attendere. Trattenne le lacrime, chiedendosi se anche lei avrebbe
avuto la stessa sorte. “Attraiamo ciò che pensiamo: come un magnete!”
- Kagome,
cosa ti è successo?
- Uh? -
Kaede indicò i piccoli fori del collo, ancora sporchi di sangue secco. Li coprì
velocemente con una mano.
- Non è
niente! Ho incontrato Sesshomaru davanti al Goshinboku e…
-
Sesshomaru?!
- Kagome
perché non ci hai chiamato?! - Le espressioni del monaco e della cacciatrice di
demoni fecero sentire colpevole e allo stesso tempo protetta la moretta: aveva
davvero gli amici migliori del mondo.
- Calma,
calma, non è successo niente! Piuttosto… - La voce si fece bassa, mentre gli
occhi si spostavano sulla porta della capanna, forte la volontà di poter vedere
attraverso un Inuyasha sveglio e fuori pericolo, infastidito dalla sua assenza.
Entrò nella capanna e lo vide, perdendo un colpo al cuore, mentre le sue iridi
dorate la fissavano severo, il volto imbronciato.
- Allora?
Si può sapere dove sei stata Kagome? È tutto il pomeriggio che ti aspetto,
dannazione!
- Divina
Kagome? - La voce dell’amico fece sfumare la scena davanti agli occhi della
ragazza che tornò al mondo reale.
- Oh…
Inuyasha? - Il suo buon auspicio si spense non appena notò le teste basse degli
amici. - Capisco. Dov’è il piccolo Shippo?
- Sono
qui! - Voltatasi appena in tempo per prenderlo in braccio, il piccolo demone
volpe si fece coccolare dalla madre adottiva e la strinse forte a se,
desiderando di essere forte abbastanza da poterla proteggere. Ora che Inuyasha
era fuori gioco per un periodo indeterminato, toccava a lui difendere Kagome;
l’unico suo problema, però, era la paura: non l’avrebbe mai ammesso a voce alta
ma sapeva bene di essere un gran fifone. Ogni volta che qualcosa del genere
accadeva, si prometteva di essere più forte, più uomo; ma ogni volta falliva
miseramente. Gli allenamenti seguiti negli ultimi anni erano ancora a livelli
troppo bassi, abbastanza da difendere se stesso da demoni comuni, totalmente
insufficienti per affrontare il grande e potente Sesshomaru.
- Ora che
siamo tutti qui, posso anche rivelarvi la grande notizia. - Esordì Kagome,
catturando persino l’attenzione di Misaku e Kosaku che smisero di giocare. Le
guardò e sorrise: erano davvero delle creaturine splendide. Se qualcuno si
fosse mai chiesto come fosse stata Sango da bambina, non aveva una, bensì due
conferme in quanto le gemelle erano una versione piccola della madre col
carattere del padre. Avevano uno spiccato senso dell’umorismo e spesso,
giocando con gli altri bambini del posto, tendevano ad agire proprio come
Miroku: assumevano una risoluta compostezza che le rendeva degne del personaggio
che personificavano, eppure avevano l’indole onesta della madre. Misaku
tuttavia, a differenza di Kosaku, era più birichina: capitava che a volte
tentasse di farla franca laddove provocasse dei problemi e, seppur nei giochi
di ruolo fosse corretta, spesso cercava di ottenere più del dovuto. La sorella
invece si accontentava di vitto e alloggio. Nonostante questi fossero solo
giochi però, per Sango e Miroku questi erano ben altro: si andavano infatti
delineando così i caratteri delle loro figlie ed era loro il compito di
guidarle verso la retta via.
Kagome si
inginocchio all’altezza delle piccole e ne accarezzò i capelli per
successivamente abbracciarle, affondando il viso nell’incavo dei loro piccoli
colli. Le bambine l’abbracciarono a loro volta, cercando d’incutere nella loro
zia tutto il coraggio e la forza presente nei loro piccoli corpicini; sebbene
fossero ancora piccole, presentavano già degli accenni di maturità trasmessegli
dalla sterminatrice di demoni.
- Non
avete fame? - Annuirono insieme, disegnando un tiepido sorriso sulle labbra dei
presenti. - Allora andate, se non vi dispiace prendo in presto un attimo mamma
e papà.
- Non
preoccuparti zia Kag!
- Tienili
pure quanto vuoi! - Corsero via mano nella mano, lasciando tutti i presenti con
gli occhi fissi su Kagome.
- Vecchia
Kaede, potremmo gentilmente accomodarci nella tua capanna per parlare? - La
donna assentì e si avviarono ansiosi verso il luogo deciso. Una volta giunti la
ragazza raccontò loro tutto, senza tralasciare i dettagli, la sua voce un misto
di speranza e paura.
- Come
possiamo sapere che Sesshomaru non ci sta bleffando? - Domandò dubbioso il
monaco.
- Un
demone del suo calibro non darebbe mai la parola senza esserne certo! Vi
ricordo che state pur sempre parlando del primogenito del grande Ino no Taisho!
- Vecchio
Miyoga! - Un coro sorpreso si alzò alla presenza della pulce nascosta fra i
capelli di Shippo che subito lo cacciò via.
- Vecchio
Miyoga, quindi Sesshomaru dice davvero il vero? - Chiese Sango, ancora indecisa
se gioire o preoccuparsi.
- Sì. -
Cominciò. - Non appena ho saputo delle condizioni del signorino Inuyasha, io
stesso mi sono recato da diversi stregoni ma nessuno sembrava adatto al caso nostro.
Tuttavia una sera, quando ormai avevo perso le speranze, uno shamano a cui ho
chiesi aiuto mi disse che le donne che rispondevano alle necessità del
signorino le potevo trovare aldilà delle terre dell’ovest.
- Sono le
stesse allora!
- Credo proprio
di sì. Tuttavia… Non saprei cosa pensare della proposta del signor Sesshomaru.
- Gli sguardi dell’intera stanza si focalizzarono sul minuto animale. - E’
risaputo che lo voglia morto; tuttavia, come egli stesso ha affermato, non
ucciderebbe mai il fratello da codardo. Però…
- Però? -
Chiese Sango impaziente: la situazione era abbastanza delicata e forse, solo
lei poteva capire cosa stesse passando in quel momento quella ragazza che lei
considerava la sorella che non aveva mai avuto. Lo vedeva nel suo sguardo
intrepido, le sue movenze rapide e il corpo iperattivo, sentiva la sua anima
vibrare, desiderosa di poter uscire e salvare l’uomo della sua vita.
- Però non
capisco perché il signor Sesshomaru voglia che sia Kagome a prendere queste
erbe. Le sue intenzioni nascondono sicuramente qualcosa, eppure non riesco a
capire cosa!
- Cosa mai
può volere Sesshomaru da me? - Domandò stupita la moretta in questione. Anche
lei aveva avuto il medesimo presentimento; tuttavia, non trovando risposte alla
sua domanda, aveva lasciato cadere l’argomento, concentrandosi sull’unica
questione che ancora la turbava: la vita di Inuyasha non era forse più
importante di qualsiasi cosa che stesse macchinando il demone cane?
- Non
vorrà forse ucciderti! - Intervenne Shippo stringendo a se Kagome, la presa
ferrea abbastanza da non lasciarla andare.
-
Qualsiasi cosa voglia da me, non m’interessa.
- Kagome!
- Ma
Kagome!
- Divina
Kagome!
- No! - Li
zittì tutti con un gesto della mano. - Questa è la mia decisione e come tale la
dovrete accettare. - Guardò ognuno di loro dritto negli occhi seriamente e
sospirò. - Vi ringrazio per preoccuparvi per me. Però vi chiedo di capirmi...
Sono certa che se la situazione fosse opposta, voi agireste esattamente come
me. - A tali parole gli amici non poterono far altro che abbassare il capo e
annuire, trovandosi in accordo-disaccordo con la giovane sacerdotessa.
- Quando
hai intenzione di partire? Almeno permetterci di preparati il necessario per il
viaggio. - Kagome sorrise dolcemente alla vecchia Kaede che abbracciò
fortemente e non riuscendo più a trattenere le lacrime, si lasciò andare.
- Grazie,
grazie a tutti... Amici!
- Signor
Sesshomaru! Signor Sesshomaru! Finalmente siete tornato! - Il signore delle
terre dell’ovest vide la sua protetta avvicinarsi e con un cenno del capo la
salutò per entrare rapidamente nel suo castello.
- Hai
fatto la brava Rin?
-
Certamente signor Sesshomaru!
- Signor
Sesshomaru! - Il servetto più fedele del grande demone cane corse verso il
padrone dinnanzi al quale si prostrò, rimangiandosi le urla di dolore che sentì
quando quest’ultimo lo calpestò per raggiungere le terme e il messaggio fu chiaro:
lasciatemi solo. Più tardi, si ritrovò disteso su un enorme futon arrivato
alcuni giorni prima da un continente lontano dove la gente aveva o la pelle totalmente
pallida o totalmente scura e gli occhi stranamente grandi, privi della comune forma
a mandorla. Era una recente invenzione che il creatore aveva regalato a tutti i
grandi sovrani del mondo conosciuto per testarne la comodità e Sesshomaru,
nonostante lo scettiscismo iniziale, trovò assai confortevole quello strano
affare dalle quattro zampe, ma soprattutto trovò accogliente le cose chiamate
materasso e cuscino. L’aggeggio chiamato “letto” lo aiutò a rilassarsi, mentre la
sua mente spaziava sul da farsi.
- Cos’è
meglio, fratello? Preferisci che la tua donna umana venga deflorata nel tuo
sonno o dopo che ti sarai risvegliato? - Ghignò, immaginando il volto
sconvolto del mezzo demone in entrambe le situazioni. Qualcuno bussò alla porta
ed il Principe dei demoni, scocciato, chiese di non venir disturbato.
- Signore,
non desidero disturbarla; tuttavia è giunto adesso Yurey e chiede di venir
ricevuto ora. - Sesshomaru ringhiò alzandosi dal letto, deciso ad uccidere il
demone non appena questo avesse finito il compito assegnatogli.
- Preparate
la sala dei ricevimenti. - Ordinò e sentì dileguarsi in tutta fretta il servo
che scappò così all’ira del proprio signore. - Cos’è peggio, Inuyasha? - Chiese
nuovamente ad alta voce avviandosi verso la porta mentre un sorriso sadico si
dipingeva sul suo volto, gli occhi freddi ed intrisi di odio. - Morire per mano
mia..
O per
mano della tua amata?