Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Principessa Purosangue    11/06/2013    3 recensioni
Sesshomaru ha sempre odiato suo fratello: il mezzo demone era infatti il riflesso della vergogna, la sciagura della famiglia, la pecora nera che bisognava estirpare. Ora più che mai, perché il nome dei Taisho riguadagnasse il rispetto che aveva perso duecentodue anni prima, bisognava uccidere Inuyasha e in fretta. Eppure, quando le armi si dimostreranno impotenti dinnanzi alla forza del mezzo demone, cosa farà il Principe dei demoni?
Hear my words that I might teach you,
take my arms that I might reach you.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Sesshoumaru, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Kagome/Sesshoumaru
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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SALVE A TUTTI, SONO TORNAAAATA! ^_____^
Mi scuso vivamente per l’enorme ritardo ma chi come me è, o è stato, maturando sa cosa significhino gli ultimi mesi! D: Non vedo l’ora di finire questa dannata scuola così da dedicarmi interamente alle mie passioni: la scrittura ed il cosplay! *W* Oltre che a tanta sana palestra, ahaha!

Prima di tutto voglio ringraziare coloro che, al di là di seguire la storia, si sono soffermati pure a recensire: vi ringrazio di cuore!! A chi non ha recensito invece… Beh, spero di leggervi prima o poi!! X°D
pinkjude: Buashuahahah SesshKag è diventata tipo un’ossessione negli ultimi tempi!! *______* Però essendo sempre stata una InuKag mi è tanto difficile scegliere, tant’è che di questa storia il finale è ancora molto incerto!! Seguimi sempre e ne leggerai delle belle!! ^.-
VapaastiUnelma: Che cariina, grazie!! ** Mi fa tanto piacere che ti piaccia la mia storia, è sempre una grande soddisfazione, specialmente se ti piace il modo di scrivere che altro non è che il riflesso della mia anima!! (‘: Sei gentilissima, è un piacere immenso averti fra i miei followers di questa storia, prometto non deludere! <3
XerxesCheza: MONSSSS! <3 Lo sai che sei la mia seguitrice preferita, BUAHUSHUAHAAH! *W*
fires: Heilà! ^^ Waah, mi fa piacere che trovi la mia storia interessante, spero continuerai a seguirmi e a commentarla! *-* AHAHAHAHAH vai shalla con Inu, anzi, vai shalla in generale che per ora morti non se ne prevedono.. Per ora. *,..,* MUAHAHAHAA!
Ora vi lascio con la storia, immagino non vedrete l’ora!
X°D
See you next time! ^.-

 

xoxo,
Prinny*

 

 

 

Just a little girl
Inganno

 

 

 

Cosa provò in quel momento, Kagome non lo seppe spiegare: non era il demone cane dinnanzi a se che temeva in realtà, bensì cosa sarebbe potuto accadere ad Inuyasha. Il suo Inuyasha. La giovane non era stupida: sapeva bene che il sorriso di Sesshomaru non poteva presagire che il male in tutte le sue forme. Era forse venuto per finire il suo lavoro? O il suo piano era ancora più perverso? Per molto tempo aveva considerato Naraku il loro nemico in comune e scioccamente aveva creduto che, alla fine della guerra, i fratelli avrebbero potuto mettere da parte le ostilità e, quanto meno, ignorarsi a vicenda. La risolutezza del Signore dell’Ovest però lasciava intendere tutt’altro: per tutto quel tempo aveva in realtà solo messo da parte il desiderio di uccidere il fratello, ma l’aveva solo ingabbiato, mai represso. Lei invece aveva voltato completamente pagina; aveva sostituito il momento in cui cercò di ucciderla con quello in cui le salvò la vita; non solo aveva salvato lei e Rin, addirittura aveva risparmiato la vita di Kohaku dopo che questo, sotto il controllo di Naraku, aveva tentato di uccidere la piccola Rin.

Come poteva quindi, quello stesso Sesshomaru, stare in piedi dinnanzi a lei, gli occhi intrisi di assassinio, desiderare così ardentemente la fine dello sventurato fratello minore?

- Che cosa sei venuto a fare? Vuoi forse finire quello che hai iniziato? - La ragazza si dimenò piano, portandosi la mano destra sul petto, stringendo il fiocchetto rosso della divisa. Il demone ignorò la domanda e avanzò verso la giovane sacerdotessa che rispose puntandogli contro l’arco. - Dovrai passare sul mio cadavere! - Urlò, digrignando i denti e mirando vicino al cuore: non sarebbe mai stata capace di ucciderlo, l’omicidio non faceva parte della sua indole pacifica; ma certamente ferirlo gravemente non sarebbe stato un problema e non le avrebbe causato rimorsi di coscienza alcuni.

- Il mio sfortunato fratello sopravvivrà. - La moretta sobbalzò, rimanendo però ben attenta al suo obiettivo. - E diverrà ciò che ha sempre agognato di essere: un demone completo. - Fu allora che Kagome sentì l’anima abbondonarle il corpo mente i suoi bellissimi occhi marroni venivano circondati da una nube nera di confusione e timore. Sesshomaru non stava mentendo, lo sentiva, le sue parole erano vere; eppure il suo cuore non voleva crederci. Se Inuyasha si fosse trasformato in un demone completo, avrebbe perso ogni frammento di lucidità: troppe volte aveva presenziato a quello scenario sanguinario e neppure la sua voce era stata abbastanza per risvegliarlo.

Amava Inuyasha. Amava il suo mezzo demone e sarebbe morta per lui, mai lo aveva messo in dubbio: ma non avrebbe mai lasciato che facesse del male a dei poveri innocenti.

- Avevi programmato tutto. - Quello della giovane fu un flebile sussurro ma alle orecchie acute del demone cane fu in realtà una frase forte e chiara. - Tu avevi già previsto tutto… Non aspettavi altro che questo momento per poter combattere contro Inuyasha! Ma certo! Era l’unico modo in cui potevi sconfiggerlo, altrimenti ti avrebbe battuto nuovamente e questa volta ti avrebbe amputato tutte e due le braccia! Sei solo un… - Kagome sentì una forte stretta alla gola e un dolore improvviso le pervase la schiena mentre cercava la terra sotto i piedi; aprì gli occhi incontrando quelli rosso sangue di Sesshomaru.

- Tu, stupida ragazzina umana! Come osi insinuare che io, il grande e potente Principe dei demoni, possa abbassarmi a tanto?! - Conficcò le punte dei suoi artigli nel collo della ragazza che, non potendo urlare, cercò disperatamente di liberarsi dimenando braccia e gambe, colpendo talvolta Sesshomaru che tuttavia rimaneva impassibile. Il demone tuttavia non rilasciò neanche una singola goccia di veleno, altresì il suo piano sarebbe andato in fumo. Incontrò gli occhi della ragazza e si stupì: anche essendo in bilico fra la vita e la morte, continuava a combattere e nel suo sguardo poté vedere riflessa la sua tenacia, la sua forza e… L’amore per quel lurido mezzo demone.

Allentò la stretta, lasciando scivolare la ragazza fra le mani così che potesse cadere a terra senza farsi ulteriore male, ma certamente quello del Principe dei demoni non fu un atto compassionevole: le serviva in forma, ferita e debole sarebbe stata solo un peso. La sentì tossire e la vide rialzarsi, aiutandosi con corteccia del Goshinboku, la mano destra sulle ferite lasciate dagli artigli del demone.

- Che cosa vuoi allora? Non credo tu sia venuto ad aiutare.

- Non ho intenzione di battermi con un essere privo di razionalità, elemento di cui Inuyasha è già carente nella sua normalità. - Kagome, sorpresa, non poté che ridere, mascherando l’atto tossendo, reazione che non passò inosservata al demone che preferì ignorarla, non comprendendo cosa trovasse divertente; - Esiste un antidoto.

- Cosa?! - La giovane venne fulminata da Sesshomaru: non sopportava ripetere le cose due volte.

- Aldilà delle terre dell’ovest, a pochi passi dalla costa, vivono delle potenti shamane che possiedono la cura di ogni cosa. - Spiegò. - Il mezzo demone sta combattendo contro se stesso, normalmente dovrebbe essere già a metà della trasformazione, ma non potrà continuare a lungo. Il suo sangue demoniaco prevarrà.

- Non lo permetterò! - Kagome, dimenticato il dolore non appena udì la parola “cura”, avanzò verso Sesshomaru di qualche passo, abbastanza da poter intravedere nelle sue iridi dorate la verità delle sue parole. - Come posso raggiungere questo luogo? - Il demone cane si congratulò con se stesso e si chiese se poteva davvero essere così facile. “Stupidi sentimenti umani.”

- Ti aspetto domani nelle mie terre.

- Eh? E-ehi! Aspetta! - Indifferente alle sue domande, Sesshomaru le diede le spalle e si congedò, sparendo nel cuore della foresta, lasciando la ragazza del futuro attonita ma risollevata: non era ancora detta l’ultima parola. Col cuore pieno di speranza, Kagome corse velocemente verso la capanna, ignorando del tutto i graffi che si procurava passando fra i cespugli; quando finalmente arrivò il villaggio, vide in lontananza Miroku giocare con le gemelle a pochi metri da dove il suo amato riposava. Si precipitò verso di loro, il suo sorriso smagliante, la sua personalità pimpante, il cuore in subbuglio, la speranza riflessa nei suoi occhi: era tornata la Kagome di sempre.

- Miroku! Sango! Vecchia Kaede!

- Divina Kagome!

- Kagome! - Sango uscì dalla capanna con il piccolo Miyatsu; la giovane non poté che sorridere: era così felice per la sua amica, finalmente aveva potuto realizzare il suo sogno e ora aveva tre splendidi bambini e sicuramente un quarto non si sarebbe fatto attendere. Trattenne le lacrime, chiedendosi se anche lei avrebbe avuto la stessa sorte. “Attraiamo ciò che pensiamo: come un magnete!”

- Kagome, cosa ti è successo?

- Uh? - Kaede indicò i piccoli fori del collo, ancora sporchi di sangue secco. Li coprì velocemente con una mano.

- Non è niente! Ho incontrato Sesshomaru davanti al Goshinboku e…

- Sesshomaru?!

- Kagome perché non ci hai chiamato?! - Le espressioni del monaco e della cacciatrice di demoni fecero sentire colpevole e allo stesso tempo protetta la moretta: aveva davvero gli amici migliori del mondo.

- Calma, calma, non è successo niente! Piuttosto… - La voce si fece bassa, mentre gli occhi si spostavano sulla porta della capanna, forte la volontà di poter vedere attraverso un Inuyasha sveglio e fuori pericolo, infastidito dalla sua assenza. Entrò nella capanna e lo vide, perdendo un colpo al cuore, mentre le sue iridi dorate la fissavano severo, il volto imbronciato.

- Allora? Si può sapere dove sei stata Kagome? È tutto il pomeriggio che ti aspetto, dannazione!

- Divina Kagome? - La voce dell’amico fece sfumare la scena davanti agli occhi della ragazza che tornò al mondo reale.

- Oh… Inuyasha? - Il suo buon auspicio si spense non appena notò le teste basse degli amici. - Capisco. Dov’è il piccolo Shippo?

- Sono qui! - Voltatasi appena in tempo per prenderlo in braccio, il piccolo demone volpe si fece coccolare dalla madre adottiva e la strinse forte a se, desiderando di essere forte abbastanza da poterla proteggere. Ora che Inuyasha era fuori gioco per un periodo indeterminato, toccava a lui difendere Kagome; l’unico suo problema, però, era la paura: non l’avrebbe mai ammesso a voce alta ma sapeva bene di essere un gran fifone. Ogni volta che qualcosa del genere accadeva, si prometteva di essere più forte, più uomo; ma ogni volta falliva miseramente. Gli allenamenti seguiti negli ultimi anni erano ancora a livelli troppo bassi, abbastanza da difendere se stesso da demoni comuni, totalmente insufficienti per affrontare il grande e potente Sesshomaru.

- Ora che siamo tutti qui, posso anche rivelarvi la grande notizia. - Esordì Kagome, catturando persino l’attenzione di Misaku e Kosaku che smisero di giocare. Le guardò e sorrise: erano davvero delle creaturine splendide. Se qualcuno si fosse mai chiesto come fosse stata Sango da bambina, non aveva una, bensì due conferme in quanto le gemelle erano una versione piccola della madre col carattere del padre. Avevano uno spiccato senso dell’umorismo e spesso, giocando con gli altri bambini del posto, tendevano ad agire proprio come Miroku: assumevano una risoluta compostezza che le rendeva degne del personaggio che personificavano, eppure avevano l’indole onesta della madre. Misaku tuttavia, a differenza di Kosaku, era più birichina: capitava che a volte tentasse di farla franca laddove provocasse dei problemi e, seppur nei giochi di ruolo fosse corretta, spesso cercava di ottenere più del dovuto. La sorella invece si accontentava di vitto e alloggio. Nonostante questi fossero solo giochi però, per Sango e Miroku questi erano ben altro: si andavano infatti delineando così i caratteri delle loro figlie ed era loro il compito di guidarle verso la retta via.

Kagome si inginocchio all’altezza delle piccole e ne accarezzò i capelli per successivamente abbracciarle, affondando il viso nell’incavo dei loro piccoli colli. Le bambine l’abbracciarono a loro volta, cercando d’incutere nella loro zia tutto il coraggio e la forza presente nei loro piccoli corpicini; sebbene fossero ancora piccole, presentavano già degli accenni di maturità trasmessegli dalla sterminatrice di demoni.

- Non avete fame? - Annuirono insieme, disegnando un tiepido sorriso sulle labbra dei presenti. - Allora andate, se non vi dispiace prendo in presto un attimo mamma e papà.

- Non preoccuparti zia Kag!

- Tienili pure quanto vuoi! - Corsero via mano nella mano, lasciando tutti i presenti con gli occhi fissi su Kagome.

- Vecchia Kaede, potremmo gentilmente accomodarci nella tua capanna per parlare? - La donna assentì e si avviarono ansiosi verso il luogo deciso. Una volta giunti la ragazza raccontò loro tutto, senza tralasciare i dettagli, la sua voce un misto di speranza e paura.

- Come possiamo sapere che Sesshomaru non ci sta bleffando? - Domandò dubbioso il monaco.

- Un demone del suo calibro non darebbe mai la parola senza esserne certo! Vi ricordo che state pur sempre parlando del primogenito del grande Ino no Taisho!

- Vecchio Miyoga! - Un coro sorpreso si alzò alla presenza della pulce nascosta fra i capelli di Shippo che subito lo cacciò via.

- Vecchio Miyoga, quindi Sesshomaru dice davvero il vero? - Chiese Sango, ancora indecisa se gioire o preoccuparsi.

- Sì. - Cominciò. - Non appena ho saputo delle condizioni del signorino Inuyasha, io stesso mi sono recato da diversi stregoni ma nessuno sembrava adatto al caso nostro. Tuttavia una sera, quando ormai avevo perso le speranze, uno shamano a cui ho chiesi aiuto mi disse che le donne che rispondevano alle necessità del signorino le potevo trovare aldilà delle terre dell’ovest.

- Sono le stesse allora!

- Credo proprio di sì. Tuttavia… Non saprei cosa pensare della proposta del signor Sesshomaru. - Gli sguardi dell’intera stanza si focalizzarono sul minuto animale. - E’ risaputo che lo voglia morto; tuttavia, come egli stesso ha affermato, non ucciderebbe mai il fratello da codardo. Però…

- Però? - Chiese Sango impaziente: la situazione era abbastanza delicata e forse, solo lei poteva capire cosa stesse passando in quel momento quella ragazza che lei considerava la sorella che non aveva mai avuto. Lo vedeva nel suo sguardo intrepido, le sue movenze rapide e il corpo iperattivo, sentiva la sua anima vibrare, desiderosa di poter uscire e salvare l’uomo della sua vita.

- Però non capisco perché il signor Sesshomaru voglia che sia Kagome a prendere queste erbe. Le sue intenzioni nascondono sicuramente qualcosa, eppure non riesco a capire cosa!

- Cosa mai può volere Sesshomaru da me? - Domandò stupita la moretta in questione. Anche lei aveva avuto il medesimo presentimento; tuttavia, non trovando risposte alla sua domanda, aveva lasciato cadere l’argomento, concentrandosi sull’unica questione che ancora la turbava: la vita di Inuyasha non era forse più importante di qualsiasi cosa che stesse macchinando il demone cane?

- Non vorrà forse ucciderti! - Intervenne Shippo stringendo a se Kagome, la presa ferrea abbastanza da non lasciarla andare.

- Qualsiasi cosa voglia da me, non m’interessa.

- Kagome!

- Ma Kagome!

- Divina Kagome!

- No! - Li zittì tutti con un gesto della mano. - Questa è la mia decisione e come tale la dovrete accettare. - Guardò ognuno di loro dritto negli occhi seriamente e sospirò. - Vi ringrazio per preoccuparvi per me. Però vi chiedo di capirmi... Sono certa che se la situazione fosse opposta, voi agireste esattamente come me. - A tali parole gli amici non poterono far altro che abbassare il capo e annuire, trovandosi in accordo-disaccordo con la giovane sacerdotessa.

- Quando hai intenzione di partire? Almeno permetterci di preparati il necessario per il viaggio. - Kagome sorrise dolcemente alla vecchia Kaede che abbracciò fortemente e non riuscendo più a trattenere le lacrime, si lasciò andare.

- Grazie, grazie a tutti... Amici!

 

 

 

- Signor Sesshomaru! Signor Sesshomaru! Finalmente siete tornato! - Il signore delle terre dell’ovest vide la sua protetta avvicinarsi e con un cenno del capo la salutò per entrare rapidamente nel suo castello.

- Hai fatto la brava Rin?

- Certamente signor Sesshomaru!

- Signor Sesshomaru! - Il servetto più fedele del grande demone cane corse verso il padrone dinnanzi al quale si prostrò, rimangiandosi le urla di dolore che sentì quando quest’ultimo lo calpestò per raggiungere le terme e il messaggio fu chiaro: lasciatemi solo. Più tardi, si ritrovò disteso su un enorme futon arrivato alcuni giorni prima da un continente lontano dove la gente aveva o la pelle totalmente pallida o totalmente scura e gli occhi stranamente grandi, privi della comune forma a mandorla. Era una recente invenzione che il creatore aveva regalato a tutti i grandi sovrani del mondo conosciuto per testarne la comodità e Sesshomaru, nonostante lo scettiscismo iniziale, trovò assai confortevole quello strano affare dalle quattro zampe, ma soprattutto trovò accogliente le cose chiamate materasso e cuscino. L’aggeggio chiamato “letto” lo aiutò a rilassarsi, mentre la sua mente spaziava sul da farsi.

- Cos’è meglio, fratello? Preferisci che la tua donna umana venga deflorata nel tuo sonno o dopo che ti sarai risvegliato? - Ghignò,  immaginando il volto sconvolto del mezzo demone in entrambe le situazioni. Qualcuno bussò alla porta ed il Principe dei demoni, scocciato, chiese di non venir disturbato.

- Signore, non desidero disturbarla; tuttavia è giunto adesso Yurey e chiede di venir ricevuto ora. - Sesshomaru ringhiò alzandosi dal letto, deciso ad uccidere il demone non appena questo avesse finito il compito assegnatogli.

- Preparate la sala dei ricevimenti. - Ordinò e sentì dileguarsi in tutta fretta il servo che scappò così all’ira del proprio signore. - Cos’è peggio, Inuyasha? - Chiese nuovamente ad alta voce avviandosi verso la porta mentre un sorriso sadico si dipingeva sul suo volto, gli occhi freddi ed intrisi di odio. - Morire per mano mia..

 

 

 

O per mano della tua amata?

   
 
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