Capitolo 25
Capitolo più lungo rispetto ai precedenti, per farmi perdonare del lungo ritardo
nell'aggiornamento!
Grazie a tutti coloro che hanno commentato Sole e Luna! Un bacione e...
AUGURI DI
BUON ANNO!!!
Capitolo 25
Yumi si svegliò
presto quella mattina, e come ogni giorno da quando era tornata appena vedeva
attorno a sé la stanza in cui era mancata per tanti anni, non poteva evitare la
gioia che le solleticava l’animo. Dio se le era mancata. Era a casa! Mai in
tutta la sua vita aveva sentito un posto appartenerle più dei territori di Yoko,
più di quella stanza, nonostante quello che lui le aveva fatto.
La volpe balzò giù
dal letto ed dopo una rapida doccia afferrò una divisa della milizia del fuoco,
era riuscita a convincere il kitsune a lasciargliela indossare, non sapeva
nemmeno lei il motivo per cui si era affezionata a quelle vesti, ma forse era
fin troppo semplice per essere anche solo preso in considerazione: lì era dove
aveva trovato sé stessa. La Yumi che poteva esistere anche se lontana da lui.
Aveva lottato, lo
aveva fatto unicamente per trovare la forza per affrontare il mondo, per trovare
la forza di tornare da Yoko a testa alta.
Non era più la
mocciosa che correva di nascosto sulla tomba del fratello e che si dilaniava per
i sensi di colpa. Eppure in fondo all’animo, anche se solo per una piccola
parte, lo era. Si. Era ancora la ragazzina che amava quello spettro dall’aspetto
fiero, nonostante tutto il dolore che gli provocava solo per divertimento.
Prima di uscire
dalla camera sistemò attentamente i pugnali nelle relative guaine, mai sarebbe
andata da qualche parte senza, in troppe occasioni le avevano salvato la vita.
Un’ombra attraversò il suo viso. Quanto tempo era passato da quando era rimasta
sola? Scosse la testa come per scacciare quel pensiero ed aprì di scatto la
porta, uscì e la richiuse alle spalle appoggiandocisi con la schiena.
Respirò
profondamente, doveva andare alla sala riunioni come ordinato, ci sarebbe stata
anche lei? Fece una smorfia, mentre a stento riusciva a trattenere un brivido.
Raiha.
Colei che stava
sempre assieme a Yoko.
Colei che placava la
lussuria di Yoko.
Colei che aveva
preso il suo posto, o che comunque il posto che le sarebbe spettato.
La odiava. Non aveva
mai provato un sentimento tale per nessuno. Le iridi sabbiose si illuminarono di
una luce tetra, mentre la volpe iniziava a percorrere il corridoio. In quel
momento però non aveva tempo per la gelosia. C’era una guerra alle porte. Da
quello che aveva sentito, Yoko voleva iniziare una guerra per estendere
ulteriormente il proprio dominio, verso nord. E ciò voleva dire solo una cosa:
ci sarebbe stato un vero spargimento di sangue tra i due schieramenti.
Arricciò il naso al
pensiero. Come in tutte le altre fantastiche idee del kitsune, quali erano
razzie ai danni di potenti youkai, lei sarebbe stata in prima linea assieme agli
altri due soldati che avevano un rango superiore a tutti i demoni che
costituivano le milizie di Yoko. Da quando era tornata, l’esercito era stato
suddiviso in tre schiere guidate da: lei; Kuronue e Yomi.
Ma quella sarebbe
stata la prima volta in cui si sarebbe vista coinvolta in una vera guerra. Era
paura quella che le scorreva nelle vene? Forse, ma non lo avrebbe mai ammesso.
Entrando nella sala
delle riunioni, di cui porta era aperta per permettere a tutti coloro che
dovevano partecipare al concilio di accomodarsi, Yumi fece viaggiare lo sguardo
su tutti i volti presenti in quella grande stanza. Alzò la mano com’era solita
salutare Kuronue, e gli si avvicinò sorridendo.
-Yoko non è ancora
arrivato?- chiese la volpe quando fu di fronte allo youkai
-Così sembra-
rispose vago lui evitando le iridi sabbiose indagatori
La ragazza gli si
avvicinò maggiormente serrando i denti ed emettendo un ringhio che fece voltare
coloro che erano vicini abbastanza da sentirlo. Con un gesto fulmineo gli
afferrò il colletto della tuta da combattimento nera e lo avvicinò maggiormente
a sé.
-È con quella?-
domandò con rancore stringendo maggiormente la stoffa
-Calmati adesso
Yumi- le sussurrò lo youkai –Stai solo facendo il suo gioco. Possibile che tu
non te ne renda conto?-
Con gli occhi
spalancati lasciò andare la presa, aveva giurato di non farsi prendere dalla
gelosia, eppure eccola là a pensare di nuovo a quella dannata gatta.
-Quel bastardo-
ringhiò la ragazza dai lunghi capelli –Me la pagherà!-
Fissò con astio
Kuronue poi voltandogli le spalle si diresse quasi correndo verso l’uscita della
sala.
-Aspetta!- gridò lo
spettro inutilmente, ormai si era già allontanata.
Yumi percorreva con
passo spedito lo stesso percorso che solo poco tempo prima fatto nel verso
contrario. Come osava quel maledetto? Ma soprattutto come osava quella puttana!
A stento riusciva a trattenere il proprio youki mentre ormai in preda alla
rabbia più profonda si stava dirigendo verso la stanza del kitsune.
Al suo passaggio i
demoni che fungevano da servi in quel palazzo da centenni e che non possedevano
una grande forza furono spazzati via. Annientati dal solo contatto dell’aura che
la volpe dorata emanava. Chi fu più fortunato e veloce si scostò o andò a
nascondersi. Quella ragazza faceva paura, forse più di quanto ne avesse mai
fatta il padrone di casa.
In breve tempo Yumi
si ritrovò davanti ad una porta di legno massiccio pitturata di bianco e
decorata in oro con forme arcaiche. Aprì la mano destra concentrando parte di
youki fino a renderlo visibile sottoforma di una sfera, mentre con l’altra
afferrò il pugnale contenuto nella guaina fissata dietro la schiena. Senza il
minimo sforzo la lama dell’arma intuendo lo stato d’animo della sua dominatrice
divenne di un blu intenso come mai era successo prima.
La sfera d’energia
andò a colpire la serratura, Yoko avrebbe dovuto metterne una nuova appena
possibile. Spalancò la porta e rimase pietrificata per una manciata di secondi.
Yoko era nudo sopra di lei. E quella sgualdrina ansimava aggrappandosi alle
lenzuola senza il minimo ritegno.
Un senso di nausea
si impossessò dell’allieva del kitsune mentre con la mano libera afferrò il
rimanente pugnale. Lo youkai argentato sorrise notando l’interferenza della
ragazza, ed il piccolo ghigno si trasformò in una risata quando rotolando schivò
il pugnale che dava l’impressione di reclamare sangue. Yoko si allontanò da
Raiha e dopo essersi messo a carponi sul letto si avvicinò alla kitsune dorata.
-Sei venuta per
unirti a noi?- domandò sorridendo lui –Se l’avessi saputo prima ci saremmo
divertiti tutti insieme- aggiunse allargando il ghigno.
-Dannato figlio di
puttana!- ringhiò Yumi tentando di colpirlo di nuovo con entrambi i pugnali
Doveva morire!
Doveva soffrire come un cane! Quel bastardo infame, quello stronzo maledetto
doveva…improvvisamente la ragazza si bloccò ricordandosi della presenza di
un’altra persona in quella stanza. Di un’anima che meritava una morte lenta e
dolorosa alla pari, se non peggio, dello spettro argentato.
Tremante ed
infastidita per quell’interruzione, Raiha giaceva sulla sponda del letto avvolta
dal lenzuolo di seta. Fissava con rancore quella volpe pazza, e nel contempo ne
temeva lo youki che ancora aleggiava minaccioso nella stanza. Ma appena notò le
iridi ocra fissarsi sulle proprie, la gatta rabbrividì.
Yumi ignorò la
provocazione del suo maestro, salì in piedi sul letto per scaraventarsi poi
sulla neko che lanciò un grido ed implorò aiuto a Yoko, il quale divertito si
adagiò meglio sul letto per gustarsi la scena, ridacchiò pensando che se avesse
saputo prima che sarebbe mai potuta accadere una cosa del genere avrebbe
benissimo fatto in modo che le due donne si trovassero nella stessa stanza già
tempo addietro.
La volpe lasciò
cadere i pugnali sul soffice letto per afferrare il collo della gatta dai
riccioli rossi tra le mani ed iniziare a stringere con tutta la sua forza,
mentre il suo youki le circondava con una potenza tale da rendere l’aria quasi
inspirabile. La stava strangolando. Aveva già ucciso in più di un’occasione, ma
mai aveva pensato a quanto fosse inebriante sentire sui propri polpastrelli il
flusso del sangue che scorreva nelle vene.
-Smettila Yumi-
disse la volpe accarezzandole i lunghi capelli dorati
Come risvegliata da
un incantesimo, la ragazza lasciò andare lentamente la presa, ma appena sentì
Raiha tossire mormorando tra una boccata d’aria e l’altra apprezzamenti poco
fini nei suoi confronti, con un mezzo sorriso afferrò il primo pugnale che trovò
al suo fianco e lo conficcò nel braccio della gatta, la quale ormai senza
energie di qualsiasi tipo svenne dal dolore.
-Te la sei cercata,
sgualdrina- sibilò la kitsune fulminandola con gli occhi
Yoko fece scorrere
le dita lungo la stoffa che ricopriva la schiena della sua allieva e con forza
le afferrò la mano tirandola verso di sé. Con gli occhi spalancati la ragazza
sentì le tiepide labbra della volpe appoggiarsi sul suo collo, rabbrividì di
piacere.
-Bastardo…- sussurrò
con voce roca lei
Doveva odiarlo per
quello eppure non poteva. Lo amava troppo.
-Che schifo!- gridò
Yumi allontanandosi talmente rapidamente da impedire a Yoko di trattenerla –Ci
provi con me dopo essere stato con quella?- domandò con disgusto
strofinando le braccia con le mani per togliere la pelle d’oca che le aveva
provocato il solo pensiero –Va a farti un bagno prima!-
Yoko sorrise, lei
era cambiata. Qualsiasi cosa le fosse successa nelle terre del fuoco l’avevano
resa diversa anche se a volte impercettibilmente. E dopo mesi dal ritorno della
volpe dorata, lo spettro, si ritrovò a pensare a quanto le fosse mancata.
Ridacchiando si stiracchiò e scivolò fuori dal letto anche se con rammarico.
Guardando il suo
youkai preferito, nella mente di Yumi balenarono le parole di Kuronue. Stava
facendo il suo gioco? Ottimo, se la partita era quella non si sarebbe tirata
indietro. Avrebbe giocato fino alla fine.
-Fermati Yoko-
sussurrò lei sgattaiolando giù dal letto ed abbracciandolo da dietro
La pelle sudata
della volpe emanava calore, constatò la ragazza arrossendo un poco.
-Dobbiamo andare
alla riunione. Domani ci sarà una guerra- mormorò con tristezza lei
Yoko si voltò e la
baciò, appena percepì che le gambe della ragazza stavano per cedere la prese tra
la braccia e la ributtò sul letto. Quella mocciosa piombata nella sua vita senza
permesso era ormai una delle più subdole droghe.
-Al diavolo la
riunione- rispose lui più a sé stesso che ad altri
-Morirei per te, lo
sai?- domandò Yumi fermandogli il viso tra le mani –Giurami che non mi lascerai
da sola. Giurami che qualsiasi cosa succederà tu mi seguirai. Giuralo-
-Se è per te lo
faccio volentieri- sussurrò tra i denti lo spettro ed afferrando il pugnale
rimasto sulle lenzuola passò la lama sul palmo della mano –Lo giuro sul mio
sangue-
A quelle parole Yumi
lo baciò per poi tirargli una gomitata nello stomaco. Non si era dimenticata
della presenza di troppo in quella stanza, o meglio, in quel letto. E non si era
di certo scordata della riunione. Quello Yoko doveva darsi una regolata!
-Togliti- ringhiò la
ragazza –Dobbiamo andare, mio Signore!- aggiunse sussurrando tra i denti
quasi con scherno strisciando nuovamente via dal letto ed aggiustandosi le vesti
-Yumi- mormorò serio
il kitsune –Che fine ha fatto Kiemon?- non sapeva perché le aveva fatto quella
domanda proprio in quel momento, ma di una cosa era sicuro doveva saperlo
-L’ho ucciso-
rispose con noncuranza la ragazza mentre con un ghignò sfilò il pugnale dal
braccio di Raiha che giaceva ancora senza sensi
Kurama si rivestì ed
uscì dalla propria stanza seguito dalla sua compagna, nessuno dei due fiatò
durante il tragitto, eppure c’erano ancora tante domande senza risposta, tante
domande rimaste ancora una volta tacite da entrambi i lati.
Improvvisamente i
mormorii nella sala cessarono quando dalla porta apparvero le figure di Yoko e
Yumi.
-Vedo che ci siamo
tutti- si complimentò lo spettro argentato –O quasi-
Ogni sguardo andò a
posarsi su quell’unico posto vuoto. Yomi non c’era. Kuronue rabbrividì, ormai
non poteva più fare nulla per l’amico. Quella volta niente al mondo lo avrebbe
salvato dalla vendetta del gelido kitsune.
La riunione durò
relativamente poco, tutto era stato deciso nei dettagli, nulla era stato
tralasciato, anche la sezione dell’esercito di Yomi era stata ripartita
adeguatamente.
-Potete andare-
annunciò Yoko alzandosi –Voi due restate- sussurrò fissando la sua allieva ed il
demone che gli era stato al fianco da decenni
Nella sala che fino
a qualche minuto prima era stata testimone di una riunione che avrebbe stabilito
il futuro di quel regno, ora regnava l’assoluto silenzio. I tre che erano
rimasti si fissavano guardinghi o scettici.
-Bene Kuronue, dov’è
finito quell’idiota?- domandò con una smorfia Yoko giocherellando con la rosa
che teneva nella mano
-A fare
un’incursione- sussurrò intimorito il demone –Un grande tesoro sembra essere
nascosto in un castello diroccato non molto lontano da qui-
-Capisco- mormorò
atono la volpe –Così ha deciso di andare. Bene. Chiama Yujikin, fallo venire da
me immediatamente-
-Si- rispose
prontamente lo spettro per poi allontanarsi il più velocemente possibile
E così erano rimasti
solo loro due. Sul volto del kitsune apparve un nuovo ghigno. Ora che la
riunione era finita potevano riprendere da dove erano rimasti!
-Yoko…- sussurrò
languida la kitsune intuendo i desideri del suo demone, il quale senza dire
nulla riprese a baciarle il collo
-Yoko?- domandò
chiudendo gli occhi per far pressione al suo autocontrollo
-Che vuoi?- chiese
di rimando scocciato per aver dovuto interrompere quel contatto con la candida
pelle anche se solo per un attimo
-Non ti sei ancora
fatto un bagno! Ecco cosa c’è!- ringhiò Yumi
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