Si
erano
incontrati a sei anni, quando, sulla via di casa, Elizabeta
trovò quel bambino
dagli assurdi capelli argentati della sua stessa classe intento ad
osservare la
coda di una lucertola. Lui non le volle credere quando gli disse che le
lucertole potevano farla ricrescere dopo che l’hanno perduta.
Anni
più tardi, quando accompagnò quello stesso
bambino, ormai diventato un giovane
ventiduenne, in aeroporto, vide una lucertola a prendere pigramente il
sole sul
rovente asfalto del parcheggio, e le venne in mente
quell’episodio. Pensò che
fosse veramente un’ironia, dato che quel giorno sarebbe stato
l’ultimo in cui
l’avrebbe visto.
Lui
la
ringraziò per avergli tenuto compagnia la notte precedente
mentre la stringeva
in un abbraccio, e lei rispose che non era niente, che non le era
dispiaciuto
affatto. Elizabeta inspirò a fondo l’odore
dell’acqua di colonia di Gilbert,
che in quel momento indossava la sua giacca in pelle preferita, ed
espirò
buttando fuori tutte le sue emozioni, le memorie,ed il
passato. Prima di separarsi, Gilbert le
chiese di passare a casa del fratello per consegnargli le chiavi del
suo
appartamento, e lei accettò. Poi lo guardò
salutarla con la mano, per poi
sparire nella moltitudine delle persone. E anche lei si
voltò verso l’uscita.
Sul
tragitto di ritorno, Elizabeta era lieta di sapere che si stava
già abituando a
non avere la voce irritante dell’albino e la sua presenza
accanto a lei. Guardò
fuori dal finestrino dell’autobus la città
scorrere via davanti ai suoi occhi,
così come ogni ricordo stava ammucchiandosi negli angoli
della sua mente, tutti
impregnati del dolce pensiero di due decenni di vita vissuti bene e
felicemente.
Successivamente,
quando arrivò finalmente al palazzo dove abitava Ludwig, fu
accolta da una
piccola sorpresa, e sentì i momenti passati bruciarle negli
occhi e nel cuore
ancora una volta. Quando l’aveva preparato? Come aveva fatto?
Perché se lo
ricordava ancora? Domande su domande si impilavano nella mente, mentre
con
fatica e col respiro corto strascicò i piedi avvicinandosi
all’auto, color blu
di Prussia – la sua firma – sbirciando nei
finestrini, attraverso le quali si
potevano intravedere tulipani rossi e non ti scordar di me ricoprire
l’interno
dell’auto, come se fossero sbocciati naturalmente dai sedili.
Le
persone smisero di fotografare quell’insolito spettacolo,
quando Elizabeta
districò un biglietto dal tergicristallo e lesse nella mente,
“Per Eliza. Ti avevo promesso
un’auto piena di fiori, così non ti scorderai
sicuramente di me. Chiedi a
Ludwig le chiavi. Poi, se per caso scoprissi chi, eventualmente, ha il
mio
cuore trapiantato in lui, picchialo e digli di noi. Così
forse ti amerà lui al
mio posto. Da Gil”.
Quando
finì, pensò che fosse uno stupido a
credere che le cose avrebbero
funzionato davvero in quel modo. Quando entrò nel palazzo e
chiese spiegazioni
a Ludwig, quello si limitò a scuotere la testa, dicendole
che sapeva come il
fratello era fatto.
Più
tardi, si sedette al posto del guidatore e chiuse gli occhi, facendo
rivivere
la sabbia sotto i suoi piedi, il mare color ambra alla luce del
tramonto
davanti a lei, e la
voce roca di Gilbert
nelle orecchie. Aveva il cuore in mano, ed aveva paura di buttarlo via.
Così,
finalmente, rilasciò le lacrime, e giurò che, se
vi fosse stata un’altra vita,
non l’avrebbe lasciato andare. Non in quella.
Accese
il motore, e, sebbene fosse insicura della meta, cominciò a
guidare nel
tentativo di scappare dai ricordi, per poi accorgersi di ritornare
sempre sul
punto in cui quella lucertola aveva perso la coda.
[ 577 parole. ]
N/A:
E con questo capitolo si
conclude la raccolta, mi scuso per aver superato il limite delle 500
parole
ancora una volta. Ma ho aggiornato un giorno prima.
La
storia è questa: Gilbert ha contratto una malattia da
bambino, una di quelle
che non lo fanno vivere più di trent’anni,
così decide di diventare un donatore
di organi verso i venti anni (purtroppo, non sono esperta di medicina;
ho fatto
delle ricerche e sembra che alcune malattie celebrali possano
permettere al
malato di donare i propri organi da vivente. Dal momento che la fonte
è
internet, non posso essere del tutto sicura che le informazioni siano
corrette). Elizabeta lo viene a sapere, e dopo l’episodio del
capitolo 4 ha
paura di menzionare il fatto di nuovo. Per un po’ di anni
successivi al loro
diploma, fanno finta che non ci sia niente fra di loro, ma quando
arriva la
partenza di Gil per la Germania, non riuscirono a trattenersi, e poi
sapete
cosa succede. In ordine cronologico, quindi, i capitoli sarebbero: 2,
4, 3, 1,
5.
Ancora
una volta, ho come la sensazione che la canzone non si addica alla
flash. Ma avevo
deciso dall’inizio che questa avrebbe accompagnato
l’ultimo capitolo, quindi va
bene così.
Grazie
per aver seguito questa raccolta e per le recensioni! Spero di poter
finire di
scrivere la prossima long fiction su Hetalia presto e farvi sapere
ancora di
me, per vostra sfortuna! :D
Rainie.
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