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Autore: Rainie    17/06/2013    2 recensioni
Una raccolta di flashfiction sul rapporto di Gilbert Beilschmidt e Elizabeta Hedervary, una vita parallela, non raccontata, un essere e non essere continuo; il tutto sulle note di una Kesha particolare.
01. [ Die Young ] : Poi, quando tutto era finito e la notte fonda stava facendo scendere sui loro occhi il velo del sonno, Elizabeta parlò.
02. [ Last Goodbye ] : Così camminarono per le strade, corsero ridendo ed incuranti del resto, in un infantile anonimato, con le vie ed i negozi come unici testimoni.
03. [ Old flames can’t hold a candle to you ] : Gli mormorò che era un gran sciocco, e lui non fece altro che grugnire in protesta.
04. [ The Harold Song ] : Sentiva il resto del mondo – troppo futile – scivolargli via dalle mani, e nella sua mente rigiravano solo quelle parole: se ne ritornava in Germania a farsi uccidere.
05. [ Past Lives ] : "Per Eliza. Ti avevo promesso un’auto piena di fiori, così non ti scorderai sicuramente di me."
Genere: Romantico, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Prussia/Gilbert Beilschmidt, Ungheria/Elizabeta Héderváry
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Si erano incontrati a sei anni, quando, sulla via di casa, Elizabeta trovò quel bambino dagli assurdi capelli argentati della sua stessa classe intento ad osservare la coda di una lucertola. Lui non le volle credere quando gli disse che le lucertole potevano farla ricrescere dopo che l’hanno perduta.
Anni più tardi, quando accompagnò quello stesso bambino, ormai diventato un giovane ventiduenne, in aeroporto, vide una lucertola a prendere pigramente il sole sul rovente asfalto del parcheggio, e le venne in mente quell’episodio. Pensò che fosse veramente un’ironia, dato che quel giorno sarebbe stato l’ultimo in cui l’avrebbe visto.
Lui la ringraziò per avergli tenuto compagnia la notte precedente mentre la stringeva in un abbraccio, e lei rispose che non era niente, che non le era dispiaciuto affatto. Elizabeta inspirò a fondo l’odore dell’acqua di colonia di Gilbert, che in quel momento indossava la sua giacca in pelle preferita, ed espirò buttando fuori tutte le sue emozioni, le memorie,ed  il passato. Prima di separarsi, Gilbert le chiese di passare a casa del fratello per consegnargli le chiavi del suo appartamento, e lei accettò. Poi lo guardò salutarla con la mano, per poi sparire nella moltitudine delle persone. E anche lei si voltò verso l’uscita.
Sul tragitto di ritorno, Elizabeta era lieta di sapere che si stava già abituando a non avere la voce irritante dell’albino e la sua presenza accanto a lei. Guardò fuori dal finestrino dell’autobus la città scorrere via davanti ai suoi occhi, così come ogni ricordo stava ammucchiandosi negli angoli della sua mente, tutti impregnati del dolce pensiero di due decenni di vita vissuti bene e felicemente.
Successivamente, quando arrivò finalmente al palazzo dove abitava Ludwig, fu accolta da una piccola sorpresa, e sentì i momenti passati bruciarle negli occhi e nel cuore ancora una volta. Quando l’aveva preparato? Come aveva fatto? Perché se lo ricordava ancora? Domande su domande si impilavano nella mente, mentre con fatica e col respiro corto strascicò i piedi avvicinandosi all’auto, color blu di Prussia – la sua firma – sbirciando nei finestrini, attraverso le quali si potevano intravedere tulipani rossi e non ti scordar di me ricoprire l’interno dell’auto, come se fossero sbocciati naturalmente dai sedili.
Le persone smisero di fotografare quell’insolito spettacolo, quando Elizabeta districò un biglietto dal tergicristallo e lesse nella mente, “Per Eliza. Ti avevo promesso un’auto piena di fiori, così non ti scorderai sicuramente di me. Chiedi a Ludwig le chiavi. Poi, se per caso scoprissi chi, eventualmente, ha il mio cuore trapiantato in lui, picchialo e digli di noi. Così forse ti amerà lui al mio posto. Da Gil”.
Quando finì, pensò che fosse uno stupido a credere che le cose avrebbero funzionato davvero in quel modo. Quando entrò nel palazzo e chiese spiegazioni a Ludwig, quello si limitò a scuotere la testa, dicendole che sapeva come il fratello era fatto.
Più tardi, si sedette al posto del guidatore e chiuse gli occhi, facendo rivivere la sabbia sotto i suoi piedi, il mare color ambra alla luce del tramonto davanti a lei, e la voce roca di Gilbert nelle orecchie. Aveva il cuore in mano, ed aveva paura di buttarlo via. Così, finalmente, rilasciò le lacrime, e giurò che, se vi fosse stata un’altra vita, non l’avrebbe lasciato andare. Non in quella.
Accese il motore, e, sebbene fosse insicura della meta, cominciò a guidare nel tentativo di scappare dai ricordi, per poi accorgersi di ritornare sempre sul punto in cui quella lucertola aveva perso la coda.
 
 
 
 
 
 
[ 577 parole. ]
N/A: E con questo capitolo si conclude la raccolta, mi scuso per aver superato il limite delle 500 parole ancora una volta. Ma ho aggiornato un giorno prima.
La storia è questa: Gilbert ha contratto una malattia da bambino, una di quelle che non lo fanno vivere più di trent’anni, così decide di diventare un donatore di organi verso i venti anni (purtroppo, non sono esperta di medicina; ho fatto delle ricerche e sembra che alcune malattie celebrali possano permettere al malato di donare i propri organi da vivente. Dal momento che la fonte è internet, non posso essere del tutto sicura che le informazioni siano corrette). Elizabeta lo viene a sapere, e dopo l’episodio del capitolo 4 ha paura di menzionare il fatto di nuovo. Per un po’ di anni successivi al loro diploma, fanno finta che non ci sia niente fra di loro, ma quando arriva la partenza di Gil per la Germania, non riuscirono a trattenersi, e poi sapete cosa succede. In ordine cronologico, quindi, i capitoli sarebbero: 2, 4, 3, 1, 5.
Ancora una volta, ho come la sensazione che la canzone non si addica alla flash. Ma avevo deciso dall’inizio che questa avrebbe accompagnato l’ultimo capitolo, quindi va bene così.
Grazie per aver seguito questa raccolta e per le recensioni! Spero di poter finire di scrivere la prossima long fiction su Hetalia presto e farvi sapere ancora di me, per vostra sfortuna! :D
Rainie.
   
 
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