GUERRA
GUERRA
“ …Con il termine imprinting
si indica un cambiamento genetico che avviene nello spermatozoo o nell’uovo,
tale che DNA paterno e materno hanno proprietà differenti nelle prime fasi
dello sviluppo embrionale. La causa può dipendere dalla metilazione
del DNA… ”
B. Lewin Genes VI
<< Anubi non è solo un
virus, è un capolavoro >> iniziò Chin, << l’ ho reso aerobico,
poco soggetto a mutazioni, altamente persistente nell’organismo infettato,
provvisto di bassissima immunogenicità e quello che più importa dieci alla
settima volte più infettivo del comune virus influenzale >>.
<< Rischi per i comuni
babbani ? >> chiese Fabian.
<< Assolutamente nessuno
il sito da colpire è assolutamente programmabile >>
<< In definitiva ?
>>
<< E’ capace di indurre
la metilazione di un gene qualsiasi >>
<< In parole povere
>> chiese Elizabeth alla fine della piccola conferenza di Chin, <<
ha creato una specie di adenovirus programmabile >>.
<< No >> rispose
Fabian che suo malgrado aveva lo sguardo ammirato, << ha fatto di più,
molto di più, ha creato il primo prototipo di terapia genica capace di agire
sulla linea germinale di un individuo cambiandone lo schema di metilazione
>>.
<< Il gene da colpire,
inoltre, >> soggiunse Chin << è assolutamente programmabile, a
nostra unica discrezione >>.
<< Questo vuol dire
>> disse Elizabeth con aria spaventata, << che se metteste questo
virus in circolo programmato per metilare il gene codificante la NAS… >>
<< Ogni mago infettato,
ovvero quasi tutti, avrebbe figli perfettamente Babbani >> concluse per
lei Fabian.
<< A questo punto credo
che dovremmo brindare >> disse Chin riempiendo tre bicchieri di gassosa,
era infatti notoriamente astemio, << spero che tra noi stavolta non ci
saranno incomprensioni dottor Wise >>.
<< Spero di no >>
rispose secco Fabian.
<< A cosa brindiamo se mi
permettete? >> chiese Elizabeth prendendo in mano il suo bicchiere.
<< Non è ovvio mia cara?
>> rispose Chin con un sorriso sgradevole, << brindiamo alla fine
della magia >>.
Mentre celebravano il brindisi
Fabian e Chin si guardarono dritti negli occhi come a suggellare il patto di
lealtà espresso poco prima.
Un patto che nessuno dei due
intendeva rispettare.
Quartiere generale auror, 9,30 AM
<< Troppo giovani Harry,
sono troppo giovani dannazione! >>
Harry e Ron stavano passando in
rassegna alle truppe che quella sera avrebbero sferrato l’attacco al centro
ricerche dell’esercito di sua maestà.
<< Smettila Ron, hanno
solo tre anni meno di te, e poi devono vedersela con dei semplici Babbani mica
con sanguinari mangiamorte >>
<< Sai Harry, >>
disse Ron con la voce piena di amarezza, << non avrei mai creduto di poter
sentire da te una simile risposta >>.
<< Ora basta tenente, non
intendo discutere ancora sull’ argomento, il rendez-vous è alle sette in
punto nella sala dell’armeria, puoi andare >>.
<< Si signore >>
rispose Ron, la voce era inespressiva, ma fu il viso dell’amico a colpire
Harry, non vi era traccia di rabbia ne di risentimento, ma solo una profonda
delusione.
Quando Ron se ne fu andato,
Harry tornò nuovamente a rivolgere la sua attenzione alle truppe, erano in
tutto duecento, di cui cinquanta erano collaudati auror, mentre i restanti
centocinquanta erano stati prelevati direttamente dalla scuola di addestramento,
giovani inesperti aspiranti auror, troppo giovani, forse.
Centro ricerche e sviluppo
dell’esercito britannico, ore 11 AM
<< Signor Burt, c’è un
certo maggiore Mc Arthy che l’attende di sotto insieme a un migliaio di
giovanotti in tenuta militare >>.
George Burt venne disturbato dal
suo lavoro alla scrivania dalla petulante voce della sua segretaria, signorina
Watson.
<< Grazie signorina Watson,
dica alle guardie di provvedere ad accoglierli, io scendo subito, dica a Chin e
Wise di raggiungermi in sala grande >>.
Nel grande cortile centrale
erano schierati i settecento uomini dei due battaglioni del SAS.
<< Il signor Burt, presumo
>> lo salutò un giovane ufficiale col classico accento di chi ha
frequentato le migliori scuole ed è abituato a frequentare i più alti gradi
dell’esercito e della società.
<< Maggiore >>
rispose col solito freddo sorriso Burt, << l’aspettavo con ansia, venga
le mostro il complesso >>.
Burt fece starda all’interno
dell’edificio, non era sicuro di trovare simpatico questo giovane ufficiale,
alto ed elegante, ma ne sapeva abbastanza di soldati da capire che le mostrine
di istruttore paracadutista e tiratore scelto, unite alle diverse medaglie in
bella mostra appuntate sul petto erano un segno indiscutibile di una perfetta
macchina da guerra, a dispetto dei modi freddi e distaccati, ….o forse proprio
per questo.
Quando raggiunsero la sala
conferenze, Fabian e Chin erano già arrivati.
<< Benissimo >>
disse Burt dopo le dovute presentazioni, << voglio che sappiate che quello
che sentirete qua dentro è assolutamente top secret >>.
<< E’ qualcosa di simile
al caso Black >> chiese Mc Arthy
<< Non del tutto maggiore
>> rispose Burt, << vede in questo caso ci aspettiamo un massiccio
attacco da parte di forze regolari magiche >>.
<< E’ impossibile che ci
abbiano già individuato >> esclamò Fabian, << a meno che non ci
sia stata una fuga di notizie >>.
<< Oh, ma la fuga c’è
stata >> rispose Burt con un sorriso, << ho provveduto personalmente
a farla avvenire >>.
La faccia di Fabian era
incredula.
<< Suvvia dottor Wise
>> continuò Burt, << a cosa serve nel grande gioco del potere,
avere un’arma formidabile se il nemico non sa che la si possiede? >>.
<< Ma così ci piomberanno
addosso >> intervenne allibito Chin.
<< Esatto amico mio,
esatto ed è proprio ora che entra in scena il nostro buon maggiore >>
Burt lanciò un esplicita occhiata al militare.
<< Dunque >> iniziò
Mc Arthy, << dal caso Black i nostri reparti tecnici si sono messi al
lavoro nel caso i rapporti con i nostri fatati vicini fossero deteriorati, così
hanno creato le MBF, ovvero fotocellule leganti la magia, con questi rilevatori
siamo in grado di individuare la minima traccia di magia nel raggio di
cinquecento metri, ho già provveduto affinché siano disposte in tutto il
complesso, ogni uomo inoltre porterà uno di questi congegni portatili al polso,
siamo più che pronti a ricevere un attacco >>.
<< Dottor Wise, Professor
Chin >> disse Burt, << io, voi e tutti i civili ci rifugeremo nel
sottolivello sette in caso di attacco >>.
<< Niente affatto >>
rispose arrabbiato Fabian, << sicuramente non sarò addestrato come uno di
questi ragazzi, ma non correrò a nascondermi come un bambino quando c’è
gente che rischia la vita per qualcosa di cui sono il responsabile, ho fatto
regolarmente il servizio militare, voglio una pistola e uno di quei rilevatori e
li voglio ora >>.
Henry Mc Arthy come suo solito
non diede segno di emozioni alla sfuriata di Fabian, eppure chi lo conosceva
bene avrebbe intuito che sotto il lievissimo fremito del labbro perfettamente
rasato, si nascondeva un piccolo sorriso di ammirazione.
<< Hei, posso entrare?
>>
Ron era solo, disteso sulla sua
lettiga, quando la voce della sua migliore amica lo destò dal mare di pensieri
in cui era sprofondato.
<< Certo >>
<< So che oggi hai avuto
un litigio con Harry >> disse Hermione.
<< A volte >>
rispose il rosso, << è come se… come se non fosse più lui, forse ha
subito troppi dolori e la morte di Silente è stata l’ultima goccia. Dovevi
sentirlo oggi come parlava dei Babbani, il tono che usava… >>
<< Cosa farai? >>
<< Lascerò il corpo,
questa è la mia ultima missione >>
<< Ron >> disse
l’amica << non lasciare che il risentimento guidi le tue azioni >>
Il ragazzo non rispose.
<< Ron ? >>
<< Andiamo >> disse
questi, << è l’ora del rendez-vous >>.
Ore 12,00 PM Centro Ricerche,
cortile esterno
<< Guardie al cancello
messe a nanna >> comunicò Bob Wise alle dodici in punto.
<< Pronti a muovere
>> ordinò Harry, << ricordate non uccidete per primi >>.
<< Irruzione! >>.
Ore 12,00 PM Centro ricerche e
sviluppo, perimetro interno
<< Dica un po’ maggiore
com’è che ha fatto il militare? >>
Fabian e Henry Mc Arthy stavano
chiacchierando in sala mensa quando ci fu l’esplosione.
Automaticamente Fabian si buttò
a terra, << tutto bene ? >> chiese, ma l’altro era già scattato a
difesa delle postazioni.
<< Aprite il fuoco
>> gridò Henry nel frastuono, l’aria satura di raggi colorati.
<< Signore >> fece
un sergente a fianco, << il primo posto di guardia è stato spazzato via
>>
<< Era prevedibile
sergente >> fece Henry, << coprite bene il fianco sinistro ora,
appena entrano investiteli con fuoco incrociato >>.
Dannazione, pensò intanto tra
se sono ancora più pericolosi del previsto.
Bip.
In quel momento la sua MBF
portatile segnalò la presenza di un mago di fronte alla porta apparentemente
vuota.
<< Bene amico mio >>
disse Henry poggiando l’occhio sul mirino del suo fucile di precisione,
<< vediamo se anche il tuo sangue è invisibile >> e fece fuoco.
<< Ron, Hermione Tutto
bene? >> gridò Harry agli amici, la prima parte era stata fin troppo
facile se tutto fosse continuato così…
<< Ok >> continuò
il ragazzo diretto ai suoi uomini, << ora superiamo il blocco tre e poi
dritto fino ai laboratori >>. << William >> grido a un
esperto auror, << fa strada >>. << tutti invisibili >>
Il mago aprì con un incantesimo
la porta e entrò nel complesso, un attimo dopo del rosso, caldo e perfettamente
visibile sangue schizzò in faccia ad Harry.
<< Merda >> gridò
possono vederci.
Fabian si era portato verso il
frastuono dell’ingresso, pronto ad agire, ma lo spettacolo che gli si parò
davanti agli occhi lo lasciò di sasso.
L’aria era piena di raggi di
ogni colore e del fischiare delle pallottole, inizialmente sembrava che i
militari combattessero contro il vuoto, ma man a mano che i maghi cadevano gli
altri rinunciavano all’invisibilità ormai inutile e si concentravano sulla
battaglia.
Sembrava che dopo un primo
momento di sbigottimento, dove avevano lasciato a terra diverse vittime gli
auror avevano ripreso a far valere la loro intrinseca superiorità.
Ora c’erano diversi soldati
gabbani che cadevano sotto le maledizioni senza perdono, mentre i maghi
avanzavano.
Il maggiore Mc Arthy non era
tuttavia un novellino, inchiodò gli auror nel centro del complesso sotto un
micidiale fuoco incrociato, costringendo i
maghi a ripararsi dietro una serie di casse da imballaggio.
Fabian si rese conto di essere
del tutto inutile in quella situazione, lì non poteva fare niente, col cuore
gonfio di vergogna lasciò la battaglia e corse verso i laboratori.
Harry era rifugiato dietro un
enorme montacarichi, << Bob >> gridò, << raduna i tuoi
>>.
Hermione era a fianco a lui.
<< Ron >> gridò
cercandolo con lo sguardo, poi lo vide, l’amico stava trascinando via un
giovane soldato paralizzato dalla paura fuori da una zona esposta,<< Ro…
>> tentò di chiamare, ma il cuore gli si fermò in petto.
Henry Mc Arthy stava scaricando
un caricatore dopo l’altro nella speranza di tenere il nemico in stallo per più
tempo possibile, poi inquadrò nel mirino la faccia di un giovane mago, <<
sta fermo ancora un attimo >> disse, ma poi prima di premere il grilletto
il ragazzo fu buttato via da un ufficiale dai corti capelli rossi. “ ancora
meglio ” pensò.
Ron si era battuto come un leone
per tutta la battaglia, pensava di rifiatare un attimo prima di riprendere
l’offensiva, ma poi vide una giovane recluta paralizzata dalla paura e
completamente esposta al fuoco nemico, gli corse incontro e la spinse di lato,
poi qualcosa gli perforò il petto e si accasciò al suolo.
<< Noooo! >> Harry
corse verso l’amico trascinandolo al riparo, Hermione era al suo fianco.
<< Ron >> gridò.
L’amico mosse un attimo gli
occhi verso di lui, le lacrime gli rigavano il volto, fece per dire qualcosa, ma
un fiotto di sangue gli coprì le parole.
<< Vedrai ti salveremo
>> disse Harry
<< Mamma >> sussurrò
Ron, stranamente ora sembrava molto più giovane, ricordava lo stesso bambino
che dodici anni prima attendeva con ansia l’esito del cappello parlante, poi
in un attimo morì.
Hrry e Hermione si guardarono
devastati dalla tristezza.
<< Capitano >> gridò
qualcuno molto lontano << abbiamo preso il piazzale li abbiamo respinti
>. Ma Harry non ci pensava, non pensava a niente.
Ancora una volta gli uomini si
erano battuti contro il diverso, l’inferiore, eppure il sangue del giovane SAS
accasciato pochi metri più avanti, che colava dal corpo esanime del soldato
scorrendo tra le mattonelle in piccoli, macabri rivoletti sembrava del tutto
uguale a quello dell’amico.
<< Harry >>
Il ragazzo voltò lentamente le
testa.
<< Harry >> disse
Hermione, il viso rigato di lacrime, << dobbiamo andare, la battaglia non
è finita >>.
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