Un
tacito perdono
Il combattente Lou
andò in completa confusione più volte
sull'effettivo luogo dove giaceva Lan Fan. Era ritornato nel luogo dove
il servo del principe Chiang li aveva condotti poco prima, ma per
quanto si sforzasse, non riusciva a percepire nemmeno la più
debole traccia di ki all'interno. Deciso più che mai a
ritrovare la ragazza, il giovane Han si mise repentinamente alla
ricerca di una stecca di legno che poteva fungere da fiaccola.
Guardandosi intorno, uscendo poi all'aria aperta, scorse accanto
all'uscio una pianta di vite rinsecchita. Spezzò un ramo
abbastanza resistente per poi strapparsi via un pezzo della camicia che
indossava sotto l'uniforme di cane da guardia e legarlo ad
un'estremità.
Dalle tasche
estrasse delle pietre focaie per accendere la torcia improvvisata ed
entrò nella stanza completamente scura. Trovò la
giovane guerriera soltanto cercando per tutti gli angoli dello spazio
circostante, aggirando accuratamente ma non per questo non di fretta il
misero mobilio che vi era presente. Senza contare che al buio quella
stanza sembrava immensa.
Infine la
vide. La stessa giovane serva dell'imperatore che aveva tentato di
uccidere qualche sera addietro; accovacciata su se stessa, praticamente
in posizione fetale, con le mani legate dietro la schiena e il viso
disteso in un placido ma obbligato sonno.
Titubante ma
nello stesso tempo impaziente di soccorrerla, si avvicinò a
lei slegandola e successivamente prendendole la testa. Con la mano
libera frugò nell'uniforme da combattente, prendendo una
fiala con uno strano liquido verde acqua e facendoglielo bere
delicatamente. La giovane aprì piano gli occhi, ritrovandosi
faccia a faccia con il ragazzo.
Lo
scrutò con perizia, mettendolo in evidente disagio, mentre
cercò di focalizzare la situazione e di ricordare cosa le
era successo in precedenza. All'improvviso, rammentò che sia
lei che l'imperatore erano stati catturati e scattò a
sedersi non appena si rese conto che Ling non era lì con
lei. Si guardo attorno, per poi fermarsi sulla figura del suo salvatore
con una luce diversa.
Lou, che aveva
tentato di ucciderla, ora le aveva ridato coscienza con una di quelle
pozioni che normalmente utilizzavano i servi addestrati proprio per
quegli inconvenienti. E non poteva non pensare che era tutto merito di
Ling Yao e di quello strano corso degli eventi se ora il servo Han era
passato dalla parte giusta, arrivando perfino a trarre in salvo
qualcuno che lui stesso aveva ferito a morte.
Le sue pupille
non smettevano un attimo di fissarlo, inespressivamente, nel mentre
l'altro avrebbe preferito di gran lunga sprofondare nel terreno pur di
non sostenere il suo sguardo. Di ciò che aveva cercato di
fare, se ne vergognava oltre ogni dire, e non sapeva come comportarsi
con lei ora che era ritornato a prenderla. Non era propriamente una sua
decisione quella di attaccarla quando era ancora al servizio del
principe Sun, ma sapeva di controsenso ciò che stava
accadendo, e Lou si sentiva confuso.
Quella ragazza
aveva tutte le carte in regola per detestarlo, per desiderare la sua
morte, e non l'avrebbe mai biasimata per questo. Ma cosa avrebbe
pensato ora che aveva ribaltato la situazione? Voltò il capo
per distogliere i suoi occhi da quelli di lei, ma Lan Fan non era della
stessa opinione. Continuò ad osservarlo finchè
Lou non si arrese, ritornando a posare gli occhi sulla ragazza.
Vedendola sorridere e protendere la mano in un caloroso gesto
d'alleanza ed amicizia, si sentì rincuorato.
"Per Sua
Maestà l'imperatore!" cominciò Lan Fan con nuovo
entusiasmo.
"Per Sua
Maestà l'imperatore!" la seguì il giovane Han
afferrandole la mano ed aiutandola ad alzarsi.
***
Una volta
arrivati nel luogo stabilito in quel momento fortunatamente deserto, la
principessa Ying, Soo Yang e Jin non poterono far altro che osservare
l'imperatore inginocchiato a terra che tracciava un enorme cerchio
alchemico lentamente, rallentato a causa del contagio e per timore di
sbagliare le curvature. A volte la debolezza lo portava a reclinarsi.
Però, con Ying e Jin a sostenerlo, il sovrano
trovò in loro la forza necessaria per proseguire il suo
lavoro. Le mani presero a tremare e, sempre più provato, il
respiro si faceva sempre più pesante. Aveva chiesto di poter
usufruire dell'aiuto dell'alkahestrista più esperto di
corte, ma siccome stava ritardando, e anche di parecchio, aveva
cominciato a disegnare la struttura alchemica da solo.
Fatto sta che
il cerchio occupava tutto il centro della sala del trono,
già immensamente grande. Se i consiglieri avessero visto il
pavimento rovinato, sarebbero andati su tutte le furie. Ma Ling pensava
che il costoso parquet che ornava la sala non equivaleva di certo alla
preziosa vita del popolo di Xing.
Ormai
completato il cerchio, Ling cominciò a provare ad attivarlo.
Ma sfortunatamente, dopo averci provato e riprovato con insistenza
nonostante il suo corpo cominciasse a sudare freddo, il flusso di
energia si arrestava ogni volta che il ragazzo tentava di
intensificarlo.
La
frustrazione si stava via via unendo agli incitamenti dei ragazzi al
suo fianco, facendogli infine sbattere un pugno sul terreno dalla
rabbia. Tutti quei doveri imperiali gli avevano rubato del tempo
prezioso per approfondire l'Alkahestry ed ora non riusciva nemmeno a
salvare i suoi sudditi.
Cominciava
davvero a pensare che essere imperatore poteva costituire una seria condanna per un uomo. Troppe
responsabilità, troppi fardelli a cui dover tener conto. E
un idiota fiacco come lui, che si arrendeva alla minima
avversità e letteralmente sveniva a poche ore dal suo ultimo
pasto, non era adatto ad essere la più alta carica di un
Impero come Xing.
Alcune guardie
con altrettanti consiglieri arrivarono nella sala, avendo udito le voci
sulla ricomparsa dell'imperatore, e quest'ultimo ordinò a loro di
trovare il suo più esperto alkahestrista, siccome ancora non arrivava nessuno.
Dopo una
manciata di minuti, l'uomo convocato dal sovrano fece il suo ingresso
nella sala. Con grande sollievo del giovane Yao, l'alkahestrista non
era malato come ormai presupponeva. L'altro aveva piacevolmente
esultato non appena vide che il suo monarca si era rifatto vivo, ma la
sua euforia svanì repentinamente quando si accorse che anche
lui aveva su di sé l'epidemia che imperversava il Paese e
che presto lo avrebbe fatto estinguere.
Dopo averlo
zittito con un solo sguardo gettato con esasperazione, Ling lo
invitò a collaborare per cercare un modo per ampliare il
cerchio in modo tale da ricoprire tutta Xing. Con il solo potere della
Pietra Filosofale, il cerchio si sarebbe ingrandito tanto da occupare
tutto l'Impero. Inoltre, lo informò che aveva già
percorso il tragitto che lo aveva portato alla Pietra e gli chiese
delle condizioni dei suoi consiglieri.
"Molti sono
stati infettati, sire." gli fu risposto non senza una nota triste nella
voce. "Vi prego di resistere. Non potremmo sopportare una vostra
precoce dipartita!"
"In questo
momento, non sono... soltanto io a rischiare la vita. Tutto il paese
è... in pericolo. Non posso pensare a me, ora!" disse,
pronunciando le ultime parole con determinazione. Avrebbe dato la sua
vita per salvare il suo popolo, pur sentendosi del tutto inadeguato ad
un peso così pesante da caricare sulle spalle.
Perchè
senza un popolo, non può esistere un re.
Ying al tempo
stesso ne fu commossa. Ling Yao non era come tutti gli altri
imperatori. Perchè loro, a differenza sua, non avrebbero mai
messo a repentaglio la propria vita per gente inferiore, preferendo di
gran lunga scappare o mettersi al sicuro.
Lui e
l'alkahestrista stavano escogitando l'impossibile per dilatare il
cerchio, ma la Pietra entrava al massimo della sua potenza solo poche
volte, per poi apparire quasi spenta qualche secondo dopo.
"Cos'è...
che non va?" chiese Ling ad alta voce, parlando in realtà
con se stesso.
"Le chiedo
umilmente scusa, Maestà." lo informò l'uomo "Ma
penso che dovrebbe concentrarsi di più."
"Aiutami!"
"Vi sto
aiutando, sire!" esclamò tremante l'uomo.
"Non ci
riuscirò mai! Sono inutile, maledizione! INUTILE!"
Era ormai
preda dello sconforto. Lo stesso che la principessa Ying aveva
già provato. Riusciva a comprenderlo, in un certo senso. Per
questo si sentì di reagire.
"NO!"
urlò all'improvviso, facendo voltare i presenti verso di
lei. Gli afferrò il braccio e con uno strattone lo
incitò a guardarla, cosa che lui fece spinto dalla foga
più che da vera attenzione. "Non arrendetevi!" fece ancora
la ragazza, prendendo a piangere, sebbene avesse le sopracciglia
aggrottate eccessivamente. "Dovete salvare il regno, Maestà!
Dovete farlo per il bene di Xing. Fatelo per i cinquanta clan che avete
così faticosamente unito. Fatelo per quelli che hanno sempre
creduto in voi! Per noi, per Jin, per i vostri consiglieri. Fatelo per Lan
Fan!".
La sua voce cresceva sempre più d'intensità
mentre lo diceva, e una scarica elettrica attraversò il
giovane Yao facendolo sussultare, in particolar modo al suono di quel
nome.
Per niente al
mondo avrebbe fatto a meno di lei, così come un re non
poteva fare a meno del suo popolo. Avrebbe combattuto fino alla fine. E
se questa fosse stata più vicina del previsto, se quella
stretta al cuore che non lo lasciava in pace gli avesse strappato via
quegli ultimi soffi di vita, lui avrebbe continuato a fronteggiare i
suoi avversari anche dopo la morte.
"Avete
ragione, Principessa." disse atono infine, vedendo che il suo colorito
stava diventando sempre più scuro. Poi, rivolgendosi
all'alkahestrista: "FORZA!". Al che egli sorrise, poggiandogli una mano
sulla sua per infondergli coraggio.
La boccetta
posta al centro del cerchio s'illuminò, così come
l'intera stanza, davanti agli occhi esterrefatti delle sentinelle e di
alcuni vecchi. I tracciati di gesso divennero sempre più
larghi, fino a giungere alla periferia del regno. Ling raccolse a
sé la propria energia residua e la utilizzò per
sforzarsi nella concentrazione necessaria alla trasmutazione. Con le
mani che toccavano il cerchio, il ragazzo contrasse i muscoli del volto
e delle braccia ormai di un pericoloso colore grigio/viola
per infondere maggior pressione sul disegno.
L'abbagliante
luce rossa avvolse tutta Xing, prendendo l'ondeggiante forma di una
cupola sprizzante fasci di energia. Il misero contenitore della Pietra
Filosofale si ruppe, permettendole di assumere un aspetto ovale.
Ying, insieme
a Jin e Soo Yang, assisteva estasiata la scena, sentendosi soddisfatta
di come le sue parole avevano scosso l'imperatore. Il quale non si
rendeva conto di quanto fosse capace di governare un paese difficile
come lo era il loro. Aveva migliorato Xing sotto tutti gli aspetti
possibili ed aveva donato a tutti un'occasione di riscatto osando,
sapendo a quanti ostacoli andava incontro, mettendo secoli di
tradizioni in discussione per esaudire i desideri del suo popolo.
L'imperatore
Ling era pronto ad affrontare la morte e la sofferenza per il bene di
Xing.
E
Xing non poteva trovare un sovrano migliore di Ling Yao.
NDA
Un vero parto, questo
capitolo. Vuoi perchè non avevo ispirazione, vuoi che non
vedevo l'ora che quella fastidiosa fiala della Pietra si rompesse (non
chiedetmi il perchè, non lo so nemmeno io), vuoi che mi sto
dedicando anche un po' anche alle altre one-shot che mi urlano di
continuarle imprecando ogni volta che apro la cartella, fatto sta che
ho l'impressione che "Beside You" sta andando di male in peggio.
Demoralizzante, eh?!
Chissà come
fa Laylath (che ringrazio) a leggerla ogni volta. Prometto che
erigerò un monumento in suo onore, un giorno. Magari a Roma,
accanto al Colosseo. XD
A presto! :)
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