Neve.
Neve
ovunque.
Apparenza,in
quel candido manto,di una pace che non c'è.
Come
sulla mia pelle, chiazzata di rosso a causa del freddo.
Non
c'è pace in me,non più,non da anni.
Segni
su di me non ce ne sono, se non quelli che solo io vedo, lasciati lì
dalla mia stessa memoria, moniti perenni ed indelebili.
Affondo
nella neve e nel suo silenzio.
Ma
non c'è silenzio nella mia mente.
C'è
solo il ronzio continuo e confuso dei miei tanti,tanti,troppi
pensieri.
Confusi
fintanto che non riesco a dare loro un senso.
Un
senso che,purtroppo,non mi piace quasi mai.
O
per lo meno non piace al mio cuore.
Sento
anche un vocio,un chiacchiericcio ininterrotto: le voci di chi ho
intorno.
Anche
in questa innegabile solitudine.
Oh,non
mi lamento,io.
Ho
amici,tanti amici.
Tante
persone che mi vogliono bene.
O
così,almeno,credo.
Finché
un giorno,all'improvviso,qualcosa si incrina e cade tutto in pezzi,
come una vetrina antica, sontuosa e splendente,mandata in frantumi
dal tempo e da una mano nemica.
Il
freddo ormai non mi intacca più.
Mi
piace,anzi.
Punge
e mi fa sentire viva.
Mi
fa sentire che ci sono.
Ancora.
Mi
sfrego le braccia e cerco di riscaldarmi.
Col
mio proprio calore.
Perchè
è l'unico a cui posso aspirare.
Ho
smesso ormai di pensarci,di illudermi,di crederci.
Vivo
da sola.
Ma
non è una solitudine reale,la mia.
È
la solitudine di chi ha un'incapacità di individuare gli errori
prima di andarci a sbattere.
Ma,in
fondo,sto bene.
E
non mi posso poi lamentare.
Anche
se so,anche se sento che ci sono ancora tasselli mancanti
e,sopratutto,tasselli fuori posto intorno a me.
Io,in
primis,forse lo sono.
Ma
non so spostarmi dove dovrei e non so incastrarmi,aggiungermi nel
modo giusto.
In
fondo,penso, tante cose belle sono errori,sono sbagli.
Sorrido
al sole,coperto da una vaga nebbiolina,fredda e grigia,triste.
Perfetta.
Il
freddo mi secca le labbra e la gola ma non fa male.
È
bene che non parli, di solito lo faccio anche troppo.
E
sarebbe bene quasi quasi che non respirassi,per vedere se almeno i
polmoni funzionano come devono.
Mi
sento fuori posto,questo lo so.
Per
come sono.
Come
vivo.
Come
penso.
E,sopratutto,forse,come
amo.
O
meglio,per come mi faccio amare.
Perché
pare che sia difficile.
Pare
che sia difficile,per gli altri, imparare come funziono e
rispettarlo.
È
difficile capirmi.
Eppure
a me non sembra di essere così complicata.
Come
il ghiaccio che ho di fronte: una struttura cristallina,trasparente.
Fragile.
Fredda
all'apparenza ma dinamica all'interno.
Pericolosa
se manca la prudenza.
Rara,a
modo suo.
Mi
vado bene così,io.
Ma
non posso vivere solo con me stessa.
Mancanza.
Le
sento,queste piccole mancanze.
Sento
la mancanza di parole,gesti ed affetti che credo di avere ma non ho.
Sento
una voglia antica.
E
sento,so di non poter aver nulla.
Di
essere ancora qui,da sola, fredda in mezzo alla neve, madre
primigenia di quel freddo a cui, a volte, mi sembra di appartenere.
Ma
io,da qualche parte,dentro di me,lo so che non è così.
È
tutto dentro,questo calore che non esce e che non riesco,forse
voglio, ad esprimere.
È
più fragile,il calore.
Si
intacca più facilmente.
Meglio
il freddo: al cuore si arriva più difficilmente.
Perchè
col calore sono solo stata in grado di farmi prendere in giro.
Di
farmi ferire.
Di
farmi sottomettere.
E
di deludere.
Me
stessa e chi mi sta intorno.
Imperativi
che partono dal mio cervello ma non arrivano mai al cuore, il
distretto che,lo so, alla fine, mi comanda,anche se cerco di
nasconderlo.
Non
pensare,agisci.
Non
amare,fatti amare.
Non
essere te stessa e cambia quel che ti rende debole.
Già,peccato
che non funzioni proprio così.
Il
sole è sparito: adesso nevica di nuovo.
I
fiocchi di neve cadono,tanti,tantissimi e si infrangono sulla mia
pelle.
E
spariscono.
Come
hanno fatto tante persone.
Sono
arrivate abbastanza vicine da toccarmi,toccarmi davvero.
E
poi sono sparite,in un attimo, dissolte nelle acque del tempo,nei
suoi gorghi, irriconoscibili e lontane.
Qualcuno,in
fondo,lo spero ancora,però, resta e resterà.
Resta
impigliato nella mia rete,nell'improbabile rete dei miei pensieri
e,non so come mai,non se ne va.
Come
i fiocchi di neve nei miei capelli: quelli restano più a lungo.
Ogni
volta,lo stesso errore.
Anche
se sembra così diverso,non lo è mai.
O
almeno,aspetto qualcosa o qualcuno che me lo dimostri.
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