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Autore: Caris    30/06/2013    1 recensioni
Io.
Neve.
Riflessioni in bianco.
Malinconia e dolcezza.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Neve.

Neve ovunque.

Apparenza,in quel candido manto,di una pace che non c'è.

Come sulla mia pelle, chiazzata di rosso a causa del freddo.

Non c'è pace in me,non più,non da anni.

Segni su di me non ce ne sono, se non quelli che solo io vedo, lasciati lì dalla mia stessa memoria, moniti perenni ed indelebili.

Affondo nella neve e nel suo silenzio.

Ma non c'è silenzio nella mia mente.

C'è solo il ronzio continuo e confuso dei miei tanti,tanti,troppi pensieri.

Confusi fintanto che non riesco a dare loro un senso.

Un senso che,purtroppo,non mi piace quasi mai.

O per lo meno non piace al mio cuore.

Sento anche un vocio,un chiacchiericcio ininterrotto: le voci di chi ho intorno.

Anche in questa innegabile solitudine.

Oh,non mi lamento,io.

Ho amici,tanti amici.

Tante persone che mi vogliono bene.

O così,almeno,credo.

Finché un giorno,all'improvviso,qualcosa si incrina e cade tutto in pezzi, come una vetrina antica, sontuosa e splendente,mandata in frantumi dal tempo e da una mano nemica.

Il freddo ormai non mi intacca più.

Mi piace,anzi.

Punge e mi fa sentire viva.

Mi fa sentire che ci sono.

Ancora.

Mi sfrego le braccia e cerco di riscaldarmi.

Col mio proprio calore.

Perchè è l'unico a cui posso aspirare.

Ho smesso ormai di pensarci,di illudermi,di crederci.

Vivo da sola.

Ma non è una solitudine reale,la mia.

È la solitudine di chi ha un'incapacità di individuare gli errori prima di andarci a sbattere.

Ma,in fondo,sto bene.

E non mi posso poi lamentare.

Anche se so,anche se sento che ci sono ancora tasselli mancanti e,sopratutto,tasselli fuori posto intorno a me.

Io,in primis,forse lo sono.

Ma non so spostarmi dove dovrei e non so incastrarmi,aggiungermi nel modo giusto.

In fondo,penso, tante cose belle sono errori,sono sbagli.

Sorrido al sole,coperto da una vaga nebbiolina,fredda e grigia,triste.

Perfetta.

Il freddo mi secca le labbra e la gola ma non fa male.

È bene che non parli, di solito lo faccio anche troppo.

E sarebbe bene quasi quasi che non respirassi,per vedere se almeno i polmoni funzionano come devono.

Mi sento fuori posto,questo lo so.

Per come sono.

Come vivo.

Come penso.

E,sopratutto,forse,come amo.

O meglio,per come mi faccio amare.

Perché pare che sia difficile.

Pare che sia difficile,per gli altri, imparare come funziono e rispettarlo.

È difficile capirmi.

Eppure a me non sembra di essere così complicata.

Come il ghiaccio che ho di fronte: una struttura cristallina,trasparente.

Fragile.

Fredda all'apparenza ma dinamica all'interno.

Pericolosa se manca la prudenza.

Rara,a modo suo.

Mi vado bene così,io.

Ma non posso vivere solo con me stessa.

Mancanza.

Le sento,queste piccole mancanze.

Sento la mancanza di parole,gesti ed affetti che credo di avere ma non ho.

Sento una voglia antica.

E sento,so di non poter aver nulla.

Di essere ancora qui,da sola, fredda in mezzo alla neve, madre primigenia di quel freddo a cui, a volte, mi sembra di appartenere.

Ma io,da qualche parte,dentro di me,lo so che non è così.

È tutto dentro,questo calore che non esce e che non riesco,forse voglio, ad esprimere.

È più fragile,il calore.

Si intacca più facilmente.

Meglio il freddo: al cuore si arriva più difficilmente.

Perchè col calore sono solo stata in grado di farmi prendere in giro.

Di farmi ferire.

Di farmi sottomettere.

E di deludere.

Me stessa e chi mi sta intorno.

Imperativi che partono dal mio cervello ma non arrivano mai al cuore, il distretto che,lo so, alla fine, mi comanda,anche se cerco di nasconderlo.

Non pensare,agisci.

Non amare,fatti amare.

Non essere te stessa e cambia quel che ti rende debole.

Già,peccato che non funzioni proprio così.

Il sole è sparito: adesso nevica di nuovo.

I fiocchi di neve cadono,tanti,tantissimi e si infrangono sulla mia pelle.

E spariscono.

Come hanno fatto tante persone.

Sono arrivate abbastanza vicine da toccarmi,toccarmi davvero.

E poi sono sparite,in un attimo, dissolte nelle acque del tempo,nei suoi gorghi, irriconoscibili e lontane.

Qualcuno,in fondo,lo spero ancora,però, resta e resterà.

Resta impigliato nella mia rete,nell'improbabile rete dei miei pensieri e,non so come mai,non se ne va.

Come i fiocchi di neve nei miei capelli: quelli restano più a lungo.

Ogni volta,lo stesso errore.

Anche se sembra così diverso,non lo è mai.

O almeno,aspetto qualcosa o qualcuno che me lo dimostri.



  
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