Percy Weasley si era
svegliato con il piede sbagliato – o, a essere precisi, aveva
passato la notte su quel piede sbagliato.
Aveva sempre
immaginato il suo come un matrimonio tradizionale: nozze prima dei
trent’anni, concepimento del primo figlio durante la luna di
miele e appartamento accanto all’entrata del Ministero della
Magia, finché la nascita del secondogenito non avrebbe
obbligato lui e la sua arguta moglie – della bellezza non gli
era mai importato molto, in fondo – ad acquistare una casa
più grande. Da cinque mesi e mezzo, tuttavia, aveva scoperto
che avrebbe volentieri barattato il suo matrimonio tradizionale per
un po’ di riposo.
Audrey era diventata
insostenibile durante la gravidanza e, sebbene l’amasse
moltissimo, Percy cercava di convincere il suo capo ad affidargli tutti
i turni extra disponibili.
«Dovresti
passare del tempo con tua moglie» gli aveva però
risposto Kingsley Shacklebolt, Ministro della Magia. «Arthur
mi ha detto che ha già avuto minacce.»
“Minacce”,
ecco come le chiamava Audrey, sostenuta dalla premurosa suocera in
quella battaglia per il benessere del suo bambino;
“preoccupazioni futili”, ecco le parole esatte del
ginecologo. Ma, stretto tra sua moglie e Molly Weasley, Percy non aveva
potuto fare altro che acconsentire a ogni assurda richiesta di Audrey.
«Voglio un
procione.»
Bill gli aveva
raccontato che Fleur, durante la gravidanza di Victoire, aveva avuto
voglia di succo di zucca, mentre Molly aveva insistito,
portando nel grembo uno – o due – alla volta i
sette figli, per avere sempre a disposizione una Cioccorana; Audrey,
però, non aveva voglia di cibo, ma di procioni.
La dichiarazione
d’amore per quegli animali dal pelo corto era arrivata
proprio quella notte, nella penombra della loro stanza da letto, ed era
stata accompagnata da un’eloquente carezza al pancione. Percy
aveva cercato di far ragionare Audrey, ma inutilmente: sua moglie
voleva un procione e un procione avrebbe avuto.
“E ora dove
glielo vado a prendere?”
Senza contare che un
animale del genere probabilmente avrebbe avuto bisogno di attente cure
– Percy non era neanche sicuro che fosse legale tenerne uno
in casa. Già immaginava, però, le parole di sua
madre: «Beh, se vuole un procione, non capisco quale sia il
problema. Regalaglielo uno, no? La salute di tua moglie e del bambino
è importante!»
Giunto al Ministero,
Percy si lasciò cadere sulla sedia del suo ufficio,
sollevato di fronte all’alta pila di scartoffie da sistemare:
perlomeno per qualche ora avrebbe pensato ad altro. Era arrivato alla
terza lettera quando una ricevuta attirò la sua attenzione.
La
Luna Piena.
Aggrottò la
fronte, confuso; avrebbe giurato che si trattasse di un conto del
Ministro, se solo non avesse letto il proprio nome in cima alla
ricevuta. Guardò meglio.
30
galeoni, 4 falci e 10 zellini.
Sussultò e
cadde dalla sedia. Non ebbe bisogno di cercare indizi, intuiva quale
mente – quali menti fossero nascoste dietro quello scherzo.
E, per la prima volta
in cinque mesi e mezzo, non rimpianse di aver sposato una donna che
desiderava ardentemente un procione.
E dopo... ehm... svariati mesi, eccoci qui a pubblicare l'epilogo della
nostra round robin! Epilogo scritto in occasione dei Prompt Days
indetti dal forum Pseudopilis
Yard (amministrato da Elos
e dalle qui presenti), con il prompt "procione", ovviamente.
Ringraziamo tutti coloro che ci hanno seguite/ricordate/recensite
(purtroppo senza risposta, sigh, perché siamo culopese) e vi
mandiamo tanti baciotti con l'indirizzo di Percy, così se
volete inviargli qualche conto da pagare ci pensa lui! Per leggere le
altre storie su questi personaggi, potete trovarle qui
e qui.
Grazie ancora per averci lette :3 Ne terremo conto quando con la nostra
casata annienteremo tutte le altre casate tranne le vostre ^^
Au revoir!
Fera e Med
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