Cap.
6:
Quell’idiota di mio fratello
Era appena terminato il banchetto che
festeggiava Thor come
nuovo sovrano di Asgard, e il padre l’aveva già
diseredato. Sì, perché nel
momento in cui il biondo e la sua allegra combriccola si ubriacavano a
spese di
Odino, un gruppo di serial killer di Jotunheim aveva penetrato le difese
ferree
del palazzo di Asgard per rubare la “sfera del
potere”, o qualcosa di simile.
Odino camminava avanti e indietro
nell’antro buio e
umidiccio dei sotterranei che, eludendo ogni sorta di difesa, i nemici
avevano
raggiunto probabilmente solo per far capire quanto fossero futili i
tentativi
di quei fessacchiotti di Asgard di difendersi. Difatti i due inviati da
Jotunheim erano morti, e tutto sommato a Odino questo bastava per
accantonare la
faccenda.
Ma a Thor no.
Mentre imprecava come una zitella
isterica, il primogenito
si stava già dando da fare per organizzare una spedizione
verso il mondo
nemico, con la sola intenzione di polverizzarlo.
- … e ci porteremo dei
super cannoni “sparapalle di
fuoco”!Ptium! Ptium! – ripeteva gesticolando in
modo alquanto ossessivo verso
un servitore che era lì per caso, e prendeva nota in un
post-it di tutte le
cavolate che sparava.
Odino sospirò rassegnato,
ancora un po’ tocco per
l’eccessiva euforia della festa.
- Thor, figliolo, non credi che
… -
- Silenzio, vecchio! Come nuovo re di
Asgard … -
Odino rimase fermo al suo posto per
un istante.
“Vecchio?”
Nessuno si era mai permesso di
chiamarlo in quel modo, tanto
meno quella mezza calzetta del suo quasi ex figlio! Come osava? Gli
aveva
rubato il lavoro, gli avrebbe scippato anche
l’eredità e ora, ora che non aveva
più nulla di interessante di cui potersi appropriare, era
diventato … vecchio?
Il volto di Odino si
rabbuiò, divenendo improvvisamente più
minaccioso, ma Thor, troppo occupato a dare ordini a gente a caso, non
se ne
accorse nemmeno.
L’unico che ci fece caso fu
Loki, entrato nella stanza in
quel momento attratto dagli strilli isterici del fratello. Il
secondogenito
(adottato) riuscì a percepire l’aria pesante anche
nella penombra della stanza,
e fece per precauzione qualche passo indietro, per avere la porta a
tiro di
ritirata, in casi estremi.
Odino si schiarì la voce.
- Thor … -
- Insomma, cosa
c’è?- La risposta seccata del figlio
riuscì
ad ottenere l’effetto più ovvio, anche se non
proprio desiderato.
“Adesso comincia lo
spettacolo” Pensò Loki, appiattendosi
verso la porta per non farsi vedere e non essere messo in mezzo alla
discussione.
Il seguito venne messo a conoscenza
di tutti gli abitanti di
Asgard, non tanto perché la notizia arrivò
velocemente alle orecchie di tutti,
piuttosto la causa fu lo stesso Odino che, tra l’ebbrezza
della festa e la
voglia di prendere il figlio a calci, non riuscì a
trattenersi ed esternò i
suoi sentimenti urlando direttamente in faccia a Thor che lui era
un’idiota,
che l’avrebbe sbattuto fuori casa al primo accenno di
ostilità verso gli altri
mondi e che l’avrebbe mandato a fare il lavavetri
perché dell’eredità non gli
lasciava un centesimo.
Inoltre quei soldi sarebbero andati
in beneficenza al
“Ritrovo dello gnomo abbandonato”, in quanto,
sempre a detta di Odino, persino
un formichiere con l’artrite sarebbe stato più
utile del figlio.
Soddisfatto della scenata, a Odino
non restava che osservare
la reazione di Thor che …
Non arrivò. Come un
bambino mise il broncio e uscì dai
sotterranei commentando quanto Odino fosse stato cattivo.
Loki rimase traumatizzato quanto il
padre dalla figura da
idiota che aveva fatto il fratello, tuttavia la questione gli
suggerì l’idea
giusta per potersi riprendere il trono di Asgard. Uscì dalla
stanza anche lui,
lasciando il padre a ponderare sui suoi errori di genitore, e si
sfregò le mani
con malvagità, riflettendo su tutta la sua figaggine.
Trovò il fratello nella
sala del banchetto, semi distrutta,
con la sua allegra combriccola che, infischiandosene di tutto, stava
solo
scroccando altro cibo.
- Ehm … Thor … -
Quest’ultimo, raggomitolato
in un angolo della parete, non
si degnò nemmeno di dare segni di vita.
- Bè .. volevo dirti che
sono d’accordo con te. Cioè, questo
affronto non deve restare impunito, e anche se nostro padre non sarebbe
d’accordo … cioè, tecnicamente il
nuovo re sei tu, quindi … potresti organizzare un attacco a
Jotunheim.-
Concluso il discorso Loki
alzò lo sguardo verso Thor, e
quello che vide fu l’espressione sorridente del fratello
guardarlo con
entusiasmo, mentre gli occhi gli brillavano dalla felicità.
Loki si allontanò con
discrezione.
- Lo pensi davvero?-
Domandò Thor trepidante, mentre metteva
già mano all’impugnatura del suo martello.
- Ehm … s-sì
… -
Senza farselo ripetere, Thor si
alzò di scatto e con
entusiasmo raccattò tutti i membri della sua allegra
comitiva annunciando che
Jotunheim li aspettava. Ovviamente nessuno si rese conto della
gravità di quello
che stava dicendo, e, esattamente due minuti dopo si trovavano
già davanti al
portale.
Arrivati al portale Thor
cercò di abbindolare il custode per
eludere la sua sorveglianza e, quando gli disse che aveva le scarpe
sgonfie,
alche l’imperturbabile guardia si distrasse; ora si poteva
anche spiegare come
avessero fatto i nemici a penetrare con tanta facilità nel
castello, nonostante
“l’efficienza” dei sistemi di sicurezza.
Chissà se anche loro
avevano usato il metodo della scarpe
sgonfie.
Infine, nonostante la partenza
gagliarda, la spedizione fu,
come era ovvio, un’immane disastro. L’allegra
combriccola fu subito scovata,
anche perché non si erano nemmeno dati la pena di
nascondersi, e se non fosse
stato per Odino ora loro sarebbero ridotti a degli insaccati. Tutti
tranne
Loki, che ovviamente aveva spifferato al padre (adottivo) tutta la
faccenda.
Tuttavia il suo piano di conquista
del potere non andò
comunque a buon fine, e il martello rimase a quell’idiota di
Thor, ma a Loki
importava relativamente.
Aveva sempre saputo di essere un
genio del male, e ne aveva
dato un’ennesima prova.
Camminò gagliardo per i
giardini tessendo le proprie lodi
per l’intera giornata, mentre la sua autostima raggiungeva il
culmine massimo.
Non riuscì a deprimersi nemmeno quando scivolò su
una buccia di banana e
dovette interrompere la sua risata malvagia, perché ormai
sapeva che un giorno
avrebbe conquistato il potere.
… Forse.
Non appena fosse riuscito a
dimostrare che non apparteneva
ad una famiglia di troll.
……………………………….
Nda:
Buondì,
sono
la senpai! È mia ferrea convinzione che il livello dei miei
capitoli cali dal
secondo in poi, quindi non mi aspetto un risultato comico come quelli
raggiunti
in precedenza, ma sono abbastanza soddisfatta di questa prima ff su
Thor. Con
l’augurio di avervi fatti divertire almeno un po’,
ringrazio tutti coloro che
hanno apprezzato la mia storia e, senza dilungarmi oltre, vado a vedere
i
cartoni animati!
Buon
viaggio a vederci! ; )
Chocolate_senpai
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