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-2 alla fine, ovvero questo è il terz'ultimo chap della storia, in
strettissima connessione col precedente e col seguente.
Vi
è anche una piccola, voluta forzatura, forse i più attenti se ne
accorgeranno...
Dovuto
ringraziamento a : eurogiorgio, enricop, DarkSirius, Pietro90 e Caillean
PS:
rinnovo l'invito a chiedermi qualsiasi cosa non sia chiara dal punto di vista
scientifico.
Buona
lettura!
COLLASSO
“… Col termine denaturazione
si indica quel processo di trasformazione di un acido nucleico o una proteina,
da una forma fisiologica ad una inattiva, nel caso del DNA…”
H. Lodish “Molecular Biology of Cell”
<< Ha gli occhi aperti
>> Harry era ancora chinato sul corpo di Ron.
<< Harry, dobbiamo andare
>> implorò Hermione.
<< Guarda Hermione, non si
chiudono…gli occhi, si muore con gli occhi aperti >>.
Ma ormai non c’era molto da
fare, i pochi soldati Babbani ancora in grado di reggersi in piedi si andavano
rapidamente arrendendo.
In mancanza di un comandante
Hermione prese in mano la situazione.
<< Curate i curabili,
cancellate la memoria ai superstiti e rispediteli a casa >> <<
Robert >> chiamò, << dov’è Robert Wise >>.
<< E’ sceso di sotto con
due, tre ragazzi >> rispose un’auror, << circa dieci minuti fa
>>.
<< Dannazione >>
esclamò Hermione, << prendi dieci uomini e raggiungilo >>.
<< Si, signora >>.
<< Ad essere onesto
>> si intromise una voce arrogante, << anche il dottor Chin è
scomparso, ma come vedete io sono rimasto >>.
<< E lei chi diavolo
sarebbe? >> chiese Hermione all’uomo.
<< Il mio nome è George
Burt signora e sono qui per servirla >>.
Devo fare presto!
Fabian entro come un tornado nel
laboratorio di Chin.
Bassissimo
tasso di mutazione eh? Pensava intanto, e bravo Edward, pensi sempre a
tutto.
Raggiunse il terminale del
professore e si mise a digitare freneticamente sulla tastiera.
<< Eccoti qua >>
disse a un certo punto.
-
INSERIRE PASSOWORD
<<
Dannazione >> ruggì Fabian, << OK, con calma >>.
-
NOBEL, scrisse.
-
PAROLA NON VALIDA
<<
Cazzo >>
Robert Wise doveva trovare suo
fratello, e lo doveva fare prima degli altri.
<< Signor Wise >>
bisbigliò uno dei due ragazzi che l’avevano accompagnato, << Qui inizia
un altro livello, forse è meglio aspettare rinforzi >>.
Robert Andrew Wise,
spezzaincantesimi capo della Gringott si girò lentamente a osservare le due
reclute tremanti di paura che si era portato in avanscoperta.
Sono poco più che bambini, pensò.
<< Ottima idea soldato
>> disse, << voi aspettate qui rinforzi, io mi spingo un po’ più
avanti >> e senza aspettare risposta iniziò a scendere le lunghe scale.
LABORATORI, diceva un cartello
con un’esplicita freccia verso il basso.
Robert tirò un respiro di
sollievo.
Fabian era snervato, aveva
provato ogni combinazione possibile dalla data di nascita di Chin,scritta in
ogni modo, a tutti i nomi dei suoi titoli, a tutte le sue scoperte…e niente,
lo schermo continuava a mostrare quel dannatissimo PAROLA NON VALIDA.
<< Pensa Fabian, pensa
>>
INTERMEZZO 6
<< Sai chi è stato il più grande scienziato
della storia, Fabian? >>.
<< No Professor Chin, ma immagino che si
aspetti un “ Ma è stato lei professore!” >>.
<< Indubbiamente >> riprese Chin,
<< sarebbe stata una risposta plausibile, ma a mio modesto parere la
risposta è un'altra >>.
Fabian restò in silenzio.
<< Guardi quel quadro, dottor Wise >>.
Fabian volse la testa verso il dipinto, l’immagine
mostrava un’aquila che dilaniava le viscere di un uomo incatenato ad una
sporgenza…
<< Esatto, Dottor Wise, il più grande
scienziato fu il primo uomo a non temere il fuoco, a non temere l’ignoto ed a
sfruttarne le potenzialità >>.
<< Prometeo >> mormorò Fabian davanti allo
schermo.
-
PAROLA VALIDA. ACCESSO CONSENTITO.
Fabian diede il comando di
stampa.
Il rumore della stampante
proveniva da dietro la porta.
<< Ahlomora >>
sussurrò Robert.
Nella fioca luce del
laboratorio, intento a raccogliere i fogli che uscivano rapidamente da una
stampante, c’era una figura alta e imponente. Già dalla sua posizione, si
potevano scorgere la barba incolta e i capelli arruffati. Robert non poté
trattenere un sorriso di nostalgia mentre guardava suo fratello.
<< Fabian >> chiamò
a voce alta.
L’uomo si girò di scatto
portando mano alla pistola.
<< Io non lo farei
>> disse il fratello alzando la bachetta.
<< Tu che vuoi? >>
chiese arcigno Fabian.
<< Voglio che ti fermi
Fabian, questa storia è andata avanti troppo a lungo >>.
<< E se non ti ascoltassi?
>>.
<< Sarei costretto a
schiantarti e ti ritroveresti ad Azkaban in attesa di un processo che quasi
sicuramente si concludere con una condanna a cancellazione sommaria di tutti i
tuoi ricordi su di noi, senza andare troppo per il sottile, se hai capito che
intendo, il tuo cervello potrebbe uscirne danneggiato >>.
<< Invece che proponi?
>> fece Fabian.
<< Una cancellazione
mirata delle tue scoperte scientifiche su di noi, la tua vita continuerebbe
normale e non avresti il minimo danno al cervello. Sono sicuro che si potrebbe
ottenere se ti arrendessi adesso spontaneamente >>.
<< Le scoperte potrei
rifarle >>.
<< Non credo >>
rispose Robert, << adesso ti conosciamo, saremmo molto più attenti
>>.
Fabian non rispose.
<< Allora? >>.
<< Allora abbassa la
bacchetta se non vuoi un proiettile nella nuca >> disse una gelida voce di
donne da dietro le spalle del minore dei fratelli.
<< Va via, Elizabeth
>> disse Fabian.
<< Uno tu non mi dai
ordini >> rispose la donna, << e due io questo l’ammazzo >>.
Robert non sapeva che fare, era
stato imprudente e ora Fabian rischiava di scappare.
<< Parliamone prima
>> disse per guadagnare tempo.
<< Niente giochetti signor
mago, se non butti subito la bacchetta verso Fabian, sei un uomo morto, conterò
fino a tre >>.
<< Uno >>.
Robert non si mosse.
<< Due >>.
Una goccia di sudore gli cadde
dal viso.
<< Tre >>
Robert buttò la bacchetta al
fratello.
<< Bene >> disse
Fabian prendendo fogli, bacchetta e pistola, << possiamo andare >>.
<< Grazie signor mago, è
stato un piacere >> disse sorridente Elizabeth raggiungendo Fabian verso
la porticina sul retro, uscendo e chiudendosela dietro.
Robert aveva il volto terreo,
perché l’unica cosa che la donna stringeva in mano, erano le chiavi di una
macchina.
<< Allora >> iniziò
Hermione nella sala interrogatori,
<< Cosa ha da offrirci >>.
<< Innanzitutto >>
rispose Burt, << vediamo cosa vi ho già offerto >> << Per
prima cosa vi ho riferito delle scoperte di Wise. Poi vi ho detto dove si
trovava e ultima cosa vi ho fornito i dettagli dell’operazione medusa che
partirà tra meno di sei ore se non mi darete ciò che voglio >>.
<< Deve aver parlato con
qualcun’ altro, mi ridica in breve in che consiste questa operazione >>.
Fece la ragazza.
<< Vede >> iniziò
l’uomo con un sorriso rilassato, << quando Wise e Chin mi riferirono
delle concrete possibilità di creare un virus anti-mago se così si può dire,
il segretario di sicurezza di stato decise di far scattare l’operazione
medusa, ovvero nel caso di danno alle infrastrutture dell’edificio dove era
contenuto il virus, dai terminali del laboratorio sarebbero partite e-mail a
tutti i centri di intelligence del mondo con la formula e le istruzioni per
ricreare un altro virus analogo. Era una specie di assicurazione. Ora la
particolarità stava nel fatto che le e-mail vengono “conservate”, mi
perdoni il gergo poco tecnico, ma non sono un ingegnere informatico, dicevo
vengono conservate in un nodo della rete per otto ore, di cui due già trascorse
>>.
<< Scommetto >>fece
Hermione, << che ha lei la chiave per disattivare la fase finale della
spedizione >>.
<< Esatto mia cara, vede
è stato creato da un equipe di psicologi uno speciale gioco logico che solo il
mio cervello può risolvere in meno di un ora >>.
<< Potremmo obbligarla
>> disse la ragazza con un sorriso maligno.
<< Non parlerò sotto
tortura, mentre se vorrete farmi qualche magia di imposizione della volontà,
sappiate che mi sono sottoposto a infinite sedute di ipnosi, proprio per un
momento del genere. Non saprò risolvere il gioco senza tutte le mie facoltà,
ma potete tentare se volete >>.
<< Tenteremo >>
rispose Hermione, << IMPERIO >>.
<< Sei stata eccezionale
prima >>.
Fabian ed Elizabeth si
allontanavano velocemente in macchina dal laboratorio, la costa atlantica faceva
da panorama a questa sorta di fuga a mezzanotte.
<< Grazie >> rispose
la donna, ma tremava visibilmente. Lo shock ora iniziava a farsi sentire.
<< Tu stai male >>,
disse Fabian portando la macchina in un’isolata stradina laterale, nascosta
tra le scogliere.
<< Ho freddo >>disse
lei, ora tremava come una foglia,<< e…e
paura >> le lacrime iniziarono a rigargli il volto.
<< Ehi >> Fabian la
prese dolcemente tra le braccia, asciugandole le lacrime con il polsino della
camicia, << andrà tutto bene >> disse. Ora i loro visi erano
vicinissimi.
Fu un bacio lungo e tenerissimo.
Quando finalmente si staccarono,
lei alzò lo sguardo verso il suo.
<< Va meglio? >>
chiese Fabian.
<< Spegni il quadro
>> rispose Elizabeth con un sorriso.
Fabian girò le chiavi verso
sinistra, mentre l’oscurità li avvolgeva.
SAN MUNGO Ore 3,00 AM
<< Harry, ci sono i
Weasley >>.
Harry si scosse dai pensieri che
lo attanagliavano, aveva temuto quel momento, ma sapeva anche che era
inevitabile.
Salì a capo chino le scale che
portavano dall’obitorio alla sala accettazione.
Ecco la famiglia che unica tra
tutte, lo aveva accolto come un figlio, senza considerarlo inferiore, come tra i
babbani, o comunque diverso.
La signora Weasley e Charlie
erano gli unici membri della famiglia in piedi, tutti gli altri erano seduti su
lunghe panche subito dietro.
Ginny, la piccola Ginny aveva il
volto nascosto sulla spalla del padre.
Bill stringeva al petto un
distrutto Percy, mentre i gemelli un po’ in disparte avevano la testa
appoggiata al muro e fissavano il soffitto senza vederlo.
Dirigendosi verso di loro, Harry
pensò che avrebbe voluto essere ovunque tranne che in quella squallida stanza
d’ospedale.
<< Harry! >> gridò
la sigora Weasley quando finalmente lo vide, << Harry ti prego, dimmi che
non è vero >>.
<< Mi dispiace Molly
>> disse semplicemente il ragazzo.
<< No >>, la signora
Weasley lo abbracciò piangendo disperatamente.
Harry le diede qualche colpetto
sulle spalle, il viso della poveretta arrivava a stento al suo sterno.
<< Mi dispiace >>
disse ancora, << mi dispiace >>.
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