“Quindi
hai vissuto con
lui per tutto questo tempo?”
“si,
da quando avevo
17anni circa, sono sempre stato una persona molto passionale. Quando
mi metto in testa una cosa, nessuno riesce a farmi cambiare
idea.”
“e
tua madre? Mi hai
detto della sua personalità molto apprensiva...come l'ha
presa?”
“mah,
inizialmente era
disperata. Ero pur sempre il suo piccolo e stupido figlio che ha
deciso di scappare di casa con un uomo più grande di lui
di...20
anni...”
“in
effetti è troppo a
quell'età”
“lo
so, mia madre si è
colpevolizzata per un luongo periodo di tempo. Si dava la colpa per
tutto, anche per il non avermi dato un padre. Imputava a questo la
mia voglia di stare con un uomo più adulto.”
“non
pensi che sia un
motivo valido? Psicologicamente parlando, intendo...”
“non
ne capisco molto
di psicologia, ma sono sicuro di non voler fare certe cose con mio
padre... mi piacciono gli uomini più grandi, tutto
qui”
“noi
abbiamo solo 10
anni di differenza, dopotutto.”
“non
sono molti”
“vuol
dire che mi
lascerai alla prima occasione? Non dirmi che devo temere ogni volta
che passiamo accanto ad uno ospizio...”
“scemo...”
Qualche
risatina ed un
cuscino volante, pigramente lanciato dall'inquisito all'inquisitore,
che mangia pezzi di short cake alle fragole direttamente con le mani,
come una piccola scimmia ammaestrata male, dato il trambusto che
combina, tra risate, dita sporche di crema bianca e il cadavere di
una torta innocente spappolata sul suo vassoio di cartoncino bianco
ed il costoso copriletto nero della sua camera.
I loro
vestiti in terra
creano un atmosfera intima e passionale, un quadretto perfetto che
però ancora non si è realizzato del tutto, data
la volontà del suo
piccolo amante di parlare, assecondare ogni suo desiderio, ogni sua
curiosità sulla vita trascorsa fino ad allora.
Minho
non è abituato a
tutto questo, di solito le dinamiche con un uomo sono molto
più
fisiche, senza interazioni di vario genere ma per una volta, non gli
sembra così brutta la prospettiva di udire ancora una volta
la sua
voce, per tanto tempo, rivelando la verità che ha sempre
anelato
sapere.
“come
lo hai
conosciuto?”
“quando
avevo 16 anni
ho partecipato ad un provino per una parte, in un musical. All'epoca
ero molto pieno di me...”
“più
di ora?”
“...ora
sembro un
tenero agnellino in confronto. Pensa che questa compagnia era
già
piuttosto affermata e cercavano un ballerino per la parte di
Mercuzio, in Romeno e Giulietta...lui era uno dei giudici”
“quindi
hai sedotto uno
dei giudici per una parte?”
“non
fare mai una cosa
del genere, che ti salta in mente? Sono una persona seria nel
lavoro...quella parte non è mai stata mia, ovviamente. In
compenso,
però, mi ha fermato dietro le quinte, dicendomi che
conosceva una
compagnia emergente e che il regista era un suo amico, mi avrebbe
raccomandato a lui, se fossi stato interessato.”
“e
tu lo eri, giusto?”
“è
sempre stato il mio
sogno, quindi ho accettato. La settimana dopo mi ha portato in un
piccolo teatro di periferia a conoscere quella che poi è
diventata
la mia attuale compagnia...e la stessa sera, sotto casa, mi ha fatto
promettere di andare a cena con lui, dandomi un bacio
mozzafiato”
“...si
meriterebbe il
carcere...”
“
si...si, lo so...ma
all'epoca era una cosa strana, nessun ragazzo della mia età
avrebbe
mai pensato di essere così diretto. L'ho apprezzato. Poi era
tutto
così strano, lui non temeva il giudizio degli altri e mi
accompagnava in ogni posto che volevo, mi portava ai grandi
magazzini, ai ristoranti di lusso, a vedere spettacoli teatrali e
conoscere gli attori, i primi ballerini...era il mio sogno. Mentre i
ragazzi della mia età si scandalizzavano anche a scambiarsi
un bacio
con me quando i loro genitori stavano al piano inferiore, era un
altro mondo...ed io avevo fretta di crescere.”
“così
hai deciso di
vivere con lui?”
“è
successo, casa sua
era immensa e vicino la scuola di danza. Poi sai come vanno certe
cose, no? Se uno dei due ha un lavoro fisso è impossibile
vedersi,
così abbiamo approfittato di questa scusa per passare del
tempo
insieme. È durata, tra alti e bassi, circa quattro
anni.”
“e
poi?”
“poi
ha trovato un
ragazzo migliore di me, pare. Al suo stesso livello sociale o
stronzate simili, fatto sta che mi ha buttato fuori di casa, senza
pensarci due volte. Per questo motivo avevo bisogno di soldi e ti ho
sfruttato. Ma sto già racimolando la somma per
restituirtela.”
“non
c'è bisogno,
pensavo lo avessi capito...”
“no,
non mi piace avere
debiti con il ragazzo che mi porto a letto, voglio essere
indipendente. Poi è squallido dare un prezzo a qualcosa che
ti fa
stare bene. Ho la mente semplice e solidi valori morali, cosa
credi?”
Il
sorrisino morbido e delicato dipintosi sul suo volto sembra quasi
prendersi a cazzotti con lo sguardo tagliente che sfavilla, le sue
iridi profonde come le sabbie mobili irretiscono Minho, la quale si
farebbe sprofondare senza opporre resistenza in quell'abisso di
incertezze. Abbandonate ogni speranza oh voi che entrate, recitavano
in un libro letto tantissimo tempo prima, e lui lo fa, abbandonando
la speranza di poter anche non soffrire per una volta. Certo che da
quell'angelo dalla perfetta curva vertebrale e dal sedere tornito e
sodo si farebbe straziare l'anima.
“e
tu invece? Mi sei
sembrato il classico stronzo a cui tutto è dovuto...beh,
solo a
primo impatto, al bancone...”
“è
proprio vero, sono
uno stronzo! La prima impressione solitamente è quella
veritiera. E
ti dirò di più, sono il peggiore degli
stronzi...”
“quindi
sei il classico
bocconcino tanto ambito dalle donne?”
“si...ma
sono anche il
classico esemplare di stronzo che viene lasciato dalle donne. A volte
temo di aver perso tutto il mio fascino, non riesco più a
tenermele
strette come una volta...”
“hanno
mai cercato di
cambiarti?”
“l'ultima...l'ultima
si, e c'era quasi riuscita. Avevo intenzione di chiederle di
sposarmi, di costruire una famiglia con lei, le avrei anche dato un
bambino, se avesse voluto, solo per farla felice. Invece niente, mi
ha lasciato comunque e mi ha spiegato le motivazioni tramite
telefono”
“non
è stato un modo
delicato per farlo...”
“non
è stata delicata
neanche a farsi mettere incinta da un altro, mentre aveva una
relazione con me. La sera in cui ti ho conosciuto avevo rotto con
lei, mi aveva mandato una semplice email al cellulare, stavo andando
a trovarla per parlarle, sarei stato disposto pure a mettere da parte
il mio orgoglio, ma l'auto mi ha impedito di non essere fedele a me
stesso.”
“beh...non
ti è andata
così male, no? Hai conosciuto me...non so se mi spiego. Sono
un
bravo ragazzo, non voglio cambiare le persone, non posso avere figli
anche volendo, non so fare ricatti morali con le lacrime, al massimo
posso rifiutarmi di farti qualche pratica sessuale, ma non sono bravo
neanche in quello, perché cedo più che
volentieri...e non ridere di
me, sono pur sempre un uomo”.
“già...già.
In fin
dei conti non è andata poi così male. Anche se
non ti conviene
rivelarmi i tuoi punti deboli, saprei sfruttarli a mio
favore”.
Le mani
sapienti e agili del piccoletto cercano di fermare quelle grandi e
forti dello stronzo di prima categoria, che si avventano su di lui
con la ferocia della tigre tanto decantata da William Blake.
Quel
paragone lo ha fatto
Taemin qualche notte prima notando i suoi occhi pieni di passione
mentre si muoveva sopra il suo bacino, come una piccola amazzone
armata di intenzioni belliche e la possibilità di domare una
bestia
insaziabile. Ha adorato il suo modo sensuale di esporre la poesia tra i
tremolii della voce ed il ritmo incalzante dell'amplesso, stare
con un ballerino ha dei risvolti positivi. Chi ama l'arte, in ogni
sfaccettatura, sicuramente non disdegna la lettura e Minho si ritrova
ad amare sempre di più quell'efebo ragazzo dagli occhi caldi
come la
terra. Ama quel modo di ridere in modo sguaiato e la sua
passività
degli atteggiamenti. Per quanto si atteggi a belva indomabile, sembra
quasi più un gattino bisognoso d'affetto, un micio pronto a
sfoderare gli artigli velenosi solo per allontanare chi potrebbe
ferirlo.
L'istinto
gli fa dire di
potersi fidare di quel ragazzo più grande di lui e molto
solitario,
si dice sempre che l'amore è fatto da due solitudini che si
incontrano, no? E vuole credergli perché in fondo
è molto più
semplice così, credere alle banalità piuttosto
che scervellarsi.
Taemin vuole crederci ancora, in fin dei conti 21 anni sono veramente
troppo pochi per rinunciare del tutto all'amore e all'idea di essere
felice accanto a qualcuno.
Anche
Minho vuole stargli
vicino, sentire l'odore della sua anima, il profumo del suo sudore
dopo gli allenamenti, sentire il profumo della primavera che
abbandona il suo corpo, piano piano. Gli piacerebbe passare il resto
della vita con un ragazzo della quale impara a scoprire le cose piano
piano, quel suo caratterino piuttosto forte ed orgoglioso lo
stuzzica. Anche solo per sapere il suo nome ha dovuto soffrire almeno
due mesi e...e si rende conto di non riuscire a pensare ad altro
durante la sua intera giornata. Il volto di Taemin e l'incertezza del
poterlo avere con lui o meno gli rode il cervello, come un piccolo
tarlo che corrode ed entra sempre di più all'interno dei
suoi
pensieri, tormentandolo con quei sorrisi, con quelle assenze. Non si
è mai sentito usato da lui, neanche quando gli lasciava una
lauta
ricompensa per le coccole consumate con irruenza e poca carineria.
Le
risate di Taemin
rimbombano nella stanza vuota, da troppo tempo solitaria e fredda, le
pareti sembrano quasi riempirsi di colore, come se le pareti di un
tenue color beige si sciogliessero pian piano mostrando la bellezza
di un paesaggio primaverile nonostante fuori, in realtà, ci
sia una
pioggia torrenziale che cerca di affogare le malefatte del mondo in
un abbraccio freddo e scrosciante. Sorride ancora, da quando conosce
quel ragazzo si sente diverso, riesce a vedere il bicchiere mezzo
pieno anche durante una sbronza collettiva. Lo guarda.
Perderebbe
ore a guardarlo
sorridere in quel modo.
Si
sdraia su di lui,
bloccandolo con le braccia sopra la sua testa, nota le costole
sporgenti su quel corpo bianchissimo come piccoli delfini che salgono
in superficie, le anche sporgono e sbattono contro le sue, sono nudi
e non hanno fatto ancora l'amore, eppure Minho non vorrebbe fare
l'amore con lui abbandonando tutto alle proprie spalle, al momento
vuole tormentarlo dolcemente, fino a farsi dire quello che desidera
da tanto tempo.
“sei
un ragazzino
scapestrato! Immagino di non essere in grado di metterti il
guinzaglio”
“uhmm,
vuoi fare certi
giochini? vecchietto perverso”
“aish...piccolo
impertinente, ora ti punisco” Si
mette a ridere, dimenticandosi gli anni passati in banca dietro
quell'enorme scrivania di mogano, a conteggiare numeri su numeri e
dare un prezzo ad ogni persona, svuotandola di ogni scintilla umana.
Taemin lo sta riempiendo di calore. Lo riempie anche di giochi
stupidi, come se stesse tornando bambino infatti con una mano scura
afferra la restante torta alla panna e fragole, spalmandola sul suo
viso diafano e niveo, scivolando poi verso il basso fino
all'intimità
che non insudicia, per tenere il sesso lontano dai discorsi seri e
profondi. Non che riuscirebbe a pensare al sesso date le urla del
più
piccolo, con l'argento vivo addosso si dibatte sotto di se nel vano
tentativo di liberarsi da quella morsa.
“è
inutile che ti
dimeni tanto, questa è la giusta punizione per esserti preso
gioco
delle mie parole, era l'inizio di una dichiarazione seria, la
mia...voi ragazzi moderni dovreste imparare a trattare i più
grandi
in modo serio e rispettoso. Tsk.”
“pff...ti
innervosisci
per niente”
“non
è vero, stupido”
“allora
perché non mi
liberi le mani e parliamo seriamente?” sussurra
leccandosi appena le labbra, lasciando ogni forma di malizia lontana
da quel gesto, semplicemente ha voglia di sentire il sapore della
panna sciogliersi dentro la sua bocca, sentire le papille gustative
in festa, far si che il senso del gusto si svegli aspettando la
dolcezza di un altro momento che arriverà a breve. Minho si
lascia
corrompere da quegli occhi dal colore indefinito, non perché
abbia
un colore strano o particolare, semplicemente perché non ha
mai
visto un colore di occhi così bello. Lo libera non
aspettandosi una
mossa così sensuale del suo piccolo carcerato che si fionda
con le
braccia intorno al suo collo, sollevandosi di peso e spalmando il suo
corpo su quello muscoloso dell'altro, il viso va a cozzare dolcemente
su quello più scuro e mascolino, ammorbidendo il suo colore
olivastro con la soffice panna simile tanto al colore della sua cute,
la panna ed i resti del pandispagna vengono divisi equamente tra lo
stupore del più grande, ingenuo, e le risate soddisfatte del
più
piccolo orgoglioso della propria vendetta culinaria. Non l'avrebbe
mai fatta una cosa del genere e ne è sconvolto, Minho
è veramente
sconvolto dal fatto di non essere neanche arrabbiato, né per
il
copriletto pagato profumatamente, né per il suo corpo fatto
di
schifezze. Sta tra le braccia di Taemin ed il resto importa sempre
meno.
“ti
ho lasciato senza
parole? Uhmm sono proprio bravo”
“rispondimi”
“quanto
sei noioso
stasera...”
“alla
fine vincerò io,
lo sai anche tu...ne Taemin? Ehi Taemin”.
Il
ragazzino solleva lo sguardo al cielo, l'ombra di una ragnatela si
muove leggiadramente su quel soffitto cullato da un leggero spiffero
d'aria. Taemin approfitta della posizione per sfiorargli le spalle
ampie, la schiena muscolosa e la vita sottile, se chiude gli occhi
riesce a vederlo, focalizzando tutta la sua attenzione, riesce
benissimo ad immaginare i loro corpi abbracciati, scaldarsi a
vicenda, sporchi ed appiccicosi. Sorride, finalmente.
“odio
i collari...odio i guinzagli e tutte le cose capaci di legare solo
me. io...faccio l'amore solo con te Minho, credimi, non ho nessun
altro, né voglio un nuovo compagno. Però non
allontanarmi più in
quel modo”
“io
odio non dare un nome alle cose, fin quando non trovo un posto adatto
a tutte le cose, la mente continua a lavorare e la soluzione a volte
è...inevitabile.” il
loro discorso è diventato quasi un sussurro, spossati da
tutte
quelle risate e lotte, si lasciano scivolare placidamente sul lettone
uno dietro l'altro, il mento del banchiere si incastra perfettamente
nell'incavo del collo del piccolo ballerino, i loro respiri sono
quasi in perfetta sincronia. Taemin decide di fare le cose per bene
come nei film, intreccia le loro dita e lecca i residui di panna tra
di esse, sono appiccicosi e sofferenti ma il discorso sembra essere
più doloroso di ogni fastidio fisico.
“vuoi
lasciarmi?”
“dovrei
stare prima con
te, non credi?”
“vuoi
stare con me?”
“sto
cercando di
fartelo capire”
“oh....dovresti
chiedermelo in modo epocale, sai? Come nei film, mettendoti in
ginocchio, non cospargendomi di torta”
“oggi
sei
esuberante...così rischi di farmi sentire un
ragazzino”
“hai
solo 30anni eh,
non sei mica con un piede nella fossa, dovresti smettere di pensare
troppo e goderti il momento. Sei qui con me”
Minho
sorride ancora una vota, bloccando il ragazzo sotto di se, immobile e
passivo come una foglia che si lascia trasportare dalle onde
dell'oceano. Gli poggia le labbra su una natica tonda e pallida
proprio come la luna nascosta dietro quei nuvoloni neri, la
mordicchia e lascia un segno rosso ciliegia. Un livido grande e
doloroso così può benissimo ricordarsi di lui
ogni volta che si
siede, ogni volta che danza, ogni volta che si sfiora sotto la
doccia. Dopo averlo marchiato in quel modo si rimette comodo dietro
di lui come due cucchiai perfettamente incastrati in una cassettiera.
“ti
farò trovare una
copia delle chiavi di casa mia, così puoi restare dentro
casa mia
quando piove come oggi, se sono ancora fuori per lavoro”.
“è
un tentativo di
dichiarazione? Pensavo che i tristoni come te fossero più
fantasiosi”
Il più
grande ride, ride della situazione e ride di se stesso. Taemin invece
incrocia nuovamente le dita alle sue, baciandole, tutta questa
dolcezza lo fa sentire strano, si immagina già in una
copertina di
un harmony in braccio al suo amante dal corpo perfetto. Ridacchia
voltandosi per poterlo abbracciare, come se fosse uno specchio
riflette le azioni fatte dal banchiere dai folti capelli nerissimi e
lucidi, lascia un grosso succhiotto sul collo olivastro che si
ritrova d'avanti. La sua opera d'arte sembra quasi una macchia del
test di Rorschach, un angelo con le ali spiegate, ecco cosa vede in
quel succhiotto.
“verrò
qui prima che
questo segno vada via, per rimarcarti. Fin quando avrai questo segno
non potrai toccare nessun altro uomo, te lo impedisco.”
Chi
potrebbe dire di no a quegli occhi languidi da cerbiatto e a quelle
mani di fata che sfiorano la sua intimità per svegliarla,
parlando
con entrambe le menti del suo uomo per avere una confessione
generale, sentita. Il paranoico maggiore lo spinge dolcemente con le
spalle sul letto lasciando che le gambe di Taemin si schiudano come
un fiore di fronte ad un raggio di sole, caldo e nutriente.
L'invasione è sempre più lenta ed intima, il
caldo dei loro corpi
culla quell'atto carico di significati, le loro mani si stringono in
una morsa possessiva ed abbandonata sul cuscino dalla fodera nera,
lucida. Non c'è nessun grido, nessuna espressione di
lussuria.
Si
osservano, quegli occhi si scrutano fino in fondo all'anima fin
quando non è il più grande dei due a cedere ed
abbassare lo
sguardo, sconfitto.
“Vorrei
comunque solo
te, per questo motivo...amami!”.
Nota:
Finita la
mia prima ff sulla
2min. Il finale non mi è piaciuto particolarmente ma ormai
sono
spedita a scriverne una lunghissima su tutti...che bello il cazzeggio
da post-laurea.
Comunque
grazie a tutti quelli
che hanno letto e commentato fino ad ora, spero vi sia piaciuta e che
vorrete seguire anche le altre. Mi ha fatto piacere leggere i vostri
commenti. Awwnn<3.
Un bacio a
tutte<3.
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