TRAILER: http://www.youtube.com/watch?v=fwza6ZMGBX4
Alla
mia fonte di ispirazione, Demetria
Devonne Lovato e
a Zayn Jawaad Malik. Con la
speranza che ,un giorno, i Melyn possano
essere un po’ più veri.
A Cory
Monteith. Vola,
angelo.
Alle mie tre migliori amiche.
Siete la mia aria.
ATTENZIONE: VI PREGO, LEGGETE LO SPAZIO AUTRICE, O SOLO QUELLO
IN GRASSETTO.
Epilogo
Linda.
Corsi per le scale della scuola con le lacrime agli occhi.
Mi facevano male le gambe ma non mi importava. I miei capelli
–ora tinti di nero- ondeggiavano con me, leggermente umidi
per le mie lacrime.
Finalmente raggiunsi quella classe maledetta . Non pensavo al
mascara colato, o alle mani tremanti e nemmeno alla mia faccia
sconvolta. Volevo solo vederlo.
Non chiedevo altro. Mi venne risparmiata la figuraccia di
entrare in classe e chiedere alla professoressa se potesse uscire
,perché era già lì fuori che
fumava: fregandosene altamente del fatto che non si potesse
fare.
Non appena mi vide gli si illuminarono gli occhi e io mi asciugai le
lacrime e il mascara sopravissuto con il palmo della mano.
Mi avvicinai a lui spedita. Non mi importava della sua reputazione da
bullo, da puttaniere, da narcisista. In
quel momento era solo lui. E non mi toccava
più di tanto il fatto che indossassi una felpa
grigia (che era stata sua) e che fossi coperta da un cappello e dagli
occhiali da sole. Considerando che ero in un università.
Almeno non vedeva i miei occhi lucidi. E ,almeno, non venivo assalita
da fans urlanti.
Quando mi notò, non mi riconobbe. Non lo sfiorò
neanche l’idea che quella ragazza dinanzi a lui
(più magra, con il viso coperto e i capelli scuri) potessi
essere io. Ma ,dopotutto, chi l’avrebbe capito?
‘’Hey bellezza, posso esserti
utile?’’ chiese ,spavaldo. Quella scena- TUTTA
QUELLA SCENA- mi sembrava maledettamente familiare, come se
l’avessi già vissuta, anni addietro. Due
anni prima, con la precisione. Ricordavo ancora benissimo quel giorno,
la prima volta che avevo conosciuto –e aggredito quasi- Zayn
Malik.
Decisi che –tanto valeva- comportarsi esattamente allo stesso
modo. Mi avvicinai a lui, con un sorriso leggermente perverso stampato
sul volto, e incollai i nostri petti.
‘’Secondo te?’’ ammiccai.
Non fu facile parlare. Mi sembrava di essere ritornata indietro, e
rividi dinanzi ai miei occhi tutte le volte che avevo pianto per Malik.
Tutta la gioia che era esplosa in me quando mi aveva detto
‘’ti amo’’. Quando
l’aveva urlato a tutto il mio palazzo, e quando avevamo
marinato le prove di xfactor. Sembrava una vita fa, eppure
erano passati solo tre mesi.
Ripensai a quando era corso da me, all’aeroporto. A
come avevamo passato la giornata insieme, fregandocene di tutto e di
tutti. Alla decisione -da personemature -che
avevamo preso. Discutendo e chiarendoci, avevamo capito che non fosse
giusto che uno di noi due dovesse rinunciare al proprio sogno. E con la
promessa di sentirci tutti i giorni, e magari vederci nel
week-and, io ero partita per il mio tour europeo, e lui era andato ad
Oxford. Ora, guardando quella struttura (di cui tutti parlavano) mi
resi conto che non era poi questa gran cosa. Sembrava una chiesa.
Lui mi poggiò la mano sulla schiena, e il sorriso scomparve
dal suo volto. Per un secondo, pensai che mi avesse riconosciuta. Ma
quando chiese il mio nome, capii che non era così.
‘’Linda’’ risposi, fredda come
una lastra di marmo. Avrei voluto tempestarlo di domande, fino a fargli
fischiare le orecchie, ma mi trattenni. Dovevo stare calma, dopo avrei
detto tutto ciò che volevo. E l’avrei fatto
seriamente piangere, a furia di offenderlo.
‘’Che bel nome’’
sussurrò ‘’Io sono
Lucas’’.
RAZZA DI BASTARDO IMPENITENTE , SO BENE CHE SEI ZAYN MALIK.
‘’Anche il tuo è un bel
nome’’ risposi ,vaga. Finsi di non notare
che la sua mano scendeva sempre più in basso, e che non era
più sulla mia schiena. Possibile che non mi riconoscesse? La
cosa mi repelleva. Io avrei riconosciuto il suo profumo
ovunque. Ma ,d’altronde, io ero anche la ragazza che per DUE
INTERI MESI lo aveva tempestato di chiamate e messaggi, a
cui lui non aveva MAI risposto.
Poteva dirlo, se non se la sentiva di intraprendere una relazione a
distanza! Anche se erano solo tre mesi, comunque. Io ero addirittura
pronta a comprare (per noi) una casa vicino
l’università, e vendere quella di Brooklyn, al mio
ritorno. Che stupida.
‘’Stasera do una festa, nella mia stanza al campus.
Sei invitata, così continuiamo questo
discorso’’.
Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. Con un gesto secco, mi
staccai da lui, in modo da permettergli di osservarmi. Oh, andiamo.
Riconoscimi!
‘’Ci siamo già visti? Hai un viso
familiare’’.
Bhè, meglio di niente.
‘’Forse. Ho un’idea, che ci
aiuterà a scoprirlo’’ risposi,
avvicinandomi di nuovo a lui. Presi la sua mano calda, mente il suo
tocco mi bruciava la pelle, e la portai sul mio cuore.
‘’Che cosa stai facendo?’’
domandò confuso. ‘’Non riconosco una
persona per i suoi battiti’’.
‘’Non è questo quello che voglio farti
vedere, idiota’’ esclamai.
‘’Abbassami la felpa sulla spalla sinistra, e vedi
cosa c’è vicino al cuore’’.
Lui sorrise ,in modo alquanto inquietante, prima di obbedire. Mi
abbassò delicatamente la felpa grigia sulla spalla, e
osservò cosa c’era all’altezza del
cuore. Se non l’avesse capito, giurai che me ne
sarei andata seduta stante.
‘’Melinda, cosa ci facciamo da un
tatuatore ?’’ domandò, spiazzato, non
appena entrammo in quello studio pieno di foto di tatuaggi, sparse in
giro e appese al muro.
‘’Io voglio un tatuaggio’’
replicai. ‘’Ho bisogno di supporto. Quello dietro
al collo mi fece abbastanza male’’.
‘’Ah…va bene. E cosa vuoi farti
tatuare?’’ domandò, mentre si aggirava
per lo studio e osservava tutti i tatoo presenti.
‘’E’ un segreto’’
sussurrai, prima di baciarlo.
Non mi sarei mai aspettata che, dopo che me lo fossi fatta, se lo
sarebbe fatto anche lui. Identico.
Non seppi decifrare l’espressione sul suo volto, non appena
vide la sua iniziale tatuata in prossimità del cuore. Non
era stato tanto doloroso, e il tatuaggio non era poi tanto
grande né troppo eccentrico. Una semplice
‘Z’ stilizzata.
Di sicuro, la sua faccia era dello stesso colore di un lenzuolo bianco
uscito dalla lavanderia.
‘’Mel? Sei tu?’’. Non era una
domanda, era una costatazione. Non era sconvolto, di più.
‘’Ci sei arrivato, finalmente. E pensare che questa
è anche la tua felpa’’ replicai ,acida.
‘’M-ma…che cosa…ci
fai…qui?’’ balbettò. Non
seppi dire se fosse felice o meno. Forse avevo rovinato i suoi piani.
Forse voleva che non ci vedessimo mai più.
‘’Il tour durava tre mesi, nel caso non
l’avessi capito. Sono ritornata’’. Volevo
chiedergli 45789 miliardi di cose, ma in quel momento la voce mi
morì in gola. Non riuscivo neanche più a
ricordare una sola ,delle domande che volessi fargli. Ero come
pietrificata, immobile. Sperai che almeno lui dicesse qualcosa, tanto
per rompere quel silenzio distruttivo.
‘’Ah, capisco’’ disse solo. Non
ero delusa, ero solo…arrabbiata. Avrebbe dovuto spiegarmi
CHE COSA GLI ERA PRESO, perché mi aveva
‘’amata’’ per il
primo mese, e ignorata nei successivi due.
Perché, nei successivi sessanta giorni dalla mia partenza,
fossi scomparsa dalla sua testa.
‘’Non credi di dovermi dare delle
spiegazioni?’’ domandai, truce.
Lui non rispose, ma mi afferrò un polso portandomi fuori
dall’istituto. ‘’Non
qui’’ disse solo. In men che non si dica, ci
ritrovammo in un giardino (probabilmente
quello dell’università). Se la struttura
della scuola non mi era piaciuta, questo mi piaceva di certo. Era i
giardino più curato e fiorito che avessi mai visto.
Profumava. Eppure, non era poi tanto grande.
‘’Allora?’’ domandai,
spronandolo a parlare. Oh, andiamo!
‘’Cosa vuoi sapere ,di
preciso?’’. Sembrava…triste, forse anche
avvilito.
‘’Cosa voglio sapere di
preciso?’’ ripetei
‘’Bhè, tanto per cominciare
perché mi hai evitato come se avessi la peste
bubbonica’’.
‘’Io non ti ho evitato come se avessi la peste
bubbonica! Ma ,la sai una cosa Linda?’’
mimò il segno delle virgolette con le dita
‘’Forse aveva ragione Emily’’.
‘’Cosa c’entra lei,
ora?’’.
‘’Le parlai tempo fa…non te
l’ho mai detto, ma fu rinchiusa in un ospedale
psichiatrico’’.
Mi si gelò il sangue nelle vene. Sembrava un film
dell’orrore scadente.
‘’Fu?’’ chiesi, sottolineando
il verbo usato al passato.
‘’E’ morta la settimana scorsa. Ci sono
tante, troppe, cose che ti sei persa’’
sussurrò.
Se prima stavo male, ora stavo anche peggio. Non avevo avuto il tempo e
l’occasione di chiarire con Emily, e sapere che era morta non
mi faceva fare i salti di gioia.
‘’M-mi dispiace’’ balbettai.
‘’Ma cosa ti disse Emily?’’. Io
non riuscivo a capire perché l’avesse
tirata in ballo nella conversazione.
‘’Che ti saresti dimenticata di me, che saresti
andata in tour e avresti scordato tutto quello che c’era a
Londra. Ed aveva maledettamente ragione, anche quando diceva
che non sarebbe durata. Mondi troppo differenti’’.
‘’Ma sei tu che ti sei dimenticato di me, non il
contrario!’’ esclamai, sgranando gli occhi. Avrebbe
potuto dire tutto, ma non che fosse stata colpa mia. Non
lo meritavo, questo. ‘’E queste parole
sono solo una marea di minchiate, con tutto il rispetto per Emily. Era
malata! Tu stai cercando di dirmi che mi hai depennato
dalla tua rubrica perché hai dato ascolto a quello
che ti ha detto?’’. Ero furiosa,
così tanto che tolsi via gli occhiali da sole ,con un gesto
secco. Al diavolo i fans, lì non c’era nessuno.
‘’COSA? NO! Non avrei mai dato ascolto ad Emily,
nemmeno se fosse stata sana di mente!’’ stava
urlando.
‘’E ALLORA PERCHE’ HAI FATTO QUELLO CHE
HAI FATTO?’’.
Non riuscivo proprio a capire, con tutta la buona volontà di
questo mondo. Si passò le mani nei capelli neri, con fare
disperato. Dovevo essere io la disperata!
‘’Questo dovresti dirmelo tu! Rivelare ad una
rivista di essere single non è stato proprio
carino!’’.
‘’Ma lo sai che i giornali inventano tutto! Ma sei
scemo? Io non ho mai detto quelle cose, sono un cofano di bugie. E tu
hai creduto ad un giornale di una sterlina, invece
che a me? Invece che chiedere a me?’’.
Avevo le lacrime agli occhi. Avrei preferito che dicesse che non mi
amava più, o che non gli piacevo e non gli ero mai piaciuta.
Ma non questo. Noi due non eravamo come tutte le altre coppie
‘popolari’, l’avevo sempre pensato. Non
poteva aver creduto a questo.
‘’Io l’avrei chiesto a te, idiota! Se tu
non mi avessi lasciato il giorno prima’’
sussurrò.
Cosa?
Non avevo più parole, così balbettai
‘’Io non ti ho lasciato’’.
‘’Non di persona, ovvio. Ma avrei preferito perfino
una e-mail, piuttosto che essere mollato tramite la
modest’’. C’era ira nei suoi occhi. In
quel momento mi odiava, glielo leggevo nelle iridi scure.
‘’La modest?’’ domandai
‘’Lo sapevo. Dovevo
immaginarlo’’ aggiunsi, più a me stessa
che a lui.
‘’Melinda ,io devo tornare in classe
,permesso’’.
Lo bloccai per un braccio, tre secondi prima che mi trapassasse. Avevo
collegato tutto, non ci voleva nulla a fare due più due,
quattro. Alla modest (la mia attuale casa discografica), Zayn
non era mai piaciuto. Lo consideravano uno dei motivi principali per
cui gli haters mi attaccavano, lo consideravano una palla al piede.
E lo odiarono addirittura, quando partii per il tour con un
giorno di ritardo.
Avevano approfittato della mia assenza per fare quello che avevano
sempre voluto che facessi io. Giurai che li avrei denunciati a tutte le
riviste del mondo.
‘’Zayn, io non ho fatto nulla. E’ stato
tutto un piano della modest, per liberarsi di te’’
sussurrai. Mi sarei aspettata una parola di conforto, anche solo un
cenno affermativo. Ma non fece nulla di tutto questo. Si
limitò a tirare il braccio, che mollai, e a guardarmi.
‘’Le persone non aspettano sempre e solo te, Linda’’.
Il disprezzo che sentii da quelle parole mi era nuovo. Non
poteva… non mi credeva?
‘’Non mi credi?’’ domandai, con
gli occhi lucidi e una speranza –dentro essi- che andava
affievolendosi.
‘’No’’.
‘’Ma…io te lo giuro Zayn. Sono venuta
qui, contro ogni logica, perché volevo che mi dicessi il
motivo della tua repulsione verso di me. Pensi che sarei venuta, se
ti stessi mentendo? Pensi che avrei continuato a chiamati per
i successivi due mesi del tour? Pensi
…che sia capace di mentirti guardandoti negli
occhi?’’.
Forse risultai pietosa ,o forse ridicola. Non me ne resi neanche conto.
Sarei stata pronta ad inginocchiarmi di nuovo, se sarebbe servito a
qualcosa. A giurare con il mio sangue.
‘’A stare con lo zoppo, si impara a zoppicare. Non
sai quanti ‘zoppi’ ci sono, nel mondo dello
spettacolo’’ disse solo. ‘’Tu
sei cambiata, Melinda. Sul serio. Ho cercato di non fartelo
notare, ma l’ho sempre pensato. Questa è stata la
prova del nove. E le persone non sono pedine nelle tue mani, prima te
ne renderai conto, e meglio sarà per te. Non puoi
andartene ,ritornare e pensare che torni tutto come prima
e…’’.
‘’Allora è questa la vera radice del
problema?’’ lo interruppi ‘’Mi
trovi cambiata? Bhè, non lo sono. Fidati. Tu non sei
arrabbiato per la questione della Modest, anche se non mi
credi. Tu sei arrabbiato con me perché sono un personaggio
di fama mondiale, perché hai paura che possa lasciartidavvero,
magari per Justin Bieber! E’ questo il tuo vero
problema… credevo che mi conoscessi almeno un po’. Io
sono sempre la stessa, sei tu che mi vedi con occhi
differenti’’.
Ora, di certo, non ero risultata pietosa. Anzi, addirittura sicura,
anche se dentro tremavo.
‘’Tu non sei la ragazza di cui mi sono
innamorato. Non lo sei più’’.
Quella fu una vera e propria pugnalata al cuore. Aveva toccato un nervo
scoperto, e stava vincendo.
‘’Lo pensi davvero?’’ suonai
acida perfino alle mie orecchi otturate. ‘’Attento
alla risposta che dai, Zayn. Attento’’.
‘’Si’’. Non c’era
nessuna esitazione nella sua voce, sicuro della risposta come quando ti
domandano come ti chiami.
A quel punto lo guardai in cagnesco. ‘’Credevo
avessi fiducia in me’’.
‘’Ce l’ho. Ce
l’avevo’’.
‘’Prima di chiudere questo discorso…
puoi rispondere a due o tre domande?’’ soffiai.
‘’Va bene’’.
Sospirai, e pensai alla prima. Probabilmente non avrei più
avuto quella possibilità. ‘’In
cosa…in cosa ti sembro cambiata?’’.
‘’Vorrei che smettessi di sorridere
sempre, per paura che i paparazzi ti fotografino mentre non stai
ridendo. Vorrei che tornassi a suonare il piano con la stessa
intensità di prima, per far felice te stessa, non gli altri.
V0rrei che non dovessi sempre pesare le parole che dici o che scrivi.
Vorrei che tu facessi e cantassi quello che piace a te, senza
paura del giudizio altrui. Vorrei che tornassi a mettere le felpe, come
questa, che mettevi una volta. E i tuoi jeans strappati e
scambiati. Vorrei che sostituissi i vestiti di Louis Vuitton con un
semplice vestito rosa. Vorrei che accantonassi le rayban, e tornassi ai
tuoi vecchi occhiali da sole. Vorrei che tornasse la ragazzina
con i capelli biondi che suonava di nascosto a scuola, e che aveva un
tatuaggio nascosto dietro i capelli. O che ,almeno, tornasse
una parte di lei’’.
Le lacrime erano irrefrenabili. Singhiozzando, chiesi
‘’Rimuoverai quel tatuaggio?’’
indicai il suo cuore, dove c’era tatuata una
‘M’.
‘’Tu rimuoverai il tuo?’’.
‘’Se anche ti rimuovessi dalla pelle, nel cuore
quella lettera rimarrebbe’’ risposi.
‘’Comunque, no’’.
‘’Nemmeno io’’ rispose.
Presi fiato, pronta per l’ultima domanda. Forse, la
più importante. ‘’Ora come ora, mi
odi?’’.
Lui si gelò. ‘’Non potrei mai
odiarti’’.
Bhè, almeno era già qualcosa. Sistemai i capelli
neri con le mani, e rimisi le rayban agli occhi.
‘’Posso chiederti un ultimo favore, prima di
andarmene?’’ chiesi.
Lui non rispose, ma mi lasciò intendere che fosse un
‘si’.
‘’Non… non dimenticare. Niente,
neanche il nostro più piccolo litigio. Perché chi
dimentica, rimpiange. E io non voglio che rimpiangiamo nulla. Neanche
questo momento’’.
‘’Melinda…’’.
‘’Promettilo’’ lo interrupi,
brusca.
‘’Te lo prometto’’.
Mi sentii meglio. Sospirai un’ultima volta, prima di
voltargli le spalle. Forse era vero. Forse ,ORA, appartenevamo a due
mondi troppo diversi. Forse, avremmo solo sofferto entrambi.
Era come se ogni cosa, anche il mio solo respiro, fosse dannatamente
ancorato al suolo. Come se un potente uragano avesse spazzato
via tutto, senza pietà. Sentivo la testa scoppiare,
ma quello non mi importava. Perché sentir scoppiare
-contemporaneamente- anche il cuore, quello si che era
un grave problema.
°°°
‘’Allora Melinda, ci sono novità in
campo sentimentale?’’ domandò Ellen, una
giornalista, durante un’intervista.
Sempre la stessa domanda, incredibile. Mancavano proprio di fantasia.
‘’No, sono innamorata dell’amore, ma lo
tengo a debita distanza’’ scherzai.
‘’E come va con le riprese del film sulla tua
vita?’’.
‘’Molto bene. Dovrebbe uscire a febbraio, di
quest’anno’’ sorrisi. Quanti sacrifici, e
quante ore di prove che avevo fatto.
‘’Siamo molto felici per te. A venti anni, sei
già molto lontano. E –come disse il presentatore
di xfactor ,alla finale- questo
è il primo capitolo di una
grande storia’’.
°°°
EXSTERNAL’S POV
Chiuso nella claustrofobica stanza del cinema, al buio, Zayn fissava i
titoli di coda di quel film, con sottofondo una canzone che conosceva
bene.
Aftershock.
Il ragazzo, nel film , che interpretava lui non poteva essere
più diverso, comunque. La stanza si svuotò
velocemente, anche se prima era gremita di persone. E non era
neanche la prima! Ma lui restò lì, a fissare lo
schermo per un tempo che gli parve infinito.
Era passato un anno dall’ultima volta che l’aveva
vista. Era cambiata parecchio, pensò. I capelli, ora, erano
molto più lunghi e scuri. Gli sembrava che si fosse
addirittura allungata, ed era dimagrita. Forse per lo stress.
Però, sembrava così felice.
Così soddisfatta. Anche sulle riviste, nelle interviste in
tv. A volte, per farsi male, cercava su goolge ‘Melinda
Gomez’, e si perdeva fra i video dei suoi concerti e le sue
foto.
Eppure, anche lui era andato avanti. O almeno, si era imposto di farlo,
come lei. Ora stava bene, a confronto con i primi tempi. Ora aveva
,quasi, voltato pagina.
Ma ,tutte le notti, sognava la voce di Melinda, per paura di
dimenticarla. Si faceva dinanzi agli occhi la ragazzina di diciassette
anni di cui si era innamorato, per paura che cambiasse
ancora. Pensava a quella ragazzina biondissima che l’aveva
amato, e che aveva amato. A
quella ragazzina che l’aveva salvato, in tutti i modi in cui
una persona può essere salvata.
E, nonostante tutto, non aveva rimpianti. Si accontentava di vederla
felice da lontano. Stando insieme avrebbero sofferto, non sarebbe stato
facile.
‘Quando ami qualcuno, a volte, devi lasciarlo
andare’gli disse una volta, sua madre. Di certo
,non poteva dire di non averla amata. Forse l’avrebbe amata
per sempre.
Ed ora, che studiava ed era diventato un ‘ragazzo
modello’ (proprio come era Jasper, tempo prima), avrebbe
tanto voluto ringraziarla, ma non si azzardava a farlo.
Perché non sarebbe stato dov’era senza Melinda, ed
ora benediva tutto quello che lei aveva fatto o detto. Avrebbe baciato
la terra su cui camminava, solo per sentire di nuovo il suo sapore.
Solo per sentirla ancora vicina, visto che adesso lei viveva
a Los Angeles.
E , finalmente, avrebbe anche potuto dirgli ‘’‘’Non
dimentico. Niente, neanche il nostro più piccolo litigio.
Perché chi dimentica, rimpiange. E io non voglio
rimpiangere nulla. Neanche questo
momento’’.
CIAO ,RAGAZZE MIE.
INIZIO QUESTO
MONOLOGO DICENDOVI CHE CONOSCEVO IL FINALE DA QUANDO POSTAI IL PRIMO
CAPITOLO ,E MI DISPIACE. SPERO NON MI ODIERETE, MA NON CREDO
NEL ‘FINALE FELICE’. SCUSATE.
MI
RISULTAVA FALSO SCRIVERE QUALCOSA CHE NON SENTO MIO.
SAPERE
CHE, ORMAI ,QUESTA FF E’ GIUNTA AL TERMINE MI DISTRUGGE. NON
CREDEVO CHE MI SAREI AFFEZIONATA COSI’ TANTO A MELINDA E A
TUTTI GLI ALTRI PERSONAGGI. VI GIURO
CHE STO PIANGENDO.
DICIAMO
CHE, QUELLO NELLA STORIA, E’ IL MOTIVO PER CUI TANTE COPPIE
REALI SI LASCIANO. E’ MOLTO REALISTA, COME COSA, SPERO
ABBIATE APPPREZZATO. OVVIAMENTE,
ADESSO, SONO ENTRAMBI FELICI,
PERO’…CHISSA’.
ORA
INIZIO I RINGRAZIAMENTI.
AD
OGN’UNA DI VOI, ANCHE A CHI HA LETTO UN SOLO CAPITOLO: VI
PORTO NEL MIO CUORE. GRAZIE.
GRAZIE
A CHI HA RECENSITO SOLO IL PRIMO CAPITOLO, O L’ULTIMO.
GRAZIE
A CHI LI HA RECENSITI TUTTI.
GRAZIE
A CHI MI HA SCRITTO SU TWITTER E SU FACEBOOK.
GRAZIE
A CHI MI SEGUE.
GRAZIE
A CHI HA LETTO IL PRIMO CAPITOLO E HA CHIUSO IL PC ,PENSANDO ‘CHE
SCHIFEZZA E’ MAI QUESTA?’.
GRAZIE A CHI MI HA SPRONATO
A CONTINUARE.
GRAZIE
ALLE LETTRICI SILENZIOSE, SE CI SONO. FATEVI AVANTI, ALMENO
ALL’EPILOGO C:
GRAZIE
A CHI HA CREDUTO SEMPRE IN ME.
GRAZIE
A TUTTE LE RECENSIONI NEGATIVE E NEUTRE.
GRAZIE
A CHI MI HA DATO CONSIGLI.
GRAZIE
A TUTTI, DAL PROFONDO DELLA MIA ANIMA.
QUANDO
DECISI DI POSTARE QUESTA FF, ERO SICURA CHE AVREI CANCELLATO TUTTO. LA
SCRITTA ‘EPILOGO’ SULLA PAGINA
ANCORA BIANCA DI WORD
MI HA COMMOSSO.
FORSE
QUESTA STORIA NON E’ DELLE MIGLIORI, MA E’ LA
PRIMA. NON E’ UN CAPOLAVORO,E FORSE QUANDO
SCRIVERO’ ‘’COMPLETA’’ NON SE
LA CAGHERA’
PIU’ NESSUNO, MA RIMARRA’ IMPRESSA NELLA MIA MENTE.
PERCHE’
IO SONO MELINDA,
E MELINDA E’ DENTRO DI
ME. E COSI’, LA MIA PRIMA FF E FINITA. CHE ANSIA!
RAGAZZE,
RICORDATE CHE VI VOGLIO BENE ANCHE SE NON VI CONOSCO. E CHE SCLERARE
CON VOI E’ MERAVIGLIOSO. PER QUESTO, VI CHIEDO UN FAVORE: NON
PERDIAMO I CONTATTI. SOLO QUESTO. SENTIAMOCI SU TWITTER, SU FACEBOOK,
TRAMITE ALTRE MIE STORIE ,MA NON PERDIAMO I
CONTATTI, SUL SERIO. MI DISPIACEREBBE. DIVENTARE VOSTRA AMICA MI
RIEMPIREBBE DI GIOIA!
DETTO
QUESTO, VI AVVISO: FORSE- E SOTTOLINEO FORSE- SCRIVERO’ UNA
OS SUI MELYN, ANNI DOPO QUESTO MOMENTO. DIPENDE SE A VOI FARA’ PIACERE, E SE SIETE
INTERESSATE<3 CHE NE DITE? MI SFORZERO’ PER UN FINALE
MENO DA CANI HAHAA.
DETTO
QUESTO, ME NE VADO (NON PER SEMPRE LOL). VI LASCIO IN BASSO I MIEI
CONTATTI, SCRIVETEMI PURE. ANCHE IN BACHECA <3 VI
LASCIO ANCHE IL LINK
DELLE MIE STORIE !
GRAZIE MILLE, ANCORA. E ,PER
CHI VOLESSE SAPERLO, AFTERSHOCK E’ NATA GRAZIE A QUESTA
CANZONE DEL MIO IDOLO.
http://www.youtube.com/watch?v=XGQ4CRQmxFM
BACI! PER SEMPRE
VOSTRA
HARRYETTE.
TWITTER: https://twitter.com/demjstears
FACEBOOK:https://www.facebook.com/harryette.efpwriter.3
ASK: http://ask.fm/crediciidai
AVVISO: ECCOMI QUI DOPO UN MESE DALLA FINE DI
QUESTA STORIA HAHAHA VOLEVO AVVISARE CHE LA OS L'HO SCRITTA. IN BASSO
IL LINK <3
LONG SU NIALL.
OS SU ZAYN E
MELINDA.
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