12. Desideri [Vincent]
Desideri
[Vincent]
~Prompt: moneta
Vincent Nigel Murray aveva baciato una ragazza per la prima volta solo
a diciannove anni. Era al primo anno di college e per tutto il semestre
non aveva fatto altro che pensare all’antropologia.
E a Rebecca Wilson.
Era più grande di un anno – ma cosa poteva importare?
– ed era bellissima. Lunghi capelli rosso fuoco, occhi verde
smeraldo, quell’aria da ragazza acqua e sapone che riusciva ad
attirare i ragazzi più di una bomba sexy. Quasi tutti i ragazzi
del suo anno e metà del terzo le facevano il filo, ma lei era
sempre riuscita a declinare le decine di inviti ad uscire con un
sorriso dolce. E ciò non aveva fatto altro che aumentare
l’ammirazione degli esemplari maschi nei suoi confronti.
Rebecca era riuscita a rubare anche il cuore di Vincent. Senza nemmeno
accorgersene, il ragazzo si sorprendeva ad osservarla durante le
lezioni e ad aspettare fuori dall’aula per poterla scorgere un
secondo in più.
I numerosi inviti che Becca rifiutava lo avevano sempre scoraggiato a
farsi avanti, ma riuscì a decidersi che non valeva la pena
starsene con le mani in mano: doveva tentare. Chissà che non
avesse accettato!
Lo fece: Rebecca accolse l’invito di Vincent con il suo sorriso,
che per una volta non significava un rifiuto. Vincent era al settimo
cielo. Andarono al cinema a vedere uno di quei film sdolcinati, poi si
ritrovarono a camminare nel parco.
Si sedettero sul bordo della fontana a fissare le monetine sul fondo che riflettevano la luce argentea della luna.
“Non capirò mai”, mormorò Vincent.
“Che cosa?”, domandò Becca.
“Perché le persone lanciano monete nelle fontane”, spiegò.
“Per esprimere desideri”, rispose la ragazza. Vincent si
ritrovò a fissare le sue labbra rosa mentre si muovevano. A
stento comprese le sue parole.
Becca tirò fuori il portafoglio dalla borsa e gli porse una moneta. “Fallo anche tu”.
“Cosa?! Assolutamente no!”.
“Dai, perché?”, insistette Rebecca.
“Perché è inutile”, replicò Vincent.
“La moneta è un bene importante per la nostra
civiltà: si dice che sia stata coniata per la prima volta da
Creso, re di Lidia, nel VII secolo a.C., sostituendosi a conchiglie,
sale e foglie di tabacco – che a quel tempo avevano la stessa
funzione del denaro – , che a loro volta avevano abolito il
baratto. La moneta rappresenta la civiltà: perché
bisognerebbe sprecarla per delle azioni futili?”.
Becca non si era scoraggiata di fronte al ragionamento di Vincent,
anzi: gli afferrò la mano e la chiuse intorno alla moneta.
“Esprimi un desiderio, poi gettala nella fontana alle tue
spalle”.
Vincent fissò il piccolo oggetto freddo nella sua mano,
ponderando cosa fare. Gettare una moneta nella fontana? A quale scopo?
Se quel gesto avesse fatto felice Rebecca, però, avrebbe potuto
anche farlo.
Chiuse gli occhi, strinse la mano ed espresse il desiderio. Poi
lanciò la moneta alle sue spalle, che entrò
nell’acqua con un plop! e si adagiò sul fondo.
Aprì gli occhi e guardò Rebecca. Stava sorridendo.
“Sai”, iniziò, “ho sempre rifiutato gli inviti
degli altri ragazzi perché aspettavo il tuo. E finalmente
è arrivato”. Poi lo baciò.
Vincent non l’avrebbe potuto credere possibile, ma il suo desiderio si era avverato nel giro di qualche secondo.
*Nota dell'autrice*
Vincent, povero Vincent. Mi è così tanto dispiaciuto
quando gli hanno fatto fare quella fine, dopotutto era una brava
persona. Un po' logorroica, ma una brava persona :)
Anche per lui ho deciso di buttare un occhio sul suo passato e spero che ciò che ne è venuto fuori vi sia piaciuto!
Al prossimo capitolo!
Chiara
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