Così finisce la mia prima storia
Così finisce la mia prima
storia, nello sperare che vi sia piaciuta, e nel ringraziare chi l' ha letta,
chiedo anche a chi arriverà a fine capitolo di lasciare un commento, che vi sia
piaciuta o meno.
Faccio ora questa preghiera,
perché come già detto, questo è l'ultimo capitolo, più oltre non si va .
Buona lettura.
AURORA
“ …Dobbiamo rivoluzionare il
nostro modo di pensare, rivoluzionare il nostro modo di agire, e dobbiamo avere
il coraggio di rivoluzionare le relazioni fra le nazioni del mondo… >>.
Albert
Einstein
<< Così è finita?
>>
<< Finita? Si, si può
dire che sia finita, e non certo nel migliore dei modi, ma secondo me, vi è
ancora una parte da recitare in questa storia >>.
<< Ancora una parte? Come
può esserci ancora una parte dopo tutto quello che è successo? >>.
La risposta fu il silenzio.
Nove giorni prima, ( due giorni
prima della tragedia )
<< Ecco, ho avuto
l’autorizzazione signor Burt >> disse Hermione, << avrà i suoi
soldi, ma ora risolva il gioco >>.
<< Sarà un piacere mia
cara >> rispose l’uomo.
Trenta minuti dopo il gioco era
risolto e le e-.mail bloccate.
<< Ecco >> disse
Hermione, << ingoi questa pillola, in quarantotto ore il suo aspetto sarà
cambiato secondo parametri casuali, sarà irriconoscibile per chiunque >>.
<< Mille grazie >>
rispose l’uomo ingoiando la pillola.
<< E questo è il suo
assegno >> continuò la ragazza.
<< Ha fatto la cosa giusta
>> disse l’uomo intascandolo.
<< Lo spero >>.
<< Addio >> Burt si
avviò verso la porta.
<< Signora >> entrò
un giovane mago con una busta gialla, << è arrivato questo per lei
>>.
Hermione aprì la busta,
conteneva un tipico cellulare Babbano.
Driiin
<< Pronto? >> fece
incerta Hermione.
<< Sono il segretario alla
difesa del Regno Unito >>.
<< Finalmente ci
incontriamo di persona >> disse
la ragazza.
Burt doveva fare presto, aveva
appena sentito la voce di uno degli uomini che aveva tradito, asciugandosi la
fronte di sudore, accelerò il passo.
Hermione aveva appena chiuso la
chiamata, era sconvolta, il babbano gli aveva appena rivelato che non era mai
esistita nessuna operazione medusa, anzi che non erano mai stati al corrente di
nessun virus sperimentale, Burt aveva provveduto a non far avere sentore alle
alte sfere di questa arma eccezionale, aveva fregato tutti…La battaglia era
stata inscenata al solo scopo di far spaventare i maghi, tutti quei ragazzi
erano morti solo per i suoi loschi piani di potere, aveva giocato tutti, Ron era
morto per niente.
Una rabbia ceca e furente
l’invase.
Uscì di corsa dall’ufficio,
<< Dov’è il capitano Potter? >>.
<< E’ appena partito per
Cork >> le rispose una guardia.
<< Avete visto il signor
Burt? >>
<< E’ uscito circa dieci
minuti fa >>
Dannazione pensò, l’aveva
perso.
Driiin.
Il cellulare babbano squillò
nuovamente. << Pronto >>
<< Sono ancora il
segretario alla difesa >> disse la voce, << ho forse
un’informazione che potrebbe esserle utile, appena giunta da una chiamata
anonima >>.
<< L’ascolto >>
rispose Hermione.
Gerge Burt aveva vinto, anzi
stravinto, doveva solo aspettare due giorni per divenire irriconoscibile e
allora avrebbe avuto un potere senza eguali, i soldi erano solo il primo passo.
Ma per prima cosa doveva
nascondersi, fortunatamente, aveva un posto segreto, consiglio di un amico,
introvabile per chiunque, maghi compresi.
Rise sommessamente entrando nel
suo lussuoso nascondiglio, praticamente al centro di Londra.
Buttò sul letto la valigia di
soldi prontamente intascata, e si avviò verso la doccia.
<< Buonasera, Signor Burt
>> una gelida, glaciale voce di donna venne dalle sue spalle.
Hermione aveva il volto
contratto in un’espressione di puro disprezzo.
<< Come mi ha trovato? >> chiese incredulo Burt.
<< Abbiamo una amico in
comune >>.
Burt capì due cose:
La prima, era di essere stato tradito. La seconda era che la sua
fine era giunta.
<< Addio, signor Burt
>>.
Cinque giorni prima, ( due
giorni dopo la tragedia )
<< Abbiamo ricevuto una
segnalazione di intensa attività magica non registrata in un edificio della
Londra babbana >>
<< Volo >> rispose
Robert Wise.
L’edificio era in tipico stile
vittoriano, forse un po’ fatiscente, ma ancora ampiamente in grado di fare la
sua figura.
Robert iniziò con circospezione
a salire l’ampia rampa di scale, il suo magitometro segnava ancora scariche
provenire da uno dei saloni nel piano superiore.
Aprì magicamente una porta ed
entrò, la camera era completamente a soqquadro, sedie e tavoli rivoltati, lo
schermo di un computer scaraventato a terra, libri e appunti sparsi dappertutto.
Poi vide l’uomo, la gobba
prominente rendeva il cadavere di Edward Chin inconfondibile.
Robert si inginocchiò a fianco
del corpo del professore, il volto era una maschera di sofferenza.
<< Ma cosa è successo qui
dentro? >> si chiese il mago, poi cominciò a capire, tutti gli appunti
dello scienziato sembravano improntati a trovare un modo per riattivare il gene
della NAS.
Chin aveva provato a invertire
il processo di Anubi, operando però questa volta sulla linea somatica invece
che su quella germinale, era un progetto teoricamente impossibile, alla portata
del suo genio.
<< Ma anche i migliori
possono sbagliare >> disse Robert coprendo con un lenzuolo il corpo
esanime dello scienziato, << e questa volta l’errore ti è costato la
vita >>.
Un giorno prima, ( sette giorni
dopo la tragedia )
Fabian aveva lavorato senza
soste per sette giorni, aveva seguito scrupolosamente le istruzioni scaricate
dal terminale di Chin.
Quella mattina preparò il pacco
e uscì in strada, al primo ufficio postale spedì il pacco allo studio legale
Ian & Tomilnson.
Poi riuscì in strada, e fu
allora che si sentì seguito.
Tutt’attorno i palazzi erano
grigi e fatiscenti, la strada piccola e fiocamente illuminata portava
all’entrata della vecchia stazione della metropolitana, dove decine di barboni
dividevano il letto con ratti e cani randagi.
Era un tipico quartiere della
zona industriale di Londra, e tutto sommato l’incessante alluvione rendeva un
favore al quel luogo, nascondendone in parte lo squallore.
L ‘uomo sedeva spalle al muro,
i capelli completamente fradici di pioggia erano attaccati al viso, era
palesemente esausto, ma gli occhi azzurrissimi si levavano ancora fieri a
squarciare l’oscurità incalzante. A pochi passi giaceva abbandonata una
pistola scarica, l’uomo gli lanciò una triste occhiata.
Dalla cortina di pioggia una
figura incappucciata avanzò verso di lui.
<< Alla fine mi hai
raggiunto, Potter >>.
Harry teneva la bacchetta
puntata dritta sull’uomo.
<< Lo facciamo solo per
proteggerci >> rispose Harry, l’espressione piena di rammarico.
<< Palle! >> ringhiò
l’uomo << voi dite di esservi battuti contro il male, dite di essere
buoni, col potere che vi ritrovate avreste potuto evitare immani tragedie, ma
non l’avete fatto, mai >>.
Harry non rispose, non sapeva
cosa rispondere, alla fine disse: << Non ho l’ordine di ucciderti,
nonostante quello che hai fatto, ma ti dovrò cancellare la memoria, tutto
quello che sai su di noi >>.
<< La vita di un uomo
>> rispose lo sconosciuto, << è fatta di ricordi, brutti o cattivi
che siano, essi sono la testimonianza di ciò che siamo. Se mi cancellerai la
memoria sarà come uccidermi, e il Signore sa se voi “buoni” non avete il
diritto di uccidermi. Non sono stato io a scatenare questo inferno >>.
<< Mi dispiace >>
disse Harry sollevando un po’ di più la bacchetta.
<< Sei un fottuto ipocrita
Potter >>.
<< Sarà, ma tu hai
distrutto il nostro mondo, cosa ti aspetti da noi? >> chiese il ragazzo.
<< Che riflettiate sui
vostri errori e sulle vostre mancanze >> rispose Fabian guardando dritto
la bacchetta, << e poi, non ho distrutto il vostro mondo e forse, dopo
tutto questo, sarà migliore >>.
<< Oblivion >> fece
Harry, che dopotutto voleva solo finirla.
<< Alla fine di tutto,
Wise è ancora vivo? >> riprese Hermione
<< Non ricorda niente di
noi, ma per il resto sta bene, dirige un laboratorio di ricerca in California e
vive con la donna >>. Rispose Harry.
<< Incredibile >>
sbuffò la ragazza, << avrà pure una vita invidiabile >>.
<< Questo >> rispose
semplicemente Harry, << non lo so >>.
<< Forse >> disse la
ragazza guardando Harry dritto negli occhi, anche noi possiamo migliorare la
nostra >>.
Harry non rispose, ma per la
prima volta da giorni sorrise.
Dieci anni dopo.
Il postino, palesemente babbano,
bussò quella sera di un martedì primaverile, alla casa dei coniugi Potter.
<< Buonasera >>
disse una bambina intorno ai sei anni che venne ad aprire la porta.
<< Ciao piccola
>>rispose l’uomo, << posso parlare con i tuoi genitori? >>.
<< Lily? Chi è? >>
un uomo col classico abbigliamento dei professionisti di successo venne alla
porta.
<< Buonasera signor Potter
>> disse il postino, devo consegnarle questo pacco da parte dell’ufficio
Ian & Tomilnson >>.
<< Oh, grazie >>
fece Harry un po’ incerto.
<< Chi era >> chiese
Hermione entrando in salotto, con in braccio un’altra bambina di poco più di
un anno.
<< Ho ricevuto questo
pacco >> rispose Harry
aprendolo, ma appena levi le alette di cartone, da un grande cilindro metallico
scaturì un impalpabile fumo bianco che riempì la camera.
<< Apriti le finestre
>> gridò Hermione, ma il fumo sembrava non avere nessun attributo
tossico, e così l’episodio, dopo i dovuti controlli cadde nel dimenticatoio.
Un anno dopo.
<< Signor Potter, ancora
un pacco per lei >> fece il postino.
Anche questo veniva dallo studio
Ian & Tomilnson, ma consisteva in un semplice foglio bianco.
<< Cosa vuol dire
>>chiese Hermione.
Harry non rispose, gli erano
appena venute in mente le parole di Wise “ non ho distrutto il vostro mondo, e
forse dopo tutto questo sarà migliore ”.
<< Ci ha salvato >>
mormorò il ragazzo, << Un anno fa ci ha spedito un antidoto, vaccino,
cura o come diavolo si chiama e ci ha guarito, credo sia una specie di
anti-virus che noi abbiamo trasmesso anche agli altri >>.
<< Vuoi dire che potremo
avere figli non gabbani? >> chiese Hermione.
<< Esatto >>.
<< E cosa significa il
foglio bianco? >>
<< Ci dice che potremo
riscrivere daccapo il nostro futuro, un futuro più giusto, spero >> poi
lo sguardo andò alle sue due bambine, più importanti di ogni altra cosa, ed
entrambe babbane, << maghi e babbani saranno molto più uniti adesso che
tante famigli avranno già figli non maghi, sarà un futuro diverso >>.
In quel momento nella notte
riecheggia il pianto indignato di una nuova vita, è un pianto alto e ruggente,
inconfondibilmente sano, inconfondibilmente magico.
Fine
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