Appena siamo riusciti ad uscire dalla sala sono andata alla ricerca
della segreteria e se non fosse stato per Josh che mi ha guidata, temo
che non sarei stata capace di trovarla. E' una struttura talmente
grande che sembra impossibile districarsi, ma Josh continua a ripetermi
che è soltanto questione di tempo, presto mi
abituerò alla vita all'interno del college.
Dopo aver salito due rampe di scale, ci troviamo in un ampio spiazzo da
cui si dipartono due corridoi laterali che conducono ad alcune aule
mentre dall'altra parte, difronte le scale, si erge una enorme porta di
acciaio con su scritto "segreteria" appena sopra il cornicione. -bene,
l'abbiamo trovata finalmente!- esclamo esultante. -Io ti aspetto qui
fuori- esclama Josh sorridendo ma la cosa mi mette un po' in imbarazzo
-non ti preoccupare, se hai altro da fare vai pure, non mi va di farti
perdere un'intera giornata- mi fa un sorriso più ampio
mostrando i denti ma china leggermente il capo per poi puntarmi
nuovamente lo sguardo -non ti preoccupare, non è una perdita
di tempo accogliere i nuovi studenti, mi fa piacere farti da guida.- si
poggia con la schiena contro il muro, le mani dentro le tasche e una
gamba piegata per portare il piede contro il pannello di legno della
parete -dai entra, altrimenti si fa la fila infinita- mi dice poi
accorgendosi che mi sono incantata... cioè non mi sono
incantata, solo che... scuoto la testa, sorrido leggermente ed entro
dentro la segreteria ripetendo a me stessa di stare calma.
Mi accoglie all'interno una signora sulla quarantina con i capelli
biondo tinti leggermente abbombati sulle spalle, un paio di occhiali da
lettura, che sfoggia un sorriso di cortesia e mi chiede subito il mio
nome, -Connie Brown- rispondo io cercando di assumere un tono di voce
deciso ma che non risulta del tutto tale, l'emozione di cominciare
quest'avventura è talmente grande che mi sta sormontando,
forse sarebbe il caso che mi dessi una calmata!
Tuttavia la segretaria sembra non aver fatto caso al mio stato d'animo,
mi passa un foglio con un sacco di righe da compilare, -mettiti comoda
in una delle sedie, quando hai terminato me lo riconsegni e io ti
darò la chiave della camera e tutte le altre cose che ti
serviranno come il nome della tua coinquilina.- Prendo in mano il
foglio e mi dirigo verso una delle sedie blu attaccate alla parete
posta accanto alla porta d'ingresso della segreteria.
Mi siedo e accavallo la gamba destra in modo da servirmene come
tavolino improvvisato e comincio a leggere il modulo; credo che un test
d'ingresso come quello che ho svolto per entrare in questo college
abbia meno domande; c'è di tutto: quando e dove sono nata, e
fin qui va tutto bene, quali scuole ho frequentato, se sono mai stata
rimandata in qualche materia o direttamente bocciata, nome e cognome
dei miei genitori con allegato il numero dei loro cercapersone, la
professione di entrambi e se in famiglia ci sono altri figli con
allegata l'età e il tipo di scuola che stanno
frequentando.... Da pazzi! Ma le domande che mi hanno fatta rimanere a
bocca aperta sono state: se sono allergica a qualche alimento, farmaco
o agenti chimici e pollini... e poi, quali siano i miei gusti musicali
preferiti, mi ha fatto seriamente pensare di aver sbagliato posto ed
essere capitata ad un'audizione per qualche talent show o direttamente
in una candid camera di quelle dove piazzano le telecamere nascoste, i
produttori organizzano degli scherzi alla gente comune per vedere la
loro reazione... la mia sarebbe davvero comica.
Tuttavia non ho voglia di chiedere spiegazioni anche perché
la stanza ha cominciato ad affollarsi di ragazzi e la segretaria che mi
ha accolto qualche minuto prima ha dovuto chiamare rinforzi e sembra
che siano immerse in un lago di pesci carnivori in questo momento, per
non parlare delle ragazzette che stanno attendendo che le sedie, in cui
sono seduta anche io, si liberino e sembrano puntarle con
avidità mentre chi è seduto con un'espressione
che metterebbe ansia a chiunque; quindi decido di non farmi
più domande, finisco di compilare il modulo e mi alzo dalla
sedia, non faccio nemmeno in tempo che ci si sono catapultate due
biondine che sembrano in vena di cercarsi briga l'un l'altra per
ottenere il posto, sono sempre più convinta di essere
capitata in un manicomio! Comunque torno al bancone di prima, in mezzo
alla bolgia e mi sento chiamare da una delle segretarie che sta
più in disparte, mi avvicino e leggo in alto la scritta:
"consegne" il che mi fa sospirare di sollievo perché non
reggerei all'idea di dover sopportare una tale fila come quella che si
è formata dall'altra parte. -Ha compilato tutto il modulo?-
esclama la signora prendendolo dalle mie mani e sistemandosi gli
occhiali, -si almeno credo- rispondo io con un tono di voce sempre meno
convinto; la donna comincia a sfogliarlo tutto, leggendo con attenzione
ogni risposta che ho dato con aria seria, quindi lo poggia sulla
scrivania e raggiunge un punto poco lontano dalla sua postazione, in
cui si trovano i classici mobili di acciaio in cui sono custoditi
numerosi schedari divisi per ordine alfabetico o altro. Apre il secondo
cassetto e comincia a sfogliare tra le schede racchiuse fino a quando
non trova quella che stava cercando; quindi mi raggiunge. -Allora, sei
stata assegnata al padiglione "E", stanza numero venti e la tua
compagna di stanza sarà-segue con gli occhi il foglio della
scheda- Reny King, ovviamente anche lei è al primo anno,
eccoti la chiave e non dimenticare questi fogli: ci sono tutte le
indicazioni per trovare l'alloggio e le diverse aule e zone
dell'istituto, è talmente grande che se non hai qualcuno che
ti guidi o queste indicazioni, districarti sarà molto
difficile. Bene, è tutto per qualsiasi problema rivolgiti
pure alla nostra segreteria e buon inizio anno!-
Non mi ha dato il tempo né di ringraziarla, né di
fare qualche domanda che ha fatto cenno con la mano ad un ragazzo
appena dietro di me che si è fatto avanti costringendomi a
dovermi spostare, quindi sempre più perplessa, cerco di
dirigermi verso l'uscita della stanza dove trovo Josh ancora
lì ad aspettarmi.
-Com'è andata? Dalla tua faccia si direbbe "bene ma non
troppo"- esclama Josh ridendo sommessamente, mantenendosi con la
schiena contro il muro e le mani in tasca, io sorrido di
rimando -Più o meno come hai detto tu adesso, è
una bolgia lì dentro... poi quel modulo pieno di domande
assurde... non vedevo l'ora di uscire!- senza rendermene conto ho
parlato a raffica e a voce alta dall'esasperazione e questo non ha
fatto che incrementare il divertimento di Josh che adesso ride quasi
sguaiatamente, -capita a tutti il primo anno, non ti preoccupare!
Allora in che padiglione sei stata spedita?- mi porto una mano sulla
testa e mi do una calmata, poi rispondo -E! Sarò in camera
con una certa Reny King- esclamo ma probabilmente non era la risposta
che voleva sentire lui: sgrana gli occhi e rivolge lo sguardo altrove,
poi china la testa e sorride con una mano a coprire gli occhi, -Oddio
sei finita nel padiglione degli sfigati!- esclama con un tono di voce
tra l divertito e il disperato, lo guardo con aria interrogativa
-Scusami?- chiedo sempre meno convinta -ti hanno messo nel padiglione
degli studiosi a livello dei secchioni, che non fanno altro che
studiare e parlare come tanti intellettualoidi... se chiedi loro di,
non so partecipare a qualche festa, ricevi un insulto se ti va bene...
credimi se ti dico che peggio non ti poteva andare!- esclama
e mi sta venendo una gran voglia di ringraziarlo ironicamente per il
supporto morale che mi sta dando, poi cambia espressione diventando per
un momento pensierosa e mi rivolge nuovamente la parola: -davvero non
sei mai stata rimandata a qualche materia? E non sei mai stata
bocciata?- adesso è davvero sconvolto, cosa c'è
di male ad andare bene a scuola? -Ehm.. si, cioè una volta
sono stata rimandata in matematica ma siccome si trattava di una
materia al secondo anno del liceo non mi sembrava importante,
così ho messo direttamente no!- scoppia di nuovo a
ridere e la cosa comincia a darmi sui nervi, -insomma hai detto una
balla, per guinta una balla sbagliata!- Perché adesso
esistono le balle sbagliate e quelle giuste? Non ho il tempo di
chiederglielo perché mi prende per un polso mentre con
l'altra mano afferra il trolley, -andiamo a parlare in un altro posto e
ti spiego meglio come funzionano le cose!-
Siamo usciti in giardino dal retro della struttura, poco distante
c'è una pineta che raggiungiamo in fretta. E' molto ampia e
la perenne ombra che gli alberi gettano sul terreno, la rendono un
posto ideale dove ripararsi dal caldo del sole di inizio settembre.
Come ogni pineta, il terreno è sormontato da un tappeto di
aghi di pino secchi che scricchiolano ad ogni nostro passo, l'hanno
attrezzata bene quasi come un campo estivo di scout con panchine e
tavoli di legno ricavati interamente dai tronchi, ci sediamo su uno di
essi e Josh non perde tempo ad iniziare il discorso: -Prima regola, non
bisogna mai dire troppo la verità quando ti consegnano il
modulo da compliare, anche se sei stata una studentessa modello, se non
sei una secchiona o una di quelle che entrano a far parte dei club
"perfettini" delle scuole, non è il tuo caso mi sembra di
capire. Quindi abbiamo già sbagliato in larga scala! Ma un
po' è colpa mia, pensavo che sapessi già queste
cose-
-Non capisco quale sia il problema!- esclamo sempre meno convinta di
quello che mi stia dicendo:
-Il problema, cara la mia Connie, è che in questo college
selezionano e distinguono gli studenti in base alla media scolastica di
tutto il periodo di studio prima di arrivare al college, in base ai
gusti musicali e di altro genere, quindi abbiamo una specie di
divisione in classi dove alle estremità ci sono gli ultra
secchioni e dall'altra parte... beh quelli che frequentano il college
per fare tutto tranne che studiare! Nelle "classi intermedie"
c'è, in una sola parola, il paradiso!- gli occhi gli stanno
brillando o è una mia impressione? -in quale classe sono
finita io?- chiedo pur sapendo la risposta, -indovina un po'!- mi
aspettavo una risposta del genere da parte sua. Guardo per un momento
al trove con l'intenzione di ragionare a fondo, poi mi volto in fretta,
troppo in fretta e mi succede quando divento stizzita, ma non
mi conviene agire così d'impulso davanti ad uno
sconosciuto... beh ormai la cattiva figura l'ho fatta, quindi continuo
sulla stessa rotta! -Senti, l'obiettivo principale per cui sono entrata
al college è di studiare, non di dover buttare all'aria
tutto per passare questi anni a divertirmi e fare pettegolezzo, okay?
Quindi sono del parere che la sezione in cui mi hanno collocata sia
quella perfetta per le mie aspettative!- sono convinta? Si, ne sono
sicura? Si, cioè no... credo che questo dilemma interiore
stia sbucando da tutti i pori del mio viso perché ha
un'espressione molto poco convinta: Okay, forse non hai capito bene che
tipo di ambiente sia quello in cui stai per andarti a cacciare ma ti
propongo un accordo: Oggi fai il tuo primo giorno al padiglione E con i
compagni perfettini, stasera invece verrai ad una festa organizzata nel
mio padiglione, G così potrai confrontare i due ambienti!-
L'idea è allettante, ma mi sorgono una serie di dubbi che
non tardo ad esplicare: -Ma la direttrice ha detto che chi non fa parte
di un padiglione non può essere ospitato né
può partecipare alle feste, come faccio a venire?- fa un
sorriso smagliante di chi ha la risposta pronta, -non ti devi
preoccupare di questo perché, seconda lezione: non tutte le
regole che ha elencato la nostra amata direttrice vengono rispettate,
è una semplice routine!- sgrano gli occhi perché
mi sembra una cosa totalmente assurda, -Ma se vi scoprono?- altra
risata ed altro sguardo malandrino, -i controlli vengono fatti
periodicamente, ma ormai abbiamo capito quando avvengono quindi siamo
prevenuti, per i controlli speciali c'è bisogno di una vera
e propria richiesta da parte di uno studente, ma qui nessuno ha
intenzione di crearsi dei problemi con gli altri studenti, pensa che
fine farebbe uno che fa interrompere una festa nel padiglione G
perché ci sono degli imbucati del padiglione H... farebbe
bene a scavarsi la fossa da solo, fidati. Comunque se non sei convinta,
lascia fare a me. Allora, affare fatto?- mi tende la mano sempre con il
solto sorrisetto. La guardo e rifletto su cosa sia meglio fare, i
rischi che correrei e le conseguenze che ne deriverebbero, ma alla fine
gli stringo la mano e... -affare fatto!- esclamo decisa. -Bene, allora.
Adesso ti accompagno al tuo amato padiglione, senza entrare ovviamente.
Quindi ci vedremo stasera ma , rammenta bene quello che ti sto dicendo:
Non dire alla tua coinquilina né agli altri ragazzi del tuo
padiglione che stasera ti imbucherai, okay? E' di vitale importanza!-
questa volta lo sguardo è serio, niente più
sorrisetto; mantendo il suo steso sguardo per quanto mi è
possibile, quindi rispondo: -Okay, nessun problema!- quindi ci alziamo
e ci dirigiamo verso il padiglione dove dovrò alloggiare;
l'ansia mi sta mangiando viva, ho il cuore in gola, mannaggia a lui e a
tutte le assurdità che mi ha detto riempendomi la testa di
segatura!
Arriviamo alla struttura staccata dall'edificio dove si svolgono le
lezioni, ma facente sempre parte dell'intero nucleo del college. E' una
sorta di palazzina molto semplice di mattoni rosso bruciato, tante
finestre e una porta bianca con una grossa E in ottone al centro; tre
gradini danno l'accesso alla piccola veranda e la porta è
una di quelle che si aprono senza la chiave -Okay, sei arrivata a
destinazione. Questa sera alle 21 c'incontriamo nella pineta dove siamo
stati poco fa!- esclama senza chiedermi nulla, annuisco con la testa,
quindi lui fa per andarsene mentre io mi volto verso la porta chiusa,
faccio un respiro profondo ed entro.
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