Wow, nove recensioni!!
Non sto a ringraziarvi uno per uno,
perché ho poco tempo (tra poco devo andare a provare ma volevo pubblicare
ugualmente il capitolo) ma sappiate che adoro i vostri commenti!
Ringrazio solo la mia sore per la
bellissima storia che mi ha scritto! Sappi che la imparerò a memoria!!!!!
Temperance
5 – In
which something is different
“Ciao Tay.” Salutò Chad, stranamente mogio, sedendo accanto a Taylor, il cui sguardo era perso oltre l’orizzonte
frastagliato che sovrastava il lago Diamone. “Ti devo
parlare.”
“Senti, Chad” Ribattè
lei, gli occhi invisibili, dietro alle grandi lenti scure. “Te l’ho già detto,
noi…”
“Tu non mi vuoi?”
“C…cosa?” Chiese la ragazza, spiazzata dall’inaspettata
domanda di lui.
“Ti piace un altro? Non sono il tuo tipo? Ok, lo capisco, qualunque cosa sia,
giuro che lo capisco, ma almeno dimmi di che si tratta, così mi metto il cuore
in pace.”
Taylor si lasciò sfuggire un sorriso che, però, fu rapidamente cancellato dal suo
volto.
Finalmente Chad aveva iniziato a
mettere in dubbio il proprio fascino! Forse, dopotutto, era valsa la pena
aspettare…
“Non è che non sei il mio tipo…”
Cominciò, soppesando attentamente le parole: non voleva che lui capisse quanto
le piaceva… non ancora, almeno.
“Sei un buon amico, mi piace stare con te, ma con questa
storia che vuoi diventare il mio ragazzo sei un po’
troppo pedante… e anche troppo sicuro. Insomma, chi ti ha detto
che mi piaci così tanto?”
“Nessuno…” Rispose lui, confuso. “Nessuno. Non è quello che
ti ho appena detto?”
“Lo hai fatto ora e mi ha fatto piacere ma
non sei sempre così. Voglio dire, ieri, sul sentiero, mi hai abbracciata senza
nemmeno chiedermi se mi faceva piacere o no!”
“Taylor, io sono fatto così… non
sono capace di cambiare.”
“E io non te lo sto chiedendo.
Vorrei solo che fossi un po’ meno… soffocante, ecco.”
Chad rimase in silenzio per
qualche istante, riflettendo sulle parole della ragazza.
“Ci proverò.” Concluse. “Ma dimmi
almeno una cosa.”
“Spara.”
“Ho qualche possibilità con te?”
“Dipende. Il Chad di ieri non ne
ha neanche mezza. Il Chad con cui sto parlando ora,
invece, ne ha più di quante immagini.”
“Lo sapevo!” Esclamò lui, onde poi correggersi
immediatamente. “Cioè, volevo dire… ne sono felice.”
Taylor sorrise, riportando lo
sguardo sull’acqua placida del lago.
“Tay?”
“Mmm?” Rispose lei, senza
guardarlo.
“Se io ora facessi qualcosa del
tipo abbracciarti… ti dispiacerebbe molto?”
Taylor si strinse nelle spalle,
senza dare ulteriori risposte.
Dopo un paio di minuti, Chad posò
timidamente la mano su quella di lei, appoggiata per terra, considerando già
una piccola vittoria il fatto che lei non l’avesse ritratta.
“Quel posto era spettacolare! È valsa
davvero la pena arrivarci, eh, Kels?” Esclamò Ryan, entrando nella tenda.
“Parla per te.” Replicò Kelsi,
lasciandosi cadere pesantemente sul proprio sacco a pelo. “Ad un certo punto ho
pensato che non sarei più stata in grado di respirare. Erano anni che l’asma
non mi dava problemi… ho avuto paura…”
“Non sapevo che fossi malata.” Disse lui, sedendole accanto.
“Non mi piace che la gente lo sappia.
Mi fa sentire debole.”
“Anche con me, ora?”
“No…” Rispose lei, parlando più con se stessa che con lui.
“Con te è diverso. Tu… non mi tratti in modo differente dal solito… non mi hai giudicata.”
“Non lo faccio mai. Di solito sono io quello che viene giudicato e nel novantanove virgola nove periodico per
cento delle volte, l’idea che gli altri si fanno di me non è affatto positiva.”
“Che pensano di te?”
“Dimmelo tu. Mi sembrava di non starti granché simpatico.”
Kelsi si strinse nelle spalle.
“Non so… essenzialmente, è tua sorella quella che non reggo.”
“Allora ti illumino io. Ryan Evans è, nell’ordine, il
burattino di Sharpay, gay, a volte anche innamorato
di Troy Bolton, uno senza
spina dorsale che nella sua vita non concluderà mai
niente e altri gentili appellativi sul genere.”
“Sul serio?”
Ryan annuì, in viso un sorriso
gentile. Non sembrava addolorato da ciò che aveva appena raccontato alla sua
compagna.
“Questo è solo l’inizio. Per un po’ fa male, ma poi inizia a
scivolarti tutto addosso e, se si è veramente bravi, si può imparare anche a
guardare queste prese in giro con sana autoironia.”
“E tu sei bravo?”
“Un po’. A volte mi dà ancora fastidio che la gente parli
male di me, ma non spesso come prima.”
Kelsi lo guardò per un po’,
cercando di capire se fosse stato totalmente sincero con lei. Come poteva
lasciare che tutte quelle cattiverie gli scivolassero addosso come acqua pura?
Lei non ne sarebbe mai stata capace…
Eppure era abituata a lottare, la sua vita non era mai stata
facile… ma a lei del giudizio degli altri importava…
ed era anche per questo che aveva paura ad ammettere persino a se stessa che
quel ragazzo strano e dolcissimo, contro ogni aspettativa, l’affascinava non poco
Decise che sostenere più a lungo un discorso del genere
sarebbe stato troppo difficile, quindi la buttò sullo scherzo.
“Ma… davvero dicono che ti piace Troy?”
“Carina questa, eh? È la mia preferita.” Rispese
lui con un sorriso un po’sbilenco, facendo ridere la ragazza. “E comunque,” Continuò, stortandosi
il cappello sulla testa e muovendo la mano in modo decisamente femminile. “È
chiaro, gioia, che mi piace Troy, Voglio dire, hai
mai visto un ragazzo più figo?”
Kelsi scoppiò a ridere,
trascinando anche Ryan con sé.
“Oddio, fai paura! Non farlo mai più, o mi convincerò anche
io che sei gay.”
“Non lo sono, fidati.”
“Giusto, la ragazza misteriosa.”
“Bingo.”
“Sai, credo di aver capito chi è.” Mormorò Kelsi con aria cospiratrice.
“S…sì?” Replicò lui, arrossendo.
“Già già…ma stai tranquillo, non
lo dirò a nessuno.” Continuò, facendogli l’occhiolino.
“Bene… meno male….”
“Sai, Ryan, non ti avrei mai
immaginato così.”
“Così come?” La incoraggiò lui, lieto del cambio
d’argomento.
“Non so… sei… simpatico, credo.”
“Grazie mille, m’lady.” Rispose il ragazzo con un forzato accendo britannico.
“Sono felice, però. Un amico in più fa sempre como…..” La frase di Kelsi fu interrotta da un vistoso
sbadiglio. “Oh, scusami, ho un sonno tremendo…”
“Dormiamo, allora.”
I due ragazzi si infilarono nei
sacchi a pelo e Kelsi si voltò verso la parete della
tenda, dando le spalle a Ryan.
Lentamente, il ragazzo si avvicinò a lei e iniziò ad
accarezzarle delicatamente la schiena.
Tanto aveva capito di piacergli, no? Lo aveva detto lei…
“Ryan…che stai facendo?” Domandò
lei, irrigidendosi.
“Si chiamano carezze, Kel… non
posso definirmi un esperto in materia, visto che i miei non ne hanno mai distribuite in gran quantità, ma di solito fa piacere
riceverne…”
“Sì, è…. È bello…” Dicendo quelle parole, Kelsi si rilassò leggermente, lasciando che le mani di lui continuassero a sfiorarla, a correre su e giù
lungo la sua schiena. Nemmeno lei, dopotutto, aveva mai ricevuto molte carezze.
I suoi si erano separati quando lei
aveva cinque anni e nessuno dei due aveva mai avuto molto tempo per curarsi
della loro unica, piccola e timida figlia che sembrava avere il pianoforte come
unico amico.
Sentire quelle mani grandi e delicate muoversi sul proprio
corpo era rassicurante, la faceva sentire protetta, lontana da tutti i pericoli
e le cattiverie del mondo.
Avrebbe voluto mantenere quel contatto per sempre e poco le importava che fosse Ryan Evans a darle queste sensazioni.
Nemmeno quelle poche volte che era stata vicino
a Jason si era sentita così…
Pian piano si rilassò completamente e chiuse gli occhi.
“Ryan….” Chiamò, già più nel mondo
dei sogni che in quello della realtà. “Mi abbracci?”
“Certo….” Esitante, Ryan si
avvicinò di più a lei, slacciando le cerniere laterali dei due sacchi a pelo e
facendo scivolare le braccia intorno ai suoi fianchi.
Kelsi si rigirò nella sua stretta
e appoggiò il viso al suo petto, lasciandosi cullare dal battito del suo cuore.
“Gabriella è veramente una stupida a preferire Troy a te….” Sussurrò, prima di
addormentarsi.
“Gabriella?” Chiese Ryan a bassa
voce, ma lei già non lo sentiva più.
Continua….