Nel
cuore della notte
A eco, la sfornatrice
seriale di storie, il suo meritato fluff.
A svegliarmi
nel cuore della notte è una sensazione familiare.
Una specie di
inquietudine che arriva strisciando e si intrufola nel mio sonno, per
ricordarmi che la cosa più importante non è
occuparmi del mio riposo, ora, ma vegliare su quello di una minuscola
creaturina accanto a me.
Apro gli occhi
per puntarli verso la piccola culla, ma mi blocco automaticamente,
confusa e assonnata, quando noto qualcosa di strano. Nella stanza non
c'è il solito buio quasi totale, non c'è
silenzio.
Mi volto verso
la luce soffusa, frastornata.
La figura
scura di Peeta si staglia contro l'alone color tramonto creato
dall'abajour. È steso a pancia in giù sulle
coperte, e sussurra qualcosa... al cuscino?
Sbatto un paio
di volte le palpebre e metto a fuoco la sagoma di un fagottino, mentre
comincio a sentire i suoi gorgoglii.
Congelo subito
ogni mio movimento, restando immobile per non interrompere la scena.
Tendo le orecchie e mi sforzo di mettere ulteriormente a fuoco in
questa luce delicata.
«Dormi,
da brava», sta sussurrando Peeta con tono conciliante, a
pochi centimetri dal suo nasino. «Lasciamo dormire la mamma,
stanotte... Ha bisogno di risposare, e anche tu dovresti farlo. Dormi,
amore...».
Il pugnetto di
Lilian stringe con forza l'indice di suo padre.
Si vede
lontano un miglio che lui è deliziato da quel tocco. Ha una
luce negli occhi che cancella la stanchezza dal suo volto, e lo fa
sembrare di nuovo un sedicenne senza pensieri. Guardo il modo in cui le
solletica la pancia, in cui le sussurra parole dolci. Per un attimo il
mio stomaco si stringe, pensando a quanti anni ho fatto passare prima
di prendere in considerazione i suoi desideri, lasciandomi pietrificare
da una paura antica e feroce.
Nella stanza
risuona un gorgoglio, che si trasforma presto in un lamento agitato.
Dev'essere di nuovo ora di mangiare, per qualcuno.
«No,
tesoro, no». Peeta comincia ad accarezzare la testolina di
Lilian con le sue mani grandi. «Shh. Lily, non svegliare la
mamma... Dai, dormiamo un po'».
Continuo a
sbirciarli, immobile e intenerita nel mio bozzolo di lenzuola.
Sono
così belli insieme, i loro volti così vicini che
quasi si sfiorano. Sento l'amore e l'orgoglio in gola, in un nodo che
non riesco a mandare giù, e che mi disegna un sorriso
involontario sulle labbra.
I suoi
sussurri persuasivi continuano, per cercare di farla addormentare senza
disturbarmi. La sua premura è molto dolce, ma dubito che le
sue doti di oratore servano a qualcosa di fronte ad una bambina
affamata.
Infatti, come
previsto, nel giro di qualche minuto i lamenti sommessi di Lilian si
trasformano in sonore proteste che sarebbe impossibile non sentire.
Peeta la culla e la accarezza, senza arrendersi, e poi arrischia una
breve occhiata nella mia direzione.
Si accorge
subito che li sto spiando attraverso i miei occhi socchiusi, e si
avvicina un po' a me strisciando sul materasso, con Lilian tra le
braccia.
«Scusa»,
sussurra quando siamo faccia a faccia. «Non volevo
svegliarti».
Sto per
rispondergli di non preoccuparsi, che non è stata colpa sua,
ma le parole mi muoiono in gola. Peeta mi guarda perplesso, e non
capisco cosa stia succedendo finchè non sento due grosse
lacrime rotolarmi lungo le guance. Mi scappa anche una risata sommessa,
mista ad una specie di singhiozzo strozzato, e mi rendo conto che mi
sto comportando come una pazza.
Peeta
è più confuso che mai, e mi guarda come se stessi
per crollargli davanti. Alterna lo sguardo tra me, la moglie isterica,
e Lily, la figlia in protesta, senza sapere cosa fare.
Alla fine
tiene il rumoroso fagottino con un braccio e con l'altra mano mi
accarezza il volto, asciugandomi le lacrime.
«Ormoni?»,
azzarda timidamente.
Io spero
sinceramente che la sua sia un'ipotesi corretta, perché sto
ridendo e piangendo contemporaneamente e non ci capisco niente.
«Non
lo so», sussurro mentre sorrido, tirando su con il naso.
«Però sto bene, tranquillo».
Peeta sembra
sapere qualcosa che io non so, perché quando si avvicina al
mio viso gli brillano gli occhi. Mi bacia sorridendo, ed io vengo
avvolta dal sapore delle mie lacrime e la dolcezza del suo bacio ed il
piccolo ingombro del corpicino di Lily tra noi, e su di me si infrange
qualcosa che non posso contrastare perché è troppo bello,
e mi riempie quasi con violenza il petto all'altezza del cuore.
Peeta non dice
nulla e si limita a sorridere, guardandomi attraverso quelle sue ciglia
chiare e lunghissime. Lo sa che non sono brava a gestire le mie
emozioni, e giunta a questo punto penso che per lui sia impossibile non
capire quanta positività io mi senta dentro in questo
momento.
Nell'elettricità
di questo attimo di silenzio fra noi, Lilian richiede di nuovo la
nostra attenzione, cimentandosi in una lunga serie di strilli acuti.
Sospiro,
avvicinandomi di più a Peeta. Da qualche parte, ritrovo la
mia voce, anche se piegata dalle lacrime di prima.
«Ah,
vediamo cos'ha quest'aquilotto».
Ci tiriamo un
po' su dalla nostra posizione supina, e lui mi adagia delicatamente
Lilian fra le braccia. È così piccola che ho
quasi paura di spezzarla.
Peeta resta a
guardare in silenzio mentre me la stringo al petto, nutrendola e
proteggendola. L'aria frizzante di settembre mi danza sulla pelle, ora
che dalla vita in su non sono più coperta neanche dalle
lenzuola. Rabbrividisco, e un braccio caldo arriva subito a circondarmi
le spalle. Mi ci appoggio, riconoscente, lasciando che mentre cullo
Lilian ci pensi Peeta a prendersi cura di me.
Finisco di
allattarla e, dopo il ruttino, la comincio a cullare lentamente nel
tentativo di farla addormentare.
Per tutto il
tempo, Peeta non ci toglie gli occhi di dosso.
«Posso?»,
sussurra quando le palpebre di Lilian cominciano a tremolare.
Gliela
restituisco, approfittandone per prendere una coperta dalla sedia
accanto al letto ed avvolgermela intorno. Sul volto sento ancora una
lacrima ormai asciutta ed il sorriso di prima che rimane tenace sulle
mie labbra.
«Guardala».
Il mormorio di Peeta è incredulo. «Non ho mai
visto una cosa così bella».
Lily riposa
tranquilla tra le sue braccia forti, con le labbra schiuse e rosee che
sembrano un bocciolo.
Facendo
attenzione a non scuoterlo, mi appoggio alla sua spalla e ci lascio un
bacio.
«Ti
somiglia tanto», commento.
Inclino un po'
la testa per sbirciare la sua reazione.
«Nah,
non direi», nega, anche se si vede che scoppia d'orgoglio.
«Siete due gocce d'acqua».
Non ribatto.
In realtà, c'è da dire che è difficile
notare somiglianze eclatanti, in una bambina così piccola.
Ma
c'è qualcosa nei grandi occhi azzurri di Lily, nella sua
calma, che mi sembra sempre così dolce e profondo, e che non
posso fare a meno di ricondurre a Peeta.
Fino a quando
non si mostrerà scontrosa e diffidente, grazie al cielo,
avrà preso il meno possibile da me.
«Dovremo
aspettare qualche anno per esserne sicuri», replico.
Peeta comincia
ad accarezzare piano la peluria scura che Lily ha sulla testolina
rotonda.
«Sì,
e sarà meglio che i ragazzi tengano le mani al loro posto.
Sono passati tanti anni, ma so ancora il fatto mio nel corpo a
corpo».
Una risatina
mi esce sommessa dalle labbra. «Va bene, Peeta. La
rinchiuderemo in cima a una torre e poi metteremo delle guardie a
sorvegliare il portone».
Lui si alza
con tutta la delicatezza del mondo e posa Lilian nella sua culla, a
qualche passo dal nostro letto. Si sdraia di nuovo accanto a me e apre
un po' le braccia, in un chiaro invito. Appoggio la testa sul suo petto
nudo, mugolando soddisfatta. È sempre un caldo rifugio.
Sospira
sonoramente. «Non suona troppo male».
«Cosa,
la prigionia?».
«Sì...
potrei mettermi a sorvegliare il portone insieme alle
guardie». Incontra il mio sguardo divertito. «Beh,
che c'è? Dovrebbero passare sul mio cadavere per
entrare».
Nascondo un
sorriso contro il suo petto. «Ah, non ho dubbi. Dai,
cavaliere valoroso, cerchiamo di dormire un po', finchè non
ricomincia».
Peeta mi
lascia un bacio sui capelli, stringendomi bene a sé. Lilian
riposa pacifica nella sua culla. Chiudo gli occhi, godendomi questo
momento di pace estatica. Non ne voglio sprecare nemmeno uno.
«Sono
fiero di te», sussurra Peeta nel silenzio. «So che
non è stato facile. Ogni anno ti facevo la stessa domanda, e
vedevo che la cosa ti faceva soffrire. Me ne rendevo conto, Katniss,
non pensare che non fosse così».
Io sono
impietrita contro il suo petto.
«Ma
se te lo continuavo a chiedere era perché ogni volta che mi
dicevi di no vedevo in fondo al tuo sguardo un desiderio represso, che
rimaneva fiero e costante, e ogni anno mi ripromettevo di farlo uscire
allo scoperto, se ci fossi riuscito».
So che sente
le lacrime scivolare silenziose sul suo petto, ma di questo non dice
nulla.
«So
che quando hai accettato hai riposto in me una fiducia immensa, e ti
devo ringraziare. Perché se tu non l'avessi fatto, io ora
non potrei tenere in braccio Lilian. Quindi grazie, non
perché mi hai dato un figlio, ma perché ora posso guardare questa bambina nella culla e pensare che sì, forse mi somiglia, ma soprattutto in lei vedo la donna che amo».
Il silenzio
scende di nuovo sopra di noi, ed io non so cosa dire.
Ma sono certa
che Peeta sa che da me non ci si possono aspettare grandi discorsi
sussurrati nel cuore della notte, o fiumi e fiumi di parole che si
srotolano come un lucido nastro di seta. Infatti mi bacia la fronte, mi
accarezza i capelli, e spegne la luce.
Avvolta dal
buio io mi asciugo le lacrime e con le dita mi spingo alla ricerca del
suo viso. Sento che si china contro di me, e appoggio la fronte contro
la sua.
Vicino al suo
orecchio sussurro: «Ti amo», e so che questo,
adesso, è tutto quello che c'è bisogno di dire.
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Ehi, bella
gente, buongiorno!
Gioia
e tripudio, ho scritto una fluff. Forse. Più o meno.
Non saprei...
com'è venuta fuori? Lo sforzo c'è stato, e spero
che vi sia piaciuto soprattutto il mio amato Peeta in versione padre
tenero e marito amorevole. Si avvisa la gentile clientela che da adesso
sono aperte le ordinazioni per ottenere un Peeta Mellark personale, ad
un prezzo speciale fino ad esaurimento scorte.
Che
mi dite del nome Lilian, abbreviato in Lily? Vi soddisfa? A me
è piaciuto molto il simbolismo di purezza del giglio, e l'ho
visto come un nuovo, luminoso inizio per una coppia che, in fondo, ha
conosciuto quasi sempre morte e sangue.
Ma adesso non ci pensiamo! Amore e allegria per tutti, chè
già c'è la crisi.
Un bacione a
quelli che sono passati di qui, e spero che la storia vi sia piaciuta^^
wip
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