Effie's hand.

di Pervinca Potter 97
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Il giorno della mietitura è afoso e caldissimo. Gli abitanti del Distretto 12, sudati e silenziosi, aspettano in piazza, con le mitragliatrici puntate su di loro. Sono in piedi in una piccola zona delimitata da corde. Peeta e Haymitch si trovano in un recinto simile, alla mia destra. La mietitura richiede solo un minuto. Effie, scintillante in una parrucca color oro metallizzato, manca del suo brio abituale. Fa girare la mano nella boccia di vetro della mietitura riservata alle ragazze per un bel po' e arraffa l'unico pezzo di carta sul quale tutti sanno già che c'è il mio nome.
Poi pesca il nome di
Peeta.

Il tempo sembra improvvisamente dilatarsi. Sul suo volto non c'è né tristezza né angoscia, impassibile cammina per prendere posto al mio fianco.
Ogni suo passo risuona nella mia mente, più e più volte, catturando la mia totale attenzione. Sento gracchiare qualcuno, ma non ci faccio caso. La mia testa è a miglia e miglia dal mio distretto.
Peeta invece si ferma. È a meno di venti centimetri da me. I suoi passi smettono di risuonare, inarco il sopracciglio con fare interrogativo, uscendo dal mio stato di trance e tornando di colpo nella piazza.
Ma Peeta non sta guardando me, si è voltato indietro, verso Haymitch.
Faccio in tempo a scorgere un guizzo di sincera sorpresa nei suoi occhi.
Guardo verso Effie, cercando di capire qualcosa, ma nemmeno lei mi riserva considerazione alcuna. Sembra sconvolta.
«Cosa...cosa hai detto, Abernathy?» miagola, e assurdamente non sento traccia di accento nella sua voce.
La situazione deve essere grave, e riguarda Haymitch. Mi si chiude lo stomaco quando comincio a capire...
«No...» sussurro, ma nessuno mi sente. Affondo le unghie nei palmi delle mani.
«Mi offro volontario, dolcezza. Mi offro volontario come tributo.»
L'ha detto. Peeta resta immobile, allucinato, mentre una coppia di Pacificatori mi scorta all'interno del Palazzo della Giustizia, assieme allo ex mentore.
Ci segue con lo sguardo, ignorando le pacche leggere di Effie sulla sua spalle.
Il suo volto è esploso, e il suo colorito violaceo parla quasi di più della smorfia triste che irrealmente si è disegnata sotto il naso.
Chiunque guardandolo capirebbe cosa sta pensando, e, sebbene non ci sia rabbia nei suoi occhi, scapperebbe via intimorito.
È un bene che Haymitch gli abbia dato subito le spalle, perché Peeta Mellark sta urlando in silenzio.
Sta urlando Tradimento.
Vorrei dirgli qualcosa per rassicurarlo, ma le porte si chiudono. So che l'attesa per vederlo non sarà lunga, il mio compagno si è trasformato nel mio mentore.
Mi concentro su Gale e Prim, a cosa dire per salutarli.
Il mio cuore si era già arreso al non vederli mai più, ma le regole dei giochi hanno preso una svolta del tutto nuova.
Nel palazzo della Giustizia ci aspetta Thread, il capo dei Pacificatori.
«Nuova procedura» sentenzia con un sorriso, facendomi uscire insieme ad Haymitch dalla porta posteriore. Senza salutare nessuno.




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