Lo conobbi il giorno prima quello della
piccola e privata cerimonia allestita in brevissimo tempo.
Presenziavano i nostri rispettivi
genitori, e notai subito gli sguardi soddisfatti dei miei, convinti
di assicurarmi un lungo e roseo futuro. Avevano la stessa espressione
i genitori di lui, alle sue spalle.
Invece il mio futuro marito non
mostrava emozione alcuna. Aveva il volto impassibile, una posa pacata
e comune a ogni nobil uomo, e certamente tutti vedevano in lui un
giovane sicuro di sè e con un futuro di certa ricchezza avanti a
lui.
Ma io lo riconobbi subito per ciò che
era davvero.
Quell'ombra nei suoi occhi neri come la
pece. Quel suo tic dell'inclinare la testa mentre osservava uno
sconosciuto, come stava facendo in quel momento. Lo stringersi le
mani dal nervosismo dietro la schiena. E quello sguardo tormentato
che avrei amato così tanto per il resto della mia breve vita.
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