05. Rivelazioni
Iniziò prima lui a parlare. “Bella lo so che
può sembrarti strano, ma volevo parlarti. Prima, mentre sei
caduta e ti ho preso tra le braccia, ti ho visto. Ho visto tutti i tuoi
legami, tuo padre, tua madre, i tuoi amici… e il tuo ragazzo. E
quasi sono rimasto impietrito quando mi sono reso conto che era…
un vampiro. E che non era l’unico che conoscevi. Può
sembrarti strano, ma mi sono fatto sopraffare dalla curiosità.
Voglio che tu mi racconti, Bella. Voglio che tu mi racconti di
te”. Mi sorrise divertito, forse dalla mia espressione stupefatta.
Avevo una sensazione strana. Non era paura, ma fiducia. Dentro di me
sapevo che di lui potevo fidarmi. Quando per la prima volta vidi James
nella radura, il mio corpo reagii cercando di scappare, questa volta
con questo ragazzo era diverso. Io desideravo davvero parlargli.
Rimasi per qualche secondo senza parlare, immobile come una statua. Poi mi svegliai e ripresi.
“B-bè. Di certo non sei uno che la tira per le lunghe” sorrise.
“Sinceramente ancora non so perché resto qui a parlare con
te invece di scappare a gambe levate. Ma d’altronde anche io
fatico a capirmi”
“E’ la solitudine, Bella. Lo leggo nei tuoi occhi. E ovviamente la curiosità”
Rimasi a bocca aperta. Ma come faceva a saperlo? Cercai di non pensarci.
“Hai ragione. E’ la curiosità” precisai.
Lui rimase in silenzio, aspettando che io riprendessi a parlare.
“Allora… Christopher? Vuoi sapere di me? Della mia vita o
del fatto che un vampiro mi abbia spezzato il cuore?”
“ Di ciò che vuoi Bella. Sono qui per ascoltarti”, la sua voce sembrava miele.
“Bene, parlerò degli ultimi 3 mesi… 4 forse. Ormai
non tengo neanche più il conto. Da quando il mio ragazzo mi ha
lasciato senza un motivo ben preciso, e dopo avermi abbandonata in un
bosco, le mie giornate passano tutte uguali. La mattina mi sveglio,
dopo poche ore di sonno, visto gli incubi in cui ci sono molto tuoi
simili, vado a scuola, cerco di seguire le lezioni, mangio
perché devo, torno a casa e mi chiudo in camera a piangere. A
ricordare, momenti che non ritorneranno… a pensare a persone che
non rivedrò mai più. Tiro avanti così, nella
speranza che un giorno torni tutto come prima… nella speranza
che mi svegli da questo incubo o che semplicemente un tir mi investi,
facendo terminare la mia agonia. Invece no! Sono condannata a
vivere… a vedere la vita scorrermi davanti senza fare niente.
Sono costretta a vedere le persone che amo soffrire per me, come se il
mio dolore non bastasse” iniziai a piangere disperata.
Non avevo mai detto queste cose a nessuno, neanche a Jacob. Ogni volta
che lui accennava l’argomento, io cercavo di cambiare
discorso… non volevo parlare, non volevo ricordare.
Cercavo di fare finta di niente e ci riuscivo, ma a lungo andare questa finzione mi si è ritorta contro.
Ero diventata vuota, non avevo emozioni… Fingevo di averle. Non sentivo più nulla.
Mi ritrovai a piangere come una bambina, avevo la testa sul tavolo e le mani a coprirmi la faccia…
Sentii la sua mano accarezzarmi i capelli. Trasali e mi alzai a
guardarlo, mi sorrideva, con un sorriso dolce, anche i suoi occhi
azzurri mi guardavano con dolcezza. No come a scuola, ormai tutti mi
guardavano con pietà, ormai ero lo spettro di me stessa. Cercai
di non pensarci.
Mi risistemai sulla sedia. “Scusa per questa scena patetica”
“Perché patetica? Non l’ho trovata patetica, anzi
è da ammirare, poche persone riescono ad ammettere le proprie
paure o la propria tristezza. Vedi Bella, io come anche altri vampiri,
ho poteri supplementari. Il mio è quello di poter leggere o
sentire le paure degli altri, i loro tormenti, i loro segreti. E tu sei
la prima che ammette le proprie insicurezze e io ti ammiro per
questo.”
“Grazie. E non solo per quello che hai detto prima, ma per avermi ascoltato. Grazie di cuore.”
“Ti devo dire una cosa. Quando ti ho toccato ho sentito il
tuo dolore, la tua solitudine e non ho potuto fare a meno di chiederti
di parlarmene, in realtà quella dei vampiri era una scusa, io
volevo parlare con te, volevo sentire la tua storia…
l’avrei fatto anche con una semplice persona. Il mio potere serve
a questo. E’ come se in te ho sentito come un bisogno di
parlare con qualcuno. Qualcuno che non ti giudicasse, che non
pretendesse da te la stessa persona che eri, perché quella non
tornerà più. Il dolore ci trasforma, Bella, che noi lo
vogliamo o no, ci fa diventare migliori, o peggiori… o
semplicemente ci cambia, facendoci acquistare una forza in più.
Sii te stessa Bella e tutto si aggiusterà”.
Gli sorrisi. “Bene. Basta parlare di me… piuttosto come mai sei così diverso dagli altri vampiri?”
Alla mia domanda rise. “Certo che sei davvero curiosa.
Chissà quante domande ti frullano nella testa”. Dopo un
po’ riprese a parlare, ma il suo tono era diverso, era cupo e il
suo viso triste.
“Bella io sono solo per metà vampiro”.
Grazie
millissime per i complimenti... grazie anche a chi legge solo e eccovi
accontentate con un capitolo più lungo. Mi scuso per i
precedenti, ma è la priima volta che scrivo una storia e ancora
non mi so bene regolare con i capitoli... =o)
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