L'ora della caduta
Avevano
perso i Mille e Trentasei Scalini: gradino dopo gradino erano
arretrati, abdicando
con ogni passo al diritto di gridare verso il cielo uno dei nomi di
Dio,
abbandonando le memorie e i corpi dei propri antichi re alle spade dei
loro vecchi
nemici.
La Città Bassa
bruciava, ferendo
con luce crudele le tenebre notturne, e i riflessi delle fiamme
danzavano
follemente nella baia.
Arroccati
davanti al Grande Cancello, combattevano ancora disperatamente,
ignorando la
sofferenza e la stanchezza con cui il sudore si mischiava alle lacrime e al
sangue; avevano
quaranta milioni di ragioni per fallire, ma non una sola scusa.
Note
dell’autore: La
storia partecipa al contest "A sentence to write" di Alyssia
Black/PiccolaStellaSenzaMeta" e al contest "Nelle botti piccole
c'è il vino buono" di fravgolina. Non ho mai
scritto una
drabble prima d'ora e confesso di non essere nemmeno una grande fan del
genere, Tuttavia leggendo il bando del contest "A entence to write" ho
trovato
che la frase "Abbiamo
quaranta milioni di ragioni per fallire, ma
non una sola scusa." (R. Kipling) fosse
particolarmente evocativa e così ho scritto queste cento
parole esatte.
Mi è sempre piaciuto scrivere piccoli periodi quasi
decontestualizzati
ed è la prima volta che ne propongo uno a un altro essere
umano.
Prendete la cosa con la dovuta cautela e tutti i se e i ma del
caso.
Note di
ambientazione: Questa drabble
è
uno sguardo su un evento avente luogo nel
mondo dove sono ambientate tutte le mie storie originali. È
un mondo
abbastanza
definito e, per non incorrere in svantaggi rispetto ad una drabble
scritta facendo
riferimento a qualche fandom avente ambientazione altrettanto definita
ma, in
questo caso, nota al lettore è necessario fornire qualche
informazione
di
ambientazione (che ovviamente non poteva essere data nelle cento
parole della storia).
La storia mostra l’ora della caduta di
Elmira, la
Gloriosa, e della città che porta lo stesso nome
dell’isola, essendone
la
capitale. Si tratta della conclusione della guerra fra il Regno di
Elmira e i
suoi alleati/vassalli (non vige il sistema vassallatico, ma si tratta
comunque
di isole-regni strettamente sotto il controllo di Elmira) della Jama
Occidentale, contro il Malinlan (contea costiera del Grande Impero) e
le Sette
Isole della Distanza e i loro alleati/vassalli (idem come sopra) della
Jama
Orientale, entrambi (specialmente l’impero) secolari nemici e
della
Jama
Occidentale in generale e di Elmira in particolare.
La
città di
Elmira ha due livelli, la Città Alta e la Città
Bassa collegate da
Mille e
Trentasei Scalini (tanti quanti i nomi che la Jama, religione isolana,
attribuisce a Dio e nei quali sono tumulati i re di Elmira)scavati
nella roccia
della scogliera a
strapiombo sulla cima
della quale la Città Alta (che ospita la reggia, gli edifici
pubblici e
similaria) domina sulla Città Bassa e sulla Baia di Elmira
con relativo
porto.
La
citazione è
particolarmente adatta a descrivere lo stato d’animo dei
soldati
Elmirensi
perché, secondo la religione isolana, l’uomo vessa
in una condizione
esistenziale di totalizzante colpevolezza e schiavitù del
peccato. Dal
primo
peccato, che consiste nella nascita, l’uomo cammina nella
colpa fino alla
morte e
per ogni sua azione, sebbene se ne possano mostrare le ragioni, non
è
possibile
trovare alcuna scusa.
Sono consapevole che la premessa è
più lunga della
storia, ma ritengo che si tratti di precisazioni fondamentali per
godere appieno di questo piccolo scorcio.
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