cap.2
2.Il mio fiorellino!
"Brandon
sono a casa!"
Gridai al mio fratellastro che fece subito capolino dalla cucina,ancora
a torso nudo e pantalone del pigiama mentre masticava qualcosa.
"Ciao sorellina. Fatto la spesa?"
"Si dormiglione. Tu non lavori oggi?"
"Ho chiesto a papà un giorno di riposo, visto che ieri sono
andato ad un compleanno."
"Ci trattiamo bene principino". Risi
sarcasticamente.
Brandon lavorava con il mio patrigno Chen; nel piccolo ristorante
giapponese insieme anche alla mamma: Jenny.
I miei patrigni erano occupati in cucina,il mio fratellastro serviva ai
tavoli come altri camerieri ingaggiati.
Quando compii diciasette anni mi proposero di lavorare con loro,ma la
mia dedizione alla scrittura era più grande,e poi volevo
trovarmelo da sola il lavoro,perchè avrei avuto occasione di
dimostrargli che so cavarmela anche sola.
"Ma smettila! Piuttosto,che prepari di buono per il pranzo?"
"Ho pensato di fare dei maccheroni al formaggio, e poi delle patatine
fritte con hamburger. Ti piace?"
"Cosa ne sarebbe di me,se non ci fossi tu in questa casa?"
Disse con
fare teatrale, fece ridere anche me. E' terribile quel ragazzo.
"Sai che un giorno me ne andrò di qui,vero?"
"Eccome se lo so sorella cara. A quel punto verrò a
convivere
con te e il tuo maritino, finchè una buona donna in questa
città
si deciderà ad accudirmi".
"Non ci pensare nemmeno fratellino". Aggiunsi duramente,ma
ovviamente sapevamo entrambi che scherzavo.
Io e lui abbiamo tre anni di differenza; Brandon è
il
maggiore,infatti ha ventitrè anni e vive ancora sotto il
tetto
di mammina e papino, anche per il motivo che non ha una ragazza con una
relazione solida.
Purtroppo, il mio fratellone è un autentico don Giovanni:
per lui le donne sono solo un sfizio.
"Non si sa mai. Ora vado a mettermi una maglia perchè
comincio ad avere freddo e tu prapara il cibo,donna".
Odiavo quando mi si davano ordini all'infuori del lavoro, e questo lo
sapevano benissimo tutti.
Lo fulminai con gli occhi e capì all'istante della cavolata
compiuta,infatti ridacchiò sommesso e poi alzò le
mani in
segno di resa.
Così impara a mettersi contro di me.
Mi diressi in cucina e misi a bollire la pentola e il resto della
spesa nel frigorifero.
Poi andai in camera mia e misi degli indumenti comodi e i miei amati
calzini fatti di lana color rosa caramella con dei pon pon; me li fece
nonna Lynn due anni fa
al mio compleanno: in inverno,indosso sempre questi paia di calzini
anzichè delle pantofole,anche perchè non mi
è mai
piaciuto portarle ai piedi.
Fatta una coda disordinata,scesi per andare di nuovo in cucina e come
sapevo, bolliva già,ma di Brandon ancora nessuna traccia.
"Brandon, devi apparecchiare!"
"Nicole, sono in bagno!"
"Non mi interessa. Finisci i tuoi bisogni e vieni a fare quello che ti
ho detto!" Affermai con tono fermo; dopo cinque minuti
tornò
sbruffando,intanto me la ridevo perchè avevo vinto.
Brandon sistemò il tavolo e mangiammo in religioso silenzio.
In quel momento,la mia mente era occupata da quel ragazzo moro e molto
affascinante; anche se mi ha fatto un quasi rutto in faccia e riso
della
mia statura.
"A che pensi,Nicole?"
"Oh,uhm...niente che potrebbe interessarti".
"Secondo me,pensi ad un ragazzo bellissimo". Centrato in pieno fratello.
"No,ma che dici!" Strillai come un'ochetta viziata,ma
credo che non
sono stata tanto convincente. Oh
mamma,prepariamoci ad un
interrogatorio dell'FBI.
"Su dai,racconta".
"Okay è così. L'ho conosciuto stamattina al
supermercato:prima di entrare mi ha fatto quasi un rutto in faccia,poi
ha riso della mia statura perchè
non arrivavo a prendere il bagnoschiuma ed infine,mi ha chiamato
fiorellino".
"E' l'uomo perfetto per te". Rispose con nonchalance. Ma siamo matti?! Lui,uomo
perfetto? Non credo proprio fratellino.
"Scherzi?! Sai che odio i sciupafemmine,gli uomini che ruttano, che non
si fanno la ceretta e che non siano istruiti".
"Nicole,secondo me sei troppo perfettina, se ti piace una persona, non
badi ai difetti...Anzi,in amore si accettano pregi e difetti che siano".
"Da quando dai consigli a me in amore? E poi è troppo presto
per parlare d'amore,non lo conosco nemmeno!"
Dissi facendo dei gesti incomprensibili con le mani.
Io non ho mai avuto un ragazzo; anche avendo vent'anni,
perchè
ho sempre messo al primo posto me stessa,gli studi, il lavoro e la mia
famiglia.
Non ho avuto il tempo per innamorarmi di qualcuno.
Il mio primo bacio l'ho dato in primo superiore al mio compagno di
banco e un altro al quarto anno,al compleanno di Brandon con
un suo amico,ma nulla di più.
Mai messaggi carini.
Mai cioccolatini o fiori.
Mai stata a letto.
Mai farsi le coccole con il proprio ragazzo.
Mai dediche sdolcinate scritte sul muro di fronte il nostro
appartamento.
Mai vacanze esotiche.
Niente di tutto questo.
Okay forse le vacanze esotiche si fanno in luna di
miele,però non so cosa si prova ad essere innamorati, anche
perchè ho paura di essere delusa; sono un'amante di film
strappalacrime e stra-romantici che all'inizo è tutto rose e
fiori e dopo le ragazze
vengono scaricate come gli ultimi pezzi di carne da dare al tuo cane e
dopo vari mesi di segregazione in casa a deprimersi,trovano
l'uomo da sposare.
E penso sempre che la mia vita potrebbe essere come uno di quei film.
Torando sulla terra,rivolsi un sguardo al mio fratellastro.
"Come si dice: se son fiori, fioriranno. Lascia scorrere la vita."
Mi disse mettendo una mano sulla mia spalla.
"Beh,ora vado a guardare un pò la tv. Mi raggiungi?"
"Metto i piatti nelle stoviglie e ti raggiungo".
"Okay Nick".
è il soprannome che mi ha sempre
affibbiato Brandon, e io invece lo chiamavo Brady.
Lui andò nel soggiorno e intanto io,da brava casalinga
sparecchiai e misi i piatti a lavare.
Finito tutto,andai da Brandon e guardammo gli episodi di Love Bugs fin
quando non ci addormentammo sul divano come due bambini.
Il giorno dopo.
Mi svegliai di buon
umore, anche
perchè intravidi tra le tende della mia finestra alcuni
fiocchi
di neve scendere dal cielo.
Mi alzai e feci il letto, poi andai in bagno e mi vestii per il lavoro.
Scesi al piano inferiore e vidi il resto della famigliola fare
colazione.
"Giorno Nicole!" Mi accolse dolcemente Jenny,intenta a
preparare delle frittelle.
"Anche a te,Jenny".
Jenny è una donna fantistica, la mamma che non ho mai avuto.
E' sempre pronta ad ascoltarti e darti consigli; Chen è un
tipo serio, ma quando vuole sa essere davvero simpatico
e di cuore. Ha educato me e suo figlio nei migliori dei modi,
perchè è un tipo rigoroso per quanto riguarda
queste cose.
In questo momento stava sorseggiando il suo adorto thè alle
erbe mentre leggeva il giornale, Brandon era ancora
in dormiveglia...dato che aveva ancora gli occhi socchiusi: mi
accennò un saluto con la mano, si vede che richiedeva sforzo
anche solo dicendomi "buongiorno".
"Tieni,
le tue frittelle col bacon". Mi porse la colazione Jenny.
"Grazie".
"A
che ora finisci di lavorare Nicole?" Mi chiese Chen
prestando attenzione ancora al suo giornale.
"Alle
quindici come al solito. Perchè?" Risposi
addentando una frittella.
"Stasera
il locale è strapieno,mi chiedevo se potevi darci una mano a
servire i tavoli". Chiese togliendosi gli occhiali da
vista e rivolgermi finalmente lo sguardo.
"Ci
sarò".
"Bene,ti
ringrazio".
Abbozzai un sorriso e presi il giubbino e la sciarpa per andare al
lavoro.
Mi salutarono tutti e andai nel posto-auto dove parcheggio la mia
cabriolè mettendola in moto per arrivare subito nel mio
ufficio.
Sembro una donna di mondo quando dico che devo andare in
ufficio,perchè di solito lo dicono coloro che hanno un
lavoro
importante,in quanto io
guadagno un quarto di quei stipendi che ricevono quei tipi di persone.
La neve scende ancora posandosi sul parabrezzi della mia auto e fa
anche un freddo cane.
8.40
Mh, ho il tempo di prendere la mia cioccolata calda da Gino's
cafè:un bar rigogliosamente italiano, dove la cioccolata
è ben densa e fumante
proprio come piace a me, anche durante la pausa pranzo faccio un salto
per un tramezzino e un espresso veloce.
Parcheggiai la cabriolè ed entrai nel bar, posto proprio di
fronte la piccola società in cui lavoro,fui subito accolta
dal
proprieario Gino, che indubbiamente è di origini italiane.
"Ehi
splendore! La solita cioccolata giusto?"
"Tu
si che mi conosci Gino caro".
"Pronta
fra cinque minuti".
Il signore sulla settantina ancora ben arzillo, balzò dietro
il bancone per preparare la mia ordinazione.
Il tintinnio delle campanelle della porta d'ingresso del locale
segnò che erano entare altre persone, ma non ci diedi
importanza
perchè
stavo sfogliando un deplian su un nuovo parrucchiere aperto da poco in
Lincoln Street: infatti i miei capelli non vedono un parrucchiere dalla
festa
dei miei diociott'anni,quindi credo proprio che mi farebbe comodo farmi
una spuntatina.
La tazza di cioccolata, mi fu portata da Gino e posai il pezzo carteceo
nel portagiornali in vimini.
"Tieni
cara, i biscotti alle mandorle li offre la casa". Mi disse
con tono dolce quel simpatico signore che aveva la mia profonda stima.
"Oh,grazie
mille Gino. La prossima volta però, lasciami pagare".
"Su
via bambina,per dei pezzi di pastafrolla! E poi sei la mia cliente
preferita". Sussurrò in modo da non farsi
sentire da altre persone.
Mi sfuggì una risata e tornò a servire altri
clienti.
Bagnai il primo biscotto nella cioccolata e potrei dire di aver fatto
l'amore con il sapore,perchè è una cosa davvero
unica
mentre si mangia dei biscotti
fatti in casa.
"Un
cappuccino,grazie".
Una voce profonda arrivò nel cavo delle mie orecchie,
già sentita recentemente.
Mi girai per capire da dove provenisse e per poco mi macchiavo con la
cioccolata il mio maglione preferito dell'Hard Rock,regalato
a Natale da Brandon quando andò in gita a Barcellona.
Eccoli lì, seduto con un cappotto felpato e una sciarpa
grigia della medesima tonalità del cappotto e
dei jeans neri a sigaretta e le nike nere di ieri e come al solito, un
ciuffo perfettamente tirato in sù.
E il profumo di tabacco mischiato a dopobarba faceva un viaggietto nel
mio naso e invadeva i sensi anche da lontano.
Come se si fosse accorto del mio sguardo fisso su di lui si
girò verso me.
Pow! Beccata in pieno
ragazza!
Sorrise mettendo la lingua in mezzo ai denti e si alzò da
dove era seduto per accomodarsi al posto accanto al mio.
"Ma guarda chi si
rivede. Il mio fiorellino!"
"Ciao, ragazzo del
supermercato accorso ad una ragazza più bassa di te".
"Anche
se il soprannome è carino, mi chiamo Zayn".
Tese la mano che prontamente strinsi; era ruvida e affusolata,
appartenente a chi fuma da molto.
"Te
lo ricordi il mio?" Chiesi prendendo un'altro biscotto
affondandolo nel liquido caldo.
"Come faccio a
dimenticarti Nicole?" Diventai all'istante paonazza, si
era ricordato il mio nome e in più mi sta facendo
imbarazzare!
"Beh,dato
che mi chiami fiorellino".
"Perchè
si addice ad una come te". Okay Nicole,ora non farti
imbambolare,sta solo cercando di rimorchiarti.
"Il
tuo caffè ragazzo". I
nostri sguardi si lasciarono quando il buon vecchio Gino diede
l'ordinazione a Zayn. Il proprietario del bar mi diede un'occhiata di
uno che la sapeva lunga, quindi mi aspettavo domande sicuramente
riguardanti al mio , perchè
pensaranno che
lo sia realmente.
Prese un sorso dalla sua tazzina e tornò a prestare
attenzione su di me.
"Allora,Nick.
Vieni spesso in questo bar?"
"Quasi
tutte le mattine. Tu?"
"Raramente.
Ma adesso che ho scoperto che ci vieni anche tu,potremmo venirci
insieme".
Oh Dio,neanche dodici ore di conoscenza e già organizza
appuntamenti.
"Erm,vengo qui prima
di andare al lavoro...Quindi non ci sto molto". Dissi
insicura.
"Fa
nulla,almeno ci facciamo compagnia. Che lavoro fai?"
"Scrivo
articoli per il quotidiano della città. Ora devo
andare,scusami Zayn,inizio alle nove". In preda
dall'agitazione presi la mia borsa e mi fiondai all'entrata
del locale ma fui tirata indietro per il polso trovandomi ancora il
moro.
"Ci
rivedremo. Ah, il profumo del bagnoschiuma si sente,e mi piace".
Detto questo, mi lasciò andare e entrai nell'edificio in cui
lavoro e andai direttamente in ufficio senza neanche salutare le mie
colleghe.
Va beh, sono agitata...è il primo ragazzo che mi fa questo
effetto.
|