Il
profumo delle rose, avvolte è più doloroso delle
spine.
Part
2
L’odore
di pizza e torte fatte in casa le inebriano le
narici, il locale è rustico,
piccolo e
accogliente. Le luci soffuse delle candele profumate alla lavanda,
poste in
ogni tavolo, rendono l’atmosfera tranquilla e quasi irreale,
sono le 20:30 e
Prim ha appena finito la sua pizza margherita mentre Liam sorseggia
distratto
una birra scura.
<<
Spregevole.>>
borbotta lei
imbronciata
<< Come
scusa?.>> le chiede Liam alzando un
sopracciglio confuso
<< Odio gli
indovinelli, e lui lo sa fin troppo bene.>>
sbuffa Prim di rimando.
Liam ridacchia nervoso e “
Anche io li odio” pensa fra se.
<<
Andiamo
Prim, si è fatto tardi.>>
La ragazza sbuffa frustrata, paga il
conto del ristorante
infischiandosene delle proteste di Liam, ed esce dal locale.
L’aria è fresca e
le scompiglia i capelli, affonda le mani piccole nelle tasche dei jeans che indossa, la
mente in tempesta e
quel dannatissimo indovinello che non le da pace. Liam la guarda con
quell’aria
concentrata e sorride appena quando la sente imprecare a denti stretti.
<< Adesso calmati Prim,
abbiamo ancora tempo, e poi
due menti sono più efficaci di una. Aiutami a
aiutarti.>> cerca
di tranquillizzarla, lei lo ignora e continua
a passo svelto, gli è totalmente indifferente. Lui scuote la
testa desolato e
accelera i passo per raggiungerla.
<< Prim - dice
afferrandole una mano, la blocca e la
costringe a voltarsi verso di lui - per favore, ti vuoi
fermare?>>
<< Che
c’è?!>> sbotta infastidita, gli
occhi
gonfi di lacrime che per orgoglio rimangono al loro posto.
<<
Calmati.>>
<< Come faccio a
calmarmi Liam, me lo spieghi?. Sono
qui, in una città che non conosco, e cammino senza meta alla
ricerca di una
risposta. La risposta che mi permetterà di continuare questo
maledetto viaggio,
una risposta che, per quanto mi stia sforzando non riesco a
trovare.>>
<< Sono qui per darti
una mano. – cerca lo sguardo di
lei perso nell’asfalto-
Se ti fai
prendere dall’ansia è finita, devi concentrarti,
resta calma.>>
<< D’accordo.
– sibila affranta e
con uno strattone si libera dalla presa di
Liam- Ora andiamo in albergo, per favore?. Ho bisogno di un bagno
caldo.>>
Liam annuisce ferito per il tono duro
di Prim, ma non lo da
a vedere, lei riprende a camminare lentamente e lui la segue
mantenendosi a
debita distanza.
Prim storce le labbra in una smorfia,
è arrabbiata.
Arrabbiata perché non riesce proprio a capire come faccia
Liam a rimanere così
tranquillo, perché le manca Mattew che fa la spesa la
mattina presto, le manca
Naima, le mancano le mani di Harry, il suo sorriso, quel suo modo di
fare
strafottente ma vigile, le mancano da morire le parole che le
sussurrava fra le
lenzuola per rassicurarla dopo un brutto sogno. E’ arrabbiata
perché l’unico
che è in grado di incasinarla in quel modo è
Harry, perché la conosce troppo
bene. E’ furiosa, e neanche il sorriso di Liam la
tranquillizza. E’ troppo
orgogliosa per ammettere a se stessa che Harry
la stringe fra le mani come un
burattino, muove i fili con studiata attenzione e lei non riesce a
ribellarsi.
Perché l’unico capace di farla ragionare, di
tranquillizzarla quando fuori c’è
il temporale e lei ha paura dei tuoni è Harry, e lei proprio
non riesce a
perdonarselo.
Arrivano in albergo e Prim senza dire
una parola, dopo aver
recuperato la chiave in portineria, si dirige a testa bassa verso
l’ascensore.
Liam la raggiunge appena in tempo, prima che le porte automatiche si
chiudano.
Nei brevi minuti che passano lì dentro Liam sente il
silenzio impregnarli le
ossa, le porte si aprono al secondo piano e Prim esce alla svelta, le
braccia incrociate
sotto il seno, il viso inespressivo. Liam la vede aprire la porta della
sua
stanza mentre lui si avvicina lentamente alla propria. La sente
mormorare
flebilmente “ Scusami.”
mentre si chiude
la porta alle spalle. Liam sospira e
scuote la testa triste, entra nella sua stanza e sfila le scarpe con un
gesto
secco, prima di abbandonarsi di peso sul letto. Si massaggia le tempie
con
gesti lenti e regolari, respira profondamente e rilassa le spalle.
Reprime
l’impulso selvaggio di correre alla sua porta, sfondarla e
stringerla a se, per
proteggerla da tutti e da se stessa. Si
sente totalmente inutile in situazioni come queste, non sa come
comportarsi ,o
cosa è o non è giusto da dire, quando si ha di
fronte un amico in difficoltà.
Spesso suo fratello quando era
arrabbiato si chiudeva nella sua stanza senza lasciarlo
entrare, perché
consapevole che avrebbe in
tutti i modi provato a farlo ragionare,
sua madre gli ripeteva sempre di lasciarlo stare “
E’ fatto così, devi
lasciarlo sbollire. Non serve a nulla insistere, non devi starci male
Liam, lo
so che tu vuoi sempre il bene di tutti,
avvolte però è inevitabile che le
persone soffrano.”
Liam odia vedere le persone a cui
tiene star male, e non
si da pace finché tutto non torna alla normalità.
Non ha mai seguito il
consiglio che sua madre gli dava, e puntualmente convinceva il fratello
a farlo
entrare per risolvere il problema. Con Prim è diverso, lei
è forse la persona
più testarda e orgogliosa che abbia mai conosciuto, ma anche
la più fragile .
Per questo decide di seguire il consiglio di sua madre, si sveste
velocemente e
in pochi secondi si addormenta, rivolge un preghiera silenziosa a chiunque ci sia
lassù e
‘ Fanculo ’
è il suo ultimo pensiero.
Prim
sbuffa ,
accavalla le gambe magre nell’acqua ormai tiepida della vasca
da bagno, le
spalle minute appoggiate al bordo, sono semicoperte dalla schiuma
bianca
all’essenza di rosa. Tiene gli occhi chiusi e le mani
intrecciate in grembo,
smette per un attimo di pensare a tutto quello che sta passando, ai
girasoli,
alle lettere, e come se fosse realmente possibile, a Harry. Inspira e l’essenza di
rose porta con se dei ricordi
che bruciano.
“Quel
pomeriggio a
fine turno Harry
è passato a prenderla
al market e indossa una delle sue solite felpe. Sotto lo sguardo
curioso e
sorpreso di Prim che non si aspettava nulla,
<< Ti fidi di me,
Rose?>> le
aveva chiesto serio guardandola negli
occhi, lei aveva annuito ed era salita in macchina insieme a lui. Dopo
circa
mezz’ora di strada e di silenzio Harry aveva parcheggiato in
un’area di sosta
della superstrada, lei l’aveva guardato alzando un
sopracciglio mentre, dopo
esser sceso dalla macchina , scompariva dietro un grosso cespuglio
dalle foglie
piccole e seghettate. Dopo qualche istante di esitazione ed essersi
maledetta
in tutte le lingue del mondo per averlo assecondato, Prim chiude alle sue spalle la
portiera dell’auto e
decide di seguirlo.
<< Harry,
dove
stiamo andando?.>> gli chiede Prim con celata eccitazione
nella voce.
<<
E che sorpresa sarebbe Rose, se te lo dicessi?
>> la canzona lui,
le sorride obliquo e una fossetta maliziosa compare
nell’angolo che le sue
labbra formano. Stanno
camminando già da
una decina di minuti, lui la tiene per mano e la guida con sicurezza lungo un piccolo sentiero
in mezzo agli
alberi, la sera sta scendendo in fretta e presto in mezzo al bosco
diverrà
troppo buio per proseguire.
<<
Dai,
sbrighiamoci.>> la esorta lui, Prim alza gli occhi al
cielo e Harry
ridacchia divertito.
<<
Aspetta, ho dimenticato
una cosa .>> dice fermandosi di colpo in mezzo al sentiero
<<
Cosa?.>> riesce a malapena a chiedergli Prim, le labbra
di Harry infatti premono contro le sue con una dolcezza disarmante, da
togliere
il fiato.
<<
Questo.>> le sussurra a fior di labbra prima di baciarla
di nuovo, Prim sente le gambe cedere e lui come se potesse leggerle
l’anima ,prontamente
la sorregge,
cingendole il fianco con un braccio. Prim ricambia il bacio con
altrettanta
dolcezza, infila le mani fra i
capelli
di Harry, gli permette di stringerla a se, e realizza che potrebbe
vivere così
per sempre, fra le sue braccia e in nessun altro posto.
<<
Potrei vivere di questo, – le dice sorridendo anche lui,
sempre sulle labbra di lei- ma dobbiamo proseguire, la sorpresa
è qui vicino.>>
<<
D’accordo.>>
sospira felice Prim, Harry la bacia fugacemente
un’ ultima
volta, poi contro
voglia annulla il contatto dei loro
corpi e prosegue lungo il sentiero, ma le
loro mani formano una cosa sola, unite.
Prim
passa distrattamente una mano sul collo quando Harry la informa
che ci sono quasi e
<<
Chiudi gli occhi Prim.>> le impone, impaziente di
stupirla. Lei obbedisce, tra i denti trattiene un gridolino eccitato,
accentua
la presa sulla mano di Harry e si lascia guidare.
Conta
venti passi in
avanti, dodici a destra, ha cinque graffi su ogni gamba e un numero
indefinito
di foglie fra i capelli disordinatamente raccolti in una coda alta,
attraverso
le suole delle scarpe avverte che il terreno si sta facendo sempre
più morbido.
All’improvviso le vengono i brividi, una lieve folata di
vento le sbatte contro
le guance, incrocia le braccia sul seno alla ricerca di calore e si
maledice
per essersi messa una t-shirt a maniche corte e degli stupidissimi
shorts di
jeans. Arrossisce violentemente quando lui le infila la felpa, ha il suo profumo, le
sue mani che
scorrono su di lei sembrano bruciare e ridacchia quando lo sente
borbottare “
Lo dico sempre che dovresti coprirti di più.”
Harry le
lascia la
mano e lei sente freddo, anche se il vento non tira più.
<<
Sono
qui.- sussurra il
ragazzo alle sue
spalle, le copre gli occhi con le mani- Non sbirciare, conta fino a tre
e apri
gli occhi.>>
Uno, due,
tre.
Prim apre
prima gli
occhi e poi la bocca stupita. Ha
di
fronte una piccola radura, l’erba alta fino alle caviglie e
un piccolo laghetto
al centro, dei rosai bassi e dalle rose rosso sangue ne delimitano il
perimetro.
Tutt’intorno al piccolo specchio d’acqua ci sono
delle lanterne colorate,
ognuna contenente una candela bianca, avvolte dalla propria luce fioca.
Prim
chiude la bocca e la riapre più volte, alla ricerca di
qualcosa da dire, ma non
le viene in mente nulla. Harry le afferra di nuovo la mano e la conduce
lentamente vicino al laghetto, ora sono più vicini e lei
sente un profumo
dolciastro pizzicare l’aria. Sono quasi sulla riva e Prim ha
le lacrime agli occhi,
la superfice del lago è cosparsa di un’ immensa
distesa di petali di rosa che
ne profumano l’acqua e l’aria.
C’è anche un telo steso alla loro destra e un
cesto di rami di un caldo color nocciola, intrecciati.
<<
E’
bellissimo.>> sussurra in un soffio appena udibile Prim.
<<
Sei
bellissima.>>
Lei ride
piano e
scuote la testa, si volta verso di lui e gli cinge i fianchi con un
braccio,
con un dito disegna la linea definita della mascella di Harry e
“ Grazie.” mima
con le labbra.
Le grandi
mani di
lui incorniciano il viso piccolo di lei, scendono lentamente sulle sue
spalle
minute e poi sui suoi fianchi, l’attira a se. Le lascia un
piccolo bacio sul naso
e le sfiora di
nuovo le labbra, poi poggia la testa sulla
sua spalla e lascia che il suo profumo fruttato gli inebri le narici,
la pelle
e la mente. Lei chiude gli occhi e si morde il labbro inferiore, gli
accarezza
il collo e passa delicatamente la mano fra i suoi capelli, perennemente
in disordine.
<<
Prim.>> la chiama in un sussurro.
<<
Cosa
c’è?.>> risponde lei trattenendo un
sorriso, un soffio udibile solo a
loro e al vento.
<<
Ringrazio
il cielo, chiunque ci sia lassù, per avermi fatto venir
voglia di Haribo alla
liquirizia, il giorno che ti ho incontrato.>>
E
finalmente Prim
si lascia andare, piange e singhiozza piano come una bambina,
perché quelle
parole Harry le ha pronunciate con lo stesso tono con cui si dice
‘Ti amo.’, e
a lui quelle due parole fanno paura, una paura tremenda. Lei lo sa che
per lui
è stato difficile, e per quanto sia possibile le lacrime
scendono ancora più
velocemente.
Harry
sorride fiero
perché ce l’ha fatta a esprimere ciò
che sente per Prim, anche se quello che le
ha appena rivelato non corrisponde nemmeno a un millesimo
d’infinito a ciò che
prova realmente. Incastra il labbro inferiore fra i denti e ricaccia indietro le
lacrime di gioia, mentre
la sua maglietta si inumidisce per via di quelle di Prim.
<<
Grazie per
questi mesi passati insieme Prim. I quattro più belli e
intensi della mia
vita.>>
<< Ti amo anch’io,
Harry.>> “
<<
Ti troverò fottutissimo
figlio di puttana.>> singhiozza Prim, asciuga con il
dorso della mano, le
lacrime che scendono indisturbate e si mischiano all’acqua
ormai fredda , e si maledice per aver rovesciato l’intera boccetta di
bagnoschiuma
omaggio nella vasca, senza prima aver letto di cosa profumasse. Scossa
da un
brivido si alza di scatto, afferra l’accappatoio bianco dalla
sedia affianco
alla vasca, in alto
a sinistra porta le
iniziali dell’albergo, esce dalla
vasca e lo indossa. Infila l’intimo e inizia ad asciugare i
capelli,
spazzolandoli come faceva sua madre quand’era piccola.
“ Non
sono inciampati ne è stato loro fatto lo sgambetto, non
possono rialzarsi ma è
la gloria a farlo per loro. Il nome è la chiave, ma solo
l’essenziale.”
Sbuffa.
Che vorrà dire? Insomma,
la risposta è ad Amsterdam e fin qui, tutto okay.
“
Non conosco questa città, ma
se resto qui non combino nulla.” Pensa, la fronte aggrottata
e le labbra chiuse
in una smorfia, il piede sinistro che sbatte nervoso contro la moquette
bordeux.
“
Ho deciso, io vado.” annuisce
convinta a se stessa, lega i capelli in una coda alta e disordinata e
si
precipita verso l’armadio per ripescare a caso un paio di
leggins neri e una
maglioncino giallo, poi infila le scarpe da ginnastica e afferra la
borsa a
tracolla. Esce sbattendo la porta ma se ne infischia, si precipita
all’
ascensore che fortunatamente è al piano e preme il tasto che
riporta impresso
il numero zero. Nello stesso istante in cui la porta di Prim si
è chiusa, Liam
ha aperto gli occhi e “ Ma che diavolo succede?” ha
esclamato nella sua mente.
Prim
lascia distratta le chiavi
alla reception, esce di fretta nel buio semi illuminato dai i lampioni
, l’aria
gelida delle tipiche serate olandesi le sbatte contro le guance,
facendole
immediatamente diventare rosse. Batte i denti per il freddo e inizia a
camminare, per dove non lo sa nemmeno lei. Quello che sa è
che deve trovare una
risposta.
Intanto
Liam e sta bussando alla porta di
Prim ma non riceve
risposta, scuote la testa rassegnato e inizia a correre giù
per le scale.
Lancia un occhiata alla receptionist a cui lascia velocemente le chiavi
e le
chiede
<<
Da che parte è
andata?.>>
<<
A destra.>> è la
risposta un po’ seccata della donna, Liam la saluta con un
cenno della testa e
si appresta ad uscire dal hotel.
Prim
cammina a testa bassa e “
Va dove ti porta il cuore
vento” .
Infila le mani nelle maniche della felpa, nella speranza di
scaldarle un
po’. Dopo esser uscita ha svoltato un paio di volte a destra
- o sinistra?- poi
è andata dritta fino ad arrivare ad un incrocio, tira dritto
e costeggia il
fiume per un po’. Lo contempla in tutta la sua maestosa
distesa nera, riflette il
cielo privo di stelle, si allontana di
qualche passo dal muretto alto fino alla vita, ha paura di essere
inghiottita.
E’ stordita, forse dal sonno, forse dalla rabbia o dalla
nostalgia di quei
maledettissimi mesi passati, probabilmente
da quell’indovinello.
Un
cane le si avvicina scodinzolando,
lei sorride forse per la prima volta in quella sera,
e saluta cordialmente la coppia di anziani a
cui appartiene quello splendido esemplare di bulldog inglese dal manto
maculato.
Si guarda in torno e si rende conto che è arrivata nella
piazza principale, che
a parte lei e la coppia di anziani che si sta allontanando, risulta
deserta.
Si
guarda in torno con aria
distratta e uno strano presentimento. Come trasportata da una folata di
vento
improvvisa, Prim si volta verso il centro della piazza, ha di fronte
quello
strano monumento , le torna in mente quello che le ha detto Liam
proprio quella
mattina “ Suppongo sia il monumento ai caduti.”
Caduti.
“ Non
sono inciampati ne è stato loro fatto lo sgambetto, non
possono rialzarsi ma è
la gloria a farlo per loro. Il nome
è la chiave, ma solo l’essenziale.”
<<
Oh mio dio!.>>
esclama
<<
Prim!.>> la
chiama una voce familiare, è Liam che sta correndo, arriva
dal lato opposto
della strada.
<<
Liam, – urla di rimando
Prim, non riesce a
trattenere l’emozione
nella voce- l’ho trovato, ho trovato la soluzione a quel
fottutissimo indovinello!>>
quando la raggiunge lui
ha il fiato corto e
i muscoli che
bruciano, tutto il dolore fisico e la preoccupazione scompare
nell’istante in
cui lei gli butta le braccia al collo felice.
<<
Prim non si dicono le
parolacce!.>> scherza Liam e Prim ride, ride di gusto.
<<
Al diavolo, vieni- gli
afferra una mano e lo trascina di fronte al monumento – la
risposta è qui,
sotto i nostri occhi.>>
Prim
ripete ad alta voce
l’indovinello ,che oramai sa a memoria, e inizia a leggere la
sequenza di nomi e
cognomi riportata sul monumento.
<<
Secondo l’indovinello
devo tenere conto solo dei nomi, e per l’essenziale
credo che intenda le iniziali, anzi ne sono più che
certa.>>
Liam
rimane in silenzio,
attento.
<<
Liam, dettami i
nomi.>> ordina Prim afferrando dalla borsa a tracolla un
taccuino e una
penna. Liam annuisce e inizia ad elencare i nomi, Prim in contemporanea
li
scrive
Martin
Umberto
Lino
Ludwig
Ian
Norberto
Gastone
Armand
Roger
Prim alza lo
sguardo verso Liam , in attesa che continui.
<<
Prim, puoi mettere via il taccuino – le dice lui mentre si
volta verso di lei,
dando le spalle al monumento- tutti i nomi iniziano con le stesse
iniziali.>>
Prim sgrana
gli occhi, schiude la bocca sorpresa.
<<
Ne
sei sicuro?.>>
<<
Sì,
se vuoi controlla tu stessa.>>
Prim si
avvicina e da un’ occhiata dettagliata, “ Liam ha
ragione.”
<<
Allora?.>>
<<
Hai
ragione.- gli riconosce Prim con un sorriso imbarazzato- Possibile che la parola
chiave sia M-U-L-L-I-N-G-A-R
?. >>
<<
Dovresti fidarti di me Prim, comunque sì, credo sia questa
la parola
chiave.>> le
dice sincero.
<<
Imparerò a farlo Liam, mi ci vuole un
po’ di tempo.>>
<<
Adesso che abbiamo risolto il caso Sherlock, che ne dici di tornare in
albergo?.>>
<<
D’accordo>>
acconsente Prim che infila il taccuino in borsa, Liam le fa strada.
<<
Ah
una cosa Prim, dimenticavo di dirti. – la richiama
all’attenzione, e quando la
ottiene va avanti – Mi fa uno strano effetto, però
mi piace quando dici le
parolacce. L’aria da dura ti dona.>>
Prim
ridacchia divertita e gli da un leggero schiaffo sulla spalla.
<<
Davvero?.>>
<<
Oh
sì, fidati.>>
Salve bellissime
:)
Spero che il capitolo non
vi abbia annoiato, mi scuso per il ritardo abominevole ma sono partita
con gli scout e tra poco riparto LOL. il capitol di carpe diem
è in cantiere da uun po', e spero di riuscire a
pubblicare presto. Un grazie enorme va a Mary e a Vale che mi
sostengono sempre, " Muovi il culo e aggiorna" <3
Harry è un
soldato, e dalle lettere capiamo che ricopre un ruolo abbastanza
importante per non avesse ancora capito :) Secondo voi come
si evolverà la storia? E' meglio che la chida qui e mi
concentri su altro?
Un abbraccione grande
grande a chi continua a segurimi silenziosamente e a chi mi lascia un
suo pensiero ^^
Siete fantastiche, tutte!
Chiara