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Autore: Rainbowsmiles__    18/08/2013    0 recensioni
Primrose era la semplice commessa di un semplice makert di proprietà di una coppia di semplici anziani. La sua vita era semplice e essenziale. ...
In quella insolita calda giornata d’ottobre non sapeva che, il ragazzo che le aveva chiesto cordiale come poter raggiungere la corsia delle caramelle avrebbe stravolto proprio quell’armoniosa monotonia che lei tanto amava. ...
Erano due parti differenti della stessa anima e nulla li avrebbe tenuti lontani a lungo. Questo lei lo sapeva. Solo una cosa ormai era monotona e di routine nella sua nuova vita, nella vita dopo di lui, senza di lui, era la solita domanda che si poneva dalla mattina alla sera. Lei sapeva che sarebbe tornato,e lui?. ...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il profumo delle rose, avvolte è più doloroso delle spine.

Part 2

L’odore di pizza e torte fatte in casa le inebriano le narici, il locale è  rustico, piccolo e accogliente. Le luci soffuse delle candele profumate alla lavanda, poste in ogni tavolo, rendono l’atmosfera tranquilla e quasi irreale, sono le 20:30 e Prim ha appena finito la sua pizza margherita mentre Liam sorseggia distratto una birra scura.

<<  Spregevole.>>  borbotta  lei imbronciata

<< Come scusa?.>> le chiede Liam alzando un sopracciglio confuso

<< Odio gli indovinelli, e lui lo sa fin troppo bene.>> sbuffa Prim di rimando.

Liam ridacchia nervoso e “ Anche io li odio” pensa fra se.

 << Andiamo Prim, si è fatto tardi.>>

La ragazza sbuffa frustrata, paga il conto del ristorante infischiandosene delle proteste di Liam, ed esce dal locale. L’aria è fresca e le scompiglia i capelli, affonda le mani piccole nelle tasche dei  jeans che indossa, la mente in tempesta e quel dannatissimo indovinello che non le da pace. Liam la guarda con quell’aria concentrata e sorride appena quando la sente imprecare a denti stretti.

<< Adesso calmati Prim, abbiamo ancora tempo, e poi due menti sono più efficaci di una. Aiutami a aiutarti.>>  cerca di tranquillizzarla, lei lo ignora e continua a passo svelto, gli è totalmente indifferente. Lui scuote la testa desolato e accelera i passo per raggiungerla.

<< Prim - dice afferrandole una mano, la blocca e la costringe a voltarsi verso di lui - per favore, ti vuoi fermare?>>

<< Che c’è?!>> sbotta infastidita, gli occhi gonfi di lacrime che per orgoglio rimangono al loro posto.

<< Calmati.>>

<< Come faccio a calmarmi Liam, me lo spieghi?. Sono qui, in una città che non conosco, e cammino senza meta alla ricerca di una risposta. La risposta che mi permetterà di continuare questo maledetto viaggio, una risposta che, per quanto mi stia sforzando non riesco a trovare.>>

<< Sono qui per darti una mano. – cerca lo sguardo di lei perso nell’asfalto-  Se ti fai prendere dall’ansia è finita, devi concentrarti, resta calma.>>

<< D’accordo. – sibila affranta  e con uno strattone si libera dalla presa di Liam- Ora andiamo in albergo, per favore?. Ho bisogno di un bagno caldo.>>

Liam annuisce ferito per il tono duro di Prim, ma non lo da a vedere, lei riprende a camminare lentamente e lui la segue mantenendosi a debita distanza.

Prim storce le labbra in una smorfia, è arrabbiata. Arrabbiata perché non riesce proprio a capire come faccia Liam a rimanere così tranquillo, perché le manca Mattew che fa la spesa la mattina presto, le manca Naima, le mancano le mani di Harry, il suo sorriso, quel suo modo di fare strafottente ma vigile, le mancano da morire le parole che le sussurrava fra le lenzuola per rassicurarla dopo un brutto sogno. E’ arrabbiata perché l’unico che è in grado di incasinarla in quel modo è Harry, perché la conosce troppo bene. E’ furiosa, e neanche il sorriso di Liam la tranquillizza. E’ troppo orgogliosa per ammettere a se stessa che  Harry la stringe fra le mani come un burattino, muove i fili con studiata attenzione e lei non riesce a ribellarsi. Perché l’unico capace di farla ragionare, di tranquillizzarla quando fuori c’è il temporale e lei ha paura dei tuoni è Harry, e lei proprio non riesce a perdonarselo.

Arrivano in albergo e Prim senza dire una parola, dopo aver recuperato la chiave in portineria, si dirige a testa bassa verso l’ascensore. Liam la raggiunge appena in tempo, prima che le porte automatiche si chiudano. Nei brevi minuti che passano lì dentro Liam sente il silenzio impregnarli le ossa, le porte si aprono al secondo piano e Prim esce alla svelta, le braccia incrociate sotto il seno, il viso inespressivo. Liam la vede aprire la porta della sua stanza mentre lui si avvicina lentamente alla propria. La sente mormorare flebilmente “ Scusami.”  mentre si  chiude la porta alle spalle. Liam sospira e scuote la testa triste, entra nella sua stanza e sfila le scarpe con un gesto secco, prima di abbandonarsi di peso sul letto. Si massaggia le tempie con gesti lenti e regolari, respira profondamente e rilassa le spalle. Reprime l’impulso selvaggio di correre alla sua porta, sfondarla e stringerla a se, per proteggerla da tutti e da se stessa.  Si sente totalmente inutile in situazioni come queste, non sa come comportarsi ,o cosa è o non è giusto da dire, quando si ha di fronte un amico in difficoltà. Spesso suo fratello quando era  arrabbiato si chiudeva nella sua stanza senza lasciarlo entrare,  perché consapevole che avrebbe  in tutti i modi provato a farlo ragionare, sua madre gli ripeteva sempre di lasciarlo stare “ E’ fatto così, devi lasciarlo sbollire. Non serve a nulla insistere, non devi starci male Liam, lo so che tu vuoi sempre il bene di tutti,  avvolte però è inevitabile che le persone soffrano.”

Liam odia vedere le persone a cui tiene star male, e non si da pace finché tutto non torna alla normalità. Non ha mai seguito il consiglio che sua madre gli dava, e puntualmente convinceva il fratello a farlo entrare per risolvere il problema. Con Prim è diverso, lei è forse la persona più testarda e orgogliosa che abbia mai conosciuto, ma anche la più fragile . Per questo decide di seguire il consiglio di sua madre, si sveste velocemente e in pochi secondi si addormenta, rivolge un preghiera silenziosa  a chiunque ci sia lassù e

‘ Fanculo ’ è il suo ultimo pensiero.

Prim  sbuffa , accavalla le gambe magre nell’acqua ormai tiepida della vasca da bagno, le spalle minute appoggiate al bordo, sono semicoperte dalla schiuma bianca all’essenza di rosa. Tiene gli occhi chiusi e le mani intrecciate in grembo, smette per un attimo di pensare a tutto quello che sta passando, ai girasoli, alle lettere, e come se fosse realmente possibile, a Harry. Inspira  e l’essenza di rose porta con se dei ricordi che bruciano.

 

“Quel pomeriggio a fine turno  Harry è passato a prenderla al market e indossa una delle sue solite felpe. Sotto lo sguardo curioso e sorpreso di Prim che non si aspettava nulla, 

<<  Ti fidi di me, Rose?>>  le aveva chiesto serio guardandola negli occhi, lei aveva annuito ed era salita in macchina insieme a lui. Dopo circa mezz’ora di strada e di silenzio Harry aveva parcheggiato in un’area di sosta della superstrada, lei l’aveva guardato alzando un sopracciglio mentre, dopo esser sceso dalla macchina , scompariva dietro un grosso cespuglio dalle foglie piccole e seghettate. Dopo qualche istante di esitazione ed essersi maledetta in tutte le lingue del mondo per averlo assecondato, Prim  chiude alle sue spalle la portiera dell’auto e decide di seguirlo.

<< Harry, dove stiamo andando?.>> gli chiede Prim con celata eccitazione nella voce.

  <<  E che sorpresa sarebbe Rose, se te lo dicessi? >> la canzona lui, le sorride obliquo e una fossetta maliziosa compare nell’angolo che le sue labbra formano.  Stanno camminando già da una decina di minuti, lui la tiene per mano e la guida con sicurezza  lungo un piccolo sentiero in mezzo agli alberi, la sera sta scendendo in fretta e presto in mezzo al bosco diverrà troppo buio per proseguire.

<< Dai, sbrighiamoci.>> la esorta lui, Prim alza gli occhi al cielo e Harry ridacchia divertito.

<< Aspetta, ho dimenticato una cosa .>> dice fermandosi di colpo in mezzo al sentiero

<< Cosa?.>> riesce a malapena a chiedergli Prim, le labbra di Harry infatti premono contro le sue con una dolcezza disarmante, da togliere il fiato.

<< Questo.>> le sussurra a fior di labbra prima di baciarla di nuovo, Prim sente le gambe cedere e lui come se potesse leggerle l’anima  ,prontamente la sorregge, cingendole il fianco con un braccio. Prim ricambia il bacio con altrettanta dolcezza, infila le mani fra  i capelli di Harry, gli permette di stringerla a se, e realizza che potrebbe vivere così per sempre, fra le sue braccia e in nessun altro posto.

<< Potrei vivere di questo, – le dice sorridendo anche lui, sempre sulle labbra di lei- ma dobbiamo proseguire, la sorpresa è qui vicino.>>

<< D’accordo.>>  sospira felice Prim, Harry la bacia fugacemente un’  ultima volta,  poi contro voglia annulla il contatto dei loro corpi e prosegue lungo il sentiero, ma  le loro mani formano una cosa sola, unite.

Prim passa distrattamente una mano sul collo quando Harry la informa che ci sono quasi e

<< Chiudi gli occhi Prim.>> le impone, impaziente di stupirla. Lei obbedisce, tra i denti trattiene un gridolino eccitato, accentua la presa sulla mano di Harry e si lascia guidare.

Conta venti passi in avanti, dodici a destra, ha cinque graffi su ogni gamba e un numero indefinito di foglie fra i capelli disordinatamente raccolti in una coda alta, attraverso le suole delle scarpe avverte che il terreno si sta facendo sempre più morbido. All’improvviso le vengono i brividi, una lieve folata di vento le sbatte contro le guance, incrocia le braccia sul seno alla ricerca di calore e si maledice per essersi messa una t-shirt a maniche corte e degli stupidissimi shorts di jeans. Arrossisce violentemente quando lui le infila la  felpa, ha il suo profumo, le sue mani che scorrono su di lei sembrano bruciare e ridacchia quando lo sente borbottare “ Lo dico sempre che dovresti coprirti di più.”

Harry le lascia la mano e lei sente freddo, anche se il vento non tira più.

<< Sono qui.-  sussurra il ragazzo alle sue spalle, le copre gli occhi con le mani- Non sbirciare, conta fino a tre e apri gli occhi.>>

Uno, due, tre.

Prim apre prima gli occhi e poi la bocca stupita.  Ha di fronte una piccola radura, l’erba alta fino alle caviglie e un piccolo laghetto al centro, dei rosai bassi e dalle rose rosso sangue ne delimitano il perimetro. Tutt’intorno al piccolo specchio d’acqua ci sono delle lanterne colorate, ognuna contenente una candela bianca, avvolte dalla propria luce fioca. Prim chiude la bocca e la riapre più volte, alla ricerca di qualcosa da dire, ma non le viene in mente nulla. Harry le afferra di nuovo la mano e la conduce lentamente vicino al laghetto, ora sono più vicini e lei sente un profumo dolciastro pizzicare l’aria. Sono quasi sulla riva e Prim ha le lacrime agli occhi, la superfice del lago è cosparsa di un’ immensa distesa di petali di rosa che ne profumano l’acqua e l’aria. C’è anche un telo steso alla loro destra e un cesto di rami di un caldo color nocciola, intrecciati.

<< E’ bellissimo.>> sussurra in un soffio appena udibile Prim.

<< Sei bellissima.>>

 

Lei ride piano e scuote la testa, si volta verso di lui e gli cinge i fianchi con un braccio, con un dito disegna la linea definita della mascella di Harry e “ Grazie.” mima con le labbra.

Le grandi mani di lui incorniciano il viso piccolo di lei, scendono lentamente sulle sue spalle minute e poi sui suoi fianchi, l’attira a se. Le lascia un piccolo bacio sul  naso e le sfiora  di nuovo le labbra, poi poggia la testa sulla sua spalla e lascia che il suo profumo fruttato gli inebri le narici, la pelle e la mente. Lei chiude gli occhi e si morde il labbro inferiore, gli accarezza il collo e passa delicatamente la mano fra i suoi capelli, perennemente in disordine.

<< Prim.>> la chiama in un sussurro.

<< Cosa c’è?.>> risponde lei trattenendo un sorriso, un soffio udibile solo a loro e al vento.

<< Ringrazio il cielo, chiunque ci sia lassù, per avermi fatto venir voglia di Haribo alla liquirizia, il giorno che ti ho incontrato.>> 

E finalmente Prim si lascia andare, piange e singhiozza piano come una bambina, perché quelle parole Harry le ha pronunciate con lo stesso tono con cui si dice ‘Ti amo.’, e a lui quelle due parole fanno paura, una paura tremenda. Lei lo sa che per lui è stato difficile, e per quanto sia possibile le lacrime scendono ancora più velocemente.

Harry sorride fiero perché ce l’ha fatta a esprimere ciò che sente per Prim, anche se quello che le ha appena rivelato non corrisponde nemmeno a un millesimo d’infinito a ciò che prova realmente. Incastra il labbro inferiore fra i denti  e ricaccia indietro le lacrime di gioia, mentre la sua maglietta si inumidisce per via di quelle di Prim.

<< Grazie per questi mesi passati insieme Prim. I quattro più belli e intensi della mia vita.>>

<< Ti amo anch’io, Harry.>> “

 

<< Ti troverò fottutissimo figlio di puttana.>> singhiozza Prim, asciuga con il dorso della mano, le lacrime che scendono indisturbate e si mischiano all’acqua ormai fredda , e si maledice per aver rovesciato l’intera boccetta di bagnoschiuma omaggio nella vasca, senza prima aver letto di cosa profumasse. Scossa da un brivido si alza di scatto, afferra l’accappatoio bianco dalla sedia affianco alla vasca,  in alto a sinistra  porta le iniziali dell’albergo, esce dalla vasca e lo indossa. Infila l’intimo e inizia ad asciugare i capelli, spazzolandoli come faceva sua madre quand’era piccola.

“ Non sono inciampati ne è stato loro fatto lo sgambetto, non possono rialzarsi ma è la gloria a farlo per loro. Il nome è la chiave, ma solo l’essenziale.”

Sbuffa. Che vorrà dire? Insomma, la risposta è ad Amsterdam e fin qui, tutto okay.

“ Non conosco questa città, ma se resto qui non combino nulla.” Pensa, la fronte aggrottata e le labbra chiuse in una smorfia, il piede sinistro che sbatte nervoso contro la moquette bordeux.

“ Ho deciso, io vado.” annuisce convinta a se stessa, lega i capelli in una coda alta e disordinata e si precipita verso l’armadio per ripescare a caso un paio di leggins neri e una maglioncino giallo, poi infila le scarpe da ginnastica e afferra la borsa a tracolla. Esce sbattendo la porta ma se ne infischia, si precipita all’ ascensore che fortunatamente è al piano e preme il tasto che riporta impresso il numero zero. Nello stesso istante in cui la porta di Prim si è chiusa, Liam ha aperto gli occhi e “ Ma che diavolo succede?” ha esclamato nella sua mente.

Prim lascia distratta le chiavi alla reception, esce di fretta nel buio semi illuminato dai i lampioni , l’aria gelida delle tipiche serate olandesi le sbatte contro le guance, facendole immediatamente diventare rosse. Batte i denti per il freddo e inizia a camminare, per dove non lo sa nemmeno lei. Quello che sa è che deve trovare una risposta.

Intanto Liam   e  sta bussando alla porta di Prim ma non riceve risposta, scuote la testa rassegnato e inizia a correre giù per le scale. Lancia un occhiata alla receptionist a cui lascia velocemente le chiavi e le chiede

<< Da che parte è andata?.>>

<< A destra.>> è la risposta un po’ seccata della donna, Liam la saluta con un cenno della testa  e si appresta ad uscire dal hotel.

Prim cammina a testa bassa e “ Va dove ti porta il cuore vento” . Infila le mani nelle maniche della felpa, nella speranza di scaldarle un po’. Dopo esser uscita ha svoltato un paio di volte a destra - o sinistra?- poi è andata dritta fino ad arrivare ad un incrocio, tira dritto e costeggia il fiume per un po’. Lo contempla in tutta la sua maestosa distesa nera, riflette  il cielo privo di stelle, si allontana di qualche passo dal muretto alto fino alla vita, ha paura di essere inghiottita. E’ stordita, forse dal sonno, forse dalla rabbia o dalla nostalgia di quei maledettissimi mesi passati,  probabilmente da quell’indovinello.

Un cane le si avvicina scodinzolando, lei sorride forse per la prima volta in quella sera,  e saluta cordialmente la coppia di anziani a cui appartiene quello splendido esemplare di bulldog inglese dal manto maculato. Si guarda in torno e si rende conto che è arrivata nella piazza principale, che a parte lei e la coppia di anziani che si sta allontanando,   risulta deserta.

Si guarda in torno con aria distratta e uno strano presentimento. Come trasportata da una folata di vento improvvisa, Prim si volta verso il centro della piazza, ha di fronte quello strano monumento , le torna in mente quello che le ha detto Liam proprio quella mattina “ Suppongo sia il monumento ai caduti.”

Caduti.

“ Non sono inciampati ne è stato loro fatto lo sgambetto, non possono rialzarsi ma è la gloria a farlo per loro. Il nome è la chiave, ma solo l’essenziale.”

<< Oh mio dio!.>> esclama

<< Prim!.>> la chiama una voce familiare, è Liam che sta correndo, arriva dal lato opposto della strada.

<< Liam, – urla di rimando Prim, non riesce  a trattenere l’emozione nella voce- l’ho trovato, ho trovato la soluzione a quel fottutissimo  indovinello!>> quando la raggiunge lui ha  il fiato corto e i muscoli che bruciano, tutto il dolore fisico e la preoccupazione scompare nell’istante in cui lei gli butta le braccia al collo felice.

<< Prim non si dicono le parolacce!.>> scherza Liam e Prim ride, ride di gusto.

<< Al diavolo, vieni- gli afferra una mano e lo trascina di fronte al monumento – la risposta è qui, sotto i nostri occhi.>>

Prim ripete ad alta voce l’indovinello ,che oramai sa a memoria, e inizia a leggere la sequenza di nomi e cognomi riportata sul monumento.

<< Secondo l’indovinello devo tenere conto solo dei nomi, e per l’essenziale credo che intenda le iniziali, anzi ne sono più che certa.>>

Liam rimane in silenzio, attento.

<< Liam, dettami i nomi.>> ordina Prim afferrando dalla borsa a tracolla un taccuino e una penna. Liam annuisce e inizia ad elencare i nomi, Prim in contemporanea li scrive

Martin

 Umberto

 Lino

Ludwig

Ian

Norberto

 Gastone

Armand

Roger

Prim alza lo sguardo verso Liam , in attesa che continui.

<< Prim, puoi mettere via il taccuino – le dice lui mentre si volta verso di lei, dando le spalle al monumento- tutti i nomi iniziano con le stesse iniziali.>>

Prim sgrana gli occhi, schiude la bocca sorpresa.

<< Ne sei sicuro?.>>

<< Sì, se vuoi controlla tu stessa.>>

Prim si avvicina e da un’ occhiata dettagliata, “ Liam ha ragione.”

<< Allora?.>>

<< Hai ragione.- gli riconosce Prim con un sorriso imbarazzato-  Possibile che la parola chiave sia  M-U-L-L-I-N-G-A-R ?. >>

<< Dovresti fidarti di me Prim, comunque sì, credo sia questa la parola chiave.>>  le dice sincero.

<< Imparerò a farlo Liam, mi ci vuole  un po’ di tempo.>>

<< Adesso che abbiamo risolto il caso Sherlock, che ne dici di tornare in albergo?.>>

<< D’accordo>> acconsente Prim che infila il taccuino in borsa, Liam le fa strada.

<< Ah una cosa Prim, dimenticavo di dirti. – la richiama all’attenzione, e quando la ottiene va avanti – Mi fa uno strano effetto, però mi piace quando dici le parolacce. L’aria da dura ti dona.>>

Prim ridacchia divertita e gli da un leggero schiaffo sulla spalla.

<< Davvero?.>>

<< Oh sì, fidati.>>

                                                                                                        Salve bellissime :) 

Spero che il capitolo non vi abbia annoiato, mi scuso per il ritardo abominevole ma sono partita con gli scout e tra poco riparto LOL. il capitol di carpe diem è  in cantiere da uun po', e spero di riuscire a pubblicare presto. Un  grazie enorme va a Mary e a Vale che mi sostengono sempre, " Muovi il culo e aggiorna" <3

Harry è un soldato, e dalle lettere capiamo che ricopre un ruolo abbastanza importante per non avesse ancora capito :)  Secondo voi come si evolverà la storia? E' meglio che la chida qui e mi concentri su altro?

Un abbraccione grande grande a chi continua a segurimi silenziosamente e a chi mi lascia un suo pensiero ^^

Siete fantastiche, tutte!

Chiara

 

   
 
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