Epilogo:
52. Il drago, lo
scorpione e la galassia
19 anni dopo
-Qualcuno
mi spiega perché siamo venuti qui con una macchina volante?- chiese in tono
lagnoso il giovane. –Avremmo potuto smaterializzarci, oppure usare le scope!-
La
stazione di Londra era talmente tanto affollata, che quasi bisognava urlare per
parlarsi. In quella mite giornata di settembre il cielo era limpido ma del sole
nessuna traccia, un venticello leggero di tanto in tanto muoveva le foglie
degli alberi.
-A
tua madre non piace smaterializzarsi e ha paura delle scope. A tua nonna si
scombinerebbero troppo i capelli volando e tua sorella è troppo piccola per
farla smaterializzare. Le motivazioni sono state di tuo gradimento, Scorpius?
Per oggi va bene così?-
Il
ragazzino guardò il padre con disappunto, ma questo, appoggiato com’era al
carrello con i bagagli, non lo vide, e fu un bene.
-Invece
di dare tutte le colpe a me, perché non pensate ai bagagli? L’auto è l’unico
mezzo con un bagagliaio!-
Draco
Malfoy si voltò verso la moglie, intenta a giocare con la più piccola della
famiglia che teneva fra le braccia.
-La
cervellona della famiglia sei tu, d'altronde!-
Areal
lo guardò e si sorrisero in modo strano, uno di quei sorrisi fra innamorati che
giocano a provocarsi, dopo anni di complicità.
Scorpius
fece una smorfia senza essere visto.
-Mai
e poi mai avrei pensato che io, io, potessi finire a perdere il mio
tempo in cerca di parcheggio qui a Londra.- brontolò qualcuno mentre si
avvicinava.
La
bambina fra le braccia di Areal si sporse quando vide arrivare i tanto amati
nonni. Lucius, su cui i venti anni trascorsi si facevano sentire, camminava
sorreggendosi al suo fedele ed elegante bastone da passeggio. Era ben vestito e,
nonostante l’età, camminava con disinvoltura, come un grand’uomo, proprio come
ai vecchi tempi. La moglie Narcissa si teneva stretta al suo braccio e
passeggiava osservando tutto col mento all’insù. Su di lei gli anni trascorsi
avevano lasciato meno segni e la sua elegante bellezza non era ancora
appassita.
-Piccola
Galacia, vuoi venire in braccio a me?- chiese premurosamente Narcissa, quando
fu vicina ad Areal.
Galacia
aveva cinque anni, capelli di un biondo pallido lunghi e lisci come seta e
piccoli occhi blu. Era un bambina speciale, Areal lo ripeteva sempre e se ne
convinceva giorno dopo giorno. Riusciva a sciogliere la compostezza di nonno
Lucius e nonna Narcissa con un solo sorriso, come neanche Scorpius era stato
capace di fare.
I
suoi due figli erano molto diversi.
Scorpius
era la miniatura di Draco così come Draco lo era stato di Lucius. Era schivo,
orgoglioso e sempre attento al giudizio del padre e, spesso, anche a quello del
nonno. Tuttavia, Areal sapeva che le diverse esperienza vissute, facevano la
differenza fra padre e figlio. Scorpius non era diffidente come Draco, sapeva
anche essere gentile e, nonostante lo nascondesse, il cuore altruista della
madre era presente in lui. Anche se in piccola parte. Sarebbe di sicuro stato
un Serpeverde, non c’erano dubbi, eppure spesso leggeva i libri della madre e i
suoi sguardi facevano credere che nascondesse molto più intelletto di quello
che mostrava realmente.
Ma
il piccolo prodigio rimaneva Galacia. La piccola di casa Malfoy aveva imparato
a leggere da sola, capiva tutti i discorsi che ascoltava e adorava la musica
del pianoforte che suonava la madre. La sua caratteristica era quella di non
parlare molto, anzi, non parlava mai. Il padre ci aveva provato diverse volte
ma, dopo aver dimostrato di saper parlare, Galacia rimaneva in silenzio e si
faceva capire a gesti. Areal diceva che la sua piccola era troppo furba per
sprecare il suo tempo in discorsi, e forse aveva ragione.
-Possiamo
andare? Non vorrei fare tardi.-
Alla
parole del figlio, Draco fece un respiro profondo e, preso il carrello, si
incamminò verso il binario nove e tre quarti. Scorpius sorrise soddisfatto ed
iniziò a seguire il padre, chiaramente soddisfatto di essere stato
accontentato.
Areal
sorrise nel vedere quella scena.
Amava
suo figlio e il figlio amava la madre, avevano molto in comune e sapeva che
Scorpius avrebbe fatto di tutto per lei, che la rispettava e tutto il resto.
Peccato che il legame che c’era tra padre e figlio non si potesse cambiare, né
eguagliare. Scorpius pendeva dalle labbra del padre e Draco era sempre
orgoglioso di ogni suo successo, anche il più piccolo. Passava ore ad
insegnargli tutto ciò che sapeva e lo portava spesso con lui in giro per la
città, dicendo che avevano faccende da uomini da sbrigare.
In
loro Narcissa rivedeva Draco e Lucius e aveva dannatamente ragione. Forse, e
solo forse però, Draco era un pizzico più dolce di quando lo era stato il padre
con lui, ma solo un po’.
Galacia
amava tutti. Era pazza del fratellone, affettuosa con il padre e tutta sorrisi
per i nonni. Areal pensava che a volte, quando rimanevano da sole a casa, in
silenzio, riuscisse a comunicare con la figlia come con un’adulta.
-Vai
pure Areal, rimaniamo noi con Galacia.- Disse Narcissa.
Areal
acconsentì e si incamminò verso il marito e il figlio, ed insieme raggiunsero
il binario incantato.
-Sarò
Serpeverde, vero?- chiese Scorpius, camminando avanti ai genitori.
-Non
ci sono dubbi!- sospirò Areal.
-Non
sarai gelosa?- le chiese Draco, offrendole il braccio.
Areal
si mise a camminare a braccetto col marito, appoggiò la testa sulla sua spalla
e sospirò un no.
Da
quando la battaglia contro Voldemort era finita tutto era cambiato, chi veniva
assegnato alla casa dei Serpeverde non era più considerato cattivo a vita.
Tutto era diverso, il lato oscuro della magia e le sue minacce rimanevano solo
un ricordo lontano.
Si
sentì improvvisamente un sonoro PLOF e dal nulla accanto ad Areal comparve un
simpatico elfo domestico. Era chiaramente una femmina, dato il curato vestitino
panna che indossava.
-Scusi
il ritardo, padrona Areal!-
-Non
c’è problema Wexly!-
-Permettetemi
di aiutarvi…- disse l’elfa, togliendo il carrello di mano a Draco ed iniziando
a trascinarlo da dietro di loro, anche se era più alto di lei.
Quando
il matrimonio fra Areal e Draco era stato annunciato, fra i regali di nozze,
c’erano state molte cose strambe, ma una le batteva tutte.
I
due si erano sposati una calda mattina di luglio, con Draco che aveva compiuto
ventuno anni a giugno ed Areal che li avrebbe festeggiati a dicembre. Avevano
passato quegli anni di fidanzamento ufficiale nel migliore dei modi, con appena
qualche lite ad animare le loro giornate. Era stato magnifico, una favola. Uscivano
insieme, facevano lunghe passeggiate e poi c’erano le cene a casa dei
rispettivi suoceri e le volte in cui sgattaiolavano di nascosto nelle proprie
camere o in altri posti strategici per qualche attimo di intimità.
Narcissa,
nonostante la sua freddezza apparente, era un’ottima madre e aveva subito
iniziato a voler bene ad Areal, ed Areal ne voleva a lei e, senza togliere
nulla a zia Matilde, vedeva in Cissy una seconda madre.
Matilde
con Draco era stata molto più esigente, facendo la difficile a lungo, ma in
fine aveva accettato quel ragazzo educato e capito che avrebbe protetto la sua
piccola per sempre.
I
Malfoy si erano ripresi gradualmente, avevano perso Malfoy Manor, dovendosi
trasferire nella vecchia dimora dei Black, ma Lucius aveva trovato un nuovo
lavoro fuori dal ministero e lentamente il passato si era distaccato dal
presente e tutto era potuto ricominciare da capo, con i Malfoy nuovamente
benestanti anche se non più temuti.
E
questo era un bene.
Avevano
fatto molto per sdebitarsi, l’impresa più grande di tutte era stata usare i
loro fondi alla Gringot per aiutare nella ricostruzione di Hogwarts. Adesso a
scuola c’era una targa in ringraziamento ai Malfoy e alle altre famiglie, e
Scorpius sarebbe potuto essere fiero del padre senza vecchie ombre ad
oscurarlo.
Il
matrimonio fra Draco e Areal non era stato né sfarzoso né eccessivo sotto
esplicita richiesta della futura sposa. Alla cerimonia in chiesa avevano
partecipato solo pochi parenti e amici, e il rinfresco si era tenuto su un
ampio prato allestito per l’occasione. Lì tutti i conoscenti delle due famiglie
si erano presentati per portare i loro auguri e saluti agli sposi.
Il
giorno dopo erano arrivate le sorprese, e la gara a chi aveva fatto il dono di
nozze più strano era iniziata.
Il
signor Daniel Foreberth era ricomparso dopo un anno dal suo addio, con la
chiara intenzione di riallacciare i rapporti con la figlia. Matilde non avrebbe
mai saputo di lui, ed Areal accettava di vederlo e di trascorrere del tempo con
lui, ma Draco aveva imposto di essere presente. Il ragazzo non si fidava di
quell’uomo ma, stranamente, Daniel si fidava di lui.
Una
settimana prima che i due si sposassero, Daniel aveva portato il suo regalo di
nozze: un paio di chiavi.
Areal
le aveva prese in mano senza capire ma, nel riconoscerle, Draco aveva
spalancato gli occhi e, per poco, non gli era venuto un attacco di cuore.
Daniel
aveva sfruttato tutte le sue conoscenze e tutti i suoi fondi per ricomprare
Malfoy Manor, e quello era stato il suo dono di nozze. In questo modo si era
guadagnato la fiducia di Draco, entusiasta di poter crescere i suoi futuri
figli nella casa in cui era cresciuto lui, ed ogni attrito passato era stato
sepolto.
Il
secondo giorno da sposati, a Malfoy Manor, qualcuno aveva bussato alla porta.
Areal era andata ad aprire trovandosi davanti uno strano elfo domestico con in
mano una lettera che le pose.
La
fondazione C.R.E.P.A, fondata da Hermione Granger in difesa degli elfi
domestici maltrattati, vede nella gentile signora Areal Foreberth Malfoy, la
giusta padrona per questa giovane elfa. La fondatrice dell’associazione tiene
ad informare la gentile signora Malfoy, che l’elfa che le viene donata è
laboriosa, umile e bisognosa di una nuova famiglia da servire. In oltre, sempre
la fondatrice, confida nella gentilezza della signora Malfoy, ed è certa di
aver fatto la scelta giusta.
Da
considerarsi come un regalo di nozze in ritardo.
Da
Hermione, Ron ed Harry.
Areal
avrebbe tanto voluto invitare il trio al matrimonio, ma non c’erano stati più
contatti dalla fine della scuola e i Potter i Waesly e i Malfoy non erano certo
persone che potevano sedersi allo stesso tavolo a scambiarsi i convenevoli. E
la cosa era abbastanza evidente.
La
signora Malfoy, come era stata chiamata nella lettera, sorrise all’elfa.
-Come
ti chiami?-
-Wexly,
signora-
-Benvenuta
in famiglia Wexly!-
Da
quel giorno Aral aveva trattato l’elfa più come una dama da compagnia che come
un elfo domestico addetto ai lavori di casa. L’aveva vestita elegantemente, si
occupava di lei e se la portava dietro quando andava a fare la spesa,
permettendole anche di spingere la carrozzina quando i suoi figli erano
piccoli. Le persone la guardavano incuriositi, ma il suo modo di trattare
l’elfa aveva fatto grande pubblicità al C.R.E.P.A ed Hermione le aveva spedito
una lettera di ringraziamento.
-Allora?
Sto aspettando.- Disse Scorpius, quando la famiglia si fermò davanti al treno.
Draco
ed Areal si guardarono senza capire.
-Niente
raccomandazioni?- chiese il ragazzino. –Niente comportati bene, non fare
questo, ricordati di studiare, sii giudizioso, attento a quello che fai,
eccetara eccetera?-
-Però…-
esclamò Draco, rivolto alla moglie al suo fianco. –L’ha imparata bene la solfa!-
Areal
sorrise.
-Non
c’è bisogno di dirti di studiare, tua madre dice che sei tale e quale a me ed
io non sono mai andato bene a scuola, quindi lascia perdere. So che non hai il
cervello di tua madre.-
Areal
diede uno pugno affettuoso al marito per averle offese il figlio che, anche se
non lo dimostrava, era rimasto ferito dalle parole del padre.
-Tua
madre si fida di te e sa che ce la metterai tutta e che sei in gamba- scherzò
Areal, dopo si finse seria. –E poi… se i tuoi voti dovessero essere così bassi…
potremo sempre ridurre il numero dei regali di Natale!-
Scorpius
fece un faccia allibita, Draco scoppiò a ridere.
A
quel punto il treno fischiò e la famiglia capì di doversi salutare, Areal vide
con la coda dell’occhio Draco che faceva un cenno rigido con il capo a mo dì
saluto e, sul marciapiede opposto, vide la famiglia Weasley formata da Ron ed
Hermione e soprattutto Harry Potter. Finse di non farci caso, poiché conosceva
bene l’orgoglio del marito.
Scorpius
abbracciò la madre baciandola sulla guancia, che gli disse:
-Ricordati
di scriverci e, se non hai di meglio da fare, studia!-
-Prometto
che mi impegnerò e che passerò le mie ore incollato alla scrivania a scrivere
lettere!-
Areal
sospirò, ovviamente si sarebbe potuta ritenere soddisfatta qualora avesse
ricevuto una lettere al mese, massimo.
-Ah,
mamma?-
-Sì?-
-Non
ci rimarrai male se mi assegnano a Serpeverde, vero?-
Areal
sospirò. –No Scorpius, ho già detto di no. Sei perfetto per quella casa.-
Areal
vide il sorrisino complice fra padre e figlio e capì che dovevano essersi messi
d’accordo, per far dire al ragazzo quelle parole. Draco era convinto che Areal
odiasse i Serpeverde, ma come avrebbe potuto, dato che ne aveva sposato uno?
Scorpius
salutò sbrigativamente il padre e per loro non ci fu bisogno né di abbracci né
di parole, l’intesa che li univa si poteva leggere nei loro occhi.
Areal
sorrise mentre il figlio li salutava con la mano e si affrettava a salire sul
treno.
Scorpius
incontrò alcuni amici e con loro trovò un vagone vuoto. Lo videro anche
salutare due ragazzini, erano Rhalf e Georgia, i gemelli figli di Canni ed
Eric. I ragazzi si conoscevano molto bene, dato che i loro genitori cenavano
insieme ogni venerdì.
-Vuoi
convincerti o no che non avrò alcun problema ad accettare che mio figlio sarà
un Serpeverde?-
Draco
finse di non sentire nemmeno la moglie, continuò a seguire con lo sguardo il
figlio dal finestrino del treno.
-Draco?-
-Sì?-
-Mi
stai ascoltando?-
Draco
la guardò, le mise un braccio intorno alle spalle e le sorrise. –Volevo solo
che il distacco fra te e lui non fosse troppo doloroso.-
-Io
rimarrò a casa con Galacia, ci sarai tu, e so che Scorpius starà bene. E tu,
riuscirai a stare senza il tuo adorato primogenito?-
-Certo!-
Areal
nascose una risata, Draco non avrebbe mai ammesso che Scorpius gli sarebbe
mancato.
-Sai,
sono preoccupato…-
Areal
guardò Draco ad occhi sbarrati, finse di misurargli la febbre con la mano.
–Draco preoccupato? Che succede?-
Draco
guardò il treno partire e il suo sguardo si oscurò leggermente.
-Forse
non sarà orgoglioso di me a scuola, di suo nonno e del cognome che porta…-
La
moglie capì, gli si mise di fronte e lo costrinse a guardarla negli occhi.
-I
tempi oscuri sono finiti, c’è la tua vecchia bacchetta esposta ad Hogwarts ed
anche una targa per l’aiuto economico che i tuoi genitori hanno dato tempo fa.
Scorpius sa di avere un padre perfetto, che gli vuole bene e che non gli farà
mai mancare nulla. Hogwarts gli regalerà tante belle esperienza, lo farà
crescere, e so che sarà al sicuro. So che sarà felice.-
Draco
la guardò intensamente e i suoi occhi grigi parvero schiarirsi, le mise una
mano dietro la nuca e la baciò sulla fronte.
-Sono
sempre stato invidioso della tua forza, sai?-
Areal
rise. –Non fare il falso modesto, Draco Malfoy ama solo Draco Malfoy!-
-A
quale Draco sei ferma? Le cose sono cambiate, adesso ci sei tu, Scorpius e
Galacia. Amo voi più di me stesso. Ti basta?-
Areal
lo guardò in silenzio, comunicarono in quel modo, il loro legame era ancora più
spesso di quanto lo era stato un tempo, quando ancora indossavano la divisa di
Hogwarts.
-Sì,
mi basta.-
Draco
guardò un’ultima volta la scia lasciata dal treno, poi mise un braccio intorno
alla vita della moglie e si avviò per uscire dalla stazione.
-Torniamo
a casa.-
…Fine…
Non ci credo,
alle fine siamo arrivati alla conclusione. Spero che vi abbia trasmesso e
lasciato qualcosa, un’ emozione, un’ esperienza. Grazie a tutti per averla
seguita e per la pazienza che avete avuto.
Davvero non
ci credo che è finita, avevo anche in mente la trama per un eventuale seguito
ma al momento non avrei mai tempo per scriverla e per pubblicarla ,quindi
rimane un progetto impossibile. Mi dispiace lasciarvi, mi mancheranno i
capitoli e vostri gentili commenti.
Lasciatemi,
se volete, un saluto e un messaggio .
Grazie ancora
per aver condiviso con me questa mia piccola creazione, per me ha significato
tanto.
Un bacio,
alla prossima, con affetto
Kaymi_11