7° - Infondo, ti avevo
promesso
che sarei tornato -
«Ichigo!»
Un Masaya affannato corse per i corridoi del silenzioso ospedale,
nonostante sapesse bene che fosse vietato procurare anche un minimo
fastidio in quel luogo che doveva essere un posto di riposo e pace per
i malati che vi si trovavano per essere curati o per vivere i loro
ultimi istanti di vita – chi per qualche malattia che il
destino crudele gli aveva riservato, chi per una vecchiaia ormai
arrivata ad un’età avanzata -. Lui,
però, in quel momento se ne infischiava di ogni sorta
possibile di regolamento: finalmente Yuri Akai era riuscita a
contattarlo – dopo aver inventato una scusa con gli zii per
spiegare la scomparsa della figlia da casa per qualche giorno (dicendo
che anche lei vi si trovava insieme a Momomiya quando in
realtà avrebbe alloggiato per un po’ al
Cafè Mew Mew) -. Fortunatamente Sakura, quando lei gli aveva
chiesto il numero di Aoyama, non aveva fatto strane domande.
Quindi ora eccolo lì, il moro che, ansante, raggiunse la
sala d’attesa ormai vuota. Il medico aveva vietato le visite
e di conseguenza gli altri si erano mossi per trovare una cura per la
leader della squadra Mew.
Si guardò intorno, egli, cercando qualcuno che potesse
dargli qualche informazione. Quando vide un uomo in camice bianco
uscire da una camera, si affrettò ad avvicinarsi a lui
«Mi scusi, può aiutarmi? Sono qui per la signorina
Momomiya Ichigo. È stata portata d’urgenza qualche
ora fa»
La figura dai capelli brizzolati e l’aria piuttosto stremata,
inarcò un sopracciglio «la paziente adesso non
può ricevere visite» da come si chiuse la porta
alle spalle, il moro capì che quella doveva essere la camera
dove la sua amata vi si trovava.
«Sono il suo ragazzo. La prego. Ho bisogno di vederla solo
per un attimo» continuò lui con risolutezza
«sono stato avvisato solo poco fa di cosa le è
accaduto»
Il dottore parve ancor più perplesso «Ho parlato
poco fa col compagno della signorina Momomiya, giovanotto»
quella frase fece inarcare un sopracciglio all’altro e
l’uomo continuò «il signor Shirogane ha
forse mentito, mi sta dicendo?!»
Ryo! Certo. Come non aveva potuto non pensarci prima?!
Sospirò. Ma infondo quello doveva essere l’unico
modo per conoscere le condizioni di Ichigo, e fare il geloso in quel
momento non era proprio il caso. Scosse il capo «Una faccenda
alquanto… complicata» fu l’unica cosa
che gli venne in mente per non combinare qualche guaio: di certo poteva
essere almeno avvisato di quella farsa.
Colui che teneva in cura la ragazza, scosse il capo «Voi
giovani di oggi siete davvero complicati» guardò
l’orario su un orologio da polso e fece cenno a Masaya di
andare «solo pochi minuti.»
il ragazzo dai capelli mori allungò un sorriso e,
inchinandosi con un grazie, si avviò alla camera mentre il
medico si allontanava per finire il suo turno di lavoro.
Sebbene sapesse quali fossero le condizioni di Ichigo in quel momento,
Aoyama aprì ugualmente la porta con silenzio e accortezza.
Un dolore come un pugnale trafitto nel petto, gli colpì il
cuore nel vederla sdraiata su quel letto d’ospedale, priva di
sensi e legata ad una macchina che controllava la sua salute (o la
durata della sua vita). Si richiuse l’uscio alle spalle e
strinse denti e pugni mentre faceva qualche passo per avvicinarsi a lei.
Si sedette sul letto e le prese una mano, portandosela poi alle labbra
con gli occhi appena lucidi e stretti in due fessure
«Ichigo…» mugugnò, baciandole
le dita.
Si sentiva terribilmente impotente dinnanzi a quella maledetta scena
che gli dava un senso di deja
vou: lei era già stata fra le sue braccia senza
vita, ed
ora, seppur sembrasse una principessa addormentata, poteva morire
davvero… e lui non poteva fare niente.
«Maledizione!» imprecò, abbassando
appena lo sguardo mentre continuava a stringerle la mano «Se
potessi tornare nuovamente a trasformarmi in Ao No Kishi…
potrei almeno provare a fare qualcosa con i miei poteri… ma
sembra che l’ultimo frammento di Mew Aqua sia sparito dal mio
corpo quando ti ho riportata indietro la prima
volta…» le labbra tremarono appena per qualche
lacrima fuggiasca «Ichigo…»
alzò lo sguardo e la sua espressione si indurì
mentre prese una decisione:
Shirogane
dovrà trovare un modo per farmi tornare Ao No Kishi.
Non importava a quale pericolo potesse andare in contro, non importava
se con il ritorno dei suoi poteri anche Deep Blue potesse tornare: quel
che contava in quel momento, era trovare un modo per salvare la sua
amata Momomiya.
«Keiichiro: hai trovato nulla?!» Ryo
sospirò, porgendo una tazza di caffè al suo
migliore amico. Erano ore, ormai, che erano rintanati nel laboratorio
per cercare di studiare le cellule che avevano estratto dal corpo di
Ichigo prima di portarla in ospedale, ma non erano in grado di trovare
nulla che potesse lottare contro quell’infezione che quello
stupido essere che si definiva un vampiro, le aveva iniettato nelle
vene. A quanto pareva, quella volta, i nemici erano ancor
più determinati ad uccidere gli umani e le Mew Mew.
Mew Ichigo aveva detto che quel Damon aveva parlato di Deep Blue e
quindi avevano dedotto che anche questi dovessero essere dei suoi
seguaci, seppur non capissero cosa ci facessero esseri tanto surreali,
a contatto con degli alieni. Che fossero nuovi tipi di chimere
perfezionate da quelli che volevano la terra, ancora, nonostante il
loro pianeta secondario fosse rinato a miglior vita con la Mew Aqua
restante?! Proprio non riusciva a venire a capo di
quell’enigma.
«Nulla» sospirò Akasaka, prendendo la
tazza di caffè per poi sorseggiarne un po’
«è qualcosa che non riesce ad essere annientato
con nulla, neanche col DNA degli animali in vita d’estinzione
che abbiamo utilizzato per creare le Mew Mew.» si morse le
labbra, posando la tazza sulla scrivania, tornando a digitare qualcosa
al computer «e a quanto pare le cellule velenose riescono a
divorare velocemente i globuli rossi e bianchi. Di questo passo, Ichigo
non avrà più di quarantotto ore di vita»
«… che cosa?!» il biondo quasi
indietreggiò a quella notizia, facendo cadere di mano la sua
tazza col caffè, la quale si frantumò al contatto
col pavimento «Vuoi dire che non abbiamo neanche quaranta ore
per trovare un antidoto?!»
Il bruno dai capelli legati in un lungo codino, scosse il capo
«Ce ne serviranno anche di meno, se vogliamo che
l’antidoto faccia effetto e non sia somministrato quando sia
anche troppo tardi nonostante fossimo in tempo»
«Tornate a trovarci. E scusateci per
l’inconveniente» Retasu si inchinò alle
ennesime clienti alle quali dicevano di ripresentarsi un altro giorno
perché quel pomeriggio il locale era chiuso per imprevisti
nonostante non fosse un dì festivo.
«… voi credete che Ichigo-Nee-Chan
morirà?» disse, d’un tratto, Pudding,
fermando il movimento della scopa sul pavimento che stava pulendo. Lo
sguardo le si fece serio mentre le labbra tremarono appena per gli
occhi divenuti lucidi «La perderemo sul serio, questa
volta?!»
«Pudding…» Zakuro posò lo
straccio con il quale stava pulendo i tavoli, lasciandolo su uno di
essi, per avvicinarsi alla ragazzina di ormai quindici anni e metterle
una mano sulla spalla.
«Ichigo non morirà!»
la voce di Mint fu quasi un urlo strozzato. Lasciò cadere in
terra la scopa, abbassando lo sguardo e stringendo i pugni.
Parlò poi, a voce più calma e flebile
«Quella stupida non morirà. È troppo
testarda per morire!»
«Mint…» Fujiwara allungò un
sorrisino ed annuì «si. Sarà
così»
«Io non sapevo nulla di mia cugina, a quanto pare.»
a parlare fu Yuri, la quale, appoggiata al muro della sala dove si
accomodavano i clienti, aveva lo sguardo serio e quasi adulto, come non
l’avevano mai vista in quei giorni che l’avevano
conosciuta e quasi detestata per quel carattere
idiota che vi si ritrovava. «Proprio ora che sto per
conoscerla meglio, che posso esserle vicino come
volevo da anni…» un flebile sorriso le si
allungò sul volto rigato improvvisamente da qualche lacrima
«lei non se ne andrà. O almeno non prima di avermi
urlato nuovamente dietro» e ridacchiò con un
singhiozzo, portandosi le mani sul volto.
«Yuri…» Fon si avvicinò a lei
con un sorrisino, accarezzandole le mani che le coprivano il viso
«vedrai che Ichigo-Nee-Chan ti urlerà presto
dietro… di nuovo…»
Le altre Mew Mew sorrisero, annuendo. Ce
la farai anche questa volta… Ichigo…
Aoyama sospirò, alzandosi dal letto quando si rese conto che
fosse ora di andare, prima di esser cacciato via da qualche infermiere.
E doveva anche affrettarsi a parlare con Shirogane.
Allungò un sorriso accennato, prima di chinarsi sulla
giovane dai capelli rossastri e baciarle dolcemente le labbra
«Tornerò con la cura, piccola
mia…» sussurrò, accarezzandole quel
viso sulla quale non sembrava esservi segno di dolore. Questo lo
preoccupò ancora di più «te lo
giuro.»
Diede le spalle e fece qualche passo, quando una luce invase la stanza
e uno strano vento lo colpì, scaraventandolo alla porta.
Una figura ben conosciuta da Masaya, seppur con lineamenti
più adulti, sorrise, mentre si chinava su Momomiya e la
prendeva fra le braccia. Si voltò verso di lui con un
sorrisino soddisfatto, svanendo com’era comparso
nell’attimo in cui il moro si stava gettando su di egli per
fermarlo.
Aoyama sgranò appena gli occhi «… non
può essere…»
Le porte del Cafè Mew Mew si spalancarono con ferocia e le
cinque ragazze vi si trovarono dinnanzi un Masaya Aoyama ansante e con
sguardo serio e preoccupato.
«Masaya…» Aizawa sgranò gli
occhi, colta da un improvviso panico
«… Ichigo..?!» Midorikawa
portò le mani alle labbra.
Egli scosse il capo, ansante «Lui è
tornato!»
Il ragazzo di vent’anni sorrise, appoggiando Ichigo su una
barella in quella stanza vuota e con pochi macchinari, mentre i capelli
verdi appena più lunghi e legati sempre con due codine basse
che gli incorniciavano il viso, si mossero per l’energia
sprigionata dalla donna al sol contatto con quell’oggetto
alieno.
«Sembra che tu abbia un certo sesto senso per tornare nei
momenti opportuni, se così lo vogliamo definire.»
suo fratello maggiore di venticinque anni ridacchiò, mentre
inseriva in una siringa un liquido violaceo e quasi fluorescente che
porse al fratellino minore di quindici anni. Questi rise a sua volta
«E devi sempre fare entrate in scena da bullo»
fece, porgendo la siringa al ragazzo che accarezzava il volto ormai
adulto della sua bella gattina.
Questi allungò un sogghigno «Non sono tipo che
cambia atteggiamenti in periodi di pace, dovreste saperlo.»
senza alcuna esitazione iniettò il liquido nelle vene della
Momomiya, facendole un’iniezione al braccio sinistro.
Come se un fuoco la pervadesse dentro, Ichigo mugugnò
dolorante, prima di non sentire assolutamente nulla. Con lentezza
riaprì nuovamente gli occhi marroni e le ci volle un
po’ prima che la vista si ristabilisse, focalizzandole
dinnanzi un volto che lei ben conosceva.
Sgranò gli occhi e gettò un lieve urlo mentre si
rimetteva seduta, perfettamente in salute dopo quelle ore di dolore che
le sembravano infinite e in cui era riuscita a sentire la
preoccupazione e le parole delle persone a lei care ma senza poter
aprire gli occhi o parlare con loro. Si aspettava di ritrovarsi
dinnanzi Masaya o qualche suo amico… ma mai di certo, lui.
Questi mantenne il sorriso, per niente sorpreso dalla sua reazione
così dannatamente prevedibile nonostante fossero passati
tanti anni dal loro ultimo incontro «Infondo»
iniziò a parlarle «ti avevo promesso che sarei
tornato»
La rossa mantenne l’espressione stupita e mosse appena le
labbra per parlare con voce lievemente ovattata per la gola stranamente
secca «… Kisshu…»
Oo
Angolino dell'Autrice oO
Pensavate che fossi morta, eh?
Eh beh, come
darvi torto, dopo 4 anni di assenza.
ç_ç
vi chiedo umilmente perdono!
In questo
periodo sono successe davvero tante cose e una di queste è
la seguente: una lite mi ha allontanato da Alessandra91, la ragazza fan
di Ryan con la quale scrivevo questa storia, quindi da oggi
sarò solo io (la vostra MikuChan - Sabrina fan di Mark) a
scrivere la fanfiction :) avevo voglia di aggiornarla nonostante fosse
passato del tempo. Spero che nel frattempo non vi siate dimenticati di
me e che continuiate a seguire la mia storiella, leggendola soltanto o
recensendola anche (mi fa tanto piacere conoscere il vostro parere e
anche le vostre critiche, ovviamente.)
Che dire, non
vi farò aspettare più così tanto e
anche se da sola, cercherò di fare un buon lavoro :) e
aggiornerò anche tutte le altre mie storie arretrate xD
giuro! Sta settimana mi metto con impegno <3
Che altro
dire?! Ah, si! Ho modificato un pò i capitoli precedenti
(niente di che, qualche errore ortografico e qualche frasuccia
aggiustata, in più come vedere ora sto usando i nomi dei pg
i giapponese :)) se volete rileggere, mi fa piacere, altrimenti andate
avanti tranquillamente ;) non vi perdete cose da dover rileggere o
leggere per forza <3
Se vi va,
aspetto una vostra recensione <3
Un bacio
enorme.
Vostra MikuChan
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