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Autore: SabrinaPennacchio    19/08/2013    4 recensioni
Un oscuro segreto coinvolgerà il passato di Ryo e Masaya, scombussolando le loro vite.
Nuovi e vecchi amori li accompagneranno... e forse anche qualche ritorno alieno inaspettato e non desiderato.
Genere: Comico, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aoyama Masaya/Mark Aoyama, Ichigo Momomiya/Strawberry, Kisshu Ikisatashi/Ghish, Ryo Shirogane/Ryan, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Triangolo
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7° - Infondo, ti avevo promesso che sarei tornato -











«Ichigo!»
Un Masaya affannato corse per i corridoi del silenzioso ospedale, nonostante sapesse bene che fosse vietato procurare anche un minimo fastidio in quel luogo che doveva essere un posto di riposo e pace per i malati che vi si trovavano per essere curati o per vivere i loro ultimi istanti di vita – chi per qualche malattia che il destino crudele gli aveva riservato, chi per una vecchiaia ormai arrivata ad un’età avanzata -. Lui, però, in quel momento se ne infischiava di ogni sorta possibile di regolamento: finalmente Yuri Akai era riuscita a contattarlo – dopo aver inventato una scusa con gli zii per spiegare la scomparsa della figlia da casa per qualche giorno (dicendo che anche lei vi si trovava insieme a Momomiya quando in realtà avrebbe alloggiato per un po’ al Cafè Mew Mew) -. Fortunatamente Sakura, quando lei gli aveva chiesto il numero di Aoyama, non aveva fatto strane domande.
Quindi ora eccolo lì, il moro che, ansante, raggiunse la sala d’attesa ormai vuota. Il medico aveva vietato le visite e di conseguenza gli altri si erano mossi per trovare una cura per la leader della squadra Mew.
Si guardò intorno, egli, cercando qualcuno che potesse dargli qualche informazione. Quando vide un uomo in camice bianco uscire da una camera, si affrettò ad avvicinarsi a lui «Mi scusi, può aiutarmi? Sono qui per la signorina Momomiya Ichigo. È stata portata d’urgenza qualche ora fa»
La figura dai capelli brizzolati e l’aria piuttosto stremata, inarcò un sopracciglio «la paziente adesso non può ricevere visite» da come si chiuse la porta alle spalle, il moro capì che quella doveva essere la camera dove la sua amata vi si trovava.
«Sono il suo ragazzo. La prego. Ho bisogno di vederla solo per un attimo» continuò lui con risolutezza «sono stato avvisato solo poco fa di cosa le è accaduto»
Il dottore parve ancor più perplesso «Ho parlato poco fa col compagno della signorina Momomiya, giovanotto» quella frase fece inarcare un sopracciglio all’altro e l’uomo continuò «il signor Shirogane ha forse mentito, mi sta dicendo?!»
Ryo! Certo. Come non aveva potuto non pensarci prima?!
Sospirò. Ma infondo quello doveva essere l’unico modo per conoscere le condizioni di Ichigo, e fare il geloso in quel momento non era proprio il caso. Scosse il capo «Una faccenda alquanto… complicata» fu l’unica cosa che gli venne in mente per non combinare qualche guaio: di certo poteva essere almeno avvisato di quella farsa.
Colui che teneva in cura la ragazza, scosse il capo «Voi giovani di oggi siete davvero complicati» guardò l’orario su un orologio da polso e fece cenno a Masaya di andare «solo pochi minuti.»
il ragazzo dai capelli mori allungò un sorriso e, inchinandosi con un grazie, si avviò alla camera mentre il medico si allontanava per finire il suo turno di lavoro.

Sebbene sapesse quali fossero le condizioni di Ichigo in quel momento, Aoyama aprì ugualmente la porta con silenzio e accortezza. Un dolore come un pugnale trafitto nel petto, gli colpì il cuore nel vederla sdraiata su quel letto d’ospedale, priva di sensi e legata ad una macchina che controllava la sua salute (o la durata della sua vita). Si richiuse l’uscio alle spalle e strinse denti e pugni mentre faceva qualche passo per avvicinarsi a lei.
Si sedette sul letto e le prese una mano, portandosela poi alle labbra con gli occhi appena lucidi e stretti in due fessure «Ichigo…» mugugnò, baciandole le dita.
Si sentiva terribilmente impotente dinnanzi a quella maledetta scena che gli dava un senso di deja vou: lei era già stata fra le sue braccia senza vita, ed ora, seppur sembrasse una principessa addormentata, poteva morire davvero… e lui non poteva fare niente. «Maledizione!» imprecò, abbassando appena lo sguardo mentre continuava a stringerle la mano «Se potessi tornare nuovamente a trasformarmi in Ao No Kishi… potrei almeno provare a fare qualcosa con i miei poteri… ma sembra che l’ultimo frammento di Mew Aqua sia sparito dal mio corpo quando ti ho riportata indietro la prima volta…» le labbra tremarono appena per qualche lacrima fuggiasca «Ichigo…» alzò lo sguardo e la sua espressione si indurì mentre prese una decisione: Shirogane dovrà trovare un modo per farmi tornare Ao No Kishi.
Non importava a quale pericolo potesse andare in contro, non importava se con il ritorno dei suoi poteri anche Deep Blue potesse tornare: quel che contava in quel momento, era trovare un modo per salvare la sua amata Momomiya.

«Keiichiro: hai trovato nulla?!» Ryo sospirò, porgendo una tazza di caffè al suo migliore amico. Erano ore, ormai, che erano rintanati nel laboratorio per cercare di studiare le cellule che avevano estratto dal corpo di Ichigo prima di portarla in ospedale, ma non erano in grado di trovare nulla che potesse lottare contro quell’infezione che quello stupido essere che si definiva un vampiro, le aveva iniettato nelle vene. A quanto pareva, quella volta, i nemici erano ancor più determinati ad uccidere gli umani e le Mew Mew.
Mew Ichigo aveva detto che quel Damon aveva parlato di Deep Blue e quindi avevano dedotto che anche questi dovessero essere dei suoi seguaci, seppur non capissero cosa ci facessero esseri tanto surreali, a contatto con degli alieni. Che fossero nuovi tipi di chimere perfezionate da quelli che volevano la terra, ancora, nonostante il loro pianeta secondario fosse rinato a miglior vita con la Mew Aqua restante?! Proprio non riusciva a venire a capo di quell’enigma.
«Nulla» sospirò Akasaka, prendendo la tazza di caffè per poi sorseggiarne un po’ «è qualcosa che non riesce ad essere annientato con nulla, neanche col DNA degli animali in vita d’estinzione che abbiamo utilizzato per creare le Mew Mew.» si morse le labbra, posando la tazza sulla scrivania, tornando a digitare qualcosa al computer «e a quanto pare le cellule velenose riescono a divorare velocemente i globuli rossi e bianchi. Di questo passo, Ichigo non avrà più di quarantotto ore di vita»
«… che cosa?!» il biondo quasi indietreggiò a quella notizia, facendo cadere di mano la sua tazza col caffè, la quale si frantumò al contatto col pavimento «Vuoi dire che non abbiamo neanche quaranta ore per trovare un antidoto?!»
Il bruno dai capelli legati in un lungo codino, scosse il capo «Ce ne serviranno anche di meno, se vogliamo che l’antidoto faccia effetto e non sia somministrato quando sia anche troppo tardi nonostante fossimo in tempo»

«Tornate a trovarci. E scusateci per l’inconveniente» Retasu si inchinò alle ennesime clienti alle quali dicevano di ripresentarsi un altro giorno perché quel pomeriggio il locale era chiuso per imprevisti nonostante non fosse un dì festivo.
«… voi credete che Ichigo-Nee-Chan morirà?» disse, d’un tratto, Pudding, fermando il movimento della scopa sul pavimento che stava pulendo. Lo sguardo le si fece serio mentre le labbra tremarono appena per gli occhi divenuti lucidi «La perderemo sul serio, questa volta?!»
«Pudding…» Zakuro posò lo straccio con il quale stava pulendo i tavoli, lasciandolo su uno di essi, per avvicinarsi alla ragazzina di ormai quindici anni e metterle una mano sulla spalla.
«Ichigo non morirà!» la voce di Mint fu quasi un urlo strozzato. Lasciò cadere in terra la scopa, abbassando lo sguardo e stringendo i pugni. Parlò poi, a voce più calma e flebile «Quella stupida non morirà. È troppo testarda per morire!»
«Mint…» Fujiwara allungò un sorrisino ed annuì «si. Sarà così»
«Io non sapevo nulla di mia cugina, a quanto pare.» a parlare fu Yuri, la quale, appoggiata al muro della sala dove si accomodavano i clienti, aveva lo sguardo serio e quasi adulto, come non l’avevano mai vista in quei giorni che l’avevano conosciuta e quasi detestata per quel carattere
idiota che vi si ritrovava. «Proprio ora che sto per conoscerla meglio, che posso esserle vicino come
volevo da anni…» un flebile sorriso le si allungò sul volto rigato improvvisamente da qualche lacrima «lei non se ne andrà. O almeno non prima di avermi urlato nuovamente dietro» e ridacchiò con un singhiozzo, portandosi le mani sul volto.
«Yuri…» Fon si avvicinò a lei con un sorrisino, accarezzandole le mani che le coprivano il viso «vedrai che Ichigo-Nee-Chan ti urlerà presto dietro… di nuovo…»
Le altre Mew Mew sorrisero, annuendo. Ce la farai anche questa volta… Ichigo…

Aoyama sospirò, alzandosi dal letto quando si rese conto che fosse ora di andare, prima di esser cacciato via da qualche infermiere. E doveva anche affrettarsi a parlare con Shirogane.
Allungò un sorriso accennato, prima di chinarsi sulla giovane dai capelli rossastri e baciarle dolcemente le labbra «Tornerò con la cura, piccola mia…» sussurrò, accarezzandole quel viso sulla quale non sembrava esservi segno di dolore. Questo lo preoccupò ancora di più «te lo giuro.»
Diede le spalle e fece qualche passo, quando una luce invase la stanza e uno strano vento lo colpì, scaraventandolo alla porta.
Una figura ben conosciuta da Masaya, seppur con lineamenti più adulti, sorrise, mentre si chinava su Momomiya e la prendeva fra le braccia. Si voltò verso di lui con un sorrisino soddisfatto, svanendo com’era comparso nell’attimo in cui il moro si stava gettando su di egli per fermarlo.
Aoyama sgranò appena gli occhi «… non può essere…»

Le porte del Cafè Mew Mew si spalancarono con ferocia e le cinque ragazze vi si trovarono dinnanzi un Masaya Aoyama ansante e con sguardo serio e preoccupato.
«Masaya…» Aizawa sgranò gli occhi, colta da un improvviso panico
«… Ichigo..?!» Midorikawa portò le mani alle labbra.
Egli scosse il capo, ansante «Lui è tornato!»

Il ragazzo di vent’anni sorrise, appoggiando Ichigo su una barella in quella stanza vuota e con pochi macchinari, mentre i capelli verdi appena più lunghi e legati sempre con due codine basse che gli incorniciavano il viso, si mossero per l’energia sprigionata dalla donna al sol contatto con quell’oggetto alieno.
«Sembra che tu abbia un certo sesto senso per tornare nei momenti opportuni, se così lo vogliamo definire.» suo fratello maggiore di venticinque anni ridacchiò, mentre inseriva in una siringa un liquido violaceo e quasi fluorescente che porse al fratellino minore di quindici anni. Questi rise a sua volta «E devi sempre fare entrate in scena da bullo» fece, porgendo la siringa al ragazzo che accarezzava il volto ormai adulto della sua bella gattina.
Questi allungò un sogghigno «Non sono tipo che cambia atteggiamenti in periodi di pace, dovreste saperlo.» senza alcuna esitazione iniettò il liquido nelle vene della Momomiya, facendole un’iniezione al braccio sinistro.
Come se un fuoco la pervadesse dentro, Ichigo mugugnò dolorante, prima di non sentire assolutamente nulla. Con lentezza riaprì nuovamente gli occhi marroni e le ci volle un po’ prima che la vista si ristabilisse, focalizzandole dinnanzi un volto che lei ben conosceva.
Sgranò gli occhi e gettò un lieve urlo mentre si rimetteva seduta, perfettamente in salute dopo quelle ore di dolore che le sembravano infinite e in cui era riuscita a sentire la preoccupazione e le parole delle persone a lei care ma senza poter aprire gli occhi o parlare con loro. Si aspettava di ritrovarsi dinnanzi Masaya o qualche suo amico… ma mai di certo, lui.
Questi mantenne il sorriso, per niente sorpreso dalla sua reazione così dannatamente prevedibile nonostante fossero passati tanti anni dal loro ultimo incontro «Infondo» iniziò a parlarle «ti avevo promesso che sarei tornato»
La rossa mantenne l’espressione stupita e mosse appena le labbra per parlare con voce lievemente ovattata per la gola stranamente secca «… Kisshu…»



















Oo Angolino dell'Autrice oO









Pensavate che fossi morta, eh?

Eh beh, come darvi torto, dopo 4 anni di assenza.
ç_ç vi chiedo umilmente perdono!
In questo periodo sono successe davvero tante cose e una di queste è la seguente: una lite mi ha allontanato da Alessandra91, la ragazza fan di Ryan con la quale scrivevo questa storia, quindi da oggi sarò solo io (la vostra MikuChan - Sabrina fan di Mark) a scrivere la fanfiction :) avevo voglia di aggiornarla nonostante fosse passato del tempo. Spero che nel frattempo non vi siate dimenticati di me e che continuiate a seguire la mia storiella, leggendola soltanto o recensendola anche (mi fa tanto piacere conoscere il vostro parere e anche le vostre critiche, ovviamente.)
Che dire, non vi farò aspettare più così tanto e anche se da sola, cercherò di fare un buon lavoro :) e aggiornerò anche tutte le altre mie storie arretrate xD giuro! Sta settimana mi metto con impegno <3
Che altro dire?! Ah, si! Ho modificato un pò i capitoli precedenti (niente di che, qualche errore ortografico e qualche frasuccia aggiustata, in più come vedere ora sto usando i nomi dei pg i giapponese :)) se volete rileggere, mi fa piacere, altrimenti andate avanti tranquillamente ;) non vi perdete cose da dover rileggere o leggere per forza <3
Se vi va, aspetto una vostra recensione <3
Un bacio enorme.

Vostra MikuChan
   
 
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