E alla fine cadde

di Nina_99
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È un nuovo giorno.
 
Aperti gli occhi noto la finestra aperta, la tenda svolazzante e il cielo azzurro con le grandi nuvole grigie. Nonostante sia agosto c'è un venticello abbastanza fresco: esso si insinua fra le lenzuola, in tutti gli angoli della casa... 
Un rumore. 
Di fronte a me, alla sinistra del letto c'è una scrivania con sopra un sacchetto di carta. Evidentemente il vento lo spingeva. Il mio letto di pelle bianca con le coperte grigie accentuava quel grigio nell'aria. Attaccata alla scrivania c'è una libreria, anch'essa betulla e grigio. Sembrava essere la continuazione di quello sfondo, di quel paesaggio dalla finestra del terzo piano. Di quel venticello inusuale ad agosto,che lentamente spingeva fuori dal tavolo quel povero sacchetto di carta. 
Io personalmente ero troppo stanca per alzarmi e chiudere la finestra, nonostante avessi cominciato ad avere freddo. 
Alla destra del letto v'è il pianoforte all'interno della "nicchia" fra le pareti azzurre a punti che sembravano la continuazione dell'ormai noto paesaggio. Infine, di fronte al letto, il grande e betulla armadio a cabina accanto a due grigie ante "vuote". 
Come se vedessi quella stanza per la prima volta. 
Il vento spingeva ancora e, la tenda grigia svolazzava. Al sacchetto bastava ormai l'ultimo colpo di vento. Stava cadendo, passo dopo passo. 
Ecco infatti: aveva ceduto. 
Dopo minuti di resistenza e coraggio aveva perso. 
Come le intemperie corrodono i monti, come il fuoco consuma un cero gradualmente, come l'acqua del mare modella gli scogli a riva così il vento il freddo il gelo dell'indifferenza, fa cadere un sacchetto deforma una montagna si porta via qualcosa di noi; ci fa perdere la speranza suggerendoci un armistizio verso la vita. Mai guai a chi smette di lottare e opporre resistenza. 
Chi vivrà, vedrà. 
 
 
Nina_99




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