Rosso
Capitolo
XXVI
Il sangue per
il vampiro non è l'unica fonte di piacere, la paura che a
volte riescono a evocare nella loro preda è più dolce
del sangue stesso.
Aoi era in
piedi davanti al padre e con un gesto veloce della mano gli tolse il
bavaglio dalla bocca.
“Ti...ti
prego Aoi, non prendertela con me! Io non ne sapevo niente ti giuro,
non uccidermi...Io ti voglio bene lo sai” balbettò
Andreas cercando di allontanarsi.
“Non ne
sai niente? Vedi di essere più sincero” disse Aoi con un
tono freddo e tagliente.
“Io sono
sincero...Lo sono sempre stato con te no?! Ti ho dato sempre tutto,
non fidarti di questa persona nemmeno ti conosce! Io invece ti ho
cresciuta!”.
“Dimmi
cosa sai di me e della mia famiglia”.
“Io...io
ti trovai all'età di tre o quattro anni vicino a un lago. Non
potevo immaginare che eri la figlia di una vampiressa antica.”.
“E tu
come lo sai che ero la figlia di una vampiressa?” chiese Aoi.
“Me lo ha
detto lui...” rispose l'uomo indicando Kevin che sorrideva
mentre sorseggiava il vino.
“Quando?”.
“Quando
venni a sapere dell'incendio...Capiscimi pensavo eri una creatura
orribile...una succhia sangue” cercò di dire Andreas.
“Quindi
mi vendi come un mostro?”.
“No...cioè...”.
Una fiammata
partì dal pugno di Aoi per terminare vicino la poltroncina su
cui era seduto Andreas.
“No! Cosa
fai, non puoi bruciarmi vivo! Sono tuo padre” gridò
l'uomo cercando di alzarsi dalla sedia ma prima che potesse farlo
Kevin lo bloccò.
“Mi
dispiace amico, ma se lei decide di darti fuoco chi sono io per
fermarla?” sussurrò Kevin con un sorriso stampato in
volto.
“Spero
che la tua morte sia lenta e dolorosa. Sei fuggito già una
volta da un incendio la seconda volta non può andarti di nuovo
bene. Buona sauna, papino” disse Aoi con una punta di
cattiveria mentre si avviava verso la porta seguita a ruota da Kevin.
Andreas Neil
era lì, bloccato tra le fiamme che avevano creato un muro di
fuoco nella stanza.
“Sei
sicura di volerlo lasciare così?” bisbigliò Kevin
all'orecchio di Aoi.
“Si, anzi
per evitare che scappi metterò una barriera di fuoco anche
qui”.
Prima di uscire
definitivamente della stanza Aoi con i suoi grandi occhi bianchi
guardò per l'ultima volta il padre prima di gettare la stanza
nel fuoco più totale.
Una volta
sigillata la stanza la ragazza guardò Kevin e senza dire una
parola si avviò nel corridoio.
“Ti senti
in colpa?” chiese lui cercando di attirare l'attenzione di Aoi.
“Per
niente, se lo meritava” rispose lei continuando a camminare.
“Dove
vuoi andare si può sapere?”.
“Voglio
andare in un posto tranquillo in cui nessuno mi possa disturbare, un
posto dove mi possa riposare. Tutto quello che mi sta succedendo mi
stressa”.
“Puoi
restare benissimo qui, non ti disturberà nessuno”.
“Ora che
ci penso...tu mi devi spiegare un sacco di cose” disse Aoi
fermandosi e girandosi verso Kevin che stava sorridendo.
“Bene, se
ti devo spiegare tutte queste cose seguimi. Andremo in un posto in
cui nessuno ci potrà mai disturbare credimi...”.
Aoi girò
e cominciò a seguire Kevin per un lungo corridoio al buio fino
a quando non raggiunsero una porta color bronzo.
“Cosa c'è
qua dentro?” chiese Aoi cercando di intravedere la maniglia.
“Una cosa
che ti piacerà tanto” disse Kevin e subito dopo aprì
la porta.
Una folata di
vento freddo investì i due ragazzi poi il buio li inghiottì.
“Dove
siamo? Non vedo nulla!” sussurrò Aoi portando le mani
avanti per cercare di afferrare qualcosa.
Kevin si
avvicinò ad Aoi e dopo averle accarezzato la testa le sussurrò
“Usa il fuoco per farti luce”.
La ragazza fece
come gli fu detto e in pochi secondi l'intera stanza si illuminò
da una specie di dragone di fuoco.
“Cos'è
quella...” sussurrò Aoi.
Un monumento
tutto fatto di marmo bianco era al centro della stanza, sembrava
quasi una lapide.
Aoi si avvicinò
piano e toccò la fredda superficie del marmo fino a quando non
trovo delle lettere incise in esso e una foto.
“In
memoria di Regina Ervic.”.
La
ragazza fece luce sulla foto e notò che la donna nella foto
era sua madre.
“Ma
che presa in giro è questa? Lo credi divertente?” gridò
Aoi in lacrime.
“Non
è una presa in giro, tua madre non si chiamava Michal Eris. Si
chiamava Regina Ervic”.
“Nell'archivio
c'era pure il suo fascicolo!”.
“Si
messo lì da me per attirarti. Michal Eris è il nome
della moglie di Andres Neil, morta suicida dopo che un vampiro la
aggredì nel bosco” spiegò Kevin con le spalle
attaccate al muro.
“E
questa è la sua tomba, cioè di mia madre?”.
“Si,
dopo che fu ferita sotto i miei occhi cercai di salvarla portandola
qui. Purtroppo era troppo grave e poche ore dopo morì,
successivamente le feci fare una lapide degna di un vampiro antico e
la allestì in questa camera.”.
“Quindi
tu sai tutta la verità! Ti prego dimmela” supplicò
Aoi buttandosi nelle braccia di Kevin.
“Cosa
sei disposta a dare per la verità?”.
“Disposta
a dare...?” sussurrò Aoi guardando nei grandi occhi
azzurri il ragazzo.
“Se
ti dico la verità farei una buona azione, ma non ci
guadagnerei nulla.” sussurrò con voce seducente.
“Sporco
approfittatore!”.
Aoi tirò uno schiaffo a Kevin e poi si recò
verso la lapide, ma fu bloccata dal ragazzo che la fece cadere a
terra.
“Non
so se amare o odiare la tua aggressività. Nessuno ha mai osato
tirarmi uno schiaffo e tu sei già al secondo”.
“Lasciami
andare!”.
Delle mani oscure uscirono dal suolo e cominciarono ad
afferrare Kevin buttandolo a terra più volte.
“E'
inutile usare questo potere su di me, dimentichi che lo possiedo
anche io”.
Aoi approfittò del momento per correre via dalla
stanza e cercare l'uscita di quel castello.
“E'
inutile scappare, questo castello nemmeno io lo conosco bene. E'
troppo grande e l'uscita è solo una ed è nascosta bene.
Inoltre il teletrasporto non funziona. Sei mia adesso.”.
Kevin era davanti ad Aoi e la guardava sorridendo mentre
si avvicinava a passetti.
“Troverò
un modo per uscire” sussurrò la ragazza stringendo i
pugni.
“Cos'è
questa sensazione Aoi? Perché la stai provando proprio ora?”.
“Cosa...ch-che
sensazione”.
“Questa
bellissima sensazione di piacere e adrenalina, ricordi? Io sono
legato a te.”.
“Cosa
intendi con legato?”.
“Quando
ti ho trafitto con quella spada in oro il nostro sangue si è
unito, il che ci ha legati” disse dolcemente il ragazzo mentre
tirava a sé la ragazza.
“Ma
cosa dici...Questo allora può avvenire anche con un morso”.
“Ho
usato la spada per unire il nostro sangue, è come un
matrimonio. Tu mi appartieni come io appartengo a te”.
“Io
appartengo solo ad Astor” sussurrò con tono freddo Aoi.
“Scordati
Astor, lui non esiste più”.
“Invece
ci troverà e poi saranno guai per te”.
“Si
e poi da principe azzurro qual'è ti porterà in salvo e
vivrete felici e contenti. Mi dispiace ma non sarà così.”
disse sghignazzando Kevin mentre accarezzava i morbidi capelli di
Aoi.
“Non
toccarmi!”.
“Eppure
non mi rifiutavi quando ero sotto l'aspetto di Matt, che succede ti
manca?”.
“Sei
spregevole e senza sentimenti”.
“E'
forse questo che ti attira di me? In fondo sei uguale a tua madre
sai...All'inizio anche lei mi diceva le stesse cose che mi stai
dicendo tu, ma poi si lasciò andare completamente a me”
sussurrò Kevin all'orecchio della ragazza.
“Non
parlare di lei, non ne hai il diritto. Tu non sai niente!”
gridò Aoi con le lacrime agli occhi.
“Io
ero l'amante di tua madre, Aoi.” bisbigliò il ragazzo
facendo cadere Aoi nel silenzio più totale.
“Amante...?”
ripeté shockata la ragazza.
“Si,
devi sapere che tua madre non era una santa. Anche lei aveva i suoi
segreti e lati oscuri”.
“Quindi
potrei essere anche tua figlia, non ti vergogni?” disse con
voce tremolante la ragazza.
“Tu
sei la figlia del mezzo sangue, Davide” disse secco Kevin
allontanandosi.
Aoi
era rimasta ferma a fissare il vuoto mentre ripensava al Davide che
lei conosceva.
“Davide...?
Vuoi dire proprio il Davide che io ho ucciso?” disse in stato
di trance Aoi.
“Già,
lui era tuo padre. Ora giustamente ti chiederai “era
un mezzo sangue come ha potuto riprodursi con mia madre?”,
ho deciso di spiegarti un po' come stanno le cose. Tua madre si era
fermata all'età di diciott'anni come d'altronde ogni vampiro,
a quel tempo Davide aveva solo 17 anni e incontrò tua madre.
Cominciarono a conoscersi e diventarono sempre più intimi fino
a quando tua madre non lo morse, dopo averlo morso ebbe dei rapporti
con lui e rimase incinta di Luc e te. Nella settimana in cui avviene
la trasformazione in vampiro Davide diciamo che non ha retto e non ha
completato la trasformazione, sparì dalla circolazione e si
presumette che era morto” raccontò Kevin schiacciandosi
al muro.
“Davide
era mio padre?” balbettò Aoi accasciandosi a terra.
“Non
solo, è stato pure colui che ha ucciso tua madre”.
Aoi
alzò lo sguardo verso Kevin incredula su quello che aveva
appena detto, il suo volto era troppo serio per una bugia. Quella
sembrava essere la proprio la verità.
|