cap 5 paure
5.
PAURE
Mystic Falls.
Casa.
Eravamo arrivati.
Mi
guardai attorno entusiasta. Roma era fantastica, magica, ma Mystic
Falls era la mia casa e io ero contentissima di essere tornata.
-
Ora che sono qui mi sento meglio. Passare del tempo lontano dalla mia
casa mi ha aiutato davvero. Mi sento molto meglio da quanto ho lasciato
Mystic Falls. Più forte. Tu come stai? - mi girai ansiosa verso
Stefan, presa dalla contemplazione della mia città, mi ero
completamente scordata di Stefan.
- Meglio di quanto pensassi. Forse, avevi veramente ragione. Penso che posso farcela. - la sua voce era incerta,ma decisa.
- Io ho sempre ragione, caro. - gli sorrisi incoraggiante.
Stefan
mi prese sottobraccio e insieme ci avviammo verso casa Salvatore.
Volevo salutare mia madre, ma sapevo che le prime persone che dovevamo
vedere erano la mia migliore amica e Damon. Mia madre mi avrebbe
aspettato, gli avevo detto del mio ritorno e a lei questo bastava. Le
aveva promesso che avrebbe avuto tutta la serata per riempirmi di
domande su Roma.
Persa
nei miei pensieri, mi accorsi che eravamo arrivati solo, grazie a
Stefan che alla vista della casa aveva preso a maciullarmi il braccio.
- Stef rilassati. Tu sei forte. Ce la farai. Sono solo Elena e Damon. - gli strinsi la mano, cercando di rassicurarlo.
Lui
mi strinse la mano nervoso e intrecciò le nostre dita, poi le
alzò e insieme suonammo il campanello. Allora, cercai di
togliere la mano, ma lui me lo impedì. Gli sorrisi e lasciai
perdere. Aveva bisogno del mio aiuto e se stringermi la mano mi avrebbe
aiutato non l'avrei privato di questo piccolo conforto.
-
Buongiorno, fratello. Anche a te, Barbie. - Damon era comparso
davanti alla porta e ci sorrideva strafottente. Gli feci una boccaccia
ed entrai, trascinandomi dietro Stefan.
- Non sono qui per te, idiota, dov'è Elena?- mentre parlavo mi guardavo intorno alla ricerca di Elena.
-Allora? - mi girai infastidita verso di lui, insomma gli costava tanto rispondermi?!
Damon
si era imbambolato a guardare le mani unite mie e di Stefan e sembrava
incapace di spiccicare una parola. Ma, quanto era idiota?
-
Damon, sono le tre del pomeriggio. Puoi svegliarti, per favore? Non
essere così idiota. Ci stiamo tenedo per mano, punto. Non hai
mai visto due persone che si tengono per mano? - ero infastidita,
sopratutto perché il sorrisino made-in-Damon stava comparendo
sulla sua faccia. Odiavo quel sorriso. Per fortuna, Stefan glielo tolse
subito appena aprì la bocca.
-
Sono contento di rivederti, fratello. Non sarei dovuto andarmene e
adesso che l'ho capito, ho intenzione di rimanere qui con te ed essere
una famiglia. Se lo vuoi anche tu. - strinsi più forte la sua
mano, manifestandogli il mio consenso a quelle parole.
-
Anch'io sono contento che tu sia tornato Stefan. Adesso, però
basta parlare di queste smancerie. Perché non vi sedete, vi
offro qualcosa. -
Per
tutta risposta gli scoppiai a ridere in faccia. Damon che si prodigava
come padrone di casa era ridicolo. Non sapeva che fare o cosa dire. Ero
sicura che stesse annaspando alla ricerca delle parole giuste e di cosa
fare.
- Credo che sia meglio che tu vada a chiamare Elena, Damon. Non mi hai ancora detto dov'è. -
-E'
in bagno, scenderà a momenti. E, io sono perfettamente in grado
di ricevere mio fratello e te, Barbie. - calcò l'ultima
parola,sprezzante.
-
Non si direbbe, idiota. - enfatizzai l'ultima parola e gli lanciai un
sorrisino perfido mentre mi sedevo elegantemente sul grande divano.
Stefan mi seguì come un cagnolino. Aveva lasciato la presa sulla
mia mano ed era nervoso. Sapevo di cosa, presto Elena avrebbe fatto la
sua comparsa. Il fatto che non fosse fià qui, allungava soltanto
la sua angosciosa attesa. Damon doveva aver capito il suo stato d'animo
perché gli riempì il bicchiere di whisky e glielo mise in
mano. Stefan lo ringraziò e lo buttò tutto d'un fiato.
-
Caroline, Stefan! Sono così contenta che siate tornati! - Elena
arrivò come un turbine verso di noi e ci strinse in un forte
abbraccio. Sentii distintamente Stefan irrigidirsi.
-
Elena, mi sei mancata. - le sorrisi e mi alzai in piedi e la trascinai
in un altra stanza, speravo che così Stefan si sarebbe un
pò ripreso e poi volevo parlarle.
- Mi sei mancata anche tu! Allora, come hai trovato Stefan? -
-
Non l'ho fatto. Mi ha cercata lui. Gli ho fatto sapere che andavo a
Roma quando sono partita. Lui si trovava già lì,
così mi ha chiesto di incontrarci. Abbiamo passato il resto dei
giorni insieme, Roma è fantastica! Devi andarci anche tu,
insomma non ho mai visto niente del genere! Per non parlare dei negozi,
ho fatto il miglior shopping della mia vita! -
- Immagino! - Elena rise e mi abbracciò di nuovo.
Ero
felice di essere tornata. Di rivedere i miei amici. Ero felice che
Stefan fosse di nuovo a Mystic Falls insieme alla sua famiglia e, lo
ammetto, anche perché un pò il merito era mio. La cosa
che più mi sorprendeva però era vedere quanto Elena fosse
felice. Non l'avevo mai vista così. Era sempre lei, certo,
dolce, premurosa, gentile ma non ricordavo più l'ultima volta
che l'avevo vista così rilassata, entusiasta. Era viva.
Quando
mi aveva che Damon la faceva sentire viva, non le avevo dato molto
peso. Adesso, però me ne rendevo conto...forse poteva veramente
essere felice al fianco di quell'idiota di Damon.
-
Allora, come sta? - Elena mi guardò insicura, sembrava che
aspettase questo momento da quando eravamo arrivati. Probabilmente il
pensiero che Stefan fosse infelice era l'unica cosa che non le
permetteva di stare completamente bene con se stessa.
-
Sta meglio. Non ti mentirò, è stato un duro colpo per
lui, ma sopravviverà. Già il fatto che sia ancora Stefan
è un bene. Ha bisogno di tempo e forse di conoscere un nuova
ragazza! - le feci l'occhiolino ridendo.
- Sono contenta che abbia te. Damon non te lo direbbe mai, ma anche lui lo pensa. -
-
Grazie e non ti preoccupare ci sarò sempre per lui. Ogni volta
che avrà bisogno di me. Così come ci sarò per
sempre per te. Siete i miei migliori amici. E visto che Bonnie è
scomparsa, ho molto più tempo per voi. - sorrisi maliconicamente
al pensiero di Bonnie, che ormai da mesi non si faceva più
sentire. Aveva detto di aver bisogno di tempo e noi glielo stavamo
dando. Solo Jeremy era con lei.
- Ti voglio bene, Caroline. -
-Anch'io, ma adesso andiamo. Torniamo da quei due. - la presi sottobraccio e insieme ci avviammo verso il salotto.
Trovammo
Stefan e Damon davanti al camino, entrambi con un bicchiere in mano,
che parlavano un pò imbarazzati. Non avevo mai visto Damon
imbarazzato, era strano.
Mi
avvicinai sicura verso loro due seguita da Elena che immaginavo non
sapesse proprio come comportarsi. Guardai Stefan e gli sorrisi, poi
presi il suo bicchiere ancora pieno e lo buttai giù.
-
Umh...mi è mancato il whisky dei Salvatore. Lo ammetto! - Stefan
mi sorrise e andò a prenderne dell' altro. Io mi avvicinai a
Damon e gli puntai un dito sul viso.
- Tu azzardati a far star male la mia migliore amica e te la vedrai con me, ok? - lo guardai minacciosa.
- E' una minaccia, Barbie? - mi sorrise e mi guardò come se mi stesse prendendo in giro.
-
Ovvio che è una minaccia. Hai bisogno che qualcuno ti spieghi
cosa ti dice la gente? Siamo a questo punto? Sarà a causa della
tua età? Ah Elena, devi sceglierti dei ragazzi più
giovani. Presto ti toccherà fare da badante a questo vecchietto
di un vampiro. -
-
Tu che consigli a qualcuno di scegliere ragazzi più giovani? Non
sei forse tu, quella infatuata di un Originale? - colpita e affondata.
Damon era capace di essere proprio stronzo. Aspetta un momento, come faceva a sapere che io provavo qualcosa per Klaus?!
- Elena! - mi girai ferita verso di lei. Non pensavo raccontasse dei miei sentimenti a Damon.
- Damon è il mio ragazzo, Care. Non ho segreti con lui e non pensavo ti avrebbe infastidita.
-
Invece, mi da fastidio. Quando ti faccio delle confidenze mi aspetto
che rimangano tali.- la mia voce era infastidita, ma alla fine le
sorrisi per farle capire che non ero arrabbiata.
-
Per quanto riguarda te, ci vuole del coraggio per dire che Klaus abbia
bisogno di una badante, sbaglio o è la creatura più forte
del pianeta? Di certo lui avrebbe capito che la mia era una minaccia. -
- Forse, perché è abituato a riceverne. - Damon mi strizzò l'occhio.
Io gli rifilai una falsa risata e poi gli girai le spalle. Era odioso.
- Adesso devo andare, Elena. Questa sera ho il mio volo per New Orleans. - gli sorrisi raggiante.
- Sono contenta per te. Chiamami quando arrivi. -
- Buon viaggio, Barbie. -
- Grazie, idiota. -
-
Care, insegui il tuo cuore e andrà tutto bene. Spero che
troverai quello che cerchi. Klaus è un uomo fortunato. - Stefan
mi lasciò un bacio su una guancia e mi lasciò spazio ad
Elena che mi strinse in un abbraccio e mi accompagnò alla porta.
Le lanciai un bacio e poi corsi via.
Avevo perso fin troppo tempo. Avevo delle valigie da preparare. Una mamma da salutare. Un aereo da prendere.
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Avevo fatto le valigie. Salutato
emozionata mia madre. Avevo preso il mio volo per New Orleans e tra
pochi minuti sarei atterrata. Ero pronta.
Pronta
per incontrare Klaus o almeno continuavo a ripetermelo per darmi forza.
Non mi pentivo della mia scelta, ma la paura di essere rifiutata c'era
e mi rendeva ansiosa.
Mi
accorsi che stavamo atterrando dai rumori stridenti dell'aereo e dagli
strilletti acuti di alcune donne che a quanto pare non erano avezze a
questo mezzo di trasporto.
Ero arrivata.
Oh mamma! Che ansia!
Presi
la mia valigia e uscii dall aeroporto. Perfetto, e adesso? Non avevo
idea di dove andare. Ero proprio stupida, presa com'ero a pensare ai
possibili scenari di quello che ci saremo detti, mi ero completamente
scordata che non avevo la più pallida idea di come trovare casa
Mikaelson.
Feci
un profondo respiro e mi guardai attorno, di certo casa l'ora non era
lì. Sarei arrivata al centro di New Orleans e avrei chiesto
informazione a qualche vampiro. Credo che tutti i vampiri di qui
sappiano dove sia la casa di Klaus.
- Signorina, ha bisogno di aiuto? - una voce profonda mi fece girare stupita.
-
In effetti sì, lei chi è? - guardai con diffidenza l'uomo
scuro davanti a me. Era alto con occhi e pelle scura e con un grosso
sorriso stampato in faccia.
- Sono Marcel. Il re di New Orleans. -
-
Pensavo che la monarchia fosse stata abbatutta. - lo guardai sarcatica.
Ma dai, seriamente? Il re? Inventatene un altra per rimorchiare. Non
ero una ragazzina.
-
Non qui. - mi guardò infastidito a quanto pare non gli era
piaciuto il mio sarcasmo. Peggio per lui. - Cosa la porta qui? -
- Devo incontrare una persona, credo mi fermerò un pò se per il re va bene...- gli sorrisi sfacciata.
- Ma certo, sono un re molto ospitale. L'importante è che non disturbiate la pace della mia città. -
-
Non sono una terrorista, re. Adess mi dispiace devo andare, ho perso
fin troppo tempo e voglio trovare questa persona prima che faccia di
nuovo notte. -
- Potrei aiutarti. Dimmi chi stai cercando. -
Lo guardai incerta, poi acconsentii. Se era il re, c'era da sperare che conoscesse Klaus.
- Sto cercando Klaus. -
Il vampiro strabuzzò gli occhi e mi guardò più interessato.
- Klaus è un mio vecchio amico. Perché lo cerchi? -
-
Mi ha invitato lui. - la mia era una piccola mezza bugia. Non mi aveva
invitato, certo, ma aveva pensato di farlo come regalo del diploma.
-
Non ne sapevo niente, strano. Comunque, non so adesso dove sia.
Però puoi aspettarlo nel mio locale. Viene spesso lì. Il
mio locale è l'unico degno di nota in questo posto. - mi
guardò orgoglioso.
Io
gli sorrisi scettica. Che pallone gonfiato. Sono il re, il mio locale
è il migliore, sono un vecchio amico di Klaus...ma quando la
finiva.
-
Va bene, tanto non ho niente di meglio da fare. - lo assecondai,
sperando che una volta arrivati al suo "fantastico" locale, mi
lasciasse in pace.
- Perfetto, allora seguimi. -
Non
camminammo molto, ma quel poco mi assicurò che la compagnia di
questo Marcel non mi piaceva per niente. Se era veramente un vecchio
amico di Klaus, ne sarei stata molto stupita. A me sembrava ridicolo.
-
Eccoci qui. - mi rivolse un altro dei suoi sorrisi a trentadue denti ed
entrò. Mi guardai attorno e poi lo seguii. Avevo una strana
sensazione, come se un sacco di occhi fossero puntati su di me.
Appena
entrai poi, questa sensazione si fece più acuta. Era pieno di
vampiri che mi fissavano curiosi e titubanti, come se non sapessero
ancora bene come comportarsi con me.
Alzai
le spalle e mi diressi velocemente al bancone, ordinai una birra e me
la gustai, cercando di non far caso a tutte quelle occhiate.
Dove cavolo era Klaus?
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Il piano procedeva ma, a me non
interessava troppo. Se ne occupavano la strega e mio fratello. Io avrei
pensato solo all'azione. Non vedevo l'ora di mettere al proprio posto
quel pazzo di Marcel. Non aveva idea di cosa lo aspettava. Mettersi
contro di lui. Lui che gli aveva dato tutto. Avrebbe dovuto lasciarlo
dove lo aveva trovato.
- Nik, Hailey ha bisogno di qualcosa? - Elijha lo guardò impassibile.
Che
fratello noioso. Secondo lui, io avevo voglia di fare da balia a quella
lupa? Stava bene. Insomma, era incinta,mica era malata!
-
Non ne ho idea. - gli sorrisi incurante. Sapevo che lo infuriava il mio
comportamento. Ma cosa ne sapeva lui. Non era lui, quello che sarebbe
diventato papà. Io non volevo un figlio. Non avevo idea di come
ci si comportasse con un figlio. E se sarei diventato come Mikael? Non
volevo che mio figlio mi odiasse ed ero certo che lo avrebbe fatto.
Volevo che mio figlio mi adorasse, volevo essere il suo eroe. Sapevo
già che non ci sarei riuscito. In mille anni, avevo imparato a
conoscermi. Per questo, non ero per niente entusiasta di assistere alla
mia prossima delusione. Ne sarei uscito stanco, deluso, triste e il
pensiero di avere un figlio che mi odiava mi avrebbe assillato per il
resto della mia esistenza.
- Non ne hai idea? Perché ti comporti così, fratello? Quella creatura è tuo figlio. -
- Così come, Elijha? -
- Come se non ti importasse. Io so che non è cosi. -
- Cosa ti fa credere che me ne importi qualcosa? - lo guardai sarcastico.
-
Puoi prendere in giro tutti, ma non me. Conosco te e le tue paure.
Sarai un buon padre, Nik. Ti aiuteremo tutti, non sarai solo. -
-
Sappiamo entrambi che sbaglierò qualcosa. L' ho fatto sempre e
lo faccio ancora con tutti. Sbaglierò e mio figlio mi
odierà. Come io ho odiato Mikael. -
-
Ti sbagli, fratello. Ce la farai, ce la faremo. Devi solo toglierti
questa maschera di freddezza e far vedere a tuo figlio come sei
veramente. -
-
Io non ho nessuna maschera. Sono così, fratello. Non
cambierò, nemmeno per mio figlio. - lo spinsi di lato e uscii di
casa. Era sera ormai, e io avevo bisogno di un bere qualcosa. Sapevo
che non era prudente andare nel covo di Marcel, ma non mi interessava.
Nessuno poteva lasciarmi a casa, a rintanarmi come un topo. Io ero
Klaus! Lui, non era nessuno, se non uno dei miei tanti servi.
Entrai
nel locale come trionfo come un padrone e mi guardai attorno
sorridendo. Si erano tutti fermati al mio arrivo. Marcel non c'era.
Peccato.
Mi
avvicinai al bancone e ordinai una bottiglia di rum, il più
vecchio del locale. Già che c'ero avrei saccheggiato le riserve
di Marcel. I soldi non erano un problema per me. In mille anni se ne
accumulavano di ricchezze.
Mnetre
bevevo mi guardavo intorno curioso. Nessuno era così pazzo da
importunarmi, quindi potevo tranquillamente guardarmi attorno. In un
angolino del locale, non visibile dall'entrata, vidi una chioma bionda
ondulata. Sapevo che era impossibile, ma la ragazza assomigliava
terribilmente a Caroline. Mi avvicinai guardingo, volevo vederla in
volto. Sapevo che ci sarei rimasto male perché ovviamente non
poteva essere lei, ma non riuscivo a fermarmi. Più mi
avvicinavo, più la ragazzami sembrava lei. A pochi metri da
lei,mi sembrò quasi di riconoscere il suo profumo.
Stavo per richiamare la sua attenzione, quando mi accorsi dell'uomo che le teneva compagnia. Marcel, che bello.
-
Oh Klaus! Sapevo che saresti venuto. Una tua amica ti è venuta a
cercare e io l'ho gentilmente aiutata. - Marcel mi sorrise diabolico.
Non
lo guardai neppure. Tutta la mia attenzione era catturata dalla donna
seduta vicino a lui. La guardai immobile mentre lei si muoveva e piano
girò la testa verso di me. Quando incontrai i suoi occhi tremai.
Era lei. Caroline era venuta a New Orleans. C' era solo un motivo per
cui lei fosse qui, ma io non potevo crederci.
Era
più bella anche di come me la ricordava o della Caroline nei
miei sogni. Era eterea, bellissima e i suoi occhi erano limpidi,
coraggiosi e mi guardavano con una strana luce negli occhi che non gli
avevo mai visto.
-Ciao Klaus.-
NOTE DELL'AUTRICE
Ok,
eccoci qui. Finalmete Caroline è arrivata a New Orleans! E
Stefan è tornaro a Mystic Falls...non sarà facile per lui
ma si riprenderà. Passiamo a Klaus, questa è la prima
volta che entra in scena e spero che vi piaccia, come spero vi
piacerà in seguito. Non è facile mettersi nei suoi panni
e sopratutto immaginarlo alle prese con un figlio, anche se non ancora
nato. Adesso lui e Caroline si sono incontrati, la prossima volta
vedremo come si evolverà il loro rapporto. Che dire, spero vi
piaccia e che non ci siano troppi errori.
Ringrazio tutti quanti per il sostegno che mi date. Grazie, grazie, grazie.
Fatemi sapere che cosa ne pensate e se c'e qualcosa che non va ;-P
A presto :***
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