Mi risvegliai il giorno dopo, ma a
differenza della mattina precedente mi ricordai ogni singolo
dettaglio di quell'incubo terribile.
Ovviamente appena aprii gli occhi mi
voltai verso il letto di Jake, o meglio, di quella bestia, ma quasi
non mi sorpresi quando lo vidi vuoto e pulito come se non fosse mai
stato occupato.
Thomas si mostrò sorpreso quando vide
che il nostro simpatico compagno di camera non c'era più , e appena
ne ebbe l'occasione chiese spiegazioni al caro dottor Smith. Ancora
più ovviamente, lui si mostrò sorpreso e disse che non avevano mai
ospitato Jake Chambers in quella stanza, come se gli fosse stato
cancellato il ricordo di lui, come se gli fosse stata lanciata una
maledizione.
Thomas si mostrò incredulo per
quell'affermazione, e il suo stupore si accrebbe quando io diedi
ragione al medico, dicendo a quello che in pochi giorni era divenuto
un amico che probabilmente aveva solo fatto un brutto giorno.
Lui decise di credermi, ma intuii che,
nel profondo, sapeva che Jake Chambers non era stato un sogno, e
neanche l'ospite misterioso della camera 213. Perchè, come scoprimmo
presto, anche lui era scomparso, sia dalla sua stanza che dalla
memoria delle persone. Ma non di noi due.
Dopo una settimana potei tornare a
casa. Causa l'ambiente familiare o la compagnia della mia cara
sorella maggiore, sia gli strani fatti accaduti nel mio soggiorno
all'ospedale sia il mio presunto incubo vennero accantonati in un
posto recondito nella mia mente.
Ma non vennero mai cancellati.
Durante le notti segnate da giornate
pesanti o sofferenti, mi capitò ancora di sognare tutto quello che
era accaduto. In altre notti sognai solo Jake, quel bambino
innocente, quella bestia, che mi diceva di aspettarlo perchè sarebbe
venuto a trovarmi, solo una volta, la mia ultima volta...
Due anni dopo quei funesti avvenimenti,
ricevetti un dono da un mittente misterioso. Un disegno che riconobbi
subito.
Il tratto, i colori, le ombreggiature,
la luce...la teca della tomba di Biancaneve... e quell'ombra nascosta
dietro a un albero dello sfondo. Pareva la figura di un uomo, ma io
compresi subito ciò che era per il luccichio d'oro all'altezza degli
occhi.
Bruciai il disegno la notte stessa, e
stranamente dormii saporitamente. Solo il giorno dopo pensai che
dovevo confidarmi con qualcuno, qualcuno che mi credesse, ma non
c'era nessuno. Thomas si era ricongiunto alla sua amata l'inverno
precedente, la mia famiglia mi avrebbe rimandata all'ospedale.
E io, dopo essere guarita dalla
malattia, non volevo di certo tornarci.
Perchè sapevo che, se fossi stata
ricoverata ancora, sarei stata la nuova ospite di una stanza che
popolava i miei incubi.
E nessuno può salvarsi dal mostro che
abita la camera 213.
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