Il 4 Luglio di quell'anno, Sam insistette per mostrare a
Castiel i fuochi d'artificio. L'angelo caduto non esteriorò
molto entusiasmo, inizialmente, affermando che, essendo una creatura
millenaria, aveva assistito a tali cerimonie innumerevoli volte, ma il
minore dei Winchester lo liquidò semplicemente con un 'non
da umano, Cas'.
E quella notte, Castiel si ritrovò a comprendere
ciò che quella frase significava.
Sam e Dean si sistemarono sul cofano dell'Impala, e l'angelo caduto si
sedette su un rado sprazzo d'erba, con la schiena poggiata alla targa
anteriore della macchina.
I tre cacciatori rimasero con lo sguardo puntato su quelle esplosioni
di luci e colori nel cielo, ognuno provando sentimenti differenti, di
fronte a quello spettacolo.
Riguardo a Castiel, sebbene avesse osservato questa abitudine umana di
festeggiare lanciando fuoco nel cielo in migliaia di occasioni, quella
volta, lo fece sentire piccolo.
Come un minuscolo essere che poteva essere spazzato via da quel fuoco
colorato in ogni momento.
Una volta che i festeggiamenti alla fiera di Sioux Falls finirono, i
fuochi artificiali terminarono con essa, e dopo una manciata di minuti
in religioso silenzio, il minore dei Winchester si congedò
con un sospiro, dando la buonanotte e rientrando dentro casa.
L'angelo caduto, però, non accennò a
voler tornare dentro, rimanendo con gli occhi puntati sul cielo.
Dean si accigliò leggermente, alle sue spalle, intuendo
quale poteva essere la natura dei suoi pensieri, e dopo un momento lo
chiamò, facendogli cenno di sedersi accanto a lui
sull'Impala, e gli confessò di sapere pressoché
nulla riguardo al cielo, le stelle, le costellazioni.
E quello sembrò funzionare, distrarlo, perché il
volto dell'angelo caduto si aprì in un lieve ma luminoso
sorriso, mentre prendeva posto accanto al cacciatore, affermando di
potergli insegnare, se avesse voluto.
E così passarono la notte, distesi sul cofano della
Chevrolet, le gambe un po' a penzoloni, con Castiel che raccontava la
storia di ogni stella, ed il maggiore dei Winchester che guardava quei
puntini luminosi con malcelata ammirazione, mentre l'angelo caduto gli
indicava con un dito di quale stella esattamente lui stesse narrando.
E Castiel parlò per ore, ed il cacciatore non si
sentì stanco di ascoltare nemmeno per un momento, non
distogliendo mai lo sguardo dal cielo. L'angelo caduto, invece,
guardò solo lui, narrando di corpi celesti e costellazioni.
E mentre Dean contemplava quelle piccole luci, apprendendo le loro
origini, Castiel contemplava lui, godendosi la sua espressione di
ammirazione ogni qual volta gli indicava una nuova stella, senza mai
togliere gli occhi da lui, non avendo bisogno di guardare il cielo per
conoscere le posizioni degli astri.
|