Hetalia - If i lose myself - danelaw
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If I lose myself ~
You can feel the light start to tremble
Washing what you know
out to sea
You can see your life
out of the window
Freddo.
L’aria della notte che aggredisce la pelle nuda e umida,
avvolge
il torso spoglio in una morsa pungente, si infiltra subdola tra le
membra addormentate.
Inghilterra rabbrividisce, stringe i denti, e si rende conto per la
prima volta in quella tetra alba di essere sveglio.
Il cielo è una coltre metallica, un grigio smorto e triste,
monotono e apatico. A est, l’ombra pallida di quello che deve
essere il sole fa capolino tra palazzi e tetti della città
ancora addormentata.
La mano sinistra si alza, quasi che si fosse mossa da sola e
indipendente, andando a stropicciare occhi ancora pieni sonno, stanchi
da una notte fatta di risate deluse e bottiglie piene di birra dove
affogare il proprio male di vivere.
Arthur Kirkland sospira e ricaccia indietro frammenti di memoria di
sole poche ore fa che riemergono dalla mente appena sveglia, deciso,
per una volta, a non chiedersi niente, né a cercare alcun
motivo, alcun perché per quello che ha fatto e detto, che
non ha
fatto e non ha detto.
Le mattonelle del balcone sono impregnate di gelida umidità,
quasi da fargli perdere la sensibilità ai palmi dei piedi,
considera distrattamente, come se una constazione del genere potesse
allontanare pensieri più nefasti.
Concentrato solo sui gesti, la mente lasciata a navigare da sola nel
nulla, sfila una sigaretta dal pacchetto che ha raccatato da dentro
prima di chiudersi la porta-finestra alle spalle, e se la stringe tra
le labbra secche e screpolate.
L’accendino produce una fiamma tremolante solo al terzo
tentativo. Il fumo caldo e denso cola giù nella gola e
penetra
maligno nei polmoni. Espira, una nube grigia che si aggiunge al
grigiore di un’alba nuvolosa.
È nel mentre in cui si abbevera della seconda boccata che
uno scatto
sommesso e il cigolare lamentoso della finestra lo avvertono
dell’arrivo del suo compagno preferito di inquietudini.
Sbuffa una nuvola di fumo, ma non fa in tempo a girarsi che due braccia
calde gli avvolgono la vita.
“Che ci fai sveglio a quest’ora?” mugugna
Danimarca
contro il suo orecchio, non premurandosi affatto di evitare
anche di sbadigliargli sonoramente contro.
La Nazione inglese emette un verso stizzito.
“Mi era difficile continuare a dormire, visto che qualcuno ha
deciso di occupare tutto
il letto.” mente, mettendoci tutto
l’acido di cui è capace.
In tutta risposta gli arriva una risata sommessa, un ridere muto che
però sconquassa tutto il corpo del danese, e
insieme a
lui, quello di Inghilterra.
“Ieri notte però non ti lamentavi!”
ribatte sicuro
Danimarca, uscito completamente illeso dalla colata di acidume inglese
– di solito letale di primo mattino.
Arthur avvampa di fronte a tanta sfrontatezza, piccato, e fa per
ribattere a tono, ma si trova d’improvviso senza alcuna
parola.
Ripiega dunque sull’ennesimo sbuffo stizzito, prima di
decidere
che è meglio tornare alla propria sigaretta.
Danimarca ha la decenza di star zitto tre secondi.
“Sai che il fumo fa male?”
Occhi inglesi salgono al cielo invocando pietà. Oppure un
fulmine che cada sul capo danese.
“Ma non mi dire…” fa in tempo a dire,
prima che
labbra sgraziate gli premano contro la bocca, in un bacio scomposto e
privo di perché.
Solo pochi attimi. Danimarca si separa con un sorriso sardonico.
Inghilterra si ritrova le dita prive di sigaretta, ora stretta fra
pollice e indice del danese, che gliela porta a un palmo di naso, tutto
compiaciuto.
“Non vorrei farti montare la testa, ma senza questa hai un
sapore migliore”
Inghilterra apre bocca pronto a spuntare i peggiori insulti, ma la
parabola oltre la balaustra del balcone che Danimarca fa compiere alla
sigaretta lo lascia del tutto interdetto.
Il mozzicone sparisce alla vista, giù, caduto in mezzo a una
strada deserta.
Inghilterra sbatte un paio di volte le palpebre. Non fa in tempo a
riprendersi da quello stato incredulo che Danimarca lo ha
già
sciolto dalla propria presa, ritirandosi nelle stanze calde
dell’appartamento.
“Io dico che è meglio ritornare dentro, a
finire quello che abbiamo iniziato ieri sera!”
Improvvisamente, il freddo del balcone di quell'appartamento di
Copenaghen diventa insostenibile.
If I lose myself tonight
It'll be by your side
If I lose myself tonight
It'll be you and I...
Note dell'autore:
ci credete che questa cosa
doveva risultare romantica? Mi perdoni il fuco, la persona
a cui è dedicato questo piccolo, freddo e umido pensierino.
Buon Compleanno, Renji! ♥
If I
lose myself - OneRepublic
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