8.
Il ricordo della mamma
-Chocolat,
non ho parole per descrivere quanto il tuo comportamento mi abbia delusa- esordì
la regina, fissando severamente la ragazza.
Nel
momento in cui era scattato l'allarme, le guardie si erano precipitate nelle
prigioni: Chocolat aveva tentato per un po' di resistere, aiutata da Pierre e
dai due famigli. Ma il giovane non aveva più i suoi poteri e quelli della strega
erano limitati. In poco tempo era stata battuta e portata al cospetto della
sovrana.
-E
tu, il suo famiglio…invece di consigliarla per il meglio, facendola desistere da
questo folle piano, l'hai aiutata…
-Sì-
rispose Duke. –E non ne sono pentito, perché era questo il meglio per
Chocolat.
-Non
credevo saresti arrivata a tanto, a cercare di far evadere un
prigioniero…
-Lo
rifarei altre cento volte- ribatté la rossa senza la minima esitazione. –La
legge è sbagliata!
-Chocolat!
-Possibile
che non riusciate a capirlo? Io lo amo!!
Candy
si alzò dal trono, intenzionata a sistemare la faccenda. Per il bene di
Chocolat.
Dimenticando
Pierre, sarebbe tornata a vivere felice come tutte le ragazze della sua età. Non
meritava di sprecare la propria esistenza dietro ad uno che aveva scelto le
tenebre, rinnegando ciò che era.
Avrebbe
usato su di lei la stessa magia che avrebbe subito il
giovane.
La
fanciulla tremò nel vederla impugnare lo scettro, ma non arretrò di un passo.
Nemmeno quando venne scagliato l'incantesimo.
Incantesimo
che qualcosa deviò…
-Chi
si è permesso di…
-Io-
replicò Robin, apparendo nella sala.
-Robin!-
gridò la strega, correndogli incontro.
Il
mago sorrise, accogliendola fra le braccia.
-Stai
bene?
-Sì…grazie
a te…
-Perché
non me l'hai detto, non ti sei confidata?
-Pensavo
mi avresti impedito di farlo… Pierre…
-È
la cosa più importante per te, lo so- concluse, separandola dolcemente. Il suo
sguardo si fece duro nel posarsi sulla sua sovrana. –Non vi permetterò di
sfiorare Chocolat neppure con un dito.
-Ha
tentato di far scappare un prigioniero. Ammetterai che non posso
tollerarlo.
-Voi
non avreste fatto lo stesso se dietro le sbarre ci fosse stata una persona a cui
volevate bene?
La
regina distolse gli occhi, sopraffatta da un ricordo ormai lontano nel tempo, ma
indelebile nella sua memoria. Passarono alcuni secondi prima che guardasse
nuovamente la streghetta, notando il rosso vivo del suo cristallo. Robin aveva
ragione: non era un'infatuazione, una cotta adolescenziale. Chocolat amava
veramente Pierre, e per questo sentimento era disposta a tutto, anche ad andare
contro ogni legge.
-Vorrei
parlare un attimo con Chocolat…da sola…
La
ragazza cercò una risposta nel suo tutore, e questi annuì: non le sarebbe
successo niente, ne era certo. Seguì Candy in un salotto privato, sedendosi
sulla poltrona di fronte a lei.
-Somigli
molto a tua madre, lo sai?
-Davvero?
Io…io non l'ho mai conosciuta…so solo che perse la sfida al trono contro di
voi…
-Bhe,
la verità a volte è molto diversa da ciò che si racconta…fu Cinnamon a vincere
la nostra gara.
-Cosa?-
esclamò stupita. Aveva vinto? Allora perché era scomparsa?
-Era…una
ragazza straordinaria, sempre allegra e piena di vita, un po' come te. I ragazzi
terrestri non avevano occhi che per lei e a me andava bene così, perché non
ambivo a regnare: per me era solo una vacanza con la mia migliore amica e le
lasciavo volentieri la cattura dei cuori.
-E
poi?
-I
guai cominciarono quando tornammo a casa, quando si trovò davanti ai doveri di
una sovrana e a delle leggi che considerava sbagliate. Si ribellò alla regina di
allora e venne arrestata…
Chocolat
era senza parole: allora era quello il segreto sulla scomparsa della sua
mamma…
-Con
la mia rivale in prigione, si preparò la cerimonia per la mia incoronazione. Ma
io non facevo che pensare alla mia amica: avevo cercato di farla ragionare, di
convincerla a scusarsi…ma Cinnamon era certa di essere nel giusto e non cedette di un
passo. Per questo decisi di farla evadere.
-Quindi
voi…
-Sì,
Chocolat, mi sono macchiata del tuo stesso crimine, con la differenza che non mi
hanno scoperta. Tua madre era una sorella per me e non potevo lasciarla là-
continuò la regina. –Non la rividi fino al giorno della tua nascita, quando
tornò segretamente a Extramondo per darti alla luce e affidarti a suo padre. In
seguito sparì di nuovo, senza dirmi dove andasse…
La
giovane ascoltava stupita: la sua mamma…era proprio come lei…le somigliava in
molte più cose di quante credesse.
-Io
e te abbiamo qualcosa in comune…per amore si può fare davvero qualsiasi cosa.
Perdonami, Chocolat, se non ho compreso la profondità del tuo
sentimento.
-Pierre
non è cattivo…ha commesso degli errori, lo so, ma è cambiato… Robin mi disse che
sole e luna da soli non possono esistere, ma si incontrano in un'eclissi-
proseguì la fanciulla. –Ed è ciò che siamo noi.
-Tu
sei riuscita ad accettarlo per ciò che è…il regno intero non ne è stato in
grado, e questo l'ha portato a schierarsi con il buio.
-Che
ne sarà di lui?
-Potrà
tornare sulla Terra. gli assegnerò un tutore e rimarrà lì per la durata della
tua sfida con Vanilla. In seguito, sarà la vostra gara a decidere il
futuro…
-Grazie…maestà.
Lei…lei mi ha reso davvero felice…
-Ti
auguro di poterlo essere sempre, piccola. Vai pure a dare la notizia al tuo
innamorato.
Non
se lo fece certo ripetere: si precipitò fuori dalla stanza, ridendo e piangendo
allo stesso tempo.
-Pierre!
Il
suo mondo, la sua vita…
Era
per lui che batteva il suo cuore.
Forse
non sarebbe diventata regina, proprio come sua madre, ma non le importava. Quel
giorno aveva trovato cose molto più preziose: la verità sulla sua mamma, e
l'amore, quello vero, il primo e l'unico.
Le
guardie stavano aprendo la porta della cella e Chocolat gli saltò al collo,
baciandolo con passione, sentendo le sue braccia attorno alla vita e le sue
labbra rispondere al bacio con altrettanto trasporto.
-Ti
amo…- mormorò lei, separandosi. –Ti amo…e sei libero…
Pierre
non riuscì a risponderle, travolto dal risveglio delle sue emozioni. Sapeva solo
che la voleva con sé, ora, adesso, e per sempre. Non poteva vivere un altro
secondo senza di lei. Non conosceva il nome di quel calore che sentiva nel
petto, dove avrebbe dovuto esserci il suo cuore, ma qualunque cosa fosse, lo
rendeva euforico. Lo faceva sentire…in pace con il mondo.
E
doveva tutto a quella streghetta che teneva ancora tra le braccia, quasi temesse
di poterla perdere da un momento all'altro. Lei, che lo amava perché era così,
che non lo voleva diverso da com'era.
Lei,
che aveva combattuto con le unghie e con i denti, che aveva rischiato di subire
la sua stessa pena, solo per salvarlo.
Quel
piccolo, incredibile vulcano di energia e vivacità, che travolgeva ogni cosa
come un ciclone. Quel vortice che era entrato nella sua vita e lo aveva
trascinato via con sé, verso un mondo che non conosceva. O meglio, un mondo che
aveva preferito escludere dalla sua vita, perché lo aveva fatto soffrire a
sufficienza.
Chocolat
invece gli aveva restituito la fiducia negli altri, nelle persone che lo
circondavano. Aveva saputo guardare oltre il cristallo nero che lo avvolgeva.
Che lei fosse diversa, lo aveva capito al primo istante, ma mai avrebbe
immaginato fino a quel punto, fino a trovare in lui il vero
amore.
Si
chinò sulla giovane, esitante:
-Chocolat,
io…io non so…
-Non
dire niente- lo interruppe. –Scopriremo insieme il significato della parola
amore…giorno per giorno…
Pierre
le sorrise, un sorriso sereno, radioso, prima di incontrare le sue
labbra.
FINE