Capitolo 7 - Notti e
risvegli
" Vittoria, stai attenta…Vittoria,
Vittoria!"
Federica si getta in avanti per
sorreggere Vittoria mentre questa sta per cadere in una pozzanghera: stanno
tornando all’albergo. Ginevra sembra esser sparita mezz’ora prima con quel
ragazzo straniero, e Filippo è ancora al pub con Cassandra. Lei e Stefano stanno
portando Vittoria e Giulio in albergo, cercando di farceli arrivare sani e
salvi: peccato che sia un’impresa abbastanza complicata. I due infatti stentano
a reggersi in piedi e la Fede è convinta che presto camminare diventerà
impossibile, a meno che non li portino in braccio: non ricordava di aver mai
visto Giulio così ubriaco. Vittoria poi è una rivelazione: ha sempre bevuto, ma
mai fino a ridursi in questo stato.
" Fede, io prendo Vittoria in
braccio: se continua così questa si rompe l’osso del collo"
" D’accordo…Giulio, vieni qui…Dai, ti
aiuto a camminare"
Così, con Vittoria aggrappata al
collo di Stefano e Giulio attaccato al braccio di Federica, i quattro avanzano
fino a raggiungere l’albergo.
Una volta entrati in camera Federica
e Stefano lasciano cadere i due ubriachi nei letti: sperano tanto che la serata
sia finita. Quando Vittoria però – dopo un’apparente calma – si alza e corre in
bagno Federica sospira stancamente: a quanto pare, la notte è ancora giovane.
*
" Allora, Filippo…Non sei di Perugia,
giusto?"
Filippo e Cassandra stanno ripulendo
il pub, ora chiuso fino alla sera dopo, e stanno parlando tranquillamente, senza
imbarazzi, quasi come se si conoscessero da sempre.
Cassandra è fantastica, decisamente
meglio di quanto si sarebbe potuto aspettare Filippo. In più, il fatto che
adesso ci siano solo loro due lì, in quel locale illuminato solo dalla tenue
luce soffusa delle lampade, rende tutto più speciale.
" Si…Abito in una cittadina qui
vicino, un posto piccolo e immerso nel verde…Un po’ noioso a dir la verità, ma
non mi lamento"
" Anche io prima abitavo in un posto
del genere…Mi sono trasferita qui solo l’anno scorso, per via
dell’Università"…Tu che fai, studi?"
Filippo sospira. Beh, prima o poi
sarebbe uscito comunque.
" Studio, si, ma…"
" Ma?"
" Al liceo"
Cassandra lo guarda
stupefatta.
" Sei ancora al liceo?"
" Si…"
" Sembri molto più grande"
" Davvero?"
" Si, anche da come parli, dagli
atteggiamenti…Se ti vedessi per strada crederei che avessi almeno la mia
età…"
" Beh, è una cosa positiva
allora…"
" Si, direi di si"
Filippo e Cassandra sorridono,
guardandosi negli occhi per un attimo.
Le piace quel ragazzo, sembra un tipo
apposto. Certo, lo conosce solo da qualche ora – anzi da un’ora soltanto – ma la
attira. Ha quello che lei chiama "il fascino da vagabondo": sembra un’anima
girovaga, senza meta, senza un luogo di partenza e di arrivo. Eppure è così
giovane…forse parte del fascino che avverte sta anche nel fatto che Filippo
abbia questi atteggiamenti nonostante la sua giovane età. Le ricorda lei qualche
anno prima…Così sconclusionata, così irrequieta, così…diversa.
" Cosa ci fai qui a
Perugia?"
Filippo alza lo sguardo, incontrando
quello di lei. Cosa risponderle? Non può certo dirle la verità, non può esporsi
così, rischiando che lei gli rida in faccia, o peggio, che lo consideri un
pazzo.
" Filippo? Cosa c’è, non puoi
dirmelo?"
" Cercavo te"
Cassandra si ferma, come se
l’avessero fulminata all’improvviso. Filippo si morde istintivamente la lingua e
abbassa gli occhi: cazzo, non voleva dirlo! Gli è scappato, ha aperto la bocca e
la frase è uscita da sola, senza che lui avesse neanche il tempo di
controllarsi.
" Cosa…?"
" Scusa. Non volevo dirlo"
" Che significa che cercavi me? Chi
sei?"
" Sono solo un ragazzo che ti ha
visto ad un concerto quest’estate e che è rimasto folgorato da te"
Cassandra sembra accettare quella
risposta. Lascia la sua posa rigida e l’espressione sconvolta e si avvicina a
Filippo.
" Perché?"
" Non lo so perché. Mi hai colpito
immediatamente, volevo scoprire chi eri, conoscerti…Nessuna mi ha mai fatto
quest’effetto. Nessuna mi ha mai fatto innamorare al primo sguardo"
Cassandra prende le mani di Filippo
tra le sue e lo guarda, sorridendo dolcemente.
" E’ la cosa più dolce che mi abbiano
mai detto"
Detto questo Cassandra si avvicina al
volto di Filippo e lo bacia.
*
Federica e Stefano escono in silenzio
dalla camera dove, finalmente, Vittoria e Giulio sembrano essersi calmati.
" Ti va un birra? Ho portato la
scorta…"
Federica sorride alla proposta
dell’amico.
" Abbiamo bevuto fino ad adesso, ti
sembra il caso di continuare?"
" In realtà io sono abbastanza
sobrio…Un’altra birretta non mi dispiacerebbe"
" D’accordo allora…Ma vedi di non
farmi ubriacare!"
Stefano si ferma un attimo a guardare
la Fede.
" Sta tranquilla…"
Un attimo dopo i due sono in camera,
seduti a gambe incrociate sullo stesso letto, uno di fronte all’altro, con tra
loro solo un posacenere e le bottiglie di birra: Stefano pensa che adesso la
serata si può definire perfetta.
Federica ride nell’ascoltare l’amico
parlare, nel vederlo imitare la caduta di Giulio e la sbronza di Vittoria, ride
e pensa che con nessuno ha mai provato ciò che prova nei confronti di Stefano,
che con nessuno si è sentita così a suo agio, così tranquilla, così
perfettamente felice. Ormai è quasi l’alba, e Federica desidera che quella notte
si prolunghi all’infinito, che non finisca mai, e lo stesso pensa Stefano:
nessuno dei due però ha il coraggio di dirlo all’altro.
Le birre vuote da un pezzo ormai e
l’ennesima sigaretta finita però, indicano alla Fede che forse è l’ora di
andare. Non vorrebbe, non vorrebbe assolutamente, ma qualcosa le dice che
rimanere ancora con Stefano le farebbe commettere qualcosa di molto stupido.
" Beh, allora…Io vado, Ste. Grazie
della birra"
" Ah…beh, allora prego…Ci vediamo
domani mattina"
Stefano e Federica si guardano fissi
negli occhi per qualche secondo, combattuti tra il desiderio di dirsi qualcosa
che non osano e l’imbarazzo di quella situazione.
" Ciao…"
Federica raccoglie le sue scarpe e si
avvia ad aprire la porta.
" Fede…"
Federica si gira velocemente con
un’espressione speranzosa sul volto.
" Si?"
" Ecco…Beh…Buonanotte" Stefano si
gratta la testa, imbarazzo. Avrebbe voluto dire tutt’altro, ma chissà perché, la
voce non gli è uscita.
" Notte"
La porta si apre con un colpo secco.
Un colpo secco che sa di delusione.
*
" Giulio? Stai dormendo?"
" No, sono sveglio…"
" Anche io…Che facciamo?"
" Non lo so…Mi sento uno
schifo…"
" Pure io…Mi gira la testa, non
capisco nulla"
" A chi lo dici…E sto anche morendo
di freddo"
" Vieni vicino a me…ci scaldiamo un
po’ almeno"
Giulio si alza dal letto, forse
troppo velocemente – la sua testa e il suo stomaco non hanno reagito affatto
bene al cambio di posizione – e barcollando, appoggiandosi al comodino e poi al
muro, arriva al letto di Vittoria.
" Aspetta, attento…Ahi,
Giulio!"
I due sembrano trovare una posizione
comoda solo dopo qualche minuto di spinte e calci. Adesso Vittoria ha appoggiato
la testa sulla spalla di Giulio, che le tiene un braccio attorno alla
vita.
E’ una posizione strana per loro due,
che non sono mai stati amici particolarmente intimi…Certo, si sono sempre voluti
bene, non hanno mai avuto difficoltà a parlare e si sono sempre divertiti
insieme, ma più in là di un abbraccio o un bacio sulla guance in rare occasioni
i loro contatti fisici sono stati pochi e imbarazzati. Solo con Stefano in
effetti Vittoria riesce a sciogliere il suo imbarazzo, ma adesso – forse per
merito dell’alcol, forse per una maggior libertà acquistata – Vittoria decide di
lasciare da parte il suo impaccio e a lasciarsi un po’ andare.
" Sai…Eri carinissima stasera. Non ti
avevo mai visto così bella"
Giulio arrossisce un po’ nel dire
questa cosa, e Vittoria non può fare a meno di sorridere e di abbracciare
l’amico.
" Grazie. Volevo dimostrare che anche
io so esserlo…"
" Non hai bisogno di dimostrare
niente tu…Sappiamo che sotto le tue felpone si nasconde una ragazza…Una ragazza
piuttosto bella, devo dire"
Vittoria sorride di nuovo. Non si è
mai sentita dire queste cose, e sentirle adesso le fa incredibilmente piacere.
Non sa perché, ma quella sera tra lei e Giulio c’è qualcosa di speciale. Si, la
sbronza – la testa le gira ancora parecchio - contribuisce parecchio, ma
Vittoria per una volta decide di fregarsene e di seguire il suo istinto. Così,
quando Giulio comincia ad accarezzarle la schiena Vittoria si gira verso di lui,
lo guarda e così, senza un perché, senza una ragione, decide di baciarlo.
*
Quel giorno, la mattina sembra
arrivare troppo presto a Perugia. Arriva presto per Ginevra che dorme ancora nel
letto di Peter ingombro di vestiti – anche dei suoi – arriva presto per Stefano,
che ha passato la notte sveglio a fumare sul balcone della camera, cercando di
spiegarsi la mancanza di coraggio di quella notte – diavolo, aveva deciso che
quello era il momento giusto – arrivare presto per Filippo, seduto ancora sugli
sgabelli del pub ad accarezzare i lunghi capelli scuri di Cassandra,
addormentata sulle sue gambe; arriva presto per Federica che non vuole
svegliarsi, che vuole solo rivivere le ore della sera prima con Stefano; arriva
presto per Giulio e Vittoria, ancora addormentati dopo la sbronza e le sue
relative conseguenze.
Perugia risplende al sole mattutino:
l’aria è limpida e fresca, e un leggero venticello accarezza la città. E’ ora di
ritornare a casa.
*
" Gin…Gin, svegliati"
Ginevra apre gli occhi, e per qualche
secondo stenta a capire dove si trova. Poi nota la faccia allegra e rilassata di
Peter, che le sta porgendo una tazza di caffè caldo, e improvvisamente ricorda
tutto. Quella notte è stata con Peter.
" Ciao…"
" Ciao, Gin" Peter le sorride e le dà
un rapido bacio sulle labbra socchiuse.
" Dormito bene?"
" Si, direi di si…Ma…Peter, che ore
sono?"
" Quasi le dieci, direi.
Perché?"
Al sentir l’ora Ginevra sbarra gli
occhioni blu: cazzo, tra due ore c’è il treno per casa!
Senza badar più di tanto allo sguardo
stupefatto di Peter, Ginevra balza dal letto e si precipita in bagno. Ne
riemerge due minuti dopo, con una faccia stravolta – chiaro segno della
realizzazione di come abbia passato la nottata – e inizia a raccogliere i
vestiti alla velocità della luce.
" Gin, ti vuoi fermare un attimo? Mi
stai facendo girare la testa!"
" Non posso, Pet! Tra meno di due ore
ho il treno, e devo ancora fare i bagagli in albergo!"
Peter sembra bloccarsi un
attimo.
" Come, il treno? Adesso?
Subito?"
Finalmente Ginevra – adesso
completamente vestita, anche se con una faccia ancora stravolta – si ferma, e si
avvicina a Peter, appoggiandogli le mani sulle spalle.
" Peter…Non posso rimanere. Non posso
prendere e venire a Perugia, così, all’improvviso…"
" Ma allora stanotte? Non significava
nulla?"
" Certo che significava. Significa
tantissimo, almeno per me. Ma non posso rimanere qui…"
" E adesso? Che facciamo? Io ti amo,
Gin…"
Peter pronuncia il suo nome in
irlandese, e a Ginevra sembra di morire per un attimo. Non può permettersi di
perderlo di nuovo: ha bisogno di lui, ne ha bisogno più dell’aria, più
dell’acqua.
Una lacrima spunta sulla guancia
bianca della ragazza, scendendo dagli occhi cerchiati da occhiaie scure.
" Anche io ti amo, Pet…Dovremo
adattarci. Vederci poco, affrontare la lontananza…E’ l’unico modo. Accetta, ti
prego. Non posso permettere di perderti ancora"
Peter scuote la testa, lentamente.
Poi, dopo qualche secondo, un sorriso stentato gli compare sul volto
magro.
" Se è l’unico modo, Gin…"
La ragazza gli butta le braccia al
collo, coinvolgendolo in un bacio appassionato. Poi si stacca improvvisamente e
si precipita alla porta.
" Ci vediamo presto,
Peter!"
" A presto, Mo Muinrir…"
*
L’alba è sorta da un bel pezzo ormai,
ma Stefano non accenna a staccare lo sguardo dall’orizzonte. Lo sta fissando da
ore ormai, più o meno da quando Federica è uscita dalla sua stanza quella notte,
più o meno da quando sta fumando, bevendo e pensando contemporaneamente, senza
interruzione. Cosa gli ha impedito, qualche ora prima, di prendere Fede per un
braccio, impedirle di andar via, dirle tutto, confessare di amarla, baciarla?
Cosa?
Stupido inutile timoroso. Ecco cos’è.
Uno stupido, un fottutissimo stupido. E adesso stanno per tornare a casa – la
valigia deve essere ancora fatta, per la miseria – adesso si torna alla vita di
ogni giorno, e la Fede non sarà libera per lui tutta la notte, tutto il giorno,
fuori dalla cittadina, fuori dalla scuola, fuori da tutto.
Federica è stesa sul letto, in uno
stato di dormiveglia che la vede con i vestiti della sera prima ancora addosso e
il trucco colato sul volto – lacrime, sudore? – e che la fa girare continuamente
da un fianco all’altro. E’ il dubbio che sta dilaniando la Fede, è l’ansia di
sapere, l’ansia di capire, di risolvere, di chiudere finalmente l’incertezza in
un angolino della sua mente. Ma, per far questo, ha bisogno di Stefano. E
Stefano ieri notte, non l’ha fermata. Federica ha pregato che lo facesse – ha
pregato quel dio in cui non crede, quei santi che per lei non ci sono mai stati
– ha sperato, supplicato, invocato. E invece…L’ha lasciata andare, senza dir
nulla, senza far nulla. Cosa deve pensare adesso, lei? Che i suoi sentimenti
sono destinati a trovarsi un muro davanti?
*
" Ehi…Buongiorno"
Cassandra si sta svegliando adesso.
Lentamente si stiracchia, aprendo gli occhi ancora impastati dal sonno. Davanti
a lei Filippo sta sorridendole, tenendo ancora una mano sulla sua spalla.
" ‘Giorno…"
Cassandra sorride al ragazzo,
allungando una mano sottile per accarezzargli il volto: ricorda tutto di quella
notte. Si sono baciati, lo sa bene. Un unico bacio, un lunghissimo bacio. E poi
solo il sonno che scendeva, la fatica del lavoro che diventava troppo forte, e
il profumo di Filippo che le entrava nelle narici e le faceva girare la testa.
" Dormito bene?"
" Benissimo. Ed è strano, visto che
sono su una sedia"
Filippo sorride ancora. Sembra non
riesca a farne a meno. Non dopo stanotte, perlomeno. Ha baciato Cassandra. Ha
baciato questa meravigliosa ragazza ancora mezza sdraiata su di lui che adesso
gli sta sorridendo con il sorriso più dolce che abbia mai visto in tutta la sua
vita.
" Beh, evidentemente eri troppo
stanca per accorgertene"
" Di cosa? Della sedia?"
" Già. Oppure che in realtà stavi
dormendo abbracciata a me"
Cassandra si avvicina al volto di
Filippo – lui ha gli occhi azzurri cerchiati da occhiaie scure, ma che brillano
comunque di felicità – e gli passa le braccia attorno al collo.
" In realtà credo di aver dormito
bene proprio per quello"
Si stanno baciando di nuovo adesso,
Filippo e Cassandra. E, molto probabilmente, Filippo perderà il
treno.
*
Un raggio di luce entra dalla
persiana ancora chiusa di una camera lasciata al buio, e si posa su due corpi
nudi e addormentati sdraiati al centro del letto. I due ragazzi sembrano immersi
in un sonno profondo, senza accenno di volersi svegliare. Dal palazzo di fronte
purtroppo però, un operaio diligente comincia il proprio lavoro esattamente in
quel momento. E così Vittoria e Giulio, infastiditi dal rumore del trapano e
dalla luce che comincia a entrare nella stanza, sono costretti a svegliarsi,
volenti o no. La prima ad aprire gli occhi è lei – capelli scarmigliati, trucco
colato e un grande segno rossastro alla base del collo. Ci mette un po’ a
rendersi conto del suo stato – cavolo, non è mica semplice svegliarsi dopo una
sbronza colossale e capire tutto al volo – ma non appena il suo sguardo si posa
sul corpo al suo fianco i conti le tornano: quella notte lei e Giulio hanno
fatto sesso. Vittoria spalanca gli occhi, sgomenta alla sola idea di esser
andata a letto con lui: diavolo, è uno dei suoi migliori amici! Come è potuta
succedere una cosa del genere?
Mentre la ragazza è ancora seduta
immobile a letto, le coperte tirate sul seno e l’espressione più sconvolta che
si possa immaginare, anche Giulio apre gli occhi. Lui – capelli molto più
arruffati di quelli di lei, due occhiaie che lo fanno assomigliare a un panda e
un paio di graffi molto profondi sulla spalla destra – ci mette un po’ di più
dell’amica a rendersi conto della situazione. Ci riesce solo quando, girandosi
attorno, vede che Vittoria lo sta guardando con espressione omicida e che, circa
due metri lontano dal letto, ci sono un paio di mutandine verdi – sicuramente
non sue.
"…Vi?"
" Per caso, potresti gentilmente
dirmi perché siamo nudi nello stesso letto?"
So che è passato davvero tanto tempo
dall'ultima volta che ho aggiornato, e vi prego di scusarmi, ma ho avuto
parecchie cose da fare e poco tempo e poca ispirazione per scrivere.
Mi auguro che vi piaccia anche questo
capitolo, sebbene sarei voluta riuscire a renderlo un pò meglio.
Fatemi sapere che ne pensate.
Baci,
Ciocco
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