cap.7
7.
- Caroline? - era soltanto un mormorio, mentre Klaus appoggiato su un
gomito la guardava. Non sapeva se lei era sveglia. Al suono della sua
voce, però, le palpebre di Caroline ebbero un palpito e
lentamente di sollevarono; la prima cosa che vide fu Klaus che la
guardava con occhi pieni di amore.
- Buongiorno, mio tesoro. - la baciò e le lisciò dolcemente i biondi capelli, morbidi come la seta.
- Umh...sei sempre così dolce la mattina? - la voce di Caroline era bassa e roca.
- No, veramente non lo sono con nessuno tutto il giorno. Solo con te. - la
guardò teneramente, mentre con un dito tracciava la linea
intorno ai suoi seni e scendeva giù fino al centro del suo
corpo, e poi riportava lentamente indietro quel dito fino ad
accarezzarle in cerchio, di nuovo, i seni. S' interruppe per un momento, una domanda negli occhi.
- Ti sei pentita, Caroline? -
- Ho detto che ti amo, Klaus. Perché mi dovrei pentire se
abbiamo fatto l'amore? - ebbe un'esitazione - certo, forse, avrei
dovuto resisterti almeno un giorno, ma va bene lo stesso. - Caroline si
chinò su di lui e lo baciò dolcemente.
- E' impossibile resistermi, amore, non fartene una colpa. - Klaus la guardò scioccato.
- O meglio come potevi resistermi tu, mio caro. - lui gli sorrise felice, poi la fissò con due occhi pieni si speranza.
- Stavo pensando, perché non partiamo e andiamo in qualche bella
città, solo tu e io, che ne dici di Parigi. - chiedendoglielo la
prese fra le braccia, pregando in cuor suo che dicesse di sì.
Ma, Caroline si staccò da lui, dolcemente, aveva un'aria
pensierosa, e incerta.
- Non vuoi restare a New Orleans? Hai tante cose da sistemare e poi
abbandoni tuo fratello così? Se lo fai per me, sappi che la tua
città mi piace e che non devi preoccuparti. - gli sorrise -
quando risolverai la tua piccola guerra per il trono, potremo partire.
-
- Preferirei partire adesso, ma va bene, ne riparleremo. - le
baciò la fronte e poi si diresse in bagno. - adesso devo farmi
una doccia. -
Mentre Klaus era sotto la doccia, Caroline decise di
preparare la
colazione. Prese la camicia di Klaus e ci si avvolse, l'annusò
contenta ed estasiata. La sua non aveva questo splendido odore.
Cercò in tutta la cucina, ma non riuscì a
trovare nemmeno una sacca di sangue. Delusa, andò in bagno per
chiedere a Klaus. Una volta entrata si dimenticò quello che
voleva chiedergli e mentre lui faceva la doccia, si scoprì a
contemplare il suo corpo, con desiderio e ammirazione. Era così
alto, forte e bello. Sembrava la statua di una giovane divinità
greca, in qualche modo lui lo era veramente.
- Che cosa sta guardando, signorina? - la occhieggiò socchiudendo gli occhi, con l'acqua che gli scendeva sulla faccia.
- Te. Sei bello, Klaus. -
- Lo so, amore, lo so. - risero insieme, poi lui la guardò con aria più grave - ti serve qualcosa? -
- Volevo solo sapere dove tenete le sacche di sangue. -
- Sono in salotto. Dentro il mobiletto con la chiave. -
- Perfetto. Allora, io vado a fare colazione. Vedi di liberare il
bagno, per quando torno. - gli fece l'occhiolino e scappò,
mentre lui le spruzzava un pò d'acqua ridendo.
Caroline si diresse in salotto, indossava la sua leggera camicia da
notte e ccamminava a piedi nudi. Una volta in salotto, aprì il
mobiletto e prese due sacche. Un' improvvisa sensazione la colse, come
se qualcuno la stesse osservando.
- Buongiorno, Miss Forbes. -
- Elhjai. -
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Era tutto così perfetto. Quella mattina mi ero svegliato con la
consapevolezza di aver appena fatto il sogno più bello della sua
vita, ma quando avevo aperto gli occhi mi ero accorto che il mio sogno
mi dormiva accanto. Caroline era così bella. Così
perfetta. Soprattutto mentre dormiva, dopo che avevamo fatto l'amore.
Mi sentivo strano, avevo voglia di gridare, di saltare, di ballare, di
sfasciare qualcosa, in realtà non lo sapeva nemmeno lui. L'unica
cosa che sapeva era che amava Caroline e che lei gli aveva detto di
amarlo. Lui. Klaus. L'ibrido, il mostro. Non aveva idea di come
Caroline avesse potuto alla fine scegliere lui, ma era grato al cielo e
a chiunque lo avesse permesso.
Adesso, voleva solo partire lontano con lei, e passare del tempo con
lei. Prima o poi, le avrebbe dovuto dire di Hayley, ma sarebbe stato
poi. Adesso voleva solo vivere ogni giornata con lei.
Perdersi in lei. Nel suo piccolo battagliero angelo.
Si vestì in fretta, aveva fame e poi voleva approfittare della
casa vuota con Caroline. Per fortuna, Elhjai e Hayley non erano in
casa quando era arrivata Caroline. Erano dovurti partire il giorni
prima, lui gli avrebbe, anzi, dovuti raggiungere, per delle visite che
Hayley doveva fare. Ancora una volta, il destino lo aveva aiutato.
Forse, dopo avergli negato per così tanto tempo la
felicità, finalmente era arrivato il momento di goderne.
L'improvviso sbattere della porta lo distolse dai suoi pensieri. Un
fulmine biondo raccolse la camicia di Caroline, spingendolo contro il letto, per spostarlo.
Bloccò Caroline, sconvolto, cercando di guardarla negli occhi.
- Non mi toccare, lurido verme! - il suo gridò mi rimbombò nel cuore e nell'anima. Cosa cavolo era successo?
- Caroline, amore, che cosa succede? - le bloccai le spalle e la
costrinsi a guardarmi, cercò di ribellarsi, ma ero troppo forte
per lei. Quando mi guardò, la lasciai di botto. I suoi occhi
erano pieni di rabbia, accusa e dolore. Tanto dolore.
- Come hai potuto farmi questo?! Mi sono fidata di te! Ho lasciato
tutti e tutto, per correre da te! Ti ho perdonato per i tuoi piani
omicidi, ho cercato di comprendere il perché delle tue azioni.
Ma, soprattutto, ho sempre creduto che a me non mi avresti mai fatto del
male! Mi hai detto di amarmi, hai fatto di tutto per stare con me e poi
scopro che aspetti un figlio da Hayley?! Perché mi fai questo?
Abbiamo fatto l'amore e mi hai detto di amarmi nello stesso letto in
cui dormi con lei? Ti prego, dimmi che non è vero o ti uccido! -
le ultime parole gliele urlò in faccia, mentre continuava a
riempirlo di pugni sul petto a ogni frase.
- Non è come credi Caroline, devi credermi. Ci sono andato a
letto solo una volta e solo perché ero ubriaco. Adesso, lei
aspetta e un figlio e Elhjai vuole che me ne occupi. Posso lasciarli
entrambi per te, Caroline, non me ne importa nulla! - la guardai
implorante. Una parte di me si sentiva ridicolo, insomma giustificarsi
e supplicare non era proprio da me, ma l'altra parte era accecata dal
dolore che la perdita di Caroline avrebbe comportato.
- Mi hai mentito! Pensavo che questa notte tra noi fosse iniziato
qualcosa, ma come può iniziare qualsiasi cosa se non sei capace
di dirmi la verità nemmeno su cose così importanti. Ho
lottato per te, Klaus. Contro i miei stessi pregiudizi, quelli degli
altri. Contro lo stesso buon senso. E ho perso. - se ne stava andando
lo capivo, lo percepico, dal tono della sua voce.Sentii un tuffo
disiperazione al cuore. In quel momento Caroline si avvicinò
alla porta con grande determinazione.
- Adesso devo andare. - la supplicai con lo sguardo di non farlo.
Lei, senza aggiungere altro, lasciò la stanza a passi rapidi,
avevo fatto, instintivamente, il passo di seguirla, ma lei aveva scosso
la testa, alzando una mano. Allora, mi ero accorso che stava cercando
di trattenere le lacrime. Di rabbia, di dolore, di delusione.
Avevo perso. Seguirla non sarebbe servito ad altro che a renderla
ancora più infelice. L'aveva avuta per una sola notte e
già lei piangeva e lo odiava. Non era fatto per essere felice o
per essere amato. Forse, questo era il suo destino.
- Mi dispiace, fratello. Doveva sapere. - Elhjai era comparso nella
stanza, mi guardava tristemente, non sapendo che altro dirmi e
sapevo perché. Era immobilizzato dalle lacrime che sgorgavano
dai miei occhi e che mi scendevano a fiotti sulle guance.
Io, Niklaus Mikaelson, piangevo per la perdita di una donna.
Piangevo per aver perso Caroline.
Il mio angelo.
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- Ho bisogno di arrivare a Mystic Falls il prima possibile. Qual
è il primo volo disponibile? - la guardai supplichevole.
- Mi dispiace, ma il volo parte tra mezz'ora. Dovrai
prendere il prossimo, alle 21.00. - la centralinista aveva la classica
voce acuta e petulante.
- Lei non ha capito. Io devo prendere il volo tra mezz'ora. Sono certa
che sono ancora in tempo, vero? - di solito evitavo di soggiogare le
persone, ma lei non mi lasciava altra scelta. Dovevo andarmene da
quella città!
- Sì...certo. Ecco a lei il biglietto. Si affretti. Il volo parte tra mezz'ora. - mi sorrise assente.
La ringrazia e corsi via. In poco tempo, trovai il mio posto e mi abbandonai esausta sul sedile.
Ero stravolta. Quei due giorni erano stati i più belli e brutti
della mia vita. Fino a quella mattina era tutto perfetto, ma poi...si
era rivelato peggio di tutto quanto mi sarei potuta immaginare.
Klaus mi aveva mentito. Aveva detto di amarmi, sapendo che mi nascondeva una compagna e un figlio!
Come aveva potuto farmi una cosa del genere? Gli avevo dato tutta me
stessa senza riserve, ma ancora una volta non era servito a niente.
Avevo perso la mia scommessa con l'amore. Mi ritrovavo dopo neanche
ventiquattro ore sola. Tradita. Stefan aveva ragione. Mi aveva detto
che la mia era una battaglia persa e che mi sarei fatta del male ed era
stato così. Sapevo che questo, comunque, non gli avrebbe fatto
piacere. Aveva sperato fino alla fine di sbagliarsi e io non gli avevo
creduto. Credevo di potrmi fidare di Klaus. Lo so, era da pazzi
crederlo, e adesso me ne rendevo conto. L'amore porta a fidarci di
persone, a cui dovremo stare molto lontani.
Non mi accorsi che mi ero addormentata, fino a quanto i rumori
dell'atterraggio mi risvegliarono dal mio stato di intorpimento. Ero
molto stanca, o meglio ero stravolta. Non avevo dormito molto quella
notte e, inoltre tutte quelle emozioni e il viaggio mi avevano
sfiancato.
Adesso volevo solo andare a casa e farmi consolare da delle braccia amiche.
Sapevo già dove sarei andata. Infatti, un' ora dopo ero davanti a casa Salvatore.
Quello, però, di cui avevo bisogno non era
Elena, lei non avrebbe capito, la sua vita era così perfetta.
Chiunque avesse mai voluto l'aveva amata e non era riuscito mai del
tutto a dimenticarla. Vedi Matt,Stefan, Damon...Così non era
stato per me. Avevo bisogno di qualcuno che avesse sofferto come me.
- Stefan. - guardai il mio migliore amico, che fermo davanti al portone mi guardava sorpreso.
- Caroline, cosa ci fai qui? -
Lo guardai a lungo. Stefan mi era sempre stato
vicino. E qualunque cosa io avrei detto o fatto sapevo che lui mi
sarebbe sempre rimasto a fianco. Potevo fidarmi di Stefan. E, in quel
momento, era più di quanto potessi dire di qualunque uomo io
conoscessi. Quando ero con lui, ero al sicuro. Mi sentivo compresa e
apprezzata.
- E' ancora valida la tua offerta? - la domanda mi
uscì di getto guardandolo. L' avevo quasi urlato, e stavo
tremando. Sapevo che probabilmente mi sarei pentita di quella scelta,
ma non avevo potuto fare a meno di pensare che la mia vita con lui
sarebbe stata molto più semplice. Avevo seguito l'amore, quello
pazzo e totalizzante, e dove mi aveva portato? Distrutta davanti a casa
del mio migliore amico.
Stefan mi guardava a bocca aperta, se non fossi
stata così stravolta ne avrei riso, e non riusciva a spiccicare
una parola.
Mi avvicinai a lui guardinga, Stefan guardandomi si
riprese e mi corse incontro abbracciandomi e lasciandomi piccoli baci
sulla nuca. Solo più tardi, compresi che il motivo erano le
lacrime che copiose scendevano lungo le mie guance e che, adesso, gli bagnavano il maglione.
NOTE DELL'AUTRICE
Non mi uccidete,
sono troppo giovane, per favore!! Vi prometto, vi giuro e scongiuro che
il mio non è un finale triste! Dovevo portare per forza un
pò di problemi in paradiso, non poteva essete tutto perfetto e
poi dai ve lo aspettavate, ammettetelo! E' normale per Caroline
arrabbiarsi, se dopo aver passato la notte con Klaus e sopratutto dopo
che lui le ha dichiarato il suo amore, scopre che Hayley aspetta un
figlio da lui!
Nel prossimo
capitolo, vedremo quello che succederà tra Stefan e Caroline e
soprattutto come reagirà Klaus, ma anche Elena e Damon.
Spero, come sempre,
che il capitolo vi sia piaciuto, che vi farete sentire numerosi e che
nel caso qualcosa non vi è sembrata il massimo, fatemelo sapere
tranquillamente. Sono stufa di scriverlo ( e voi di leggerlo) ma sono
sempre disponibile ad ascolare i vostri consigli, cercando poi di
migliorare graziea questi.
Vi saluto, un bacio enorme a tutti voi.
Vi ringrazio, come sempre, per la vostra pazienza e il vostro supporto!
A presto
_Mollica_
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