≈ Start over ≈
Capitolo
tre – Bella ragazza…
Semisonic
– Closing time
Fiori o tinta unita? Osservo i
due modelli che ho in mano e
cerco di decidermi, ma con scarso risultato, visto che in realtà non me
ne
piace nessuno dei due.
<< Bella? >> Mi volto e
incontro gli occhi verdi
di Alice, che mi guarda entusiasta e curiosa.
<< Hai saputo della festa in
piscina? >> Sorrido
scrollando le spalle e abbandono i due costumi sulla mensola del
negozio.
<< Mi ha invitata Emmett,
poco fa. >> Alice mi
guarda un po’ sbigottita.
<< Emmett di Rosalie?
>> Alzo un sopracciglio.
<< Ehm... sì. Anche se
tecnicamente... Emmett non è
proprietà di Rosalie. >>
Alice sospira chiudendo gli occhi.
<< Scusa se ho
reagito così, è che... Rosalie diventa intrattabile quando vede
un’altra
ragazza con Emmett. Non che sia giustificata ma sono io, solitamente, a
dovermela poi sorbire. >> Sorrido.
<< Sai, pensavo che Forks
fosse un posto noioso. O
almeno è così che lo descriveva mia madre. Invece... fate feste, ci
sono
ragazzi carini, avete una libreria enorme e delle case che sono una
favola.
>> Scuoto il capo, osservando il suo sorriso contagioso. <<
Mi
avete stupita. E sappi che non è facile. >> Scoppia a ridere e mi
sfiora
un braccio.
<< Ci piace pensare che non
abbiamo nulla in meno
delle altre città. >> Annuisco.
<< Non è per farmi gli affari
tuoi... >> Mi
metto sull’attenti e lei si porta una ciocca di capelli dietro
l’orecchio.
<< Però se veramente ti piace Emmett... non farlo capire a
Rosalie. Lo so
che non te ne frega niente, e che più una cosa ti viene detta di non
farla, poi
la si vuole fare ma... non inimicartela. È solo un consiglio. >>
Cerco di
non ridere.
<< Alice... ho “parlato” con
Emmett per due minuti, e
solo della festa. Non nego che sia un bel ragazzo ma non significa
niente. E
poi non sono venuta qua a Forks per fare casini. >>
<< Ok. Mi fa piacere
sentirtelo dire. Quindi ci
vediamo stasera? >> Allude alla festa?
<< Se riesco a scegliere un
costume... sì. >>
Alice sorride.
<< Quello blu, là infondo...
si abbina alla tua
carnagione. >> Mi fa un occhiolino ed esce dal negozio,
lasciandomi un
po’ stordita.
<< Oddio! Scusami Bella!
>> Mi volto verso la
porta e vedo mio padre di spalle. Scoppio a ridere e mi porto i capelli
indietro.
<< Papà, sono in costume, non
nuda. >> Charlie
sospira e si rivolta.
<< Non sono ancora abituato,
scusami. >>
Ridacchio e scuoto il capo.
<< Avevi bisogno di qualcosa?
>>
<< Ha chiamato tua madre, ha
detto che il prossimo
weekend passerà di qua. Vuole stare un po’ con te. >>
M’irrigidisco e il
sorriso sparisce dal mio volto.
<< Qui? In città? >>
<< Ehm... veramente in questa
casa. Ho pensato fosse
la cosa migliore. >>
<< E dove dormirà? >>
Forse sto esagerando.
Charlie si gratta la testa un po’
impanicato. << Non
ci ho pensato. >>
<< E Sue? Lo sa? Glielo hai
detto? Non penso sia una
buona cosa che mamma rimanga in questa casa... ci sono già io che sono
abbastanza disordinata. >> Charlie ridacchia e mi si avvicina,
appoggiandomi le mani sulle spalle.
<< Bella, non devi
preoccuparti, davvero. E Sue, no,
ancora non lo sa. Ma sono certo che non farà storie. E poi tua madre
mica si
trasferisce qui! >> Scuote il capo, mi accarezza una guancia e
infine va
verso la porta. Ma all’ultimo si ferma aggrottando la fronte,
guardandomi.
<< Pensi sia saggio che io
sappia perché sei in
costume? >> Mi mordo il labbro inferiore.
<< Effettivamente... penso tu
non lo voglia sapere.
>> Annuisce e torna giù.
Sorrido, pensando che avere un
padre poliziotto così tanto transigente
sia un bene. E sorrido ancora di più, perché ho un padre che è
veramente
perfetto.
Il suono di un clacson mi fa
voltare e quando identifico la
macchina, mi fermo e guardo divertita il guidatore.
<< Non ti hanno mai detto che
non è saggio che una
bella ragazza cammini di sera da sola? >> Sorrido. Bella ragazza...
<< Anche a Forks? >>
Edward ride.
<< Soprattutto a Forks.
>> Ci guardiamo per
qualche attimo e infine Edward abbassa il volume del suo stereo.
<< Dove
stai andando? >>
<< Probabilmente dove stai
andando tu. >>
Ammetto e lui mi guarda sorpreso.
<< Alla festa di Emmett?
>> Annuisco e lui
sblocca le portiere. << Allora sali in macchina. Non ti lascio
andare a
piedi. >>
<< Oh che carino! >>
Dico in modo dolce
facendolo ridere.
Mi accomodo al posto del passeggero
e mi allaccio la cintura
ma Edward non parte subito.
<< Ti ha invitata lui?
>> Mi chiede incuriosito.
<< Perché sembrate tutti
sorpresi? Sì, è stato lui ad
invitarmi. E no, non ho intenzione di rubarlo a Rosalie... voglio solo
passare
una serata divertente. >>
<< No è che... Emmett non si
smentisce mai. Quando
vede una bella ragazza fa di tutto per accalappiarsela. >> Alzo
un
sopracciglio. Bella ragazza, di
nuovo.
<< Cos’è, sei geloso?
>> Edward ridacchia e
inserisce la prima per poi partire.
<< No, è che mi sembra un
morto di figa quando fa
così. >> Rimango in silenzio per un secondo.
<< Disse colui che si è
andato ad appartare con la
prima ragazza che gli è capitata sotto gli occhi solo la sera prima...
>>
Edward incassa stringendo le labbra.
Il viaggio lo passiamo in silenzio,
ma la cosa non mi pesa,
anche se sono piuttosto irritata dal suo comportamento. Lui non è
nessuno per
poter giudicare, né tantomeno per farmi stare così. Come se poi gli
importasse
veramente qualcosa.
<< Non ci ho fatto niente con
la ragazza di ieri sera.
Oltre a non essere del posto – che in teoria era un punto a suo
vantaggio –
parlava decisamente troppo. L’ho lasciata perdere poco dopo che ti ho
salvata
da Rosalie. >> Siamo parcheggiati poco distanti dalla casa di
Emmett. E
non so perché Edward si sia voluto giustificare, sta di fatta che una
parte di
me lo ha apprezzato.
Edward si volta verso di me e
sorride forzatamente.
<< Volevo solo metterti in
guardia. Non ti conosco, ma
non mi sembri una facile, né tantomeno una che si fa usare. >>
Annuisco e
infine slaccio la cintura.
<< Passa una buona serata.
>> Rimane a bocca
aperta, ma non mi ferma e non mi raggiunge. Non so perché io sia
letteralmente
scappata, ma lui non è nessuno per me. Come ha detto proprio lui
stesso: non mi
conosce. E non voglio che accada.
<< Ok... >> Mormoro per
poi bere un sorso di un
drink che mi ha preparato Alice poco prima. Penso sia il quarto che
bevo.
Grave. Prima o poi non riuscirò a trattenermi.
<< Hai presente quell’orsetto
dei cartoni animati che
ammira tutto il cibo in tavola e ha la bava alla bocca? >> Mi
chiede,
proprio Alice, incuriosendomi e soprattutto confondendomi.
<< Vagamente. >>
Ammetto facendola ridacchiare.
<< Beh... più ti osservo... e
più la tua bava diventa
una sottospecie di lago ai tuoi piedi. >> Scoppio a ridere,
finalmente
capendo cosa intendesse e scuoto il capo guardandola.
<< Beh, non puoi negare che
vedere tutti questi bei
ragazzi in costume... praticamente nudi... non... ti faccia qualche
effetto.
>> Alice non mi risponde subito, più che altro perché si perde ad
osservare il panorama fatto di pettorali ma poco dopo noto che si ferma
su un
solo ragazzo.
<< Già, non posso darti
torto. >>
<< Ammirare il proprio
ragazzo non è la stessa cosa.
>> Le dico divertita, per poi fare un altro sorso dal mio
bicchiere.
Alice ridacchia e scuote il capo.
<< C’è Emmett che ti sta
guardando. >> Fa un
cenno con il capo, probabilmente rispondendo al suo saluto, e infine si
allontana, lasciandomi lì, imbambolata, ad osservare i pettorali di
Emmett che
mi si avvicinano.
<< Allora, Isabella detta
Bella, ti stai divertendo?
>> Sorrido e appoggio il bicchiere sul tavolo che ho accanto.
Osservo i
suoi occhi azzurri e per un secondo mi chiedo perché io non possa
provarci.
Voglio dire... siamo ad una festa... Emmett è tanta roba.
E io sono brilla.
<< Beh... la musica è ok, i
ragazzi sono più che
appetibili e... e direi proprio di sì. >> Emmett mi sorride
divertito.
<< Mi fa veramente piacere.
Quindi hai visto tanti bei
ragazzi? E come mai non balli con nessuno di loro? >> Che fa,
provoca? Il
tono che ha usato non era semplicemente curioso.
<< Ti stai proponendo?
>> Emmett scoppia a
ridere.
<< Dipende: mi risponderai di
sì? >> Annuisco e
lui, a quel punto, allunga una mano e io l’afferro facendomi portare
tra tutte
le altre persone.
Le sue mani si posano sui miei
fianchi mentre le mie si
perdono nell’aria mentre mi muovo. Non so come o perché ma poco dopo mi
trovo a
ridere con lui mentre facciamo dei passi veramente idioti.
Emmett è simpatico. Non è il
pomposo superficiale che mi ero
immaginata.
Non è solo di bell’aspetto.
<< Vieni con me... >>
Lo sento a malapena, però
mi faccio portare tranquilla, ancora divertita e con il ritmo della
musica che
rimbomba nelle orecchie.
Tiro un respiro di sollievo quando
mi ritrovo fuori dalla
villa, sul giardino, dove c’è la piscina. L’aria è fresca, ma dopo aver
sudato
e aver fatto fin troppo movimento, direi che non potevo desiderare di
meglio.
L’unica cosa strana è che ci siano
solo coppie...
Osservo Emmett e lo trovo spaesato
mentre si gratta la
testa.
<< No, non era quella la mia
intenzione. >> Dice
indicando una coppia che si sta controllando le tonsille in acqua.
Ridacchio
coprendomi la bocca e lui sorride rilassato.
<< Non preoccuparti. >>
Annuisce e ci sediamo
sull’erba, iniziando a parlare e a ridere, anche prendendo in giro le
persone
accanto a noi.
<< Bella, posso rubarti un
attimo? >> Alzo la
testa e incontro gli occhi di Alice. Guardo Emmett e infine annuisco,
alzandomi.
Ci allontaniamo un po’ ma continuo
a tenere d’occhio il mio
nuovo amico.
<< Cosa succede? >> Le
chiedo, facendole
contorcere le mani.
<< Non pensare che io sia una
persona succube o altro
ma... >> Porto il mio sguardo su di lei e aggrotto la fronte e
non posso
non notare quanto la minuta Alice sia agitata.
<< Rosalie ha un diavolo per
capello. >> Alzo
gli occhi al cielo.
<< Mi sto solo divertendo!
Non glielo sto rubando e
poi... lei non è la sua ragazza! Se anche volessi fare qualcosa con
lui, non
dovrei di certo pensare a Rosalie. >>
<< Io lo so! >> Scrolla
le spalle e scuote il
capo facendomi sospirare.
Non so se sia dipeso dal mio
caratteraccio o dall’alcool ma
velocemente mi trovo ad afferrare Emmett che stava parlando con un
ragazzo dove
lo avevo lasciato e lo trascino fino a Rosalie.
Lei mi guarda con un punto
interrogativo in faccia, diventa
rossa e mi guarda male. Emmett continua a chiedermi che cosa voglio
fare ma non
rispondo a nessuno.
<< Non so che problemi
abbiate voi. >> Dico
rivolta ad entrambi. << Questa è una festa, io sono nuova, sto
cercando
di fare amicizia, di ambientarmi, e voi... voi siete un caso
patologico!
Soprattutto tu, Rosalie! Ora, parlate, e non mettetemi in mezzo.
>> Detto
questo, mi volto e nemmeno mi danno il tempo di fare due passi che mi
scontro
con Edward.
È ubriaco, i suoi occhi sono rossi
e lucidi. Probabilmente
ha anche fumato qualche canna, ma non riesco a dare un senso al suo
sguardo.
Non riesco per niente a capire come si senta.
<< Emmett, eh? >>
Ammicca ma non sembra farlo
sul serio, sembra fin troppo punto nel vivo. E la cosa mi lascia
completamente
spaesata.
<< Stavamo solo parlando.
>> Mormoro,
giustificandomi. Solo che io non gli devo nulla.
<< Già. Iniziano tutte così,
per poi trovarsi nella
sua stanza a fare del sesso scadente. >> Beve un sorso del drink
che
aveva in mano e io mi sento... una merda. Ma anche infuriata.
<< Che ne è stato del “non mi
sembri una ragazza
facile”? >> Edward ride.
<< No, no, infatti non lo
sembri... però... Emmett!
Perché lui? >> Lo guardo sbalordita.
<< Guarda, se volessi
veramente darti corda, ti
elencherei i perché una ragazza non potrebbe dirgli di no, ma visto che
non ho
nemmeno voglia di guardarti, visto che sei ubriaco perso e fuso come
una
campana, ti dico di andare a bere un po’ di caffè e di prendere una
boccata
d’aria. Lo dico per il tuo bene. >> Cerco di superarlo ma mi
riacciuffa
subito.
<< Non mi lasciare solo.
>> Annuisco
automaticamente. E solo una volta che ci ritroviamo sul balcone di una
stanza
al piano superiore, mi chiedo perché io abbia acconsentito a stare in
sua
compagnia.
Osservo Edward, seduto accanto a me
su una sedia, mentre
beve caffè e osserva il cielo e mi dico che l’ho fatto perché una parte
di me
lo voleva. Alla fine, questo ragazzo di cui non so niente... beh mi ha
colpita.
E non è un bene.
<< Ammettilo, >> Mi
dice. << Mi stai
facendo riprendere solo per portarti a casa. >> Ridacchio
osservando il
cielo sereno della notte.
<< No, sinceramente non è
quello. Anche perché a
questo punto, che tu lo voglia o no, guiderò io. >> Edward quasi
si
strozza con il caffè.
<< Non esiste. >> Lo
fulmino con uno sguardo e
lui si ritrae appena.
<< Esiste eccome. Non
fiatare, bevi e stai zitto.
>> Sorridendo, torna al suo caffè.
<< Alice, ciao! >>
<< Salve, signor Swan. Bella
è in casa? >> Esco
dalla cucina e mi paleso, facendo sorridere Alice. Aggrotto la fronte,
confusa
della sua presenza in casa mia.
<< Beh, io... vi lascio sole.
>> Mio padre torna
in salotto e io mi avvicino, uscendo poi con lei, e andando a sederci
sulle
sdraio in giardino.
<< Va tutto bene? >> Le
chiedo, facendola subito
annuire.
<< Sono passata per dirti che
ieri, per la prima volta
dopo tanti anni, Emmett e Rosalie hanno parlato. Ti assicuro che hai
fatto un
miracolo. >> Non so se ridere o se piangere.
<< Alice, io... non ho fatto
nulla. Ieri sera, se devo
essere sincera, ero quasi del tutto certa che avrei finito per baciare
Emmett.
Mi sono trovata bene a parlare con lui, è simpatico e di certo non si
può dire
che non sia bello. Però poi sei arrivata tu e qualcosa nella mia testa
è
scattato, non ho pensato. Sono molto... come dire, istintiva quando non
sono
lucida. Non l’ho fatto per... far accadere un miracolo. >> Alice
mi ha
ascoltata tranquilla e a fine discorso annuisce solamente.
<< Grazie per essere stata
sincera. Quindi devo
esserlo anch’io, perché... tu mi piaci, Bella. Mi piace stare in tua
compagnia
e quindi te lo devo. >> La guardo confusa e lei si guarda un
attimo in
giro.
<< Qualcuno, sinceramente non
so chi, perché a me lo
ha detto Jasper... ha visto te ed Edward appartarvi in una stanza. E
non vi ha
visti uscire per un po’ e ora... beh tutti pensano che siate andati a
letto
assieme. Non so se Edward lo sappia. >> Sgrano gli occhi.
<< Oddio! >> Mi alzo in
piedi. << Ma dove
viviamo? Non ho fatto niente con Edward, e potrà confermarlo anche lui.
>>
<< Ti credo. Volevo solo
dirti che girano delle voci.
>> Annuisco ancora persa tra i miei pensieri. E i miei piedi,
purtroppo,
prendono a muoversi ancora prima che io me ne renda conto. E le mie
orecchie,
ovviamente, non sentono i richiami di Alice.
Ci metto nemmeno un minuto ad
arrivare alla porta di casa
del mio vicino. Continuo a bussare finché, grazie al cielo, non viene
proprio
lui ad aprire la porta.
<< Dicono che siamo andati a
letto assieme. >>
Esplodo subito, e solo ora noto che Edward sembra appena... beh sembra
che si
sia appena alzato dal letto con ancora i postumi della sbronza.
<< Dicono, chi? >>
Scrollo le spalle.
<< Tutti, penso. Sappi che se
farai circolare o
ingrandire la cosa, ti stacco le palle. >> Edward sgrana gli
occhi e mi
osserva mentre me ne vado.
<< Bella? >> Alzo gli
occhi dal mio piatto e
osservo mio padre. Sembra... imbarazzato.
<< Dimmi, papà. >>
Charlie si raschia la gola.
<< Oggi... mentre ero al
supermercato, ho sentito una
cosa. >> Alzo gli occhi al cielo e lui si stoppa, guardandomi
stranito.
<< Hai sentito di me e di
Edward o del miracolo che
sembra io abbia fatto per Rosalie? >> Chiedo esasperata. Charlie
sembra
voler ridere.
<< Ehm... entrambe, in
effetti. Lo so che non sei abituata
ai paesini, e soprattutto ancora non conosci le persone del posto ma...
dicono
il vero? >> Mi accascio sulla sedia.
<< Di Rosalie ed Emmett, sì.
Almeno così pare, in
realtà non so nemmeno cos’abbiano fatto o se si siano rivolti la
parola. Per
quanto riguarda me e Edward, puoi stare tranquillo, non è successo
niente.
Stava male, e gli sono stata accanto, niente di più, niente di meno.
>>
Charlie annuisce e sobbalza quando suonano alla porta.
Guardandomi di sfuggita, con la
fronte aggrottata, va ad aprire.
<< Charlie! >> Sgrano
gli occhi. Oh no! Mia
madre! Ma non doveva arrivare la prossima settimana?
**
E dopo mesi, eccomi
nuovamente qui! Un capitolo, decisamente, troppo pieno di cose. Spero
non
abbiate fatto casino e che vi sia tutto chiaro.
La madre di Bella è
arrivata in anticipo. Emmett è abbastanza marginale, ma non per molto,
ed
Edward... sta iniziando ad emergere... in più! Eh sì, in più, Alice...
piano
piano sta prendendo forma e soprattutto sta crescendo l’amicizia tra
lei e
Bella ;)
Allora... vi saluto,
spero di sentirci presto. Mi auguro che il capitolo vi sia piaciuto.
Jess. Jaste.
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