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Autore: JessL_    19/09/2013    1 recensioni
Ambientarsi sembra facile quando si è piccoli. Tutto pare divertente, quasi esaltante. Viaggiare tanto ti fa quasi sentire un Dio, ma quando raggiungi una certa età, vuoi solo un po' di pace e stabilità. Vuoi solo vivere in un posto e ricominciare.
Tratto dal prologo:
Avete voglia di ascoltare una storia? Allora mettetevi comodi, ne ho una giusta giusta per voi...
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Capitolo tre – Bella ragazza…
Semisonic – Closing time
 
Fiori o tinta unita? Osservo i due modelli che ho in mano e cerco di decidermi, ma con scarso risultato, visto che in realtà non me ne piace nessuno dei due.
<< Bella? >> Mi volto e incontro gli occhi verdi di Alice, che mi guarda entusiasta e curiosa.
<< Hai saputo della festa in piscina? >> Sorrido scrollando le spalle e abbandono i due costumi sulla mensola del negozio.
<< Mi ha invitata Emmett, poco fa. >> Alice mi guarda un po’ sbigottita.
<< Emmett di Rosalie? >> Alzo un sopracciglio.
<< Ehm... sì. Anche se tecnicamente... Emmett non è proprietà di Rosalie. >>
Alice sospira chiudendo gli occhi. << Scusa se ho reagito così, è che... Rosalie diventa intrattabile quando vede un’altra ragazza con Emmett. Non che sia giustificata ma sono io, solitamente, a dovermela poi sorbire. >> Sorrido.
<< Sai, pensavo che Forks fosse un posto noioso. O almeno è così che lo descriveva mia madre. Invece... fate feste, ci sono ragazzi carini, avete una libreria enorme e delle case che sono una favola. >> Scuoto il capo, osservando il suo sorriso contagioso. << Mi avete stupita. E sappi che non è facile. >> Scoppia a ridere e mi sfiora un braccio.
<< Ci piace pensare che non abbiamo nulla in meno delle altre città. >> Annuisco.
<< Non è per farmi gli affari tuoi... >> Mi metto sull’attenti e lei si porta una ciocca di capelli dietro l’orecchio. << Però se veramente ti piace Emmett... non farlo capire a Rosalie. Lo so che non te ne frega niente, e che più una cosa ti viene detta di non farla, poi la si vuole fare ma... non inimicartela. È solo un consiglio. >> Cerco di non ridere.
<< Alice... ho “parlato” con Emmett per due minuti, e solo della festa. Non nego che sia un bel ragazzo ma non significa niente. E poi non sono venuta qua a Forks per fare casini. >>
<< Ok. Mi fa piacere sentirtelo dire. Quindi ci vediamo stasera? >> Allude alla festa?
<< Se riesco a scegliere un costume... sì. >> Alice sorride.
<< Quello blu, là infondo... si abbina alla tua carnagione. >> Mi fa un occhiolino ed esce dal negozio, lasciandomi un po’ stordita.
 
<< Oddio! Scusami Bella! >> Mi volto verso la porta e vedo mio padre di spalle. Scoppio a ridere e mi porto i capelli indietro.
<< Papà, sono in costume, non nuda. >> Charlie sospira e si rivolta.
<< Non sono ancora abituato, scusami. >> Ridacchio e scuoto il capo.
<< Avevi bisogno di qualcosa? >>
<< Ha chiamato tua madre, ha detto che il prossimo weekend passerà di qua. Vuole stare un po’ con te. >> M’irrigidisco e il sorriso sparisce dal mio volto.
<< Qui? In città? >>
<< Ehm... veramente in questa casa. Ho pensato fosse la cosa migliore. >>
<< E dove dormirà? >> Forse sto esagerando.
Charlie si gratta la testa un po’ impanicato. << Non ci ho pensato. >>
<< E Sue? Lo sa? Glielo hai detto? Non penso sia una buona cosa che mamma rimanga in questa casa... ci sono già io che sono abbastanza disordinata. >> Charlie ridacchia e mi si avvicina, appoggiandomi le mani sulle spalle.
<< Bella, non devi preoccuparti, davvero. E Sue, no, ancora non lo sa. Ma sono certo che non farà storie. E poi tua madre mica si trasferisce qui! >> Scuote il capo, mi accarezza una guancia e infine va verso la porta. Ma all’ultimo si ferma aggrottando la fronte, guardandomi.
<< Pensi sia saggio che io sappia perché sei in costume? >> Mi mordo il labbro inferiore.
<< Effettivamente... penso tu non lo voglia sapere. >> Annuisce e torna giù.
Sorrido, pensando che avere un padre poliziotto così tanto transigente sia un bene. E sorrido ancora di più, perché ho un padre che è veramente perfetto.
 
Il suono di un clacson mi fa voltare e quando identifico la macchina, mi fermo e guardo divertita il guidatore.
<< Non ti hanno mai detto che non è saggio che una bella ragazza cammini di sera da sola? >> Sorrido. Bella ragazza...
<< Anche a Forks? >> Edward ride.
<< Soprattutto a Forks. >> Ci guardiamo per qualche attimo e infine Edward abbassa il volume del suo stereo. << Dove stai andando? >>
<< Probabilmente dove stai andando tu. >> Ammetto e lui mi guarda sorpreso.
<< Alla festa di Emmett? >> Annuisco e lui sblocca le portiere. << Allora sali in macchina. Non ti lascio andare a piedi. >>
<< Oh che carino! >> Dico in modo dolce facendolo ridere.
Mi accomodo al posto del passeggero e mi allaccio la cintura ma Edward non parte subito.
<< Ti ha invitata lui? >> Mi chiede incuriosito.
<< Perché sembrate tutti sorpresi? Sì, è stato lui ad invitarmi. E no, non ho intenzione di rubarlo a Rosalie... voglio solo passare una serata divertente. >>
<< No è che... Emmett non si smentisce mai. Quando vede una bella ragazza fa di tutto per accalappiarsela. >> Alzo un sopracciglio. Bella ragazza, di nuovo.
<< Cos’è, sei geloso? >> Edward ridacchia e inserisce la prima per poi partire.
<< No, è che mi sembra un morto di figa quando fa così. >> Rimango in silenzio per un secondo.
<< Disse colui che si è andato ad appartare con la prima ragazza che gli è capitata sotto gli occhi solo la sera prima... >> Edward incassa stringendo le labbra.
Il viaggio lo passiamo in silenzio, ma la cosa non mi pesa, anche se sono piuttosto irritata dal suo comportamento. Lui non è nessuno per poter giudicare, né tantomeno per farmi stare così. Come se poi gli importasse veramente qualcosa.
<< Non ci ho fatto niente con la ragazza di ieri sera. Oltre a non essere del posto – che in teoria era un punto a suo vantaggio – parlava decisamente troppo. L’ho lasciata perdere poco dopo che ti ho salvata da Rosalie. >> Siamo parcheggiati poco distanti dalla casa di Emmett. E non so perché Edward si sia voluto giustificare, sta di fatta che una parte di me lo ha apprezzato.
Edward si volta verso di me e sorride forzatamente.
<< Volevo solo metterti in guardia. Non ti conosco, ma non mi sembri una facile, né tantomeno una che si fa usare. >> Annuisco e infine slaccio la cintura.
<< Passa una buona serata. >> Rimane a bocca aperta, ma non mi ferma e non mi raggiunge. Non so perché io sia letteralmente scappata, ma lui non è nessuno per me. Come ha detto proprio lui stesso: non mi conosce. E non voglio che accada.
 
<< Ok... >> Mormoro per poi bere un sorso di un drink che mi ha preparato Alice poco prima. Penso sia il quarto che bevo. Grave. Prima o poi non riuscirò a trattenermi.
<< Hai presente quell’orsetto dei cartoni animati che ammira tutto il cibo in tavola e ha la bava alla bocca? >> Mi chiede, proprio Alice, incuriosendomi e soprattutto confondendomi.
<< Vagamente. >> Ammetto facendola ridacchiare.
<< Beh... più ti osservo... e più la tua bava diventa una sottospecie di lago ai tuoi piedi. >> Scoppio a ridere, finalmente capendo cosa intendesse e scuoto il capo guardandola.
<< Beh, non puoi negare che vedere tutti questi bei ragazzi in costume... praticamente nudi... non... ti faccia qualche effetto. >> Alice non mi risponde subito, più che altro perché si perde ad osservare il panorama fatto di pettorali ma poco dopo noto che si ferma su un solo ragazzo.
<< Già, non posso darti torto. >>
<< Ammirare il proprio ragazzo non è la stessa cosa. >> Le dico divertita, per poi fare un altro sorso dal mio bicchiere. Alice ridacchia e scuote il capo.
<< C’è Emmett che ti sta guardando. >> Fa un cenno con il capo, probabilmente rispondendo al suo saluto, e infine si allontana, lasciandomi lì, imbambolata, ad osservare i pettorali di Emmett che mi si avvicinano.
<< Allora, Isabella detta Bella, ti stai divertendo? >> Sorrido e appoggio il bicchiere sul tavolo che ho accanto. Osservo i suoi occhi azzurri e per un secondo mi chiedo perché io non possa provarci. Voglio dire... siamo ad una festa... Emmett è tanta roba.
E io sono brilla.
<< Beh... la musica è ok, i ragazzi sono più che appetibili e... e direi proprio di sì. >> Emmett mi sorride divertito.
<< Mi fa veramente piacere. Quindi hai visto tanti bei ragazzi? E come mai non balli con nessuno di loro? >> Che fa, provoca? Il tono che ha usato non era semplicemente curioso.
<< Ti stai proponendo? >> Emmett scoppia a ridere.
<< Dipende: mi risponderai di sì? >> Annuisco e lui, a quel punto, allunga una mano e io l’afferro facendomi portare tra tutte le altre persone.
Le sue mani si posano sui miei fianchi mentre le mie si perdono nell’aria mentre mi muovo. Non so come o perché ma poco dopo mi trovo a ridere con lui mentre facciamo dei passi veramente idioti.
Emmett è simpatico. Non è il pomposo superficiale che mi ero immaginata.
Non è solo di bell’aspetto.
<< Vieni con me... >> Lo sento a malapena, però mi faccio portare tranquilla, ancora divertita e con il ritmo della musica che rimbomba nelle orecchie.
Tiro un respiro di sollievo quando mi ritrovo fuori dalla villa, sul giardino, dove c’è la piscina. L’aria è fresca, ma dopo aver sudato e aver fatto fin troppo movimento, direi che non potevo desiderare di meglio.
L’unica cosa strana è che ci siano solo coppie...
Osservo Emmett e lo trovo spaesato mentre si gratta la testa.
<< No, non era quella la mia intenzione. >> Dice indicando una coppia che si sta controllando le tonsille in acqua. Ridacchio coprendomi la bocca e lui sorride rilassato.
<< Non preoccuparti. >> Annuisce e ci sediamo sull’erba, iniziando a parlare e a ridere, anche prendendo in giro le persone accanto a noi.
 
<< Bella, posso rubarti un attimo? >> Alzo la testa e incontro gli occhi di Alice. Guardo Emmett e infine annuisco, alzandomi.
Ci allontaniamo un po’ ma continuo a tenere d’occhio il mio nuovo amico.
<< Cosa succede? >> Le chiedo, facendole contorcere le mani.
<< Non pensare che io sia una persona succube o altro ma... >> Porto il mio sguardo su di lei e aggrotto la fronte e non posso non notare quanto la minuta Alice sia agitata.
<< Rosalie ha un diavolo per capello. >> Alzo gli occhi al cielo.
<< Mi sto solo divertendo! Non glielo sto rubando e poi... lei non è la sua ragazza! Se anche volessi fare qualcosa con lui, non dovrei di certo pensare a Rosalie. >>
<< Io lo so! >> Scrolla le spalle e scuote il capo facendomi sospirare.
Non so se sia dipeso dal mio caratteraccio o dall’alcool ma velocemente mi trovo ad afferrare Emmett che stava parlando con un ragazzo dove lo avevo lasciato e lo trascino fino a Rosalie.
Lei mi guarda con un punto interrogativo in faccia, diventa rossa e mi guarda male. Emmett continua a chiedermi che cosa voglio fare ma non rispondo a nessuno.
<< Non so che problemi abbiate voi. >> Dico rivolta ad entrambi. << Questa è una festa, io sono nuova, sto cercando di fare amicizia, di ambientarmi, e voi... voi siete un caso patologico! Soprattutto tu, Rosalie! Ora, parlate, e non mettetemi in mezzo. >> Detto questo, mi volto e nemmeno mi danno il tempo di fare due passi che mi scontro con Edward.
È ubriaco, i suoi occhi sono rossi e lucidi. Probabilmente ha anche fumato qualche canna, ma non riesco a dare un senso al suo sguardo. Non riesco per niente a capire come si senta.
<< Emmett, eh? >> Ammicca ma non sembra farlo sul serio, sembra fin troppo punto nel vivo. E la cosa mi lascia completamente spaesata.
<< Stavamo solo parlando. >> Mormoro, giustificandomi. Solo che io non gli devo nulla.
<< Già. Iniziano tutte così, per poi trovarsi nella sua stanza a fare del sesso scadente. >> Beve un sorso del drink che aveva in mano e io mi sento... una merda. Ma anche infuriata.
<< Che ne è stato del “non mi sembri una ragazza facile”? >> Edward ride.
<< No, no, infatti non lo sembri... però... Emmett! Perché lui? >> Lo guardo sbalordita.
<< Guarda, se volessi veramente darti corda, ti elencherei i perché una ragazza non potrebbe dirgli di no, ma visto che non ho nemmeno voglia di guardarti, visto che sei ubriaco perso e fuso come una campana, ti dico di andare a bere un po’ di caffè e di prendere una boccata d’aria. Lo dico per il tuo bene. >> Cerco di superarlo ma mi riacciuffa subito.
<< Non mi lasciare solo. >> Annuisco automaticamente. E solo una volta che ci ritroviamo sul balcone di una stanza al piano superiore, mi chiedo perché io abbia acconsentito a stare in sua compagnia.
Osservo Edward, seduto accanto a me su una sedia, mentre beve caffè e osserva il cielo e mi dico che l’ho fatto perché una parte di me lo voleva. Alla fine, questo ragazzo di cui non so niente... beh mi ha colpita. E non è un bene.
<< Ammettilo, >> Mi dice. << Mi stai facendo riprendere solo per portarti a casa. >> Ridacchio osservando il cielo sereno della notte.
<< No, sinceramente non è quello. Anche perché a questo punto, che tu lo voglia o no, guiderò io. >> Edward quasi si strozza con il caffè.
<< Non esiste. >> Lo fulmino con uno sguardo e lui si ritrae appena.
<< Esiste eccome. Non fiatare, bevi e stai zitto. >> Sorridendo, torna al suo caffè.
 
<< Alice, ciao! >>
<< Salve, signor Swan. Bella è in casa? >> Esco dalla cucina e mi paleso, facendo sorridere Alice. Aggrotto la fronte, confusa della sua presenza in casa mia.
<< Beh, io... vi lascio sole. >> Mio padre torna in salotto e io mi avvicino, uscendo poi con lei, e andando a sederci sulle sdraio in giardino.
<< Va tutto bene? >> Le chiedo, facendola subito annuire.
<< Sono passata per dirti che ieri, per la prima volta dopo tanti anni, Emmett e Rosalie hanno parlato. Ti assicuro che hai fatto un miracolo. >> Non so se ridere o se piangere.
<< Alice, io... non ho fatto nulla. Ieri sera, se devo essere sincera, ero quasi del tutto certa che avrei finito per baciare Emmett. Mi sono trovata bene a parlare con lui, è simpatico e di certo non si può dire che non sia bello. Però poi sei arrivata tu e qualcosa nella mia testa è scattato, non ho pensato. Sono molto... come dire, istintiva quando non sono lucida. Non l’ho fatto per... far accadere un miracolo. >> Alice mi ha ascoltata tranquilla e a fine discorso annuisce solamente.
<< Grazie per essere stata sincera. Quindi devo esserlo anch’io, perché... tu mi piaci, Bella. Mi piace stare in tua compagnia e quindi te lo devo. >> La guardo confusa e lei si guarda un attimo in giro.
<< Qualcuno, sinceramente non so chi, perché a me lo ha detto Jasper... ha visto te ed Edward appartarvi in una stanza. E non vi ha visti uscire per un po’ e ora... beh tutti pensano che siate andati a letto assieme. Non so se Edward lo sappia. >> Sgrano gli occhi.
<< Oddio! >> Mi alzo in piedi. << Ma dove viviamo? Non ho fatto niente con Edward, e potrà confermarlo anche lui. >>
<< Ti credo. Volevo solo dirti che girano delle voci. >> Annuisco ancora persa tra i miei pensieri. E i miei piedi, purtroppo, prendono a muoversi ancora prima che io me ne renda conto. E le mie orecchie, ovviamente, non sentono i richiami di Alice.
Ci metto nemmeno un minuto ad arrivare alla porta di casa del mio vicino. Continuo a bussare finché, grazie al cielo, non viene proprio lui ad aprire la porta.
<< Dicono che siamo andati a letto assieme. >> Esplodo subito, e solo ora noto che Edward sembra appena... beh sembra che si sia appena alzato dal letto con ancora i postumi della sbronza.
<< Dicono, chi? >> Scrollo le spalle.
<< Tutti, penso. Sappi che se farai circolare o ingrandire la cosa, ti stacco le palle. >> Edward sgrana gli occhi e mi osserva mentre me ne vado.
 
<< Bella? >> Alzo gli occhi dal mio piatto e osservo mio padre. Sembra... imbarazzato.
<< Dimmi, papà. >> Charlie si raschia la gola.
<< Oggi... mentre ero al supermercato, ho sentito una cosa. >> Alzo gli occhi al cielo e lui si stoppa, guardandomi stranito.
<< Hai sentito di me e di Edward o del miracolo che sembra io abbia fatto per Rosalie? >> Chiedo esasperata. Charlie sembra voler ridere.
<< Ehm... entrambe, in effetti. Lo so che non sei abituata ai paesini, e soprattutto ancora non conosci le persone del posto ma... dicono il vero? >> Mi accascio sulla sedia.
<< Di Rosalie ed Emmett, sì. Almeno così pare, in realtà non so nemmeno cos’abbiano fatto o se si siano rivolti la parola. Per quanto riguarda me e Edward, puoi stare tranquillo, non è successo niente. Stava male, e gli sono stata accanto, niente di più, niente di meno. >> Charlie annuisce e sobbalza quando suonano alla porta.
Guardandomi di sfuggita, con la fronte aggrottata, va ad aprire.
<< Charlie! >> Sgrano gli occhi. Oh no! Mia madre! Ma non doveva arrivare la prossima settimana?
 
**
E dopo mesi, eccomi nuovamente qui! Un capitolo, decisamente, troppo pieno di cose. Spero non abbiate fatto casino e che vi sia tutto chiaro.
La madre di Bella è arrivata in anticipo. Emmett è abbastanza marginale, ma non per molto, ed Edward... sta iniziando ad emergere... in più! Eh sì, in più, Alice... piano piano sta prendendo forma e soprattutto sta crescendo l’amicizia tra lei e Bella ;)
Allora... vi saluto, spero di sentirci presto. Mi auguro che il capitolo vi sia piaciuto.
Jess. Jaste.
   
 
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