A
mia sorella che legge tutto ciò che scrivo
da quando ho iniato a buttare giu anche solo due righe.
Grazie El e Buon Compleanno!
Bianco.
È tutto ciò che vede, bianco e puzza di
disinfettante riempiono il corridoio e fanno torcere le labbra al
giovane.
Fissa insistentemente una porta, sempre bianca, è quello il
colore dominante in quel posto.
Bianco.
Sta seduto su di una sedia scomoda è aspetta.
Sono ore che aspetta.
Ad un tratto la porta si apre con un suono secco; suono che rimbomba
per il corridoio stranamente vuoto.
Camice bianco, mascherina penzolante da una mano, occhi stanchi e
sorriso accennato; dodici ore estenuanti.
« Ce la farà » Solo un sussurro flebile
esce dalle labbra della donna.
« Ce la farà » Ripete, quasi temesse che
il ragazzo non la senta.
Questi si alza e le lacrime sgorgano più forti di prima,
questa volta di sollievo.
« Ma non durerà a lungo »
L’entusiasmo si spegne così come era nato, la
speranza che provava fino ad un momento prima sparisce. Il corpo del
ragazzo i riempie solo di dolore.
Il “bip” regolare del cuore lo sta facendo
impazzire.
Gli occhi chiusi lo distruggono e fanno sgorgare altre lacrime dai suoi.
Il gocciolio della flebo sta facendo saltare i suoi nervi
già messi a dura prova da tutta la situazione
« Hyung » Le parole escono sotto forma di sussurro
flebile.
Fa intrecciare le sue mani con quelle del ragazzo immobile.
“Così fredde” Pensa “Non
dovrebbero essere così, eri sempre così
caldo”.
È il suo ultimo pensiero, poi poggia la testa sul suo torace
e si fa cullare dal movimento regolare dello sterno, l’ultima
cosa che vede prima di sprofondare in un sonno buio sono le labbra
piene e il tubicino fra di esse.
Il “Bip” quel giorno risulta meno fastidioso, anche
se non sa spiegarsi il perché è contento che sia
regolare e che riecheggi per la stanza asettica.
Gli occhi del ragazzo sul lettino si aprono lentamente.
« Hyung » Sussurra strozzato tra i singhiozzi, non
si è neanche accorto di aver iniziato a piangere.
« Sei ancora vivo! » Continua.
In risposta non riceve più di un assenso con il capo.
Il cuore gli sembra più leggero.
Almeno per ora.
Si tortura le mani, davanti a lui c’è un
infermiera, non è quella dell’altra volta, quella
dolce che gli ha detto che era andata bene l’operazione, no,
c’è un infermiera anziana davanti a lui; le rughe
gli circondano gli occhi piccoli e parzialmente nascosti dalle pesanti
lenti degli occhiali tondi, le labbra serrate in una linea sottile ed
ostile, stringe fra le mani rugose una busta: l’esito degli
esami.
« Morirà » Sentenzia
all’improvviso, la voce fredda e distaccata. Rabbrividisce e
sente le lacrime salirgli, ancora.
« è troppo esteso » Spiega brevemente
guardando l’orologio, si sente infastidito dal suo
comportamento menefreghista, offeso dalla noncuranza per la morte di un
paziente così giovane.
« Ma- » Cerca di protestare, una semplice richiesta
d’aiuto di un cuore in frantumi. La donna lo blocca.
« Morirà » Ripete categorica. Stringe i
pugni “è il suo mestiere” pensa
“deve dare le cattive notizie”.
« Non potete- » Continua, la donna assottiglia gli
occhi e stringe ancora le labbra.
« Si rassegni » Insiste, non gli lascia il tempo
per rispondere, gira i tacchi e se ne va, l’ultima cosa che
gli resta è il rimbombare delle pantofole ortopediche della
donna nel corridoio vuoto.
Quello a morire è lui, in quel momento.
Cede alla realtà della donna.
« Morirò vero? »
È un sussurro roco quello che gli arriva alle orecchie
mentre gioca con le dita fredde della mano dell’altro, alza
lo sguardo di colpo sul suo viso, nota gli occhi spenti e la pelle
scavata dalle occhiaie.
Il momento si avvicina e lui ha paura, forse anche più del
ragazzo malato.
« No » Mente, poco importa se non sa dire le bugie,
per lui farebbe tutto « Ovviamente no! »
Sa di essere poco credibile, nessuno crederebbe mai alla sua voce
tremula, ai suoi occhi lucidi e alle sue mani sudate; è
fatto così, non sa mentire. Infatti.
« Mi stai mentendo » Sussurra roco
l’altro ragazzo, un sorriso rassegnato sulle belle labbra.
« Non è vero! » Ancora una
bugia.
Entrambi vogliono crederci.
« Ti amo! » è un esclamazione
sussurrata dolcemente, un lieve respiro che gli scompiglia i capelli.
« Non me lo dire ora – sussurra a sua volta
dolcemente, accarezzando la gota scavata del compagno – me lo
dirai quando saremo fuori da qui » Sorride.
« Non uscirò vivo da qui » Risponde
scotendo piano la testa, per quanto i macchinari glielo permettano.
L’altro ragazzo sta per aprire la bocca per rispondergli
qualcosa come “Non dire stupidaggini, abbiamo tutta la vita
da percorrere” glielo può leggere negli occhi
stanchi, ma la porta si apre impedendo che un ennesima falsa speranza
riempia la stanza.
L’infermiera entra nella stanza, constata felicemente che non
è l’anziana fredda ma la ragazza che gli ha detto
dell’operazione.
« Tutto bene? » Sorride, i ragazzi
annuiscono.
La flebo viene cambiata.
« Ti amo anche io » Sussurra, ormai si è
rassegnato.
« Morirai » Lo informa, il naso punge e le lacrime
vogliono scendere.
« Lo so – risponde – me lo sentivo sai?
»
« Ti amo » Ripete, è importante che lui
lo sappia.
« Anche io »
Il “Bip” non è più regolare,
è formato da pause sempre più lunghe.
Gli occhi sono lucidi e la tristezza assale entrambi, la pelle
è sempre più fredda.
« Me ne sto andando » Sussurra flebilmente nel
freddo della stanza bianca, la luce del sole, che solitamente entrava
dalla finestra e riscaldava l’ambiente, quel giorno non
c’è, solo grigie nuvole e vento freddo.
« Lo vedo » Risponde debolmente, pregando al
contempo Dio di regalare loro più tempo e di far vivere loro
l’amore un attimo di più.
« Baciami » Ordina, l’ultimo ordine prima
dell’inevitabile.
Sfiora lievemente le sue labbra fredde, troppo fredde contro le sue
bollenti, le lacrime scendono e bagnano anche il viso del compagno e,
nonostante tutto, le sue labbra sanno ancora di vaniglia, il suo sapore
naturale.
« Ti amo Sehun » Ultimo sussurro e ultimo respiro.
Poi solo il suono regolare e spacca timpani del suo cuore ormai fermo.
Intreccia ancora le loro dita, piange silenziosamente e poggia la
fronte contro la sua.
« Anche io, JongIn. Ti amo tantissimo ».