Capitolo 3
Sana si
allontanò piano da
Heric, nascondendo con i lunghi capelli l’estremo rossore sul
viso. Lui non si
era ancora mosso. Rimase a guardarla, era sempre lei, la sua dolce,
pazza,
ingenua Sana. L’aveva amata da sempre, lei era la sua stessa
vita, lei riempiva
la sua insicurezza di calore e le sue giornata di allegria. Quel
piccolo
tornado di capelli rossi davanti a lui era la sola cosa sulla terra per
cui
voleva esistere. Non le aveva mai detto queste cose.
“Vorrei che
sapessi una
cosa” iniziò a parlare Sana senza alzare il viso
“non sono tornata per
rovinarti la vita. Da quel che ho capito la ragazza
dell’altra sera non è molto
importante per te, ma immagino che avrai altri progetti, altri sogni da
realizzare ora. Quindi non voglio avere la parte del fantasma risorto
dal
passato e tornato per avere vendetta”
“Tu guardi troppi
film
dell’orrore” esclamò Heric con aria
perplessa “non mi sembri un fantasma. E poi
per quel che riguarda il tornare dal passato non considerarlo un
problema,
tanto non sei mai sparita dal mio presente in questi anni”
ammise poi
desiderando sprofondare per la vergogna “ora sei qui, davanti
a me e davvero
non so più cosa pensare”
“Io ho smesso di
pensare da
tanto tempo” disse Sana abbozzando un mezzo sorriso
“ero là a Londra e ogni
volta che chiudevo gli occhi vedevo te, se ridevo mi dicevo che quella
battuta
avrebbe fatto ridere anche te, quando recitavo ti immaginavo
là seduto fra il
pubblico per dare il meglio di me stessa solo per te. Sono stata a due
passi
dalla pazzia così tante volte che credo di esserlo diventata
senza neppure
accorgermene” concluse tutto d’un fiato la ragazza
gesticolando con foga.
“Certo che siamo
proprio
due allocchi eh?” borbottò sarcastico Heric,
mentre dentro di lui qualcosa
tornava a galla. Erano rimasti assopiti tanto tempo e ora si stavano
risvegliando: amore, sorrisi, spensieratezza, tutte cose che era
riuscito a
conoscere solo grazie a Sana, e che senza di lei tornavano a riposo in
un
cantuccio ben nascosto del suo cuore.
“Già,
dei veri sciocchi”
bisbigliò Sana mentre un dolce sorriso le sfuggiva dalle
labbra.
Il suo viso sorridente gli
era mancato troppo perché Heric potesse trattenersi ancora.
Abbracciò con
quanta forza aveva quella piccola figurina che aveva davanti. Sapeva
che non le
avrebbe fatto male, lei era forte a dispetto delle apparenze. Forte
abbastanza
per riportarlo alla luce dall’oblio mille e ancora mille
volte. Sapeva però che
anche un vulcano come lei a volte piange, e lui è il solo
capace di farle
tornare quel bel sorriso sulle labbra.
La foschia mattutina era
sparita, spazzata via da un dispettoso vento fresco di rugiada.
Svicolava
svelto sulle cose, si era fermato solo un istante sulle guance di Sana,
per
assaggiare il sapore salato delle lacrime sulla pelle piegata da un
sorriso.
Era stato solo un attimo poi il vento aveva proseguito la sua corsa,
testimone
inconsapevole di un amore infinito.
“Resta. Resta qui
con me”
disse Eric sfiorando con le sue labbra il collo nudo di Sana.
“Sempre”
rispose lei
affondando il viso ancora di più nell’incavo della
sua spalla. Avrebbe voluto
urlare, saltare, cantare, fare di tutto mentre l’unica cosa
che riusciva a fare
era aggrapparsi ancora di più a Heric. Però
c’era una cosa che doveva assolutamente
fare. Sentì Heric alzare la testa e un attimo dopo lo stava
baciando. Come
avrebbe voluto fare ogni minuto nei due anni lontani, come avrebbe
dovuto fare
il giorno prima della sua partenza. Ora però il passato non
contava più, c’era
il presente, loro due, e ancora più importante un futuro
insieme.
Allacciò le
braccia al suo
collo e continuò a baciarlo finché non senti i
polmoni chiedere disperatamente
più aria. Ma non poteva smettere. Si rendeva conto solo ora
che per lei
baciarlo era impellente e indispensabile. E non era la lontananza a
farle
provare queste cose, era il suo stesso essere che chiedeva lui in ogni
momento,
anche quando lo aveva accanto.
“Vieni voglio
farti vedere
una cosa” disse Heric staccandosi a malincuore da Sana. Lei
lo guardò curiosa e
con le guance rosse come pomodori. Quanto era bella. Avrebbe continuato
a
tenerla stretta e a baciarla tutto il giorno ma il loro rapporto non
era mai
stato solo quello. Lei era anche la sua più cara amica e
erano mesi che voleva
condividere con qualcuno il suo nuovo progetto. Le afferrò
la mano e cominciò a
camminare spedito. Dopo una decina di minuti e parecchie svolte Heric
si bloccò
davanti a un portone vecchio e un po’ arrugginito.
“Che te ne
pare?” chiese
con una punta d’orgoglio.
“Bhe…
è un garage?” azzardò
titubante Sana.
“Questa
sarà la mia scuola
di karate” esclamò il ragazzo senza riuscire a
nascondere un sorriso.
“Cosa?”
domandò Sana
saltellando per la curiosità.
“Vieni”
disse Eric aprendo
il cigolante portone “sai sei la prima persona che entra qui,
a parte me e il
mio vecchio insegnate di karate. Abbiamo deciso di aprire
un’altra sede della
scuola in una zona diversa della città e qui
insegnerò io”
“È
fantastico Eric! Quando
inizieranno i lavori?” chiese Sana mentre gironzolava per lo
stabilimento
vuoto. Era piuttosto spazioso e areato: ne sarebbe uscita una palestra
perfetta.
“La prossima
settimana. Ho
già iniziato a dare una pulita però. Dovevi
vedere come era ridotto prima. Sto
anche cercando un appartamento qui vicino”
Sana si voltò
verso Eric
sorridendo felice.
“Smettila di fare
quella
faccia!” esclamò il ragazzo voltandole le spalle.
“Sei proprio
preso da
questo progetto e sono tanto felice per te! Diventi tanto carino quando
ti
metti in testa una cosa” continuò lei canzonandolo
per farlo arrabbiare. Sapeva
che i complimenti lo mettevano in imbarazzo, e proprio non riusciva a
trattenersi dal punzecchiarlo.
“Carino come te
con quelle
pantofole!” contrattaccò Heric indicando le
ciabatte a mucca.
“Sono bellissime,
guai a te
se le prendi in giro!” esclamò minacciosa Sana
puntando un dito verso Eric.
“Altrimenti?”
chiese lui
con un mezzo sorriso prima di baciarla a tradimento. Niente non ci
riusciva a
non baciarla, ma alla fine chissenefrega.
“Insomma devi
andare
dritto, non è molto complicato!”
esclamò Heric esasperato.
“E che cosa
starei facendo
secondo te?” gridò Sana con le fiamme negli occhi.
“Mi fai buttare i
soldi per
niente, ecco cosa fai” disse il ragazzo prima di scansare
Sana e prenderle in
mano la levetta del gioco.
Terence guardò
rassegnato
la coppia di amici torturare la povera macchina. Era circa mezzora che
i due
tentavano di prendere un peluche da una di quelle macchine mangia-soldi
con le
tenaglie giganti che puntualmente lasciavano cadere il pupazzo troppo
pesante
per la loro leggera presa.
Sana si girò
stizzita,
brontolando qualcosa tipo ‘brutto antipatico’ e
‘musone manesco’. Finché non
sentì qualcosa di morbido picchiarle sulla testa. Voltandosi
si trovò davanti
il faccione di un tenero elefante.
“Solo
fortuna” bisbigliò
seccata, prendendo comunque il peluche e accarezzandone il morbido pelo.
“Dì
pure che sei una
schiappa” rispose altezzoso Heric.
“Ma come ti
permetti! Se tu
non mi avessi continuamente distratta lo avrei preso anche io un
pupazzo”
“Ma se stavi
facendo le
ragnatele davanti alla macchinetta!”
“Zitto!”
esclamò Sana
colpendolo con la proboscide dell’elefante.
“Ma
guardali” disse Alissia
“litigano come cane e gatto e si tengono per mano!”
“Non cambieranno
mai. Per
fortuna!” le rispose Terence mentre seguivano il gruppo.
“Ehi
Heric?” disse Sana
interrompendo una frase alterata del ragazzo.
“Grazie per il
peluche”
sussurrò contenta. Gli afferrò la maglietta
trascinandolo alla sua altezza e lo
baciò con un sorriso.
“Tanto resti una
frana” bisbigliò
cantilenando Heric sulle labbra rosse di Sana.
“Maleducato”
esclamò Sana
prima di colpirlo ancora con l’elefante.
Fine
Per prima cosa desidero
ringraziare tutti coloro che hanno letto e seguito questa breve storia,
spero
di avervi regalato un bel racconto.
Lasciate un commento, mi
farebbe tanto piacere sapere cosa pensate della storia!
Un grande saluto a tutti e
mille baci.
Un ringraziamento
specialissimo va a miolety, wrong girl, neptune 87, HollyShort91,
ryanforever e
totta91 per le recensioni. Non sapete quanto mi fa felice sapere che la
mia
storia vi piace. Spero che il capitolo concusivo non vi deluda! Fatemi
sapere
ci tengo tanto. Un bacione a tutti!
|