Cap.9
Pov. Nina
Per tutta la strada non ruscii a pronunciare una sola parola, era come
se la mia mente si fosse fermata nell'istante in cui avevo visto il
servizio al telegiornale che parlava di Ian.
"Andrà tutto bene, vedrai" la voce di Paul era salda, ma
conoscendolo bene potevo percepire la sua preoccupazione
Non risposi, perchè non sapevo se sarebbe veramente andato
tutto bene.
Non appena arrivammo nel parcheggio dell'ospedale, scesi al volo senza
nemmeno dare il tempo al mio amico di parcheggiare.
"Nina!" urlò
"Ci vediamo dentro" mi limitai a dire e corsi verso la porta d'entrata.
Come potevo prevedere, l'ingresso era accerchiato dai giornalisti che
mi corsero subito incontro.
"Signorina Dobrev ha qualche dichiarazione da fare?"
"Nina pensi che Ian si salverà?"
"Era con lui al momento dell'incidente"
"Nina ma allora state ancora insieme?"
Abbassai lo sguardo in silenzio, cercando di farmi spazio fra la
folla e finalmente riuscii ad entrare.
Mi guardai intorno spaesata, nella speranza di vedere qualche volto
familiare, ma non riuscii ad identificare nessuno della famiglia di Ian.
Fermai la prima infermiera che mi passò vicino per chiederle
informazioni.
"Mi può dire come sta Ian, Ian Somerhalder" dissi in preda
al panico "l'hanno ricoverato qui d'urgenza" aggiunsi
Lei guardò fra le sue cartelle poi posò il suo
sguardo su di me
"Mi scusi lei è un familiare?" chiese
"No, io.."
"Lei è la sua fidanzata" la voce di Paul arrivò
dietro le mie spalle "e io sono il fratello" aggiunse
Per un attimo mi venne da sorridere, poi però l'angoscia
riprese il sopravvento.
L'infermera non chiese altro, forse perchè Paul era stato
alquanto convincente, e ci accompagnò in un'altra ala
dell'ospedale.
Da lontano riconobbi Edna che mi corse immediatamente incontro,
buttandomi le braccia al collo.
"Oh Nina, Nina" pronunciò il mio nome fra le lacrime
La strinsi forte immaginando di abbracciare suo figlio.
"Lui dov'è?" chiesi singhiozzando
Lei abbasso lo sguardo e scosse la testa e per un istante il
mio cuore si fermò
"Edna lui dov'è?" questa volta urlai e tutti intorno a me si
voltarono a guardarmi
"E' in sala operatoria, ha un grosso trauma cranico, le sue condizioni
sono critiche" non riuscì a terminare la frase travolta
dalle lacrime
Tutto intorno a me iniziò a ruotare vorticosamente, e se non
fosse stato per le braccia di Paul che mi presero sarei caduta a terra.
"Smolder è forte, ok? Non andrà da nessuna parte,
devi crederci Nina, come ci credo io"
Le sue parole mi suonavano lontane, quasi impercettibili, mi sentivo in
un incubo, da cui non riuscivo a svegliarmi. Dentro di me speravo che
prima o poi avrei aperto gli occhi, e avrei trovato accanto a me Ian
che mi sorrideva, come solo lui sapeva fare.
Invece i miei occhi si chiusero.
"Tesoro come stai?
Le mani di Robyn, la sorella di Ian, mi accarezzarono la
testa.
Aprii gli occhi a fatica, poi mi guardai intorno e vidi lei e Paul
seduti accanto al letto in cui ero distesa.
"Cos'è successo?" chiesi spaesata
"Hai perso conoscenza, ma sta tranquilla, è tutto ok" Robyn
sorrise dolcemente, e in quel sorriso ritrovai quello di suo fratello
Mi tirai su di colpo.
"Lui è uscito dalla sala operatoria?" chiesi
"No, non ancora" mi rispose abbassando la testa
Sospirai profondamente, mentre gli altri restarono in silenzio.
"Nina ti devo dire una cosa" mi disse Robyn appoggiando la mano sulla
mia
"Che cosa? Riguarda Ian?" domandai preoccupata
"Si riguarda lui, ma anche te"
"Ragazze io esco qua fuori" disse Paul intuendo che il discorso fosse
privato
Restai in silenzio in attesa che Rob parlasse.
"Sai, ieri notte Ian è stato da me" disse "sai lui si
è sempre confidato molto con me, molto più che
con madre" sorrise emozionata
Rimasi in silenzio ad ascoltare ciò che aveva da dirmi.
"Non l'ho mai visto come ieri sera, era perso, in balia dei suoi
pensieri, bloccato fra ciò che gli diceva il cuore, e
ciò che invece gli consigliava di fare la testa"
Mi limitai ad annuire, perchè sapevo a cosa si riferiva.
"Abbiamo parlato tutta la notte, di te, di voi due, ma soprattutto di
quanto ti ama"
I miei occhi si riempirono di lacrime.
"Sai, quest'estate l'hai ferito molto, o meglio hai deluso le sue
aspettative" si fermò un attimo ad osservarmi, poi
continuò.
"Lo sai meglio di me che la vostra non è una storia come le
altre, la vostra è LA storia per eccellenza. Siete stati
travolti da un amore che è quasi difficile da spiegare a
parole. Un amore talmente grande che per la prima volta ha fatto venir
voglia a Ian di fare dei progetti" sorrise "progetti grandi, progetti
di un uomo adulto, che però non tenevano conto del parere
della sua ragazza poco più che ventenne"
"Tu pensi che io abbia rifiutato la proposta di matrimonio di Ian
perchè sono troppo piccola?" le chiesi guardandola fissa
negli occhi
"Penso che il matrimonio faccia paura a tutti, e non perchè
è un grosso impegno, non perchè si pronuncia la
parola -per sempre-" indugiò per qualche istante "fa paura
perchè è un salto nel vuoto" concluse
"Non è così Robyn" mi tirai su dal letto
"c'è un motivo se non ho voluto sposare Ian, e pensavo che
lui avrebbe capito, perchè ha vissuto la stessa situazione"
La sorella di Ian mi guardò perplessa, senza capire a cosa
mi riferissi
"I miei genitori hanno divorziato quando ero piccola, purtroppo non
piccola abbastanza da dimenticare. Ricordo tutto, ricordo le loro
litigate, o le sere in cui mia madre mi metteva a letto presto
perchè lei e papà dovevano parlare, e invece li
sentivo gridare senza sosta" presi un respiro.
"Ogni santissimo giorno prendevo di nascosto l'album dei ricordi in
camera di mia madre, e lo osservavo attentamente, sfogliavo ogni
pagina, accarezzando ogni singola foto in cui comparivano i miei
genitori" i miei occhi si riempirono di lacrime "Erano felici, i loro
sorrisi trasmettevano l'amore puro, e più guardavo quelle
foto e più non capivo" i miei pugni si strinsero
nervosamente e Robyn mi prese una mano fra le sue
"Nina" sussurrò dispiaciuta
"Quando sono diventata più grande un giorno ho fatto una
domanda a mia madre... -tu e papà vi siete mai amati?- in
realtà sapevo la risposta, ma volevo sentirla da lei; volevo
sapere cos'era successo, e perchè non avevo mai visto dal
vivo quegli sguardi felici che mi regalavano le foto."
"Lei cosa ti ha risposto?" mi chiese
"Si mise a piangere, ma non disse nulla" sospirai "Poi l'anno scorso
Ian venne a cena a casa di mia madre, avevamo trascorso una serata
serena, poi lui andò via e io decisi di rimanere la a
dormire. Prima di metterci a letto mia madre mi guardò e mi
disse -Pensavo che un'amore come il vostro esistesse solo nei libri, e
invece a quanto pare esiste anche nella realtà. Preservalo
Nina, non buttare un bene così prezioso, curalo come il
fiore più delicato, non fare l'errore che io e tuo padre
abbiamo fatto-"
"Non penso che tua madre intendesse di non sposarvi"
"Lo so, sono io che l'ho interpretata così, e forse ho fatto
bene. Io e Ian non avevamo problemi, e ora guarda, solo a parlare di
matrimonio è successo un disastro"
"Non tutte le coppie di sfasciano, sbagli se pensi così,
sbagli se non credi che il vostro amore sia più forte di
tutto"
"Io... io ho solo paura" abbassai lo sguardo
"Di cosa? Di perderlo?" chiese lei
"Forse l'ho già perso" sussurrai
"Sai dov'era mio fratello quando l'auto l'ha investito? Lo sai dov'era
Nina?" la voce di Robyn divenne più accesa
Scossi la testa.
"Era sotto casa tua, era venuto a dirti che non gli interessava
più sposarsi, che non aveva senso vivere una vita senza di
te, che fra sposare una donna qualsiasi e convivere con te, avrebbe
scelto tutta la vita te, Nina"
Persi il respiro per qualche istante. Le parole di Robyn rimbombarono
nella mia testa. Ian sotto casa mia. Ian investito da un auto pirata.
"Io..."
"Devi smetterla di avere paura tesoro, le cose brutte accadono, i
matrimoni finiscono, e le macchine guidate da gente ubriaca investono
le persone" sorrise amaramente "ma non per questo la gente non esce
più di casa, non si sposa più, o peggio ancora
smette di vivere. La vita è una roulette, tu quando pensi di
iniziare a giocare la tua partita?"
Rimasi in silenzio a riflettere alle sue parole, come si faceva a
diventare così saggi? Ma soprattutto come si riusciva a
smettere di avere paura?
"Ragazze" Paul entrò dalla porta facendoci voltare verso di
lui
"Ian è uscito dalla sala operatoria ma..." aggiunse
"Ma cosa? Dov'è?" scattammo in piedi entrambe
"La situazione è ancora critica. L'hanno messo in terapia
intensiva, è troppo debole per affrontare un altro
intervento adesso, il suo cuore potrebbe cedere"
Mi portai una mano alla bocca per bloccare l'urlo di dolore che voleva
uscire dalla mia gola.
Corsi via dalla stanza cercando un dottore.
"Devo vederlo, lei me lo deve far vedere" urlai ad un medico
"Signorina, non.."
"No, lei non capisce, io devo parlare con lui"
"Ma è sedato, non può sentirla, la prego, si
calmi" cercò di prendermi per un braccio ma io mi scansai
"Ho bisogno solo di un minuto, la prego, se dovesse succedergli
qualcosa non potrei mai perdonarmelo" le lacrime iniziarono a scendere
copiose
Il medico sospirò profondamente.
"UN minuto" disse
"Grazie, grazie" lo abbraccia senza pensarci un attimo
"Venga con me" aggiunse
Lo seguii in silenzio fino all'ultima stanza del corridoio.
"Entri, ma mi raccomando, non può stare molto"
Annuii e senza aggiungere altro entrai nella stanza.
Subito il cuore mi si fermò non appena vidi l'uomo della mia
vita intubato e attaccato ai macchinari che lo aiutavano a respirare.
"Amore mio" sussurrai avvicinandomi al suo letto.
Gli sfiorai dolcemente il viso con le dita, e mi avvicinai
delicatamente posandogli le labbra sulla fronte.
"Ho sbagliato tutto amore" dissi ricominciando a piangere
"Ho rifiutato di sposarti nella paura che il matrimonio ci facesse
perdere, non rendendomi conto che ci sono altre mille cose che possono
portarti via da me"
"Tu devi vivere" appoggiai la testa sul suo petto delicatamente
cercando un po' del suo profumo
In quel momento il dottore bussò alla vetrata della stanza
facendomi segno di uscire.
Accarezzai la guancia di Ian "La prossima volta che ti vedo, devi
essere sveglio, hai capito Smolder?" dissi amaramente posandomi su di
lui per dargli un ultimo bacio sulla fronte "Abbiamo un matrimonio da
preparare"
Trascosi la notte in ospedale insieme a Paul e alla famiglia di Ian.
Le riprese di The vampire diaries erano state interrotte fino a data da
destinarsi, ma quello era l'ultimo dei miei pensieri.
Dopo aver atteso inutilmente degli aggiornamenti sulle condizioni del
mio uomo, alle prime ore dell'alba mi addormentai sfinita sulla spalla
di Paul.
"Nina svegliati" mi sentii scuotere poco dopo
"Che è successo?" balzai subito in piedi
"Hanno riportato Ian in sala operatoria" mi informò Paul
"Bene" dissi poco convinta ma il mio amico rimase in silenzio
"Paul andrà tutto bene, ora lo so, ora ci credo" dissi
stringendogli la mano
"Cosa te lo fa pensare?" chiese lui con lo sguardo basso
"Non perderò l'uomo della mia vita per colpa di una stupida
macchina, se il destino voleva farmi capire qualcosa, beh
c'è riuscito" poi rivolsi lo sguardo al cielo "Hai capito?
Lo devi lasciare qua con me perchè ho imparato la lezione;
sono piccola, ho ancora molte cose da imparare e so che è
solo lui che può insegnarmi come essere una donna migliore"
una lacrima mi rigò il volto e Paul strinse la mia mano
più forte.
"Come si fa a non ascoltare un appello così" sorrise e io
tornai ad appoggiare la testa sulla sua spalla.
Il tempo sembrava non passare mai, continuavo a guardare l'orologio che
segnava i minuti trascorsi da quando Ian era entrato in sala
operatoria. Quante ore erano passate? Una, forse due, ma nessuno usciva
a darci notizie.
"E' una cosa buona, vuol dire che l'intervento sta andando bene" disse
la madre di Ian cercando di essere positiva
In quel momento il dottore uscì dalla sala operatoria e si
incamminò verso di noi.
Subiito tutti scattammo in piedi.
"Allora dottore, come sta?" chiese Robyn
Lui indugiò per qualche istante poi sorrise "L'intervento
è andato bene, l'ematoma si è assorbito e non
sembrano esserci danni cerebrali"
"O mio Dio" mi portai le mani al volto e iniziai a piangere lacrime di
gioia.
"Ovviamente ora dobbiamo aspettare che si svegli" disse
"Si sveglierà" dissi e abbracciai Edna con tutta la forza
che avevo.
Trascorse un'ora prima che un'infermiera venisse da noi per dirci che
Ian aveva aperto gli occhi.
Nonostante la voglia di correre da lui fosse indescrivibile lasciai
andare avanti la sua famiglia.
Sentii dal corridio le lacrime di gioia che provenivano dalla camera di
Ian, e inevitabilmente ricominciai a piangere anch'io.
"Forza vai" mi disse Paul che era rimasto accanto a me.
"E' giusto che se lo godano un po' loro" sorrisi
"Se conosco bene il mio amico andesso vorrebbe vedere te" mi
posò una mano sulla gamba e a quel punto mi alzai
"Vado?" lo guardai in cerca di conferme
"Ancora qua sei?"
Corsi verso la stanza di Ian e mi fermai sulla porta.
Mi soffermai a guardarlo da lontano, il viso provato, ma il sorriso
luminoso che lo contraddistingueva, e gli occhi, i suoi occhi blu che
potevano illuminare anche le stanze più buie.
Finalmente guardò verso la porta e i nostri sguardi si
incastonarono. Sorrisi emozionata.
"Ciao" sussurrò
La sua famiglia si voltò verso di me, e dopo essersi
lanciati uno sguardo complice si alzarono tutti insieme.
"Vi lasciamo un po' soli" disse Robyn passandomi accanto "Mi
raccomando" sussurrò ancora
Mi avvicinai cautamente al suo letto e lui mi fece cenno di sedermi.
"Ci hai fatto prendere un bello spavento" dissi
"Lo so" sorrise
Abbassai lo sguardo, decisamente provata dalle emozioni di quella
giornata.
Sentii la sua mano posarsi sotto il mio mento, per farmi alzare lo
sguardo su di lui.
Subito il mio corpo fu percorso da un brivido.
I nostri occhi si unirono nuovamente in un istante che
sembrò infinito.
"Ti amo" sussurrai
"Lo so" sorrise
"E non voglio passare nemmeno un altro giorno senza essere tua moglie"
dissi tutto d'un fiato
Ian sbarrò gli occhi perplesso
"Non ho capito bene che hai detto"
"Che io, Nikolina Kostantinova Dobreva sarei onorata di diventare la
signora Somerhalder" sorrisi tremendamente imbarazzata
Lui mi tirò verso di lui, facendo combaciare le nostre
labbra, e io automaticamente chiusi gli occhi.
"Non ha più importanza" disse scostandosi leggermente
"Non lo faccio per te, lo faccio per me" dissi spiazzandolo
"Per te?" arricciò il naso
"Non voglio sposarti perchè ho avuto paura che morissi, o
forse in parte si, ma soprattutto è perchè ho
capito, e perchè una persona saggia mi ha detto che la gente
non smette di vivere solo per paura di morire"
"E chi sarebbe questa persona saggia?" Ian mi portò una
ciocca di capelli dietro l'orecchio
"Non puoi sapere tutto" sorrisi e questa volta lo baciai io, dolcemente
per paura di fargli male, ma con tutto l'amore che avevo per fargli
capire che lui era ciò che volevo, ora e sempre.
Epilogo
Sei mesi dopo
"E con il potere conferitomi vi dichiaro marito e moglie,
può baciare la sposa"
Le mani di Ian mi spostarono il velo dal viso, e le sue labbra si
impossessarono delle mie, sotto l'applauso dei presenti.
"Quanto me l'hai fatto penare questo bacio" disse
"Ma se passiamo le nostre giornate a baciarci" risi
"Intendevo quanto mi hai fatto desiderare le labbra della signora
Somerhalder?!" mi fisso dritto negli occhi, con quello sguardo che
aveva la capacità di spogliarmi l'anima.
"Ora tutte quelle paure sembrano così stupide" dissi
"Inutili? Guarda che il mio avvocato ha già preparato le
carte del divorzio" rise
"Hey" gli diedi un leggero colpo sul braccio
"Ecco, sui motivi del divorzio scriverò -mia moglie mi
picchia-"
"Ma la vuoi smettere" e iniziai a ridere di gusto
"Amore?" disse serio e io lo guardai preoccupata
"Si?"
"Ti amo" sussurrò
"Lo so".
Fine
Si lo so, non vi
appettavate il finale in questo capitolo, ma nonostante questo spero di
non aver deluso le vostre aspettative.
C'ho pensato
molto, come vi ho detto la volta scorsa di tempo per scrivere ne ho
poco, inoltre, lo devo ammettere, non ero più ispirata da
questa storia, non dico che scrivevo per dovere, però non
avevo più l'entusiasmo dell'inizio, e piuttosto che rovinare
questa fanfiction facendola diventare inutile e noiosa ho preferito
prendere la decisione di terminarla qua.
Vi ringrazio per
l'affetto di questi mesi, siete state meravigliose, con i vostri
commenti dolcissimi mi avete spronato a migliorarmi per regalarvi dei
capitoli diciamo carini e, spero davvero che possa restarvi un bel
ricordo di questa fanfiction.
Non so se i Nian
torneranno mai insieme, ma so che voi, come me, ci spererete sempre e
chissà, magari un giorno capiranno che un amore bello come
il loro non può essere buttato via.
Io vi saluto,
spero che tornerete a trovarmi nelle prossime storie che
pubblicherò, sicuramente prima o poi mi rimetterò
a scrivere qualcosa ^^
Grazie ancora
Key
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