II
capitolo.
Il
cadavere nei boschi fu solo il primo trovato grazie alle urla
di Lydia. Corpo dopo corpo, sembrava che qualcuno, qualcosa,
stesse cercando determinate vittime che ad occhi ingenui
non avrebbero mai potuto trovare un collegamento. Occhi come quelli
dello
sceriffo, non di quelli dei quattro che ormai perdevano troppe ore di
sonno la
notte e che cercavano di recuperare a lezione, magari con la testa
sull’ultimo
banco, magari nascosti dal libro o dalle spalle del compagno seduto
davanti.
Andava avanti da un mese quella storia ormai ma si erano
abituati presto; cercavano piste in casa Argent perché
Allison sapeva che il
padre – come lei – nascondeva qualcosa tra quelle
mura. Dovevo esserci uno
schema già fatto, una spiegazione, qualsiasi cosa per
giustificare tutte quelle
vittime. E più tempo passava a rovistare nei momenti in cui
il genitore non era
in casa, più riusciva a sfiorare le mani della rossa.
Le prime volte che le sfiorava i mignoli o le braccia o
semplicemente si ritrovavano troppo vicine, sembrava sempre molto
casuale, a
seguirle c’erano gli occhi innamorati di Stiles e quelli
sconsolati di Scott e
la mora non voleva dare nell’occhio. Sentiva i brividi
però a quel contatto
furtivo, a quei sorrisi gentili scambiati dopo ore di ricerche in
quella casa
che ormai tutti e quattro conoscevano a
menadito; quando si ritrovava gli occhi verdi e grandi di
Lydia su di sé.
Avrebbe voluto andare oltre. Si sarebbe accontentata di
pacche sulle spalle, di abbracci; era chiedere troppo che le braccia
della
rossa le avvolgessero la vita da dietro, che le scostasse i capelli con
il
naso, che le sue labbra si posassero sul suo collo esposto. Sapeva che
le sue
erano mere illusioni, sogni infranti di una povera ragazza che si era
accorta
di essersi innamorata della persona sbagliata ma che trovava
dannatamente
giusta.
A
lezione avevano iniziato un libro di quelli che porta un
sacco di spunti filosofici, su cosa comporta una determinata scelta,
sul perché
la si fa. Su cosa e giusto è sbagliato e stranamente,
Allison, era attenta
stavolta, seppur con gli occhi rossi e stanchi, era attiva, troppo
impegnata a
capire come ogni minimo bivio potesse cambiare il protagonista. Ma fu
altro a
svegliarla completamente, la domanda del professore; la risposta di
Lydia.
“Secondo voi c’è un Dio che ci muove
come pedine? Una
persona talmente onnisciente da sapere cosa sia giusto e sbagliato
nelle loro
definizioni pure?”
“No, non esiste. Né la
persona, né le loro
definizioni. E’ una cosa innata, punto. Per quanto i
genitori, gli insegnanti,
i religiosi persino, vogliano inculcarci determinate regole, alla fine
siamo
sempre noi con il nostro libero arbitrio a scegliere cosa lo sia, no?
Da
piccoli ci dicono che un sacco di cose sono sbagliate e da grandi ci
accorgiamo
che alla fine erano tutte squallide bugie. ‘È
sbagliato stare svegli fino a
tardi’ e poi ci lasciano uscire fino a notte fonda da
adolescenti, scoprendo
che le cose migliori accadono proprio durante quelle notti;
‘è sbagliato stare
sotto la pioggia senza ombrello’ e poi invece
l’acqua che dal cielo scivola via
lungo il tuo corpo, certi giorni, è l’unico modo
per lavare via ogni cosa, per
sanare ogni ferita; ‘se
fai questo ti
fai male’ e poi ci mettono il sale nelle ferite:
‘per rimarginarsi prima’, ti
dicono ma nessuno ti avverte prima del dolore che farà,
quasi quanto un taglio;
quasi più del dolore stesso.
Quindi no, nessuno può dirci cosa sia giusto o
sbagliato. Lo dobbiamo imparare da soli, fare le nostre esperienze,
apprendere
ogni più piccolo dettaglio da come ci fa sentire una
determinata cosa. Bisogna
vivere senza rimpianti, senza rimorsi. I latini dicevano
‘carpe diem’, cogli l’attimo,
ma in realtà quanti di noi vivono davvero. Quanti di noi
possono affermare di
essere vivi. Vivi, non esistenti. Esistenti è respirare,
camminare, svegliarsi
ogni giorno, pensare persino. Vivere.. vivere è
un’altra cosa. Vivere è gioire
per il vento che ti sferza la faccia quanto sei in moto, è
ridere a crepapelle
a notte fonda fregandotene della gente che puoi svegliare, vivere
è gridare dal
centro del mondo e sentirti pieno. Ecco, pieni. Ci sentiamo
pieni?”
Tutti adesso guardavano la rossa che aveva continuato
a parlare, quasi annoiata all’inizio perché per
lei tutto il suo discorso era
logico, non c’entrava nulla la scienza, la religione,
l’insegnamento; era pura
e semplice logica, il problema è che per trovarla bisognava
riflettere e sapeva
che molti dei suoi coetanei non si fermavano a farlo. Che spreco.
Il professore probabilmente le avrebbe fatto cambiare
idea, ci avrebbe provato al meno, ma la campanella era suonata e lei
era uscita
dalla classe con una luce diversa negli occhi. Allison non
riuscì a non
seguirla velocemente perché quelle parole
l’avevano toccata.
Era come quando ci si chiedeva ‘e se..’ il mondo
finisse tra un’ora, quanti cellulari squillerebbero tra
chiamate, messaggi,
qualsiasi cosa pur di tirare fuori parole mai dette senza la
benché minima possibilità
di riuscire a vedere lo svolgimento in caso di risposte affermative a
tante
dichiarazioni che per vergogna, per paura, rimanevano sospese nelle
menti di
persone che preferivano esistere piuttosto che vivere. Piuttosto che
sentirsi
pieni.
La mora voleva sentirsi piena, non voleva aspettare la
fine del mondo, la fine di una qualsiasi cosa prima di riuscire a
parlare con
Lydia. Liquidò così Scott e Stiles per quel
pomeriggio e invitò invece proprio
la rossa da lei. Per studiare, aveva detto; ‘non ho capito un
passaggio di
matematica’ si era giustificata. Eppure con l’amica
non aveva mai bisogno di
spiegazioni, si capivano al volo anche solo con le virgole o con quei
maledetti
puntini e le orride faccine.
I
libri aperti sulla scrivania erano solo scena, avrebbero
dovuto davvero studiare eppure nessuna delle due aveva voglia
soprattutto dopo
che Lydia aveva capito che Allison non aveva bisogno di alcun ripasso o
spiegazione.
“E’
da qualche tempo che sei strana, si può sapere che
hai? Non parli più neanche di Scott o di
nessun’altra persona! Eppure..”
“Eppure
cosa..? Lydia dai, il mondo non gira sempre
intorno agli altri, no? Ti ho sempre detto che mi piace essere
indipendente;
non voglio essere un’altra di quelle stupide ragazzine che
fanno del loro mondo
una persona che alla fine le farà soffrire.”
Aveva parlato troppo
però perché Lydia era stata una
di quelle stupide ragazzine, come le aveva chiamate lei.
“Io.. non
volevo.. Ly non intendevo, lo sai che non mi
riferi-“
“A me? A me
che ho passato l’estate a non pensare a
Jackson? O a me che ho preferito colmare il dolore, la perdita con
altri occhi
e altre labbra quando sapevo che nessuno sarebbe stato al pari di chi
davvero
avrei voluto. E tutto lo sai a che gira: giusto o sbagliato.
Divertente, vero?”
“Che vuoi
dire?”
“Che sono io
la prima a non vivere pienamente. Non ne voglio parlare. Usciamo
dai, ho bisogno di scarpe. Magari anche un rossetto, il mio sta
finendo.”
Non le dava quasi
nulla sui nervi quando si trattava
della ragazza con la carnagione color avorio, ma in quel momento non
riusciva
più a contenere la frustrazione e la rabbia nel sentirsi
dire cos’era giusto o
sbagliato.
“Basta!
Niente rossetto, scarpe, negozi o.. niente
Lydia. Stop. Viviamo pienamente, perché neanche io lo faccio
e.. adesso potrai
anche allontanarmi o non lo so, ma l’hai detto, non si vive
di rimpianti o
rimorsi, quindi…”
Prese il volto
dell’amica tra le mani e premette le
sue labbra contro quelle dell’altra, non con violenza come
avrebbe potuto fare
visto il suo stato d’animo, ma con
dolcezza. Amore.
Non si aspettava
niente, neanche che la rossa
ricambiasse il bacio, neanche che a quel primo contatto ne seguisse un
altro e
un altro ancora, sul collo; che le mani iniziassero a vagare, che i
vestiti
iniziassero a cadere, che le gambe si intrecciassero nel suo letto
mentre
piccoli sospiri e gemiti uscivano da quelle labbra che poco prima erano
incatenate.
Ma come si era detto,
i libri erano sulla scrivania
solo per fare scena, da contorno.
GirlOnFire’s
Notes.
Rileggendo
il primo capitolo, capisco perché non ha avuto molto
successo,
ma spero che il secondo sia valsa la pena di spendere qualche minuto a
leggere;
la pena di aver aspettato per la fine.
E’ una coppia insolita questa, almeno per me che sono
Scallison convinta e
shippo Stydia [seconda alla Sterek!], ma spero comunque abbia qualche
sostenitore nel fandom perché hanno del potenziale queste
due.
Giuro
che la prossima, di questo fandom, sarà una Stydia a 3
capitoli; se
voleste rimanere aggiornati potete seguirmi qui.
Magari fatemi sapere che ne pensate di questa con una piccola
recensione
e potete mandarmi messaggi o suggerimenti in pagina.
Alla
prossima, V. ♥
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